Abiti che sono voluminose nuvole di tulle e ruches, il bianco a fare da leitmotiv alternato soltanto dall’ argento: la collezione Haute Couture Autunno Inverno 2020/21 di Valentino è pura meraviglia onirica. Pierpaolo Piccioli pensa a un nuovo Umanesimo, a una rinascita post crisi sanitaria che instaura un dialogo tra il savoir faire del “fatto a mano” e il digitale. Prendono così vita creazioni in cui il sogno si declina in molteplici sfaccettature, materiche e più incorporee al tempo stesso: i quindici look sembrano ideati apposta per creature lunari, Pierrot eterei e magicamente surreali. Le silhouette si svasano in gonne ampie, ricche, di una lunghezza esagerata, talmente accurate nei dettagli da somigliare a vere e proprie sculture. I corpetti, fascianti, sono movimentati da maniche a sbuffo o sontuosamente elaborate. E poi, appunto, c’è il “sogno”: cascate di ruches, opulente gorgiere, frange argentate, miriadi di preziose piume…rigorosamente nei toni del bianco e dell’ argento. Il fotografo inglese Nick Knight immortala ogni look su sfondo nero, dando origine a un potente contrasto tra “buio” e “luce”. Ed è proprio quella luce che sboccia nel buio ad affascinarmi, uno spunto che ricorda i temi chiave di Yule (vedi post di ieri): gli abiti, candidi, germogliano come fiabeschi fiori di neve, squarciando le ombre con la loro evanescente luminosità.
Photo by Nick Knight