Milano Fashion Week: flash dalle collezioni AI 2021/22

 

Questa mattina raggiungiamo Milano, dove, iniziata il 23 Febbraio, tre giorni fa si è conclusa la Fashion Week. Rimane indelebile il ricordo di un anno fa, quando Armani e Biagiotti decisero di sfilare a porte chiuse per la repentina propagazione di un virus chiamato Covid-19; non saremmo mai riusciti a immaginare, allora, che nel 2021 il contagio avrebbe continuato a imperversare. Di conseguenza, come già a New York e a Londra, si è verificato un massiccio utilizzo del web da parte dei brand: video e filmati di sfilate senza pubblico hanno sostituito i classici défilé. Le presentazioni delle collezioni, diffuse on line dalla Camera Nazionale della Moda Italiana, sono visibili anche nei siti e nei social delle varie griffe. La Fashion Week è stata inaugurata con un omaggio a Beppe Modenese (il presidente onorario della CNMI venuto a mancare nel Novembre scorso) e con il lancio del progetto WE ARE MADE IN ITALY – The Fab Five Bridge Builders, ideato da Stella Jean, Michelle Francine Ngonmo e Edward Buchanan in sinergia con la Camera della Moda. L’ iniziativa, dal nome che è tutto un programma (“i cinque favolosi costruttori di ponti”), è sorta allo scopo di sottolineare l’ importanza della multiculturalità e ribadire il valore dell’ inclusione: designer di origine africana come Claudia Gisèle Ntsama di GISFAB, Joy ljeoma Meribe di MODAF DESIGNS, Karim Daoudi, Fabiola Manirakiza di FRIDA-KIZA (che i lettori di VALIUM già conoscono, clicca qui per leggere la sua intervista) e  Pape Mocodou Fall alias Mokodu di MOKODU hanno avuto l’ opportunità di svelare le proprie collezioni attraverso la piattaforma a loro dedicata. Tra i big che hanno preso parte alla Fashion Week Autunno Inverno 2021/22 spiccano i nomi di Brunello Cucinelli (al suo debutto in calendario), Prada, Fendi, Missoni, Armani, Blumarine, Etro, Salvatore Ferragamo, Antonio Marras, Dolce & Gabbana, Alberta Ferretti, Vivetta, Philosophy di Lorenzo Serafini, Tod’s, Moschino, Sportmax e Max Mara (che ha celebrato il suo 70simo anniversario). I grandi assenti sono stati invece Gucci, Bottega Veneta e Versace: ma mentre Alessandro Michele tiene fede al proposito di presentare in modo totalmente autonomo le sue collezioni, Donatella Versace ha già fissato la data del 5 Marzo per svelare le creazioni che ha dedicato alla stagione fredda. Passiamo ora alla selezione di VALIUM relativa alla Fashion Week meneghina.

 

ANTONIO MARRAS 1

Mitologia e storia, passato e presente si intrecciano nel poetico corto con cui Antonio Marras ha presentato la sua collezione. “Su Nuraxi”, questo il titolo del video (prodotto da Antonio e Patrizia Marras e realizzato in collaborazione con la Fondazione Sardegna Film Commission), è ambientato nella Reggia di Barumini, un complesso nuragico risalente al II millennio a.C. che l’Unesco ha inserito nella World Heritage List. In questo suggestivo luogo della Sardegna (uno Stonehenge isolano, come lo definisce Marras) si dice che vivesse la Regina Su Nuraxi, magnifica e sontuosa nelle vesti preziosamente ricamate che le Tanittas, le sue fatine, creavano per lei. Ed  era a Su Nuraxi che il popolo si rivolgeva, organizzando dei pellegrinaggi, nei momenti di difficoltà. Il corto, splendido sotto ogni punto di vista, mostra uno sciame di pellegrini giunti a Barumini affinchè la Regina li salvi da una pestilenza – il rimando all’odierna pandemia non è puramente casuale. Gli abiti combinano meravigliosamente la mitologia e il folklore sardi con la fantasia e i capisaldi dello stile di Antonio Marras: giacche da pastore rivisitate, mix and match di pattern e tessuti a contrasto (c’è anche il tartan), sovrapposizioni, biker jacket abbinati a lunghe gonne plissettate, pull in colori vividi e rose rampicanti ricamate ovunque. Il nero, il bianco e il grigio sono le nuance predominanti.

 

ANTONIO MARRAS 2

ANTONIO MARRAS 3

DOLCE & GABBANA

Dolce & Gabbana inaugurano un nuovo capitolo del loro percorso stilistico: “Next Chapter” è il significativo titolo di questa collezione. Il duo creativo si connette con la Z Generation, esplora a tutto campo l’era digitale appropriandosi dei suoi crismi e dei suoi input. Non dimentichiamo, infatti, che in tempi di Covid il web riveste un ruolo di primo piano. Sul catwalk, dove alcuni robot umanoidi sfilano insieme alle modelle, innovazione e tradizione si uniscono per compiere un viaggio nel futuro all’ insegna dell’ hi-tech. E’ un viaggio che non può prescindere dal citare gli iconici anni ’90 del brand (le scritte “90s” e “I love supermodel” sulle t-shirt lo dichiarano a chiare lettere), ma li alterna a silhouette e a materiali inediti: plastica biodegradabile, lana e cellophane intrecciati, raso rivestito di vernice per auto…Il mood è cyber, le forme (rimandi agli anni ’90 a parte, che mantengono la loro carica sensuale) sono amplificate, soprattutto quelle dei capispalla decisamente over. Risaltano piumini, fake fur e parka “spaziali”, dalle dimensioni enormi, passamontagna e velette sfrangiate “coprivolto” (dei link ad un presente pandemico che è già storia), pantaloni verniciati e iridescenti in tessuti mai visti prima. La palette cromatica, un tripudio di colori arcobaleno intervallati dall’ argento metal, lascia senza fiato.

 

DOLCE & GABBANA 2

DOLCE & GABBANA 3

MAX MARA 1

Max Mara, il brand fondato a Reggio Emilia da Achille Maramotti, celebra il suo 70mo anniversario. La collezione prende il nome dall’ anno di nascita del marchio, “1951”, ed è impregnata di un mood più che mai British. Permane l’ accento sui capispalla, il trademark della griffe, ma spira un’ aria nuova: foulard annodato sotto il mento e borsa a spalla, la donna pensata da Ian Griffiths sembra in procinto di trascorrere un weekend nel countryside. Indossa capi eleganti ma pratici, a volte con un tocco eccentrico. Lunghi cappotti in velluto trapuntato e con collo a scialle, oppure in morbida alpaca come le giacche, non di rado in versione sleeveless, sfilano accanto a bomber con pattern a doppio lama, all’ iconico Teddy Bear e al leggendario coat in cachemire cammello. Eterei jabot di chiffon spuntano dai giacconi multitasche, i capispalla a manica lunga si sovrappongono a quelli modello gilet e i maglioni, oversize, sfoggiano lavorazioni a punto Aran. I pull su cui campeggia la scritta “1951” sono intervallati da gonne e tailleur in tartan o tattersall a scacchi. La palette cromatica conquista avvalendosi di svariate nuance di beige e di verde (come lo smeraldo e il verde oliva) alternate al nero e all’ ocra.

 

MAX MARA 2

MAX MARA 3

VALENTINO 1

Valentino approda al Piccolo Teatro Giorgio Strehler di Milano, emblema della cultura che il virus ha silenziato drammaticamente, e fa sfilare una collezione co-ed dal titolo “Valentino Act Collection”: un gesto dalla valenza quasi “punk”, sicuramente drastico, quello di riaprire un teatro in piena emergenza sanitaria (anche se la sfilata si è svolta a porte chiuse), così come perentorio e netto può essere definito il cambio di rotta nello stile di Pierpaolo Piccioli. Due soli colori, il bianco e il nero, caratterizzano tutti i look. A fare da leitmotiv è una camicia bianca con un grande colletto a punta declinata nei più disparati modi. Le differenze di genere si annullano, gli orli si accorciano, la silhouette è dinamica, punk e romantica al tempo stesso – laddove questo aggettivo sta ad indicare la libera espressione di sè. Nel womenswear ricorrono delle meravigliose mini mantelle couture e gonnelline nere che arrivano a metà coscia. Queste ultime si abbinano, di volta in volta, con la camicia bianca di cui sopra e con blazer over, giacche squadrate, lunghi coat in rete o a losanghe in black and white. Le stesse losanghe riappaiono squarciate da tagli netti, come quelli che hanno reciso gli orli: un gesto che rimanda a Lucio Fontana e alla sua ricerca dimensionale. Anche i dolcevita sono a rete, spuntano dalla camicia bianca instaurando un’ armonia geometrica con il suo colletto triangolare. I miniabiti e le bluse vengono impreziositi da sofisticate pettorine in pizzo a contrasto con le linee shaped della collezione. I tacchi a spillo si alternano agli anfibi quasi a sottolineare il mood delle creazioni, che non tralascia la sensualità ma abbraccia il cambiamento senza incertezze.

 

VALENTINO 2

VALENTINO 3

ALBERTA FERRETTI 1

Avvolgente, decisa, ma anche glamour: la collezione di Alberta Ferretti esprime appieno il mood d’ oggigiorno. La voglia di protezione, cioè, coniugata con un fare deciso e volitivo, con il desiderio di ricominciare a vivere la notte e ad esibire abiti sfavillanti. La sfilata esordisce con una serie di look fluidi, dalle forme morbide e dai materiali che riscaldano e proteggono il corpo: giacche annodate in vita, dolcevita fascianti,  pantaloni comodi a cui si sovrappongono, non di rado, lunghe gonne plissettate. Cappotti, trench, mantelle, hanno volumi ampi e a volte si declinano in modelli a vestaglia per esaltare il concetto di comfort; le spalle sono squadrate o arrotondate, ma sempre importanti, come a sottolineare la forza interiore di colei che le sfoggia. La lana predomina e proprio dai maglioni in knitwear, a collo alto, fanno capolino i merletti-gorgiera della camicia sottostante: la femminilità non viene meno, ha solo variato il suo modo di esprimersi. Non scopre, copre con voluttà intrinseca. Ed esplode con audacia in outfit di chiusura all’ insegna dello scintillio e dello sfarzo. Pantaloni dorati con frange si alternano ad evening dress ricchi di ruches impalpabili, piume, paillettes e borchie color oro. Tra bagliori e tessuti eterei irrompe una allure seducente che il dramma pandemico, nonostante tutto, non sarà mai in grado di assopire.

 

ALBERTA FERRETTI  2

ALBERTA FERRETTI 3

PHILOSOPHY DI LORENZO SERAFINI 1

Ogni designer, tramite la propria collezione, si è focalizzato su un particolare aspetto dell’ emergenza sanitaria. Lorenzo Serafini ha acceso i riflettori sulla scuola ai tempi del Covid: molto spesso chiusa, vissuta in base alle norme del distanziamento, sostituita dalla didattica a distanza. A causa di ciò, evidenzia il designer, gli studenti cresceranno con dei ricordi “a metà” dell’ istituzione educativa per eccellenza e dell’ età più spensierata della nostra vita. Serafini sopperisce a tutto questo con creazioni che si ispirano ai tipici look di una High School americana: la P cubitale di Philosophy risalta sui pull in colori vivaci, sui cardigan scollati a V, sugli immancabili bomber, su giacche cromaticamente strong. Le illustrazioni dei libri di storia invadono gli abiti e i leggins, le gonnelline in stile pom pom girls sono all’ordine del giorno, le maniche a sbuffo cucite su spalline ampie rievocano l’ uniforme delle majorettes. Non mancano neppure i richiami alla divisa da baseball e al prom dress, quest’ ultimo in versione dark con collo alto e maniche a palloncino adornate di fitte ruches. I look sono completati da un baschetto e dagli anfibi neri: tocchi finali che accentuano la loro potente iconicità.

 

PHILOSOPHY DI LORENZO SERAFINI 2

PHILOSOPHY DI LORENZO SERAFINI 3

 

 

 

 

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