Paris Fashion Week: 10 flash dalle collezioni PE 2019

GUCCI – Cappello a falda larga, glitter, piume: un look flamboyant e audace che omaggia i Dioscuri del teatro off anni ’70 Leo de Berardinis e Perla Peragallo

Parigi è sempre Parigi, parafrasando il titolo di un noto film. E anche stavolta, la Paris Fashion Week non si è smentita: glamour, ricerca, concetti ispirativi forti ma soprattutto la “grandeur” di défilé che sono veri e propri show in cui il glitz si intreccia alla genialità creativa. Moda e spettacolo si esaltano a vicenda, danno vigore ad un “racconto”, ne sottolineano i motivi. Così è avvenuto, ad esempio, per la sfilata-tributo di Dior alla danza ma anche “chez” Saint Laurent, dove le modelle hanno sfilato a pelo d’acqua, costeggiando enormi palme al neon e con la tour Eiffel sullo sfondo in omaggio a Monsieur Yves (le palme, va da sè, erano un chiaro richiamo a Marrakesch). Che dire poi di Chanel, che ha trasformato il Grand Palais in uno dei lidi tanto amati da Mademoiselle? Gucci non è stato meno sorprendente, portando in scena una sfilata sublimata dalla teatralità del club Le Palace: underground italiano e francese a confronto per un evento che la guest star Jane Birkin ha intramezzato intonando una “Baby alone in Babylone” da brividi, forse la sua hit più suggestiva. Mai come a Parigi, insomma, la locuzione inglese “fashion show” ha espresso tutto il suo potenziale. Per quanto riguarda lo stile, svariati brand hanno optato per il consolidamento di un’estetica squisitamente signature. Tra le eccezioni rientra Celine, che con l’ arrivo di Hedi Slimane al timone creativo ha virato al rock inneggiando alle notti più folli della Ville Lumière. Periodo di riferimento? Gli anni ’80 della coldwave francese  e dei suoi indimenticati idoli.

 

DIOR – Tessuti impalpabili e gradazioni di nude per un contemporaneo tutù: la danza come strumento di esplorazione della propria essenza

 

SAINT LAURENT – Hot pants in pelle, revers da smoking e fascia argento sulla fronte: rivive tutto il glam anni ’70 adorato da Monsieur Yves

 

VALENTINO –  Mega cappello esotico, frange e  “flares” con arabeschi di glitter: un Valentino inedito, deliziosamente hippie chic

 

MAISON MARGIELA – “Create the rules then break them”, recita una voce fuori campo durante il défilé: l’iconoclasta Galliano si fa supremo alfiere dell’ iconicità

 

CELINE – Anfibi e miniabito in total gold per rievocare i tempi d’oro della nightlife parigina: Slimane rivoluziona Celine con il suo inconfondibile stile rock

 

CHANEL – Il tailleur si impregna di luminosità e sfoggia i colori di un tenue arcobaleno: sofisticatezza allo stato puro esaltata dalle suggestioni balneari del défilé

 

GIVENCHY – Come in un gioco di specchi, estetica e genere intrecciano un rapporto di mutuo scambio: plissettato, drappeggiato, sculturale pur nella sua fluidità, l’abito si tramuta in opera d’arte

 

MIU MIU – Tacchi e calzettoni, chioma da sirena, lo chemisier sfizioso indossato sotto il cappotto: dire “girly”, per Miu Miu, è sinonimo di chic

 

ROCHAS –  Il giallo carico, spettacolare ed energetico regala all’ outfit un’ allure decisamente “eye-catching”: colore e piume stemperano ogni residuo di rigore minimal rintracciabile nelle sue linee

 

 

 

 

Il close-up della settimana

 

New steps in fashion, nuovi passi nel mondo della moda. Mai come in questo freddo Autunno – ma sotto certi aspetti “caldo”, come vedremo – si sono avvicendate tante eclatanti news relative al fashion system:  cessioni, defezioni e nuove nomine ai vertici creativi, traslochi oltreconfine per i défilé…Tutto si si sussegue a una velocità che lascia non poco spazio ai colpi di scena. Cominciamo con Versace. A fine Settembre, la Maison della Medusa è stata acquisita da Michael Kors per circa 2 miliardi di dollari. A operazione conclusa, la holding americana verrà denominata “Capri Holdings” e includerà i Versace tra i suoi azionisti. In questo nuovo polo globale del luxury (Michael Kors rilevò anche Jimmy Choo) Donatella Versace rimarrà al timone creativo ed anche il CEO Jonatan Akeroyd manterrà il suo ruolo. Capri Holdings (così chiamata in onore all’ isola, un’ iconica meta del glamour) punta ad una crescita del marchio che all’ incremento dei fatturati abbini, tra gli altri obiettivi, quello della rete retail e dell’ omnicanalità. E se John D. Idol, chairman di Michael Kors,ha definito “una pietra miliare” l’acquisto del prestigioso brand del Made in Italy, parole di entusiasmo sono state spese anche da Donatella Versace: attraverso questa transazione la griffe “potrà esprimere il suo pieno potenziale”, ha commentato la stilista. A 40 anni esatti dalla fondazione, quindi, Versace diventa stelle e strisce. Un passo, il suo, che segue le orme di altri storici marchi italiani del fashion passati nelle orbite di colossi mondiali del luxury: qualche esempio? Pucci, Bulgari e Fendi rientrano ormai nell’ universo Lvmh, mentre Gucci, Bottega Veneta, Pomellato e Brioni fanno capo a Kering. E che dire di Valentino, rilevato nel 2012 dal fondo del Qatar Mayhoola? Sono solo alcuni tra molti, discusissimi esempi. Perchè, pur negli innegabili vantaggi finanziari che questi investimenti comportano, ci si interroga sulla tutela delle eccellenze del Made in Italy e sull’assenza di grandi holding del lusso nel Bel Paese. Nel frattempo, come dicevamo, altre breaking news hanno movimentato il pianeta moda: Josep Font lascia Delpozo dopo 6 anni alla sua guida stilistica, periodo cruciale in cui ha donato un’inconfondibile impronta al marchio. Joseph nomina Susana Clayton nuovo direttore creativo, mentre nello stesso ruolo Margherita Maccapani Missoni fa il suo ingresso in M Missoni. Anche Lacoste scommette “al femminile”, affidando a Louise Trotter (appena uscita da Joseph) il timone dell’ ufficio stile. E mentre il debutto di Hedi Slimane da Celine continua a registrare lodi e critiche, Gucci approda nella Ville Lumière e incanta il pubblico de Le Palace con un défilé ispirato al teatro off italiano anni ’70 di Leo de Berardinis e Perla Peragallo.

 

Nella foto: un dettaglio della collezione PE 2019 di Delpozo, Glicinia