La “prima volta londinese” della collezione Gucci Cruise 2017 non ha mancato di suscitare il clamore che ci si aspettava. Nella suggestiva e secolare location del chiostro dell’ abbazia di Westminster è andato in scena un fashion show inneggiante ai più celebrati emblemi dell’ estetica British, una “poesia per Londra” che Alessandro Michele ha composto traducendo nel suo stile trademark tipicità, vezzi e spunti rigorosamente made in the UK: c’è la Union Jack, riprodotta sulla felpa cannolè e sui mocassini metal con morsetto. C’è il tartan, declinato nei cappotti e nei kilt a pieghe. Ci sono i pattern floral ispirati ai giardini inglesi, i suit in tweed e i long dress pervasi di ruches “vittoriane”, i jeans bleach-splattered e il chiodo borchiato di stampo punk. E poi ci sono gatti, King Charles Spaniel, pavoni déco, tigri, sinuosi serpenti applicati od intarsiati sulle gonne, sui pull, sui minidress riccamente adornati e sulle pellicce. Epoche, figure, culture e controculture si amalgano tracciando un excursus ispirativo che abbraccia secoli, attinge allo streetstyle e al tempo stesso guarda alla fiaba, mixa dettami tradizionali in un tripudio di pattern a contrasto, balze, pois, abitini see-through, jabot e bagliori lamè. Il tutto, accentuato da una palette in cui risaltano un giallo, un azzurro e un rosso strong accanto a tinte pastello coniugate in versione pop come il celeste, il rosa baby e il verde lime. “Amo l’ estetica inglese; la sento vicina al mio linguaggio”, spiega Alessandro Michele, e non tralascia di rifinire con la sua estrosa impronta i 96 look: accessori come il foulard legato al mento, le lunghe calze in pizzo e la paglietta oxfordiana sottolineano mise dall’ inventiva “caleidoscopica”. Le platform con suola arcobaleno sono già candidate a tramutarsi in must have, iconici dettagli di una collezione che – come nei tasselli di un puzzle – fa combaciare suggestioni, eccentricità e ridondanze in un incastro perfetto. Il risultato è uno stile incantevole per unicità e impatto visivo: una conferma in più della straordinaria abilità di Michele nel dare forma al proprio immaginario.