Con Vera Wang il bridal “Think Pink”

 

“Think Pink! Think Pink! If you want that quel-que chose” così cantava Maggie in Funny Face – tradotto in italiano con il titolo di Cenerentola a Parigi – musical datato 1957 che vede protagonisti una splendida Audrey Hepburn e Fred Astaire. Ed è proprio a Funny Face che Vera Wang si è ispirata per la sua nuova bridal collection, chiamata Think Pink in omaggio alla canzone associata al film: non solo un colore,  il pink, ma tutto un mood che tinge della sua nuance vibrante ogni aspetto della vita. “Pink as sensual, pink as seductive, pink as dreamy, pink as sophisticated, pink as strong, pink as cool”, spiega Vera Wang commentando il leit motiv della serie di magnifiche creazioni che abbracciano l’ intera gradazione del rosa. Confetto, cipria, corallo, peonia sono solo alcune delle nuance in cui gli abiti nuziali (quindici, per l’esattezza) vengono declinati, spesso accostate tra loro o sfumate in un dégradè di estrema classe. Per la designer, il bridal coinugato al colore non rappresenta una novità: il rosa è stato infatti preceduto dal rosso (Autunno/Inverno 2013) e dal bianco e nero (Primavera/Estate 2014). La prossima stagione fredda vedrà invece imporsi una nuance – da sempre simbolo di femminilità nella sua quintessenza – che con il taglio impeccabile delle creazioni, lo studio accurato dei volumi , la perfetta armonia tra forme e preziosi materiali trova il suo connubio ideale. Gli abiti, dalla linea ad A e a sirena, petalo, cascata, uniscono in uno squisito mix bustier senza spalline mirabilmente drappeggiati a macrogonne impreziosite da vistose applicazioni floreali e da ricami che evidenziano la ricercatezza sartoriale di ciascuna creazione. Pizzo chantiilly, organza e faille di seta, velo illusion sono i materiali che donano alla silhouette una allure fiabesca, nel suo retrogusto artistico quasi teatrale: la avviluppano, la  sottolineano, la valorizzano e rendono imponente tramite cascate di tulle. I dettagli assolvono incantevolmente alla loro funzione ornamentale. I fiocchi di seta, i ricami floreali su velo illusion o lunghi strascichi in tulle, un fitto e scenografico plissè, le asimmetrie studiate ad hoc, le ruches e le balze a ricreare i petali di un fiore evocano un magic mood che nella fantasiosa originalità, nella declinazione in tanti rosa quante sono le sfumature dell’ alba esprime una raffinatezza unica e pregiata. Con Vera Wang, il pink si eleva a filosofia di vita che nel giorno delle nozze assume caratteri di meraviglioso auspicio. Perchè, dopotutto, “la vie en rose”: dipende dall’ angolatura dalla quale la si osserva.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nelle immagini, alcuni modelli della collezione.

Le trecce di Marc by Marc Jacobs: tra cartoon, fiction e suggestioni Punk

 

Nell’ ampia panoramica di trecce evidenziata sia sulle passerelle della Primavera/Estate che del prossimo Autunno/Inverno, la proposta di Marc by Marc Jacobs si inserisce con l’ impatto di una semplicità di grande effetto. Le due trecce laterali realizzate da Guido Palau -consulente creativo Redken e hairstylist di spicco delle Fashion Week internazionali – richiamano, infatti, solo apparentemente alla classica pettinatura che la maggior parte di noi sfoggiava da bambina: si arricchiscono di connotati da cartoon, fanno riferimento a personaggi fiction e si collocano in quella sottile linea di demarcazione che separa l’ immaginazione dalla realtà. Lo stesso Palau ha definito le sue trecce “un po’ ninja, un po’ manga e un po’ Mercoledì Adams“, spogliandole in toto di una naiveté soltanto di facciata. Intrecciate molto strette e accompagnate da una fascia per capelli nera, si abbinano a righe “confuse”, volutamente trascurate, delineate a zig zag: la donna Marc by Marc Jacobs non è esattamente the girl next door. ” Ho creato questo hairstyle da scolaretta con la ragazza di Marc in mente, volevo che lo stile complessivo rimanesse giovane, cool e un po’ punk.” , spiega Palau. “La ragazza di Marc ha stile e sostanza, ma anche un oscuro lato ribelle. Molto semplicemente, le due trecce non intendono essere carine o innocenti.” Per replicare l’ hairstyle, sono sufficienti alcuni passaggi fondamentali:

1. Applicare Flex Shape Factor 22 – una spuma fissante/modellante – sui capelli umidi. dalla radice alle punte, asciugandola successivamente con le dita.

2. Creare una riga disordinata e dividere la chioma in due grandi ciocche laterali.

3. Spalmare Pillow proof blow dry da metà chioma fino alle punte per donare al capello una consistenza extra.

4. Creare le due trecce intrecciando le ciocche in modo molto stretto e fissarle con un elastico.

5. Sistemare una fascia nera sul capo, posizionandola dietro le orecchie.

6. Lasciare sciolte alcune ciocche iattorno al viso, per un effetto naturale.

 

I prodotti citati appartengono alla linea Redken.

 

 

 

 

Il close-up della settimana

 

Non si sono ancora spenti gli echi suscitati da Grace di Monaco, il film sull’ indimenticata Principessa presentato al Festival di Cannes, che i riflettori sono nuovamente puntati sul Principato monegasco: stavolta è il turno di Charlotte Casiraghi, classe 1986, figlia della Principessa Carolina e neo-mamma del piccolo Raphael. Frida Giannini, Direttore creativo della Maison Gucci, ha nominato  infatti la raffinata e affascinante nipote di Grace di Monaco volto ufficiale della prima linea cosmetica lanciata dal brand. La collaborazione tra la  Giannini e Charlotte Casiraghi è una realtà già ben consolidata: testimonial della campagna Forever Now, Charlotte condivide con la designer romana la passione per l’equitazione, e in occasione della sua partecipazione al concorso ippico di salto a ostacoli Global Champions Tour ha sfoggiato un guardaroba che il Direttore Creativo Gucci ha appositamente creato per lei. Nel suo ruolo di ambasciatrice della Maison fiorentina, la figlia di Carolina di Monaco ha inoltre presenziato all’ inaugurazione del Gucci Museo ed a svariati red carpet, evidenziando una classe innata e un’eleganza naturale che ne fanno l’ eccellente impersonificazione della donna del brand: “La scelta di Charlotte come volto della campagna è stata del tutto spontanea, dal momento che incarna perfettamente lo stile contemporaneo della donna Gucci. Oltre ad avere una bellezza sofisticata, è una donna iconica e di successo.” , ha commentato Frida Giannini. La campagna pubblicitaria di Gucci Cosmetics verrà lanciata a settembre e conterrà una serie di intensi scatti di Mert Alas e Marcus Piggott, diffusi parallelamente ad un film digitale diretto da Fabien Baron. La collezione proporrà  un ampio range di cosmetici per occhi, labbra, unghie, viso e per la cura della pelle.  “Lavorare con Frida negli ultimi quattro anni è stato entusiasmante e sono felice che la nostra collaborazione continui anche per questo importante progetto.” ha affermato Charlotte Casiraghi: c’è da scommettere che questo ennesimo step compiuto in collaborazione con una delle Maison storiche del Made in Italy la consacrerà definitivamente nuova e somma icona di stile dell’era contemporanea.

Malefica e MAC Maleficent: il connubio del giorno

 

Il grande giorno è arrivato: Maleficent, la perfida strega de La bella addormentata nel bosco, arriva sui nostri schermi. Ad interpretarla, una Angelina Jolie crudele ma mai così fascinosa, come a riconfermare quel quid maudit che in passato ha ampiamente aleggiato sulla sua immagine pubblica. Nel film – prodotto dalla Walt Disney Pictures e diretto da Robert Stromberg – la favola della candida Principessa costretta al sonno da un incantesimo viene narrata dal punto di vista di Maleficent (in italiano, Malefica), rivelando le cause recondite della sua malvagità. Tradita, inasprita dagli inganni subiti, la strega è più che mai decisa ad attuare la sua vendetta e concentra tutto il proprio odio sulla Principessa Aurora. “Nessuno di noi nasce cattivo, ma le difficoltà della vita ci induriscono. In questo mi riconosco, da piccola sono stata vittima di bullismo ed è per questo che durante l’adolescenza avevo una tale rabbia che diventai autolesionista, violenta verso me stessa. Il messaggio del film in fondo è che siamo noi a decidere cosa fare della nostra vita, a scegliere se farci consumare dalla rabbia o superarla. ” ha dichiarato Jolie in un’ intervista. La grande curiosità e l’ interesse suscitati dalla pellicola, intanto, sono lievitati a dismisura. Al di là della trama e dei dettagli  più strettamente cinematografici, l’attenzione è rimbalzata sul look di Malefica: in particolare, sul suo make up e sulle sue corna, già tanto famose da diventare iconiche. Sul set ne sono state realizzate a mano ben sei versioni – in pelle di pesce e di pitone – dal cappellaio Justin Smith. Il resto del makeover è una vera e propria opera d’arte di alta creatività: i lineamenti della Jolie sono stati “induriti” da protesi al naso e sugli zigomi, che hanno assunto una forma “scolpita” e spigolosa. Orecchie e denti sono stati appuntiti con un escamotage al silicone e un paio di lenti a contatto in bicolor giallo e smeraldo ha donato alla strega la sua espressione magica e feroce.  Il make up è completamente focalizzato sul contrasto tra la pelle candida, diafana di Malefica e i due focus costituiti da occhi e bocca: lo sguardo ammaliante dotato di maxiciglia finte e le labbra carnose, scarlatte, sono già divenuti materia prima dei più svariati tutorial on line. La Malefica fever ha raggiunto temperature tali che MAC Cosmetics, il brand che firma il make up della perfida protagonista, ha pensato bene di lanciare una capsule collection di 14 pezzi, MAC Maleficent, in onore del film.

 

 

Disponibile on line nel website MAC, la limited edition sarà diffusa nei MAC Store entro i primi di giugno. A caratterizzarla, una palette cromatica intensa declinata in prodotti dalla texture “scenografica” e sensuale che includono tutto l’ occorrente per replicare il make up dell’ iconica strega: cipria compatta rosata e chiara per fissare il fondotinta, blush e illuminante da abbinare per un counturing perfetto, ombretti dalle nuance seducenti e un eyeliner di un nero profondo, l’ ideale per rendere lo sguardo ancora più magnetico. Non mancano, ovviamente, una matita per definire la forma delle sopracciglia e le ciglia finte, fondamentali nel look Malefica. Il rossetto viene rigorosamente proposto in un rosso vibrante dal sottotono freddo, accessoriato di matita dello stesso colore e di un gloss che, lucidandole, rende le labbra “importanti” e polpose. Per le unghie, la capsule punta su un trio di smalti che spaziano da tonalità come il nude alternandolo ad un rosso e ad un nero di forte impatto. Gli ingredienti per un make up “incantato”, senza alcun dubbio,  sono tutti presenti.

Trend black & white: lo yin e lo yang dello stile

Elie Saab Resort

 

Bianco e nero, black and white. Il gioco degli opposti che si attraggono prosegue indefesso per tutta la bella stagione, alternando pattern optical e geometrici o combinando semplicemente capi a tema all’ interno dello stesso outfit: come in un perfetto yin e yang dello stile. Per chi non ama i mezzi toni.

 

Sportmax

Jil Sander

Fendi

Missoni

Narciso Rodriguez

Lela Rose

Prabal Gurung

Bottega Veneta

Dolce & Gabbana

Glitter People

 

Cambi sempre nella vita, ogni giorno, ogni momento, ma nella sostanza, se hai imparato ad accettarti, resti quella che eri e anche quella che la sofferenza ti ha insegnato a diventare. “

 Charlize Theron

Paloma Faith

 

Di lei rimane immediatamente impresso lo stile, eccentricamente rétro ed ispirato a un mix di icone che include Bettie Page, Marilyn Monroe, Carmen Miranda, Billie Holiday e Marlene Dietrich, delle quali riprende dettami del look in ordine sparso. Non è un caso, dunque, che Paloma Faith, ventottenne dalle origini anglo-spagnole nata e cresciuta nel Regno Unito, sia diventata un’icona di stile a sua volta non appena è comparsa sulle scene. Un percorso a ritroso nella sua carriera la ritrova, bambina, allieva di danza classica alle prese con tutù e scarpette a punta. La passione per la danza è per lei una costante tale da indurla, successivamente, a laurearsi in danza contemporanea prima di iscriversi ad un Master in Regia Teatrale al Central St. Martins College di Londra. E’ in quel periodo che, per mantenersi agli studi, Paloma lavora come commessa, cantante in un club Burlesque, modella per studenti di Arte e persino come assistente di un mago, senza mai smettere di ascoltare la sua musica e le sue cantanti preferite: Etta James, Billie Holiday e tutto un nutrito gruppo di noti esponenti dei generi jazz e soul. All’ epoca del College, Paloma ha occasione di concretizzare la sua passione per la musica proponendosi come lead singer di un gruppo, poi chiamato Paloma and the Penetrators: una mossa che le vale un’audizione con la Epic Records dalla quale, dopo breve tempo, otterrà un contratto. Nel suo primo singolo, It’s Christmas (and I hate you) (2008), duetta con Josh Weller raccogliendo immediatamente i favori del pubblico. Il grande successo arriva però l’anno dopo, con un singolo – Stone Cold Sober – che raggiunge ottime posizioni in classifica sia nel Regno Unito che nel resto d’Europa. A Stone cold sober segue un album, Do you want the truth or something beautiful, contenente 15 brani che Paloma scrive e compone personalmente. L’ album sarà un successo che le varrà un disco di platino nel Regno Unito e in Irlanda e venderà più di 500.000 copie in tutto il mondo. Oggi, la sua musica ricca di venature soul e blues viene paragonata a quella di Duffy, di Adele e di Amy Winehouse, ma il personaggio Faith, con la sua inconfondible allure vintage e la grinta debordante, si muove all’ interno di un percorso tutto proprio che la conduce, nel 2012, alla pubblicazone del secondo album Fall to grace, da cui vengono tratti vari singoli che in poco tempo scalano le top ten. L’interesse creatosi oltreoceano nei confronti della cantante inglese sfocia intanto, nel 2013,  in un contratto con la Epic Records USA. Il nome di Paloma Faith brilla ormai a caratteri cubitali nella music scene internazionale, ma non solo: performer a tutto tondo, la Faith si è più volte messa in gioco  come attrice in varie produzioni cinematografiche, come Parnassus-L’uomo che voleva ingannare il diavolo (2008) di Terry Gillian.

 

 

Con il tempo, il  look di Paloma si è tramutato sempre più in parte integrante e predominante del suo personaggio: onde morbide alla Veronica Lake, frangette talmente bombate da sembrare (e da essere,  a volte) posticce, copricapo sormontati da montagne di frutta e fiori tra i capelli costituscono solo un dettaglio del suo stile straordinariamente stravagante e femminile fatto di corsetti, di abitini, di gonne in ogni salsa e profuso di ruches, cappelli leopardati e di tutto l’armamentario tipico di una pin up anni ’50. A Vanity Fair Italia che la intervistava, Faith ha dichiarato di sentirsi invincibile ogni qualvolta lo specchio le rimanda l’ immagine di una sè stessa in corsetto, ben curata e ben truccata. Il suo femminismo è basato sulla fierezza di sentirsi donna. E anche se crede nell’ uguaglianza tra i sessi, non “ripudia” gli uomini e ritiene che sia fondamentale lanciare, con la musica, dei messaggi sociali . Una pin up impegnata? Sicuramente, e di una genialità a tutto tondo che riflette anche nel look esibito l’ importante messaggio di una femminiltà intesa come forza e  carattere identitario, da riprstinare senza tentennamenti di sorta.

 

 

 

Hache pe 2014: hairstyle e make up in rétro mood

 

Strizzano l’ occhio al mood Rockabilly e rétro l’ hairstyle e il make up che hanno caratterizzato il fashion show newyorkese della Primavera/Estate 2014 Hache, brand fondato nel 1995 e disegnato da Manuela Arcari: in passerella si sono alternate modelle con chiome dalle lunghezze più disparate accomunate rigorosamente da un top knot, che ricadeva sulla fronte a mò di frangia. Un’ acconciatura che potrebbe piacere a Paloma Faith, per le reminescenze 50s che la contraddistinguono. Il look è stato realizzato dall’ hairstylist Eugene Soulemain, che ha avvolto in un morbido Pompadour le ciocche di capelli anteriori fissandole poi alla sommità del capo: preziosa complice dell’ operazione, la lacca Wella Super Set ha contribuito a dare compattezza e stabilità alla pettinatura. Le rimanenti ciocche sono state lasciate ricadere con naturalezza sulle spalle. Il make up, denso anch’esso di suggestioni Rockabilly, è stato invece firmato da Valerie Garland e dal team di truccatori professionisti MAC. Sono bastati pochi gesti chiave, per ottenere un volto dall’ intenso rétro mood: Garland ha “lavorato” sugli occhi, esaltando lo sguardo grazie a una massiccia applicazione di eyeliner, mascara e kohl. Le sopracciglia sono state leggermente ritoccate conseguendo la linea ad ala di gabbiano tipica dell’ epoca, mentre le labbra, per conferire il massimo risalto gli occhi, sono rimaste pressochè nature, appena “ripassate” con un tocco di gloss. Il look d’ insieme si è rivelato estremamente d’ impatto, estroso e grintoso al tempo stesso. Un look perfettamente sintonizzato sulle coordinate rétro di cui la prossima stagione ha già decretato  il trionfo.

 

 

 

 

Barry Lategan: tra Twiggy e psichedelie anni ’60

 

Barry Lategan, britannico, è uno degli artisti della fotografia che ha vissuto a tutto tondo gli anni immensamente fervidi e creativi della  Swinging London: tutte le sue opere sono impregnate, dense di atmosfere irripetibili e di un fascino potente che ne enfatizza i leit motiv ricorrenti, rendendo le sue immagini espressione e simbolo di tutta un’ epoca. E’ una foto di Lategan che consacrerà Twiggy suprema star del suo tempo: il famoso ritratto in bianco e nero che la immortala in primo piano – gli enormi occhi enfatizzati dalle ciglia finte, le sopracciglia ben disegnate, lo sguardo lievemente malinconico e i capelli rigorosamente tagliati in un bob – appare il giorno dopo nel Daily Express accompagnato dalla scritta “Il volto del ’66: Twiggy”. Da allora, la più famosa tra le donne “grissino” diverrà modello femminile e icona di tutta un’epoca, e lancerà il mito della magrezza slacciando con forza tutti i legami che tenevano la donna ancorata a figure prevalentemente atte a compiacere l’ immaginario maschile, come la maggiorata -in voga fino a solo un decennio prima -, delineando nuovi input di seduzione e un rivoluzionario sex appeal. Oggi, due di questi iconici ritratti, sono esposti a titolo permanente presso il Victoria & Albert Museum, a Londra. Il ritratto e lo still life sono le modalità stilistiche preferite da Lategan: ha fotografato celebrities, altezze reali, intellettuali, colleghi (famosa una sua foto di David Bailey), politici cogliendone puntualmente il lato meno inflazionato, la particolarità saliente: la principessa Anna d’ Inghilterra, Linda e Paul Mc Cartney, John Major, Margaret Tatcher, Iman, Calvin Klein e Salman Rushdie sono solo alcuni tra i prestigiosi nomi che ha immortalato nei suoi scatti. La sua attività di fotografo di moda diviene preponderante e i suoi shooting occupano le pagine patinate di tutti i più quotati glossy da ormai quasi mezzo secolo. Tra le sue collaborazioni più fitte, quella con VOGUE e HARPERS BAZAAR in varie edizioni internazionali: con VOGUE UK stabilisce un rapporto privilegiato in virtù della sua collaborazione professionale con Grace Coddington: dapprima modella, poi fashion stylist per VOGUE, vuole fortemente Lategan tra i fotografi più assidui del cult magazine per antonomasia della moda e dello stile. E’ cosi che, dal bianco e nero degli esordi, Barry Lategan passa al colore assorbendo, cromaticamente, tutti i crismi della psichedelia: nella foto sovrastante, flower power, connotati psichedelici e una marcata, onirica evanescenza si mixano tra loro creando un mélange di tonalità arcobaleno che sfumano nel flou e delineano l’ immagine di moderne principesse degli swinging 60s tracciando l’ immaginario slogan di ‘fantasia – e colore – al potere’. Nel 1986, realizza gli scatti destinati al calendario Pirelli fissando immagini di danzatrici che, in aggraziati giochi coreografici, si contrappongono ad un uomo in tuta da pneumatico ad esse quasi asservito. Per il calendario Pirelli, Lategan vince l’Halina Award, ricevendo poi sempre più numerosi premi, tra i quali il ClioAward per il commercial TV di un profumo Armani. Negli anni ’80, per la sua fotografia di moda predilige spazi aperti dagli sfondi suggestivi e carichi di colore, come l’azzurro del mare ad esempio. Le modelle,dalla semistaticità dei ’60 sono passate a pose ‘in movimento’, ironiche, scattanti, e l’artista britannico asseconda il trend arricchendolo di un twist in più. Nei suoi ritratti, invece, continua a utilizzare il bianco e nero realizzando pose in studio: ricordiamo una giovanissima Jodie Foster appena travolta dal successo di Taxi Driver, sicura, determinata, in abiti maschili; un David Bailey “moltiplicato per tre”, ironico, giocoso; un Salman Rushdie in primo piano, pensoso, riflessivo; e poi, tra tanto black & white, ci colpisce il full color di un volto sorridente, radioso: una splendida donna che esprime tutto il magico, fulgido appeal di chi è in procinto di diventare madre: è Sharon Tate, moglie di Roman Polanski. Pochi giorni dopo lo scatto, sarebbe stata uccisa dalla banda di Charles Manson. Quella foto a colori, luminosa, solare, ha fissato per sempre uno stato di grazia, un fiore in boccio poi barbaramente recisi: il ritratto di Barry Lategan, li ha resi eternamente immortali.

 

Nella foto: Barry Lategan per VOGUE UK, 1971.

 

 

Ritratto di Twiggy, 1966

Vintage story

 

Non solo rétro , ma la quintessenza del rétro. L’eleganza, il glamour, la raffinatezza, lo ‘charme’…Quando preziosismi, raso, tulle e sofisticati gioielli erano le coordinate di stile della ‘Lady chic’ by night. Non poteva essere che Sir Norman Parkinson a fotografare simili abiti capolavoro della haute couture: contestualizzandoli in scenari insoliti, immortalandoli al di là delle occasioni standard per le quali venivano sfoggiati. La ‘Lady chic’ sorride, buttata sul divano. Lo splendido abito indosso, il volto malizioso che fa capolino dalla spalla…Il salottino è  illuminato da una abat-jour che diffonde una soffusa penombra. La gonna dell’abito è una nuvola di tulle color lilla che si apre e si espande, come una corolla, sul divano fino a terra. La Lady è ammiccante, radiosa. La foto la ritrae prima o dopo l’evento per il quale ha deciso di esibire il meraviglioso abito dall’etera consistenza? Ci piace immaginare che sia dopo: quando, rilassata e soddisfatta, sostituisce l’eleganza con la disinvoltura, il bon ton con il sorriso, la classe con la voglia di giocare. Un invito al suo amante: due drink, e la notte deve ancora cominciare.