Alta Moda AI 2019-20: flash dalle sfilate di Parigi (parte 2)

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Continua l’excursus di VALIUM sui défilé parigini di Haute Couture. In questa seconda ed ultima puntata ci inoltreremo nei meandri di creazioni da sogno come quelle di Valentino, Viktor & Rolf, Maison Margiela Artisanal e Jean-Paul Gaultier.

 

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3.  MAISON MARGIELA ARTISANAL – John Galliano, il rapporto tra social e società, la sperimentazione sartoriale. Autodefinendosi “anarchico e impulsivo”, il designer traduce l’era di Instagram in stampe che proiettano immagini e pattern sugli outfit e si lancia a briglia sciolta in una rivoluzione che dona funzioni inedite (e assolutamente no gender) ai basic del guardaroba: i pantaloni diventano abiti con tanto di bustino, mentre i look da uomo ostentano giarrettiere “sadomaso” in pelle nera.

 

 

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3. JEAN-PAUL GAULTIER – Una collezione che punta verso l’alto: ispirato dall’ idea di un cappuccio a forma conica, Gaultier eleva sopra il capo abiti e capispalla, ma innalza anche i colli e le spalline di chiara matrice anni ’80. Le pellicce leopardate in fake fur sfoggiano revers rivolti al cielo, così come gran parte dei look vi si staglia assumendo linee “cone-shaped”. Non mancano rivisitazioni dei cult del designer accanto a pattern psichedelici, piume, paillettes e rifiniture arcobaleno.

 

 

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3. VIKTOR & ROLF – Magia ed incantesimi per una collezione all’ insegna dello “Spiritual Glamour”. Viktor & Rolf inneggiano alla notte, alla natura, a un glamour intriso dell’ incanto di un sortilegio, optando per tonalità buie che esplorano varie declinazioni del nero notte: l’artista e designer tessile olandese Claudy Jongstra le ottiene grazie a un sapiente uso dei pigmenti vegetali e ricerca la “formula alchemica” del Burgundian Black, il mitico nero originato da una mistura di ingredienti antichissimi. Le forme sono ampie, di volta in volta a uovo o svasatissime, e donano una allure inconfondibile alle “streghe” del 2000.

 

 

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3. VALENTINO – Ancora una volta Pierpaolo Piccioli ci regala una collezione che è spettacolarità pura e raffinatissima: un viaggio in lande esotiche che lasciano molteplici tracce sia dal punto di vista stilistico che negli stupefacenti colori. Ecco allora risaltare svariate nuance di giallo, il viola, il lilla, l’azzurro, il fucsia, il rosa, il verde mela, senza tralasciare – ovviamente – il leggendario “rosso Valentino”. Il savoir faire sartoriale è minuziosissimo, degno del plauso generale alla fine della sfilata; i volumi scultorei, modellati sul taffetà, si alternano a forme più fluide a base di chiffon. Un tripudio di spessi fili in lana ornamentali accentua il tocco folk, così come i copricapi in stile mongolo o marcatamente marocchino.

 

 

 

 

BV Illusione, la nuova fragranza di Bottega Veneta: quell’ attimo sospeso tra realtà e sogno

 

L’atmosfera è torrida, tipicamente estiva. In sottofondo, un coro di cicale e il tintinnio delle campane a vento spezzano il silenzio avvolto in una spessa cappa d’afa. Solo il riverbero del sole su una piscina movimenta l’ ipnotica fissità della scena: una splendida donna (la top Vittoria Ceretti) in bikini, languidamente sdraiata, lascia che il suo corpo venga accarezzato dalla luce intensa; la pelle e i capelli bagnati fanno supporre che abbia cercato refrigerio immergendosi nell’ acqua. Poi, all’ improvviso, il rumore di un tuffo irrompe in questa quiete. Un uomo dal fisico perfettamente scolpito (il modello Simon Nessman) raggiunge la donna a grandi bracciate, la guarda negli occhi, si china su di lei per baciarla. Dissolvenza. Lo spot di Bottega Veneta si chiude sull’ immagine della nuova fragranza del brand, BV Illusione (For Her e For Him), mentre viene lambita da onde acquose. Limpida e rigenerante, è proprio l’acqua il leitmotiv del video: fa quasi pensare ad un liquido magico in grado di regalare frescura. Attraverso un viaggio sensoriale  BV Illusione delinea un concetto di benessere del tutto inedito, cogliendo quell’ attimo sospeso che intercorre tra realtà e sogno. Il risultato è una fragranza legnosa, aromatica, più marcatamente floreale nella sua versione per donna e decisamente agrumata se declinata al maschile. Il motivo dell’ acqua ritorna persino nell’ elegante flacone in vetro spesso, con tappo testurizzato, dove una goccia è scolpita sul fondo interno: il design minimal, ma estremamente raffinato, rievoca lo stile signature di Bottega Veneta.

 

 

Contraddistinto da un avvolgente color bronzo, BV Illusione For Her esordisce con note di bergamotto e ribes nero per poi calarsi in un cuore di fiori d’arancio e fico verde. Il suo sentore fresco, vagamente mediterraneo, viene esaltato da un fondo che mixa il legno d’ulivo con la fava tonka.

 

 

 

 

BV Illusione For Him è racchiuso invece in un flacone dai toni a metà tra l’oro e il verde. Radioso, energizzante e sensuale al tempo stesso, si apre con note di limone e arancia amara ed il suo cuore ostenta un connubio di balsamo di abete e legno di cedro bianco. Il fondo, intenso e persistente, si avvale del vetiver e della fava tonka amalgamati in potenti accordi.

 

 

 

BV Illusione For Her e For Him sono disponibili, rispettivamente, nei formati da 75 e 50 ml e da 90 e 50 ml.

Nelle foto, Vittoria Ceretti e Simon Nessman nello spot del profumo

 

 

 

 

Alta Moda AI 2019-20: flash dalle sfilate di Parigi (parte 1)

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La settimana parigina dell’ Alta Moda si è conclusa il 4 Luglio, ma non è mai troppo tardi per un focus sui défilé. In passerella hanno sfilato le collezioni Autunno Inverno 2019/2020, evidenziando una volta di più la meraviglia, il sogno, la pura bellezza che si associano ad ogni creazione di Haute Couture. Tra i top name del Made in Italy erano presenti Valentino, Giorgio Armani Privé, Giambattista Valli, Antonio Grimaldi, alternatisi sul catwalk a Maison francesi ed internazionali del calibro di Chanel, Iris Van Herpen, Givenchy, Jean-Paul Gaultier, Viktor & Rolf e molte altre ancora. Omaggiare questa creatività senza confini è tassativo, un assoluto must: per non dimenticare che il connubio di fantasia, sartorialità e quintessenza del savoir fare elevano la moda ad una dimensione sublime, quella dell’ arte. Da oggi, su VALIUM, troverete una sintesi dei fashion show in diverse puntate, ciascuna composta da una selezione di look tratti dalle collezioni di quattro designer; il tutto, rispettando rigorosamente l’ordine cronologico del Calendario delle sfilate. Enjoy it!

 

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3. DIOR – La moda come architettura, la Haute Couture come attento studio del corpo e delle sue proporzioni: ispirandosi alle teorie dell’ architetto Bernard Rudofsky, Maria Grazia Chiuri manda in scena una collezione che attraverso l’ uso massiccio del total black scava nelle fondamenta dell’ Alta Moda. La location della sfilata? L’ Hotel Particulier di Dior, da sempre luogo di incontro tra i direttori creativi e gli atelier della Maison.

 

 

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3. RALPH & RUSSO – L’ ispirazione attinge all’ Art Déco, rielaborandone i preziosismi: linee sinuose, plissé, cascate di perle si alternano a decori simili a ventagli opalescenti e ricamatissimi, grafismi geometrici in puro stile anni ’30 ed abiti fluttuanti che esaltano un’ opulenza iper raffinata, ma disinvolta. La femminilità – ça va sans dire – trionfa. Ed uno stile impostosi quasi un secolo orsono vive una rinnovata modernità.

 

 

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3. GIORGIO ARMANI PRIVE’ – Un’ eleganza squisita, sfolgorante come i bagliori che riflettono i tessuti delle mise. Volumi calibrati definiscono il connubio tra gonne ampie, multistrato, e bustini affusolati, mentre le giacche, perfettamente sagomate, si abbinano a pantaloni dalla linea fluida. Il luccichio emanato dai cristalii cosparsi all over conquista quanto la palette cromatica, che affianca il giada, il rosa cipria, l’azzurro polvere senza disdegnare il nero e stupisce con sorprendenti giochi di pois.

 

 

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3. GIVENCHY – Il concetto di “Noblesse Radicale” fa da perno alla collezione, un tributo all’ heritage di Haute Couture della Maison. Clare Waight Keller riesplora le linee ed i volumi, battezzando ciascun look con il nome degli Châteaux francesi che hanno avuto un ruolo significativo nella genesi dell’ Alta Moda. Ecco quindi sfilare creazioni sofisticatissime, teatrali, dove forme inedite si avvicendano a drappeggi, pizzi, esplosioni di piume e la gonna più sontuosa viene indossata con il dolcevita.

 

 

TO BE CONTINUED…

 

 

Il close-up della settimana

La t-shirt con lo storico slogan “We should all be feminists” della collezione Dior PE 2017

La sua commozione era palpabile, e a ragione: Maria Grazia Chiuri, dal 2016 al timone creativo di Dior, il 1 Luglio è stata insignita della massima onorificenza concessa dalla Repubblica Francese, la Légion d’Honneur. Scroscianti applausi hanno accompagnato una premiazione motivata con l’ impegno, con la visione creativa e con la determinazione che Chiuri -prima stilista donna italiana ad ottenere il riconoscimento – rivela anche nel sostenere l’ ideologia femminista, contribuendo a donare prestigio alla Maison Dior sia sul versante della Couture che su quello sociale dell’ empowerment e della sorellanza. Tematiche, queste ultime, che la designer veicola grazie non solo a slogan divenuti celebri (come il memorabile “We should all be feminists” stampato sulla t-shirt di un look della Primavera Estate 2017), bensì attraverso motivi ispiratori che danno vita a delle vere e proprie collezioni-manifesto. La couturière romana ha ricevuto l’ onorificenza dal Segretario di Stato Marlène Schiappa, ministro delle Pari Opportunità, con immensa emozione. Il fatto stesso che il Premio sia stato conferito da una politica che è altresì scrittrice, attivista, da sempre attenta alla condizione femminile, ha avuto una valenza emblematica: valori ed obiettivi tracciano un trait d’union tra il ministro e Maria Grazia Chiuri. Sottolineando lo scopo di creare uno stile “modellato” sulla donna d’oggi, la designer ha ribadito la sua lotta contro gli stereotipi in base al genere e all’ età, ma anche a poli opposti come il sentimento e la ragione, a favore di una complementarietà che va di pari passo con l’ evoluzione. Ad applaudirla, tra gli altri, il marito Paolo, i figli Nicolò e Rachele, un entusiasta Valentino Garavani insieme a Giancarlo Giammetti, innanzi ai quali Marlène Schiappa ha definito il lavoro di Chiuri un affascinante dialogo che connette “moda, arte, cultura, attivismo e femminismo”. La “directrice artistique” di Dior, rivolgendosi alle giovani donne, ha evidenziato invece come credere in se stesse sia la condicio sine qua non per l’ empowerment, e le ha spronate a incentivare la fiducia e il proprio istinto.

 

 

 

Sulle tracce del Principe Maurice: 1 anno con VALIUM

 

“Il Principe Maurice, all’ anagrafe Maurizio Agosti Montenaro Durazzo: un sublime performer, un’ icona della notte e del Teatro Notturno, un Casanova del 2000 che celebra le gesta del seduttore veneziano in Italia e oltreconfine. Ma non solo. ” Eh già, non solo: così presentavo il Principe quando lanciai questa rubrica a lui dedicata (rileggi qui l’ intervista del 3 Luglio 2018). Da allora, è passato esattamente un anno. Un anno che i lettori di VALIUM hanno avuto il privilegio di trascorrere con il “guru” del Cocoricò, certo, ma anche con una persona a dir poco squisita. Di mese in mese (o giù di lì) Maurice ci ha addentrato nel suo universo magico, intriso di meraviglia, e al tempo stesso non ha mai risparmiato riflessioni sulla società che ci circonda. In occasione del primo anniversario di “Sulle tracce del Principe Maurice”, queste sfaccettature si fondono in un caleidoscopio degno delle strobolights sparate sulle sfere a specchi di una discoteca: il paragone non poteva essere più pregnante. Dagli eventi veneziani all’ incanto del mare (inteso sia come protagonista di spettacolari kermesse che come agognata vacanza), passando per la chiusura del Cocoricò e per i fasti del Life Ball di Vienna, Maurice si esprime a ruota libera sul mondo della notte, su piaghe del nostro tempo come la droga e l’Aids e su una libertà che, a volte, sembra languire. Un ricordo del Maestro Zeffirelli e l’ inaugurazione di Villa La Superba a Stra, sulla Riviera del Brenta, ci riportano poi nel vivo della sua mirabolante esistenza, che la rievocazione di quel party di fine Giugno tratteggia nella dimensione più fatata, lunare e stratosferica…Mi fermo qui. Non mi resta che augurare Buon Anniversario a noi e a tutti voi che, numerosissimi, già da un anno ci seguite!

L’estate è ormai arrivata, sancita da un’afa incredibile. Vorrei prendere spunto proprio da questo tema: che cosa rappresenta per te la stagione del sole, dell’amore, delle vacanze?          

Io amo l’estate, e da quando ho una “base” a Palma di Maiorca ci vado appena posso, anche solo per 2-3 giorni, per godermi il mare, il sole e i paesaggi incantevoli dell’isola. Per me estate è uguale mare, che amo tantissimo! Adoro le calette che si raggiungono solo in barca e non ti nego che, quando posso, frequento anche spiagge naturiste: è meraviglioso spogliarsi degli indumenti per essere il più possibile a contatto con la natura.

 

Palma di Maiorca, il “buen retiro” di Maurice

Calette incontaminate e natura verdeggiante a Maiorca

Il mese di Giugno ti ha visto più che mai preso in un vortice di appuntamenti veneziani: il Salone Nautico (in programma dal 18 al 23), ma anche i numerosi eventi del Teatro La Fenice. Vuoi parlarcene?

Venezia pullula sempre di eventi. Il Teatro La Fenice ha un calendario che spazia da Gennaio a Dicembre, e di recente sono riuscito ad assistere a due spettacoli importanti: uno è il premio “Una vita nella Musica”, ideato da Bruno Tosi, premio che quest’ anno si è aggiudicato il Maestro Riccardo Chailly, mentre il Quartetto Adorno e la compositrice Clara Iannotta hanno ottenuto il premio “Una vita nella Musica Giovani”, perché da alcuni anni viene dato anche ai giovani artisti. “Una vita nella musica”, quindi, sia nel senso di compimento di una carriera straordinaria che di una carriera in fieri e di un’indiscutibile qualità.

 

Il Maestro Riccardo Chailly

E’ stato veramente emozionante! Quella sera stessa, subito dopo, sono stato tra gli spettatori del “Don Giovanni” di Mozart, molto suggestivo, una delle mie opere preferite. Ma la gran novità è stato indubbiamente lo straordinario Salone Nautico che ho avuto l’onore di preinaugurare con la Miss Italia in carica, Carlotta Maggiorana: c’è stata un’esibizione delle Frecce Tricolori, la presenza istituzionale è stata massiccia e in Laguna è arrivata persino la Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Castellati.

 

L’ esibizione delle Frecce Tricolori e (a seguire) alcuni scatti del Salone Nautico

 

Poi ci sono state cene, eventi, visite a yacht meravigliosi! L’Arsenale, cuore pulsante della Serenissima, a Venezia era diventato una zona militare, chiusa, tranne che per alcune parti acquisite dal Comune in tempi recenti – le Tese – dove si svolgevano appuntamenti anche legati al Carnevale. Grazie al Salone Nautico, invece, è stata aperta una buona parte del Presidio della Marina. Era possibile entrare nell’ Arsenale passando per il Museo Navale ed ammirare quindi imbarcazioni antiche, prestigiosissime, come quella che ha sostituito il Bucintoro: qualcosa di estremamente suggestivo! Dopo essere passati negli spazi del Presidio della Marina, dove spiccavano imbarcazioni militari impressionanti, si raggiungeva la parte espositiva e commerciale. Il Salone, insomma, è stato un compendio di tutta quella che è la vita sul mare e da un punto di vista militare e da un punto di vista ludico (gli yacht del Gruppo Ferretti sono pazzeschi) e da un punto di vista prettamente istruttivo, che evidenzia come Venezia sia legata al mare, come la ricerca di energie alternative per alimentare i natanti abbia portato anche alla creazione di motori ibridi. C’era addirittura un’imbarcazione con il motore completamente elettrico! Aver assistito a questa manifestazione è stata un’emozione sotto tutti i punti di vista: culturale, perché si è ripercorsa la storia di Venezia, sociale perché abbiamo potuto vedere da vicino le imbarcazioni che usano la Guardia di Finanza, i Carabinieri, la Croce Rossa…Qui tutto è sull’ acqua e questa città non poteva che essere la testimonial ideale di un evento del genere.

 

 

 

Il Principe, in divisa da ammiraglio, nei giardini del Casinò Ca’ Vendramin Calergi con la conduttrice Chiara Sgarbossa e un magnate indiano ospite d’onore al Salone Nautico

Ti racconto un aneddoto, uno dei più spiritosi della mia carriera: una sera, al Casinò, c’è stata una festa dedicata proprio al Salone Nautico. Ero convinto che le autorità della Marina, compreso il contrammiraglio Romani, venissero in borghese. Nel mio consueto ruolo di Maestro delle Cerimonie, ho deciso quindi che avrei ricevuto gli ospiti vestito da ammiraglio. Ci crederesti che il contrammiraglio è arrivato con la stessa divisa che indossavo? E’ stato divertentissimo! L’ho accolto dicendo “Lei penserà che mi sono montato la testa” (ride a crepapelle, ndr.)…Poi mi sono cambiato d’abito, l’ho fatta passare per una gag e ha funzionato!

 

Il Principe con il contrammiraglio Romani

L’ ultima notte di Giugno mi ha visto in qualità di Maestro di Cerimonie (ormai un mio ruolo principe negli eventi) e co-regista di un evento straordinario di cui ti dò solo un assaggio, perché meriterebbe un’intervista a sé stante… L’inaugurazione a Stra, sulla Riviera del Brenta famosa per le sue eccellenze calzaturiere, di Villa La Superba , una stupenda magione di fine ottocento sede di rappresentanza e “club house” del noto studio di progettazione (calzature, interior design, fashion) RubensLuciano. Questo è stato l’evento privato probabilmente più spettacolare dell’anno e vorrò parlarne in dettaglio. Nella cappella privata ho potuto esprimere un momento di puro Teatro Notturno rappresentando “La Caduta di Lucifero” con i miei performer preferiti: Daniel Didoné e Nina Aprodu fruendo della collaborazione di Laura Giusti, astro nascente della performing art. Semplicemente stratosferiche le proiezioni mappate sulla facciata della villa e sulle fronde degli alberi dell’immenso giardino create da Emanuele Stocco di Circuitozero.

 

 

“La Caduta di Lucifero” a Villa La Superba

L’estate 2019 non è iniziata alla grande, purtroppo, per gli innumerevoli fan della “Piramide” di Riccione: il Cocoricò è stato dichiarato fallito e pare che abbia chiuso definitivamente i battenti. Cosa hai provato ascoltando questa notizia e qual è la tua opinione al riguardo?

Io spero che il Cocoricò possa essere rilevato da imprenditori che vogliano investire per un restauro della struttura ed un rilancio. Certo, è doloroso: finisce un capitolo che è stato il nostro, sarebbe stato meglio non arrivare al fallimento. Indubbiamente c’è stato un atteggiamento, diciamo, un po’ vessatorio nei confronti non solo del Cocoricò ma di tutto il mondo della notte. Il fallimento è stato dichiarato senza giungere ad alcun compromesso, pare quasi che ci sia una volontà istituzionale di cambiare il volto del divertimentificio della Riviera. Vediamo che succederà! Per sdrammatizzare io, intervistato dallo Zoo di Radio 105, ho detto che stavano parlando con una “mummia senza la piramide”! In realtà mi sento un po’ spaesato, perché anche se ho avuto modo di esportare altrove il mio progetto del Teatro Notturno, non ho più una casa madre. Almeno per il momento.

Pensi che sia possibile, un giorno, che il Cocoricò possa rinascere (come l’araba fenice) dalle proprie ceneri?

Lo spero, anche se secondo alcune voci al suo posto vorrebbero costruire dei quartieri residenziali. Mi auguro che non sia così, perché in tal caso non avrebbe senso aver creato un marchio con un grande valore, oltre che evocativo, anche economico per poi distruggere l’essenza del marchio ovvero la location. Sarebbe un grosso danno annientare il Cocoricò. Farlo rinascere, al contrario, sarebbe l’ideale, creando un investimento importante sia in termini di denaro che di creatività per renderlo di nuovo un punto di riferimento internazionale del mondo della notte. Il Cocoricò figurava nella classifica dei primi 10 locali al mondo e come primo locale d’Italia, quello che è successo non me lo sarei mai aspettato…Mi ha molto commosso il pensiero che tutti gli habitué del club hanno rivolto a me considerandomi la sua icona. Se ne avrò l’occasione, farò il possibile per contribuire a far rinascere il Cocoricò a nuova vita, in vesti diverse…Ho tante idee: non penserei solo a rievocare gli anni ‘90, sono già proiettato nel 3000 io! E questo anche grazie al grande amore che mi è stato dimostrato da migliaia e migliaia di fan nella circostanza della sua chiusura.

 

Un fotogramma tratto dal party d’inaugurazione di Villa La Superba

Nel frattempo, la tua vita è stata movimentata dalla miriade di eventi che ormai ne sono diventati parte integrante…Ad esempio, il Life Ball di Vienna. Cosa ci racconti della tua partecipazione a quella che pare sia l’ultima edizione di uno show che ha fatto storia?

Vedi, è un segno dei tempi: anche questo evento, che per 26 anni ha alimentato l’immaginario artistico e creativo dell’ambiente queer a livelli di qualità altissimi, con contributi di artisti persino hollywoodiani …pare che chiuda i battenti. Devo dire che quest’ ultima edizione è stata particolarmente sentita, anche se la mancanza di sponsor istituzionali importanti l’ha un po’ penalizzata. La presenza del famoso Circo Roncalli di Amburgo mi ha spronato a rappresentare uno dei miei personaggi preferiti, il clown bianco, in una versione scenografica e bizzarra indossando un costume raro e prezioso (comparso anche nel film “I Clown” di Fellini) della collezione privata di Antonio Giarola, veronese regista circense e teatrale di fama internazionale.

 

Il Principe al Life Ball di Vienna nei panni del clown bianco

Anche stavolta ho accolto i vip presenti nella reception per la cena di gala e poi mi sono esibito per Redbull insieme a David Morales: è stato un bellissimo finale. Qualcuno dice che il Life Ball andrà avanti comunque…Speriamo! Sta di fatto che la società, in qualche modo, sta implodendo. E bisogna reagire, altrimenti si perde il passo con la libertà, con la libertà di espressione e con il fatto di sentirsi a proprio agio in ogni veste che si decide di indossare. Per me è una grossa preoccupazione: sono segnali brutti. Nei decenni abbiamo cercato di lavorare, anche attraverso il Teatro Notturno e così via, per abbattere limiti e pregiudizi affinché tutti potessero sentirsi bene nella propria pelle; adesso, invece, pare che qualcuno voglia fare dei passi indietro suscitando disagio in persone che cominciavano a vivere la loro dimensione serenamente, senza fare nulla di male agli altri.

 

Ricordi del Life Ball di Vienna. Il Principe con Dave Morales…

…e con il top model Nyle di Marco

Noi andiamo avanti, sperando sempre che si possa recuperare quello che è stato fatto finora. Il Life Ball di quest’ anno è stato bellissimo, molto emozionante, anche un po’ malinconico soprattutto da parte dell’organizzatore Gery Keszler, che ha fatto un discorso molto toccante. Neppure la città di Vienna vuole rinunciare a questo evento che la pone in una vetrina internazionale meravigliosa; tra l’altro, a tutt’oggi il Life Ball (in collaborazione con importanti associazioni internazionali) ha raccolto oltre 30 milioni destinati alla la ricerca sull’ Aids…I risultati si cominciano a vedere. Interrompere questo flusso perché politicamente non si vede più la necessità di organizzare l’evento, secondo me è sbagliato. Bisogna ribadire che l’Aids esiste ancora e che, purtroppo, per l’ignoranza e la mancanza di informazione il contagio sta ritornando alla ribalta. Mettere la parola “fine” sul Life Ball sarebbe quindi sciocco, anche dal punto di vista dello spettacolo e dell’immagine: Vienna in quei giorni è il centro dell’Europa, del mondo, e tra l’altro ricorda il Carnevale di Venezia. Ecco perché amo tanto quell’ evento: perché è un gran Carnevale!

 

Maurice al Life Ball insieme alla Principessa Lilly von Wittgenstein e un amico

Giorni fa è venuta a mancare una figura leggendaria del cinema e del teatro italiano, Franco Zeffirelli. Hai avuto modo di conoscerlo e, in ogni caso, come lo ricorderesti?

E’ stato un grande Maestro. Ho avuto l’onore di collaborare con lui a cavallo tra il 1989 e il 1990 per il “Don Giovanni” di Mozart al Metropolitan – che vedeva il grande Samuel Ramey protagonista – in qualità di assistente (dell’assistente…dell’assistente…) alla produzione, lo conoscevo bene. Ci siamo incontrati a Venezia durante una serata di gala, era il presidente del concorso “Maria Callas, Voci nuove per la lirica” e grazie a Bruno Tosi e Uto Ughi abbiamo fatto amicizia. Dopo la cena a palazzo Malipiero, dove ebbi modo di intrattenere la prestigiosa giuria tra cui c’erano i mitici soprano Renata Scotto e Magda Olivero, Zeffirelli mi invitò a New York, dove, appunto, lavorai con lui per qualche mese. Successivamente ci perdemmo di vista, ma quando capitava di ritrovarsi ci salutavamo e chiacchieravamo molto volentieri… Se Lindsay Kemp è mio indiscusso  mentore, poter vantare una collaborazione con Zeffirelli è per me comunque un onore! Lo porterò sempre nel cuore: era un grande.

 

Ancora un momento immortalato al Life Ball. Qui Maurice è davanti al Municipio di Vienna, sede dell’ evento

Immagino che chiunque, pensando all’estate del Principe Maurice, ti immagini mentre ti esibisci “all night” nei club, la techno martellante come sottofondo. Ma anche il Principe andrà in vacanza, giusto? Vorremmo avere, se possibile, delle anticipazioni…

La mia vacanza è andare a Palma di Maiorca, a casa mia, nel poco tempo libero che mi rimane! Tra l’altro, a Palma ho in previsione un evento molto bello: privato, raffinato…In linea con il mio motto attuale, lo definirei “Meno club, più Kabaret”. In un esclusivo hotel, infatti – il Portals Hills – mi esibirò in uno show di apertura della stagione. O meglio, la stagione è già iniziata ma desiderano che io mi presenti, e a me piace molto l’idea di entrare in questo circolo. Poi ci saranno delle serate in discoteca e lavorerò in Italia in svariate sedi, rifacendomi anche al prodotto techno che mi appartiene…Sebbene ora, come ti accennavo, io sia più orientato verso la dimensione teatrale e nell’organizzazione di happening vari. Le mie esibizioni nelle Baleari mi porteranno sia a Maiorca che a Ibiza: vi aggiornerò di volta in volta! A Venezia, invece, tra gli eventi che attendo con impazienza c’è la Festa del Redentore del 20 luglio, che vi racconterò nel nostro prossimo appuntamento; non vedo l’ora di rivivere questa antica e bellissima tradizione veneziana che viene celebrata fino all’ alba, dapprima sull’ acqua e poi sulla spiaggia.

 

Tramonto a Maiorca

A proposito di club, la società associa non di rado il mondo della notte allo sballo. Che ne pensi e quale sarebbe, in quel caso, la “ricetta alternativa” che il Principe Maurice proporrebbe ai giovani?

Non esiste una ricetta alternativa. L’alternativa è solo informarsi di più, parlare di più di questo problema, perché purtroppo la marcia indietro che hanno fatto le istituzioni a livello di prevenzione ha creato non poco disagio: bisogna imparare a conoscere gli effetti della droga. Non parlandone, drogarsi viene considerato quasi come qualcosa che si può fare tranquillamente. Il vero problema è che non si capisce che cos’è la droga, non il contenitore dove potrebbe succedere una tragedia (ad esempio la discoteca, il bar e così via…). Perché potrebbe succedere ovunque. Anzi, il fatto che non esistano luoghi di aggregazione fa disperdere i giovani e non si ha modo di comunicare direttamente con loro, il che non è l’ideale. Non esiste una forma di divertimento immune, volendo ti puoi drogare anche per andare a messa, oppure a scuola: ci sono ragazzi, per esempio, che si drogano prima delle lezioni pensando di potenziare le proprie prestazioni. Il problema non è che tipo di divertimento proporre affinché i giovani non si droghino, ma informare i giovani sui pericoli della droga e sulla prevenzione, aggiungerei anche dal punto di vista del contagio di svariate malattie (come appunto l’Aids). La società non può abbandonare i giovani a se stessi, deve informarli. Potrebbe essere l’inizio della soluzione di questo grande problema. Non esiste, quindi, una ricetta alternativa dal punto di vista del divertimento ma esiste una ricetta dal punto di vista sociale: cominciamo ad incontrare i giovani ed a spiegare a cosa vanno incontro se vogliono provare l’esperienza della droga.

Concludo con l’anniversario che ti lega a questa rubrica: oggi, infatti, “Sulle tracce del Principe Maurice” compie un anno: qual è il tuo bilancio e come definiresti con un aggettivo il nostro connubio?

Io sono contentissimo di questo appuntamento che mi obbliga un po’ a fare il punto della mia situazione, anche perché mese dopo mese mi rendo conto di quante cose belle faccio! E’ un appuntamento che mi gratifica sotto molti punti di vista. Diventa quasi la cronaca della mia vita: come a corte esistevano gli storiografi del Principe, Silvia Ragni fa la storiografia delle mie avventure notturne, diurne e in giro per il mondo. E’ un bel materiale sul quale posso anticipare che vorrò eventualmente, più avanti, cominciare a scrivere la mia storia. Quindi, grazie a questa rubrica mi è venuta voglia di raccontarmi in maniera ancor più esaustiva prima che manchi la memoria e che io rincoglionisca del tutto (ride, ndr.)…Di raccontare questa vita straordinaria che ho il piacere di vivere! Poi è logico che per VALIUM io evidenzi gli avvenimenti più belli e più intriganti, ma anch’io ho i miei momenti no. Momenti di sofferenza, anche davanti a questa ignoranza che dilaga, a questo rigurgito di omofobia e di xenofobia che non posso condividere, oppure a causa della natura che soffre. Però, nonostante gli inevitabili problemi, grazie alle nostre conversazioni periodiche mi rendo conto che la mia vita è piena di cose che mi rendono felice e delle quali sono fiero. Una definizione per “Sulle tracce del Principe Maurice”? Direi un salotto che, nell’ intimità della nostra amicizia, attraverso VALIUM viene condiviso con tutti i lettori ed è ormai diventato un appuntamento irrinunciabile. Ad Maiora! Adoro portare a tante persone un momento di sorriso, di speranza e di divertimento…

 

Il Principe “clown bianco” con lo sfondo di una scenografia sfarzosa al Life Ball di Vienna

 

 

Photo courtesy of Maurice Agosti

 

Here Comes the Sunshine

CHRISTIAN SIRIANO

E’ il 1 Luglio e diamo il bentornato al sole, all’estate, alla luminosità più briosa ed avvolgente. Per celebrarli, quale miglior colore del giallo? Accanto a nuance Pantone come Lemon Verbena, Mango Mojito e Aspen Gold, qualsiasi altra tonalità “solare” è ammessa. Tutte concorrono ad accogliere la stagione calda con il dovuto splendore: il giallo rinvigorisce, dona radiosità e vivacizza grazie a una potenza cromatica incomparabile. Se avete ancora qualche dubbio, date un’ occhiata a questa gallery…Ogni sua immagine è un’ode al giallo e al travolgente bagliore estivo.

 

EMILIA WICKSTEAD

JULIEN MCDONALD

DAISY SUNSHINE, MARC JACOBS

CELIA KRITHARIOTI

TWINSET

PAMELLA ROLAND

VERSACE

MIA 16 VENEZIA

ROD ALMAYATE

DOLCE & GABBANA

BRANDON MAXWELL

JACQUEMUS

MARNI

ROCHAS

KATE SPADE

PRABAL GURUNG

J. JS LEE

GIVENCHY

CASADEI

RODARTE

CHANEL

MAX MARA

CHARLOTTE OLYMPIA

MARC JACOBS

CUSHNIE

BLUMARINE

EMILIA WICKSTEAD

POLLINI

FENDI

DIOR

JIMMY CHOO