Il close-up della settimana

©Bunny Yeager, Bettie Page, 1954, Courtesy of Michael Fornitz Collection

 

Inconfondibile. Unica. I capelli corvini, la corta frangetta e il corpo sinuoso, curvilineo ma atletico, armonioso pur senza essere perfetto. Quando si pensa alla Pin Up per eccellenza degli anni ’50, il suo nome affiora alla mente senza alcun indugio: Bettie Page, ufficialmente proclamata Miss Pin Up of the World nel 1955, ha impresso un ricordo indelebile nell’ immaginario collettivo nonostante una carriera relativamente breve. Nata a Nashville nel 1923, un’ infanzia difficile alle spalle, studi coronati da una laurea in Arte a cui segue un’ irrequieta vita sentimentale, Bettie sogna di diventare attrice e si trasferisce a New York. Le chance e uno spiccato accento del sud non giocano, però, a suo favore. Lavora come segretaria quando, nel 1950, durante una gita a Coney Island incontra Jerry Tibbs: sarà proprio Tibbs, agente di polizia e photo amateur accanito, a lanciarla come modella pin up. I suoi scatti vanno a comporre il primo portfolio di Bettie e i consigli che le dà riguardo al look, come quello di tagliare la frangetta e di sfoggiarla cortissima e bombata, diverranno materia di leggenda. Sempre grazie a Tibbs Bettie inizia a posare nei Camera Clubs, location in cui fotografi perlopiù dilettanti si cimentano in ritratti all’ insegna di un erotismo definito “nudo artistico”. Dotata di una grande espressività, propositiva, brillante, tra la Page e la macchina fotografica si instaura un rapporto di mutuo flirt: maliziosa e mai volgare, l’ allure seduttiva che sprigiona la futura Miss Pin Up of the World viene esaltata da un sorriso radioso che si distanzia anni luce dallo stereotipo della femme fatale. Sbarazzina e ammiccante, i lunghi capelli ondulati, gli occhi azzurri esaltati da lunghe ciglia e l’ immancabile red lipstick così in auge nei Fifties, Bettie viene immediatamente assurta a figura iconica dando vita a un modello femminile di girl next door in chiave sexy, ma rassicurante. Nell’ ambiente è richiestissima: appare in riviste che glorificano un erotismo soft come Eyefull, Wink, Titter e Beauty Parade, si dedica a un BDSM patinato quando entra in contatto con Paula e Irving Klaw, nel gennaio del 1955 il paginone centrale di Playboy la decreta Playmate del mese. Una carriera in rapida ascesa nella quale decisivo è il contributo dei fratelli Klaw che, nel 1952, immortalano Bettie in svariati scatti a tema fetish e sadomaso venduti per corrispondenza e la lanciano in “corti” muti, sempre a tema, in cui alterna il frustino a sensuali danze del ventre. Quando Bunny Yeager, rinomata fotografa di pin up ed ex modella, la ritrae nello storico servizio Jungle Bettie ambientato nell’ ex parco naturale Africano di Boca Raton, è già famosa. Nei bodysuit leopardati che cuce rigorosamente da sè, una Bettie circondata da ghepardi e da animali selvatici appare in una serie di foto che sottolineano il suo appeal fascinosamente giocoso e autoironico. Ritiratasi dalle scene nel 1957, la regina delle pin up si tramuta in vera e propria icona cult negli anni ’90, quando viene riscoperta da disegnatori e fumettisti: da allora la sua immagine campeggia incontrastata ovunque , incarnando una tipologia femminile innovativa e deliziosamente sfrontata che caratterizzò tutta un’ epoca. Le sue foto, quotatissime, rappresentano materiale altamente ambito e da collezione. Ed è proprio alla collezione di Michael Fornitz che ONO Arte Contemporanea di Bologna fa riferimento per l’ allestimento di una mostra, Bettie Page: the original Pin Up, che aprirà i battenti sabato, 29 agosto, alle 18, 30. Patrocinata dal Comune di Bologna e della Fondazione Cineteca di Bologna, l’ esposizione annovera una serie di 55 immagini – perlopiù inedite – provenienti dalla Collezione Fornitz e da 2o immagini delle quali è stata realizzata la prima tiratura limitata. In tutte rivive Bettie, the Pin Up Queen: dark angel, donna e modella che flirtava con l’obiettivo e con la vita, simbolo iconico di un’ indipendenza dai clichè che fece storia, maestra di stile con spontanea noncuranza che dotò di un’ impronta unica e senza tempo la sua persona.  La mostra, visitabile fino al 29 settembre, si concluderà con un finissage all’ insegna dell’ entertainment musicale che vedrà Olly Riva & The SoulRockets esibirsi in un acoustic live(Photo courtesy of ONO Arte)

Bettie Page: the original Pin Up – Michael Fornitz Collection

Dal 29 Agosto al 29 Settembre 2015 presso

ONO Arte Contemporanea, via Santa Margherita 10, Bologna

Sponsor: MOSCOT, Velvet Lenses

Info: www.onoarte.com

 

 

©Paula and Irving Klaw, Bettie Page, 1954-1955, Courtesy of Michael Fornitz Collection

 

 

Bettie Page, Courtesy of Michael Fornitz Collection

 

 

 

 

 

 

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