L’ accessorio che ci piace

 

Le nuovissime ballerine Tod’s ci piacciono, e anche molto! Con la suola ‘gommino’ divenuta ormai un trademark del brand, in morbida pelle e declinate in tre nuance chiave, sono contraddistinte da una serie di  fibbie e cinturini che, intrecciandosi dapprima sul dorso del piede, si arrotolano infine attorno alla caviglia.  L’ effetto è decisamente sofisticato e up to date, dando vita a un look d’ insieme a metà tra il glamour, un vago twist sporty e lo chic. La palette cromatica include inoltre tonalità del tutto attuali, spaziando dal vibrante rosso per giungere al timeless crema e passando per il rosa cipria, best seller di stagione. Trendy e sfiziose, queste ballerine rientrano di diritto tra gli imprescindibili must have di stagione : con il valore aggiunto di un inconfondibile tocco di classe tutta made in Italy ( e made in Tod’s) da non sottovalutare.

 

 

 

 

Milan Fashion Week: mi è piaciuto…Vol. 6

 

TOD’S.  Il giacchino ha linea a trapezio, maniche svasate a metà avambraccio e tasche “a vista”. I dettagli in pelliccia si fanno notare traducendosi in un alto collo bicolore ed in soffici polsini “antifreddo”. La gonna è contraddistinta da un orlo asimmetrico, che si accorcia nella parte anteriore arrivando a metà coscia. Come accessori, una capiente doctor bag in una nuance di marrone che riprende parzialmente il collo in pelliccia, e mocassini rivisitati con applicazioni shimmer. I colori, sono ridotti all’ osso: il total look in un delicatissimo beige si alterna esclusivamente al marrone dei dettagli. L’ outfit è realizzato interamente in pelle, lucida e sofisticata: è questo il leit motiv principale della seconda collezione TOD’S firmata da Alessandra Facchinetti, che attinge ampiamente al pellame declinandolo pressochè in tutti i capi chiave dell’ inverno. Mantelle, capispalla, gilet, cappelli a tesa larga e reclinata verso il basso, alte cinture, camicie, abiti che si restringono in vita ne rappresentano un tripudio, lasciando spazio esiguo ai materiali più classici (la lana su tutti) . Tra le nuance ricorrenti, il bluette vibrante affiancato al burgundy costituiscono le opzioni cromatiche di maggior impatto. Il resto della palette punta  sul bianco, sul grigio antracite, sul nero e sul carta da zucchero: tonalità che vanno a tingere una collezione  prevalentemente composta da outfit che coniugano l’ eleganza con la portabilità e con un confort ricercato.

 

 

EMPORIO ARMANI. L’ inconfondibile stile Armani mixa dettagli ladylike a suggestioni di stampo più prettamente maschile dando vita ad una collezione fortemente caratterizzata, in cui tailleur pantalone e cappotti lineari convivono con minidress in velluto adornati di pietre e con pellicce morbide, dal lungo pelo in lana effetto ‘mongolia’. Le strutture nette regnano incontrastate, tramutandosi in sfiziose quando vengono applicate a capi declinati in un gusto squisitamente femminile: le giacchine avvitate, le gonne a ruota o plissè, i pantaloni “oversize” che non oltrepassano mai la caviglia, lasciando intravedere fiocchi e cinturini di scarpe rasoterra ma estremamente girly. E’ il caso dell’ outfit da me selezionato, che abbina una candida blusa aderente al busto ad una giacca perfettamente sagomata ed a pants “largotti” e fluttuanti, ma corti a metà polpaccio. Estremamente sofisticato l’ accostamento cromatico di grigio antracite e grigio perla, due nuance che ricorrono nell’ intera collezione alternandosi al nero e al bianco. Gli accessori definiscono raffinatamente il look: un cappello bombato calato sugli occhi e scarpe molto femminili, con cinturino adornato di fiocchetto a cingere la caviglia.

 

ETRO. Una collezione all’ insegna del tribal e del folk chic. Nel più puro stile Etro non mancano le stampe paisley ed esotiche ,arricchite di bordature o di dettagli “etnici”: in questo caso, gli outfit sembrano provenire da una qualche landa innevata  e remota dell’ Asia del nord adornandosi di broccati, lunghissime sciarpe sfrangiate, stivaloni in suede, capispalla foderati di pelo, montoni e cappe in simil tartan e voluminose pelliccie alla Rasputin. Il tutto, abbinato a finissimi ricami e motivi decorativi che evidenziano una ricercatezza ed una qualità artigianale estreme. Non mancano gli inserti in lamè, reminescenze di una preziosità  che rimanda ad antiche dinastie orientali, e le abbondanti applicazioni in passamaneria, evidenziate su outfit che sono una mescolanza di stampe etno sofisticatamente combinate. Anche i materiali si alternano mirabilmente nello stesso look, avvicendando la lana a tessuti più impalpabili come la seta e lo chiffon per un perfetto effetto glam folk che mixa stili e culture. L’ outfit che ho scelto è un po’ una sintesi del mood della collezione: un  lineare abito dal pattern a quadri bordati di lamè dorato, a cui si sovrappone una lunga mantella in fantasie etno e completamente foderata di pelliccia. A rifinire l’ insieme, una sciarpa extrasize dagli orli sfrangiati e gli immancabili, neo-hippy stivali in suede.


 

COSTUME NATIONAL. Ennio Capasa ha presentato una collezione dalle forme strutturate, ben delineate, “pulite”. Dai completi giacca e pantalone ai minidress, dai femminili pants sigaretta ai modelli stretti alla caviglia, la silhouette si rivela sempre ben nitidamente costruita e senza orpelli, ma evitando ogni traccia di rigidità: i capi monospalla e le sporadiche arricciature che accennano ad una linea a ‘palloncino’ sulle maniche ne sono un esempio. Le linee sono inoltre movimentate da pattern a spesse righe oblique, asimmetrie, giochi a contrasto di tessuti che sovrappongono inserti di raso sul panno di lana, mentre anche la palette cromatica si adopera nell’ impresa: predominano il bianco e il nero, ma i cappotti si adornano di profilature a contrasto e le stampe a righe alternano il bicolore. Un viola brillante, inoltre, rappresenta un atout in grado di donare – insieme a sporadici tocchi di rosso – un twist vibrante alla collezione. Ad un frequente  coté sporty si affianca la femminilità dei gilet e dei giacconi in morbida pelliccia, di forte impatto soprattutto quando, color avorio, si sovrappongono ad outfit in total white. Tra gli accessori, scarpe stringate dall’ alto plateau e polacchine in suede, entrambi rigorosamente tinti di nero. Il look da me citato incarna precisamente quello stile da “regina minimal delle nevi” presentato nelle prime uscite della sfilata: ad un insieme bianco di pants più top dalla struttura lineare e semi-aderente al corpo si  sovrappone la preziosità di una calda pelliccia, che gioca con il ton sur ton virando impercettibilmente al rosa cipria.

To be continued…

 

 

 

 

 

 

 

Come un bouquet di fiori in boccio: Miss Dior Blooming Bouquet

 

Ispirata ad un abito impalbabile e cosparso di una miriade di fiori, Miss Dior Blooming Bouquet è l’ ultimissima versione, in ordine di tempo, della leggendaria fragranza Miss Dior: un bouquet floreale creato in onore della grande passione per i fiori di Christian Dior,un’ essenza eterea e delicata che evoca un sentore di incantevole allure olfattiva. Non un “assalto sensoriale” ma un profumo vellutato, morbido, il cui alone rimanda all’ “estrema eleganza della dolcezza”, come afferma il suo creatore François Demanchy.

 

 

Nella peonia risiede il  cuore di Miss Dior Blooming Bouquet, che ne esalta la sofisticatezza discreta grazie ad accordi di rosa Damascena prima di unirsi alle note fruttate della pesca, dell’ albicocca e del mandarino di Sicilia, creando un mix fresco ed avvolgente enfatizzato dalla vibrante sensualità di un fondo di vellutato muschio bianco. Il flacone del profumo, dagli angoli smussati ed intarsiati elegantemente a fiori, è sormontato da un fiocco argentato che si fa un tutt’ uno con il tappo e lo decora con raffinatezza. La colorazione rosa del vetro accentua il richiamo ad una romantica femminilità rendendo le reminescenze dei preziosi abiti ideati da Christian Dior ieri, e da Raf Simmons oggi, ancora più esclusive.

 

 

Ad “interpretare” la fragranza, un’  intensa ed aggraziata Natalie Portman che appare in una advertising campaign di prestigio: un minifilm diretto da Sofia Coppola ed una serie di scatti fotografici firmati Tim Walker che la immortalano in uno splendido abito Dior. Chic senza opulenze, ricercato, il long dress è interamente ricoperto di minutissimi fiori. Il colore? Le più svariate declinazioni di rosa, naturalmente, in accordo con il mood del profumo e con la colonna sonora del commercial: una Vie en rose cantata da Grace Jones più che mai pertinente alle suggestioni esistenzial-olfattive di una Maison che incarna, storicamente, la quintessenza dell’ eleganza e dello stile.

 

 

 

A boho wedding

 

Libero e non conforme, svincolato da ogni ‘inamidata’ e scontata convenzione, ribelle ma profondamente romantico: il bohemian wedding, non a caso, opta per l’ open air come location privilegiata e si circonda di fiori di campo, piante profumate e arbusti secolari, spiagge incontaminate e baie sulle quali il tramonto cala con scenografica suggestività. Invitati ridotti all’ osso, abiti dalle reminescenze hippy adornati da dettagli floreali, tocchi preziosi di unicità costituiscono i suoi atout di base, le sole regole imprescindibili che tramutano solennità e ostentazione in una serie di momenti caratterizzati dalla più coinvolgente spontaneità, all’ insegna di un’ incantevole atmosfera informale.

John Rocha, Spring Summer 2014: details

 

Tulle, raso, chiffon, finissimi ricami, applicazioni floreali e fitte ruches che vanno a impreziosire abiti dalle gonne gonfie e fluttuanti: è un pout-pourri pregiato di Primavera la collezione SS 2014 di John Rocha,  raffinatamente incentrata sui toni del bianco, del rosso e delle nuance pastello. Volutamente a contrasto con il mood etereo dei prom dress, il make up e l’hairstyle di sfilata evidenziano un look grafico, stylish, tra l’ avveniristico e il contemporaneo. I capelli si modellano in una massa compatta e ondulata ma ad effetto wet, scendendo sulle spalle come un tessuto increspato e vagamente ‘scultoreo’. Il make up, accostando palpebre silver ad un volto perlescente, ispira suggestioni cyber e dona un quid di futuristica allure. Per ottenerla. la make up artist Sam Bryant si è servita di MAC Pigment in Silver sfumandolo su tutta la palpebra fino alle sopracciglia e delineando bordi laterali netti, quasi geometrici. Una nuance più chiara ma ugualmente shimmer è stata, invece, utilizzata per il viso e il corpo. L’ hairstyle, curato da Nelson Brown e Samantha Hillerby,  dopo una dose massiccia  di mousse Mark Hill Big Night Out Powder Hold Mousse ha contemplato l’ uso dell’ arricciacapelli Babyliss Pro Triple Barrel Waver, creando un’ ondulatura fitta e sostenuta da un’ abbondante spruzzata di Bumble & Bumble Finishing Spray. Il look d’ insieme, un mix di glaciale eccentricità, è quanto lo stesso John Rocha si proponeva di evidenziare: una “dissonanza armonica” dalla sofisticatezza senza pari.

 

 

 

 

 

 

 

 

Trend pink: 50 sfumature di rosa

Dsquared2

 

Rosa, rosae, rosam: quest’ anno, l’ arrivo della Primavera vede il rosa più che mai presente. Declinato in ogni possibile gradazione, dal fucsia al cipria, il colore associato alla femminilità per eccellenza si accinge a regnare incontrastato a partire dai primi soli e per tutta la stagione calda. C’è già chi lo considera the new beige: ormai un classico, non teme le atmosfere crepuscolari dell’ autunno e neppure i rigori invernali –  mai come quest’ anno, infatti, l’ abbiamo visto tingere cappotti e capispalla – ma è la Primavera la stagione che meglio si accorda con le sue nuance delicate o vibranti, giocose o superchic, sempre e comunque all’ insegna della positività che emana questo colore che sembra sorridere alla vita. D’ altronde, non è forse proprio il motto “Think Pink” ad indicare una vera e propria filosofia esistenziale?

 

 

J. Js Lee

 

Jacquemus

 

Temperley London

 

Burberry Prorsum

 

Preen

 

Monique Lhuillier

 

Ports 1961

 

John Galliano

 

Antonio Marras

 

Antonio Berardi

 

Rochas

 

Glitter People

 

” Bellezza, ricchezza e fama sono doni ricevuti. Preferirei essere considerata una donna che si è messa in discussione , iniziando da  “adulta” una nuova professione che, seppur di grande soddisfazione, richiede un impegno costante per cercare di migliorare sempre. “

Carla Bruni

L’ accessorio che ci piace

 

Eteree e sofisticate, dalla grazia tutta particolare che rimanda ad una delle figure più amate e caratteristiche del “femminile”: la ballerina. Le pumps firmate Alberta Ferretti ci piacciono perchè donano  un appeal che mixa seduttività e fascino puro: slanciando il piede su un tacco ultrasottile, mettono in risalto la caviglia grazie ai due nastri in raso che le vengono intrecciati attorno, con lo stesso gesto e la stessa modalità tramite i quali una danzatrice classica allaccia i nastri delle sue scarpette a punta. L’ eleganza delle pumps viene accentuata da colori come il nero, l’ arancio e il verde: una palette a cui la designer romagnola attinge ampiamente, legata a nuance che di volta in volta esprimono ricercatezza o gioiosità. Personalmente le adoro in nero, perfette per un look in total black tra il new Romantic e il dark contamporaneo, o con il classico tubino a cui sapranno donare uno sfizioso tocco girly in più; ma anche abbinate a colori vibranti, non mancheranno di evidenziare una allure squisitamente raffinata. In ogni caso, una delle doti innate possedute da questa scarpa sembra essere l’esaltazione della femminilità nella sua quintessenza. Senza orpelli, ma con tutta la finezza dei nastri in raso avvolti attorno a una caviglia sottile: da sempre, considerata una delle parti più seducenti del corpo di una donna.

 

 

 

Milan Fashion Week: mi è piaciuto…Vol. 5

 

BOTTEGA VENETA. Forme lineari ma morbide, geometrie e grafismi, decorativismi a zigzag e una vasta combinazione di materiali per la perfetta realizzazione di giochi materici: questi i leit motiv di base della collezione che Tomas Maier ha pensato per l’ Autunno/Inverno di Bottega Veneta. Il cachemire, la pelliccia, il panno di lana, la pelle si incontrano e mixano per movimentare e definire linee e volumi, avvalendosi di una palette cromatica che predilige le sobrie nuance del nero, del bianco, del grigio affiancandole e alternandole a colori più squillanti come il rosso e il giallo, un viola brillante, per passare alle tonalità prettamente autunnali del burgundy e del verde bosco e a luminosi tocchi di lilla. Questo abito mi è piaciuto immediatamente: ha una forma “pulita” ma accarezza il corpo, svasandosi nettamente verso il fondo. Il nero, valorizzato dal modello senza orpelli dal mood “esistenzialista”, viene reso “plastico” da grafismi geometrici applicati nella parte anteriore dell’ outfit: tre sagome perfettamente calibrate ne seguono – partendo dal busto – la linea, creando un effetto quasi bidimensionale. Notevole anche l’ abbinamento con gli ankle boots in total black allacciati stretti alla caviglia.

 

 

 

JUST CAVALLI. E’ un mix di avanguardia e modernità il “Rinascimento Rock” di Just Cavalli, che riproduce i capolavori più classici dell’ architettura fiorentina affiancandoli a un tripudio di stampe animalier, “lingue di fuoco” tradotte in effetti cromatici ricercati, broccati di fiori, pellicce a intarsi o sotto forma di soffici colli, borchie, suede e pelle come se piovesse. La silhouette mette in risalto le gambe rivestendole di altissimi cuissardes, di skinny pants, di minigonne dagli orli asimmetrici, mentre è la parte superiore ad adottare forme e volumi ampi e “importanti”grazie a stole, giubbini di pelliccia, capispalla oversize dagli alti colli e con le spalle arrotondate, soprabiti dai bordi irregolari e jacket in pelle che rivisitano il chiodo con sofisticata armonia. Il coté rock della collezione è accentuato dagli accessori: borse in suede ultraborchiate o ornate di lunghe frange, ma anche bag voluminose in morbido pelo. La palette cromatica gioca, sotto questo aspetto, un ruolo fondamentale proponendo una varietà di toni intensi (dal verde bosco al burgundy) alternandoli al nero, al grigio ravvivati dai tocchi fluo del fucsia e del giallo o da tonalità più vibranti come l’arancio, il bluette e un cipria delicato. L’oro appare, eclatante, in un paio di pantaloni e in giubbino con scenografiche frange laterali. Il look che ho scelto è un po’ una sintesi del mood di questa collezione: ai pants in pelle ultraskinny si abbina una lunga blusa in pattern floreale, a cui viene sovrapposto un gilet di pelliccia. I colori, che spaziano dal nero, al bianco, all’ arancio, creano un interessante mix di tonalità intense e più accese. La blusa, svolazzante, si accende di aarancio smorzndosi nel total black della borsa con frange e di buona parte della pelliccia. I sandali, sono in deciso “summer look“.

 

 

 

MARNI. Forme scolpite, colori a contrasto, inserti di pelliccia inaspettati, pattern multicolor e un numero incalcolabile di ruches sono i temi base di una collezione sorprendente, che stupisce per impatto scenografico e per gli accostmenti arditi di forme, colori e materiali. Persino le pellicce si fanno speciali, tinte di strisce in technicolor e cinte in vita da un’alta cintura in pelle. I giochi cromatici proseguono indefessi in pressochè tutti gli outft, mentre le geometrie caratterizzano modelli che fanno ampio uso, a contrasto, di materiali morbidi ma perfettamente malleabili. Il fucsia, il verde squillante, il bluette, il rosso risaltano su una palette che include tonalità tipicamente invernali. Il look che ho scelto è un esempio di quest’ ultima opzione cromatica: la mantella di pelliccia in tricolore sfumato richiama, nel grigio perla, il silver delle applicazioni sparkling che scendono a cascata – in forma triangolare – sulla parte anteriore della gonna, tinta di un beige ton sur ton con quello della mantella. In lana color verde oliva, invece, il maglione a collo alto dalle lunghe maniche con risvolto abbinato all’ insieme. Bello anche il dettaglio delle scarpe: nere, in vernice, con un cinturino che cinge la caviglia. Un outfit che si distacca dai look dichiaratamente “scultorici” per calarsi, con un’eleganza ricercata e preziosa, nella realtà quotidiana. Apportando un tocco di speciale originalità.

 

 

 

MAX MARA. La donna urbana di Max Mara punta su un’eleganza che reinventa il classico cappotto attingendo a tagli e modelli dei capispalla maschili abbinandoli a dettami di alta sartorialità. Eppure, non perde mai in femminilità: vuoi per i dettagli insapettati, come un blazer privo delle maniche che scopre le braccia con grazia, vuoi per l’ abbondanza di tocchi dorati,profusi soprattutto nelle scarpe e nelle gonne. Il capo simbolo di Max Mara, il cappotto cammello, nasce a  nuova vita: viene stretto in vita da una cintura di vernice e sovrapposto da un piumino, ma anche come capospalla in generale assume una veste inedita. Si declina in patchwork, in vernice con revers a contrasto, diversifica i suoi bordi con il materiale di un piumino imbottito, si lascia sovrapporre da un gilet. Questo outfit include un ampio coat dall’ effetto pelliccia con pattern a minuscoli scacchetti, comodo e menlike, abbinandolo  a un maglione tricot grigio, alla gonna ed alle polacchine dorate leit motiv della collezione: il look ha un vago sapore rétro, un appeal che non sacrifica in alcun modo la seduttività a discapito delle forme comode. Ha l’ aria perfetta di una mise da diva d’ altri tempi che pone le fondamenta del suo fascino in una classe mai scontata, in uno specialissimo quid di sofisticato mistero.