Alessandro Michele l’ aveva già dimostrato lo scorso gennaio con la collezione Uomo: la blusa (o, più in generale, l’ abito), adornandosi di jabot, fiocchi, sciarpine, ruches o volants acquista un inconfondibile tocco di stile. Un dettaglio che, a una manciata di giorni dal défilè Gucci di Milano Moda Donna, è già divenuto iconico ed emblematico del nuovo corso estetico del marchio. Non sbagliava, Michele: rinnovare il volto a capi base del guardaroba, ricondurli all’ evoluzione della cifra stilistica “gucciana” è parte integrante del giro di boa creativo che ha egregiamente compiuto con le sue prime collezioni. E nell’ abbattimento dei confini “di genere” operato dall’ attuale Creative Director, pizzi e jabot rientrano a pieno titolo tra i motivi ornamentali di capi chiave quali la blusa declinati in versione assolutamente unisex . Una rivoluzione stilistica direttamente collegata ad un’ innovazione concettuale che abbatte non solo i limiti legati al genere, ma sfuma con estrema eleganza ogni rigida concezione temporale: citando filosofi come Giorgio Agamben e Roland Barthes, Michele fa propria una “poetica” dell’ abito che riflette la contemporaneità quanto più è “atemporale”. “Il passato è uno strascico, il futuro per me non esiste e mi arrendo all’ idea molto romantica di un presente meraviglioso”, afferma, e traduce il proprio credo in una collezione che reinterpreta i codici del DNA della Maison con estro e uno spirito tra l’ intellettuale e un inedito boho chic già recensito come “elogio dell’ imperfezione”. Lamè plissettato, dettagli in pelliccia, sofisticate trasparenze, abiti in floral pattern di stampo rétro, tailleur pantalone e pantaloni dal taglio maschile (o “no gender”) esaltano una femminilità più “di testa” che carnale, trasognata, sempre filtrata da una raffinata “autorevolezza”, a volte volutamente fané. A definirla, i dettagli: il baschetto alla francese, le ballerine stringate adornate di pon pon, l’elegante nastrino di raso applicato sul collo di una blusa nude look, mocassini e pantofole ricchi di pelo come a sancire un nuovo confort che si fa un tutt’ uno con un vestire “rilassato”, con uno chic informale che al luxury dà un volto innovativo, ma non certo meno prezioso. All’ interno del quale volant, pizzi e jabot si configurano come elementi imprescindibili e sfiziosi di un gusto sopraffino oltre che iconici dettami di uno stile del tutto personale e senza tempo.