Aubazine

 

” Certi dettagli di Aubazine sarebbero rimasti con noi per sempre. Il bisogno d’ordine. L’ amore per la semplicità e il profumo di pulito. Uno spiccato senso del pudore. L’ attenzione per la cura artigianale, le cuciture impeccabili. La serenità del contrasto tra bianco e nero. Le stoffe ruvide, sgualcite, dei contadini e degli orfani. I rosari che le suore portavano legati in vita come catene. I mosaici nel corridoio, ricchi di simboli mistici come stelle e mezzelune, destinati a riapparire come bijoux de diamants su collane, bracciali e spille. I simboli che si ripetevano sui vetri istoriati, le “C” intrecciate che sarebbero diventate sinonimo di lusso e prestigio. Lo stesso monastero, così vecchio, vasto e vuoto, che ci aveva lasciato lo spazio per immaginare, per lasciar schiudere le possibilità. Per tutti quegli anni in rue Cambon, a Deauville, a Biarritz, la gente pensava di comprare Chanel, eleganza, sofisticati modelli parigini. In realtà quello che compravano erano gli ornamenti della nostra infanzia, i ricordi delle suore che ci avevano educate, dell’ abbazia che ci aveva protette. Un’ illusione di ricchezza germogliata dagli stracci del nostro passato. “

 

Judithe Little, da “Le Sorelle Chanel”

 

 

 

 

 

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