Il close-up della settimana

 

La Fashion Week milanese della Moda Uomo si conclude ma non il Wall of Dolls che, su iniziativa di Jo Squillo, è stato allestito al civico 21 di via De Amicis: un alto muro dal quale pendono centinaia di bambole, un’ installazione artistica dalla valenza del tutto speciale mirata a denunciare la violenza e gli abusi contro le donne. Inaugurato il 21 giugno scorso in concomitanza con l’inizio della Fashion Week maschile, il muro manterrà la sua funzione anche durante la Expo Milano 2015 dopo essere stato replicato, probabilmente, in varie capitali americane ed europee. All’ insegna del motto “We are not just dolls”, l’ ex punk singer nostrana ha inoltre intenzione di arricchire il muro di sempre più numerose bambole in occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, prevista per il prossimo 25 Novembre. Ma come nasce il progetto? E’ la stessa Squillo a spiegarlo. In molti la ricorderanno esibirsi, agli albori degli anni ’80, in scatenati brani come Violentami o Sono cattiva insieme alla Kandeggina Gang: “In quegli anni interpretavo una canzone punk provocatoria contro la violenza sulle donne.”, dichiara. “Oggi la mia impressione è che, nonostante il tempo sia passato, non solo poco è cambiato, anzi, si sta verificando una escalation brutale ai tempi del Medioevo. ” E’ sorta quindi l’esigenza di sensibilizzare al problema l’ opinione pubblica tramite un’azione che ha coinvolto – grazie al patrocinio del Comune di Milano e della Camera della Moda Italiana – svariati fashion brand ed associazioni Onlus, celebrities e donne comuni divenute tristemente note per la violenza subita in prima persona: ecco allora la presenza di griffes come Max Mara, Missoni, Moschino, Alberta Ferretti, La Petit Robe di Chiara Boni, Luisa Beccaria ed OVS accanto a quella di Maria Grazia Cucinotta, Valeria Marini, Giusy Ferreri, Arisa, Eleonoire Casalegno e Malika Ayane affiancate a loro volta da Lucia Annibali e Valentina Pitzalis, barbaramente sfigurate dai rispettivi compagni. Tutte hanno portato con sè la propria bambola  più rappresentativa, realizzata ad hoc, per poi appenderla al muro che  (a tutt’oggi) ne conta circa 400: emblema di una muraglia di silenzio di abbattere ma anche della speranza, della bellezza, della più intima essenza femminile che va, al contrario, obbligatoriamente salvaguardata. L’iniziativa richiama l’ attenzione su dati agghiaccianti: nel mondo si contano circa 130.000 donne che hanno subito mutilazioni genitali, in America si stima che una donna venga aggredita ogni 15 secondi e in Europa ben 62 milioni di donne subiscono maltrattamenti (solo in Italia, si contano circa 7 milioni di donne vittime di violenze). In tutto il pianeta, 1 donna su 5 ha subito violenza fisica o sessuale e lo stupro da parte del marito, in diversi Paesi, non viene considerato illegale. Il Wall of Dolls, inserito nel Calendario degli Eventi della Camera della Moda  Italiana, conta di potenziare la sensibilizzazione a questa drammatica realtà grazie all’ apporto di tutte le donne: ognuna può appendere al muro la propria bambola, donando un prezioso contributo ad un problema divenuto più che mai pressante.

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