London Fashion Week: flash dalle sfilate delle collezioni PE 2021

1.VICTORIA BECKHAM

Prosegue il percorso di VALIUM nelle quattro capitali mondiali della moda. Dopo Milano e New York, approdiamo alla Fashion Week di Londra: anche qui, a causa della pandemia di Covid, le sfilate sono state in gran parte sostituite da presentazioni via lookbook digitali oppure da video fondati su un connubio tra cinema, moda e arte. La creatività avantgarde tipica degli stilisti British, comunque,  non ha affatto risentito del lockdown. Come abbiamo già riscontrato a Milano e nella Grande Mela, la quarantena e l’ emergenza sanitaria hanno semmai fomentato le riflessioni, l’ ispirazione, l’ apertura di nuove prospettive. Se molti brand hanno scavato a fondo nel proprio DNA, altri hanno introdotto innovazioni nel loro stile signature pur rimanendo fortemente caratterizzati e riconoscibili. Passiamo quindi ai marchi che ho selezionato per voi dalle passerelle londinesi: Victoria Beckham, Matty Bovan, Burberry e Molly Goddard, quattro label con una storia diversissima alle spalle ma accomunati da una spiccata identità.

 

2.VICTORIA BECKHAM

Il lockdown, per VICTORIA BECKHAM, ha stimolato dei quesiti sull’ identità del suo marchio rielaborata alla luce della pandemia. Un desiderio di libertà, di riscoperta dell’ istinto è emerso prepotentemente, riflettendosi in una collezione emblematica sotto vari punti di vista: “ritornare all’ essenza” si è rivelato un must sia riguardo al numero dei look, soltanto 21, che all’evoluzione della sartorialità, dei cromatismi saturi e dello stile iper contemporaneo caratteristici del brand. Il risultato? Creazioni che inneggiano a un mood disinvolto e nonchalant, alla “libertà”, appunto, di essere se stesse. Le silhouette sono minimal, ma fluide. Predominano flares singolarissimi, talmente svasati e lunghi da formare una sorta di “strascico” (che la designer paragona a delle “pozzanghere”), alternati a long dress drappeggiati o morbidamente plissettati e a giacche strutturate proposte anche in versione animalier. Portabilità, praticità e comodità sono le parole d’ordine. L’ ispirazione è fortemente radicata nella realtà di tutti i giorni, forse uno dei motivi per cui il focus sui pantaloni è preponderante. Il modello vincente è sempre svasato in fondo, persino se gli orli si accorciano, a volte movimentato da spacchi e altre -come nel caso di un paio di jeans – da altissimi risvolti.

 

3.VICTORIA BECKHAM

 

1.MATTY BOVAN

L’ artigianalità e le suggestioni storiche rappresentano i cardini di questa collezione. MATTY BOVAN va a ritroso nel tempo e si lascia ispirare da Elisabetta I Tudor, dall’ Inghilterra antica, dall’ home decor deliziosamente fané che popola certe case di York, la sua città natale (dove ha trascorso il lockdown). Per donare ulteriore pathos alla presentazione delle sue creazioni, Bovan le mostra indosso a manichini che ha collocato proprio a York, in una cappella ottocentesca. I look, tutti all’ insegna del “do it yourself”, nascono anche dalla filosofia che il designer ha adottato per trascorrere la quarantena e ribadiscono il valore del fare, rifuggendo dalla massificazione e dalle metropoli dove il fashion system ha fissato le sue basi: Matty Bovan inneggia al passato per forgiare il futuro, per dimostrare alle nuove generazioni che esiste un modo alternativo di creare moda, intriso di pura passione. Non è un caso che la sua collezione sia stata battezzata “Future. Olde. England.”, e che sartorialmente sia intrisa di sperimentazione. Colpisce subito un patchwork di stili e materiali; si susseguono pull a maglia scuciti e deformati, pattern celtici che rievocano mattonelle medievali, capi simbolo dell’era shakesperiana come il farsetto,   look scultorei e/o ricchi di sovrapposizioni. Il tessuto viene drappeggiato, movimentato con balze e ruches, lavorato a punto smock e accostato a stampe Liberty Tana Lawn, dando vita a oufit coloratissimi dove ricorrono i riferimenti alle bandiere e agli stemmi araldici. Tra i gioielli che adornano gli abiti, sono presenti anche esemplari appartenenti alla mamma di Bovan.

 

2.MATTY BOVAN

3. MATTY BOVAN

 

1.BURBERRY

Per BURBERRY il lockdown si sintetizza graficamente in due simboli, la sirena e lo squalo. Queste due creature del mondo marino, la prima mitologica e la seconda reale, diventano rispettivamente emblemi di un passato idilliaco, dei sogni associati ad esso e della durezza della quarantena, con la sua solitudine e le sue paure. Riccardo Tisci ha pervaso buona parte dei look di quell’ iconografia, soprattutto attraverso le stampe: non a caso, sono le nuance del blu e dell’ azzurro i colori predominanti. Persino sul classico trench Burberry, in un’ audace versione sleeveless, campeggiano grafismi che ricordano un enorme pesce. Nonostante la minaccia dello squalo incomba, a prevalere è la sirena: la sua coda si moltiplica nella fantasia di una blusa, un pull bluette si interrompe sul seno delineando un orlo che rimanda al suo corpetto a cuore, preziose reti da pesca argentate si fanno bustini, bracciali e via dicendo. Un trench in vernice lucida si spalma di blu oltremare, ma la sorpresa forse più iconica ci attende alla fine del défilé (le modelle hanno sfilato in un bosco esaltando il nuovo rapporto tra uomo e natura): una serie di abiti fascianti, scintillanti d’argento e adornati di mantelle asimmetriche incorporate, sono un omaggio ad Ariel che lascia senza fiato. E lo squalo? Lo ritroviamo nelle ampie giacche in gomma e nei cuissardes “da combattimento” che proteggono dalle insidie del mare, ma anche nelle stampe, come quelle che sfoggia un bomber con maniche e inserti in rete nera.

 

2.BURBERRY

3.BURBERRY

 

1.MOLLY GODDARD

Regina degli abiti in tulle più spettacolari, MOLLY GODDARD ripropone il suo trademark non senza innovazioni. Che sono parecchie: innanzitutto, il tulle contraddistingue solo una parte degli outfit e viene declinato in inedite versioni. Un’ altra novità riguarda il suo abbinamento, per contrasto, con dei geometrici pattern a scacchi o a righe. In tutti i casi, e per tutti i look o quasi, la palette cromatica è a dir poco sgargiante: il rosso, il verde mela, l’arancio, il rosa, sono utilizzati in dosi massicce e accostati fra loro. Risaltano fittissime ruches in tulle disseminate sulle gonne in grandi “bouquet” verticali, oppure in alte bande che circondano un velo di chiffon trasparente. Sono sempre le ruches in tulle a plasmare dei vaporosi top o, unite in gruppi sovrapposti, a dar vita a rutilanti tutù in stile impero. Chi ama l’iconico abito “da bambola” griffato Goddard, poi, lo troverà tinto di un giallo pallido che vira al crema, una delle poche eccezioni nel novero dei colori strong della collezione. Ruches e volant abbondano anche tra i decori degli oufit in tessuto: si moltiplicano sugli abiti, sulle gonne e sulle jumpsuit. La collaborazione tra Goddard e Ugg ha dato eccellenti frutti; sabot con platform vertiginoso e mules in fake fur sono il complemento ideale delle mise fiabesche e surreali create dalla designer londinese.

 

2.MOLLY GODDARD

3.MOLLY GODDARD

 

 

 

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