Margherita e la magia al chiar di luna

 

” In quanto a Margherita, essa mandò un fischio acuto e, cavalcando la spazzola che l’ aveva seguita al volo, si portò al disopra del fiume sulla riva opposta. L’ ombra della collina di creta non arrivava fin lì, e tutta la riva era inondata dal chiaro di luna. Non appena essa toccò l’erba umida, la musica sotto i salici si fece più forte e volò su più allegro il fascio di scintille dal falò. Sotto i rami dei salici, costellati di teneri, soffici amenti, visibili sotto la luna, sedevano in due file certe rane dal grosso muso e, gonfiandosi come fossero di gomma, suonavano su pifferi di legno una marcia brillante. Pezzetti di legno putrido fosforescenti, appesi ai ramoscelli di salice davanti alle suonatrici, illuminavano gli spartiti, sui musi delle rane guizzava la luce irrequieta del falò. La marcia era eseguita in onore di Margherita. L’ accoglienza che le fu tributata non avrebbe potuto essere più trionfale. Le diafane ondine interruppero la loro carola sopra il fiume per salutare Margherita agitando delle alghe, e sopra la deserta sponda verdastra risonarono gemebondi, udibili da lontano, i loro auguri di benvenuto. Streghe ignude, balzate fuori di dietro ai salici, si disposero in fila e cominciarono a fare riverenze e a strisciare inchini di corte. Un essere dal piede caprino accorse, si precipitò a baciarle la mano, stese sull’ erba un drappo di seta, s’ informò se la regina aveva fatto un buon bagno e l’ invitò a sdraiarsi e a riposare. La qual cosa Margherita fece. “

 

Michail Bulgakov, da “Il Maestro e Margherita”

 

 

 

 

 

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