Milano Fashion Week: 10 flash dalle sfilate Primavera Estate 2023

 

Il nostro excursus sulle Fashion Week delle sfilate Primavera Estate 2023 continua. A Milano, i brand hanno svelato le loro collezioni dal 20 al 26 Settembre. 68 i défilé complessivi, di cui solo 7 in digitale, a cui si sono aggiunte 104 presentazioni e una trentina di eventi: sono numeri importanti, indicativi di una netta ripresa dopo lo stand by dovuto al Covid. In passerella, i “big” c’erano tutti; marchi del calibro di Gucci, Salvatore Ferragamo, Antonio Marras, Vivetta e Stella Jean (per fare solo qualche nome) sono tornati a calcare i catwalk meneghini. Non vanno poi tralasciati debutti milanesi eccellenti come quelli di Matty Bovan (coadiuvato da Dolce & Gabbana) e Act N.1, che Pierpaolo Piccioli ha divulgato tramite i social di Valentino. Max Mara e Lily Aldrdidge, invece, hanno mostrato il frutto della loro partnership con una presentazione. Anche Benetton ha esordito con una bella novità: ad andare in scena è stata la collezione firmata da Andrea Incontri, il nuovo direttore creativo del brand. Anche quest’ anno, alla sua ottava edizione, Milano Moda Graduate ha dato spazio agli studenti delle fashion school nazionali, mentre i CNMI Sustanaible Fashion Awards hanno concluso la kermesse. L’ evento che celebra la sostenibilità nella moda, tenutosi al Teatro La Scala, è stato condotto dall’ attrice  Rossy De Palma e ha decretato vincitori, fra gli altri, il Gruppo Prada (The Oceans Award), Gucci (The Climate Action Award), Giorgio Armani (The Visionary Award), Ermenegildo Zegna (The Biodiversity Conservation Award), Franco e Giacomo Loro Piana (The Woolmark Company Award for Innovation). E adesso, andiamo subito a esaminare le dieci collezioni da me selezionate.

 

1. Fendi

 

Linee minimal ma fluide, trasparenze e una vena profondamente pop: tre motivi che fanno da protagonisti in questa collezione. Il colore è altrettanto importante, incentrato com’è su varie nuance di verde e di marrone accanto al grigio, al ruggine, al tortora, al bianco, al corallo e al blu polvere. Kim Jones rivisita elementi dell’heritage Fendi più recente e li inserisce in una serie di look contemporanei esaltati dalla strepitosa lucentezza dei tessuti. Ricorrono pantaloni cargo, abiti fascianti come qipao cinesi, maglioncini e top in shearling traforato, il tutto abbinato a stivali e “zatteroni” in vernice con zeppa incorporata.

 

2. Del Core

 

Uno stile di matrice couture, dove la sartorialità si coniuga con la sontuosità delle linee, dei tessuti e delle decorazioni. La collezione, tuttavia, è un inno alla portabilità: drappeggi e plissè realizzati a mano impreziosiscono silhouette affusolate ma non troppo, fluidamente avvolte attorno al corpo. Gli abiti lunghi predominano, di frequente abbinati a guanti che oltrepassano il gomito, i tailleur pantalone ricorrono, anche in pelle effetto rettile; top-imbracature di stampo fetish completano svariati look. Le uscite finali risaltano un long dress in total oro che per impatto e volumi rievoca una splendida creazione di alta moda.

 

3.AC9

 

“Stereotipi” è il titolo di una collezione che alterna cinque colori ben precisi: il bianco, il nero, il rosa, l’argento e il rosso. Il mood è avantgarde, vagamente punk. Gli outfit esibiscono drappeggi, asimmetrie e volumi che suscitano un effetto di costante movimento. Il tulle, il raso, la tela di cotone e il bio-lattice si adornano di pizzo, perle, piume e pietre dure delineando un crossover di stili che fa della lingerie a vista uno dei suoi denominatori comuni. Cascate di frange di cristalli, fuseaux in pizzo e lunghe gonne a sirena abbattono gli “stereotipi” per definire una femminilità audace e mai scontata.

 

4. Alberta Ferretti

 

Il tema è viaggio, “Wanderlust” il nome della collezione. Colpiscono subito i colori: ocra, turchese, arancio, fucsia, tabacco, ametista, verde bosco…Le texture sono impalpabili, eteree e leggerissime in puro stile Ferretti. Il lungo si alterna al corto, le canutiglie decorano gli abiti o li plasmano per intero. Lo chiffon, la seta, la tela e la seta in lino predominano, alternandosi alla rafia per accentuare un mood vagamente ethno. I pantaloni sono ampi e comodi, spesso abbinati a lunghe camicie con cintura. Trench, tute e giacche si fanno incorporei, le frange si affiancano ad arabescati decori tribali. I long dress danzanti non mancano, la natura è un motivo ricorrente: soprattutto sotto forma di preziose foglie ornamentali che proliferano sulle bralette, sulle minigonne e sugli abiti signature del brand.

 

5. N.21

 

Battezzata “The Lovers”, la collezione è pervasa da una femminilità potente accentuata da gonne a matita, reggiseni che spuntano dalle scollature e trasparenze in dosi massicce. L’ amore che Dell’ Acqua esplora è di tipo passionale, e i colori ne identificano le varie fasi: il rosso dei minishorts sfrontati, della lingerie in bella mostra, degli abiti see-through o rivestiti di paillettes contraddistingue l’erotismo; il nero dei look basati su un gioco di vedo-non-vedo, del mini cardigan fasciante allacciato con noncuranza, del trench svolazzante con minigonna abbinata è indicativo di delusione, ira e scontento; il bianco dei minidress da sposa, ricamatissimi e vagamente vintage, rimanda a un matrimonio mai concretizzato: prova ne è il fatto che sono stati ridotti a brandelli.

 

6. Max Mara

 

Ian Griffiths elegge a muse due icone degli anni ’30, Renée Perle (modella e compagna dell’artista Jacques Henri Lartigue) e Eileen Gray (architetto e designer di mobili), ispirandosi a uno stile con molti rimandi epocali che aggiorna al terzo millennio. I look rievocano quelli abitualmente esibiti sia dalla Perle che dalla Gray: spiccano i pantaloni molto ampi a vita alta, declinati anche in jumpsuit, i top sleeveless, le camicie sbottonate, le giacche comode con grandi revers, le lunghe gonne a doppiopetto. I cappelli a tesa larghissima si alternano a copricapo simili a cuffie da bagno. Le prime uscite esaltano colori come l’écru, il nero e il panna, mentre i look di chiusura sanciscono il trionfo in monocromo del verde, del celeste e del giallo pastello che sfoggiano cappotti sovrapposti a costumi da bagno tipicamente rétro.

 

7. Emporio Armani

 

Una collezione che inneggia alle forme morbide e fluide a cui ci ha abituato Armani, pervasa di sognanti colori pastello e di suggestioni etnico-esotiche: l’ ispirazione del designer attinge a paesi e continenti lontani quali l’ Africa, l’ Arabia, la Siria, la Persia, la Cina, il Giappone e la Polinesia per dare vita a look da “cittadina del mondo” iper raffinata. Top in rete, canottiere tempestate di paillettes o movimentate da frange, gonne sarong, ampi pantaloni ristretti alla caviglia, lunghi abiti impalpabili tempestati di fiori che sembrano dipinti a mano si alternano in una suggestiva parata. A fare da leitmotiv, la lucentezza del raso e della seta affiancata ai fili di cristalli che rendono preziosamente iridescenti le creazioni. La palette cromatica sancisce il predominio del lilla, del verde acqua, del grigio, del celeste e del giada.

 

8. Sportmax

 

Il contrasto sonoro ottenuto dai termini “Bouba/Kiki” è la fonte ispirativa della collezione. Il dualismo costituisce, quindi, la base di ogni creazione: le contrapposizioni imperano, mettendo a confronto epoche, concetti e stili. Il risultato è un mix assemblato senza una logica, ma all’ insegna della libertà e della sperimentazione. Suggestioni anni ’90 convivono con cult dei Sixties come le stampe optical e psichedeliche, le gonne a ruota si amplificano e sono a vita bassa, le asimmetrie plasmano capi totalmente sbilanciati e proliferano al pari delle sovrapposizioni. Un top di frange in colori fluo rimanda ad antichi echi tribali, le gonne a palloncino proliferano e il vinile si alterna alla fluidità del raso, tessuto-cardine dei cuissardes ricorrenti nella collezione. Cromaticamente prevalgono il lilla, il nero, il rosa, il prugna e il verde acido.

 

9. Gucci

 

“Benvenuti a Twinsburg” è il titolo di una collezione incentrata sul concetto dell’ “io” e dell'”altro”. Sfilano coppie di gemelli mano nella mano, una sorta di gioco di specchi che ruota attorno al tema dell’ identità. Lo stile è eclettico e giostrato in piena libertà, com’è tipico di Alessandro Michele: abiti asimmetrici con uno strascico di ruches e corpetto in vinile, ensemble in raso da odalisca indossati con calze tigrate, pantaloni uniti alle culottes in pizzo da una giarrettiera, casacche kimono oversize, qipao fioriti sullo sfondo di un turchese squillante, abiti plissé tinti di un viola ipnotico e dotati di smisurati polsini-volants, ruches e balze fittissime, paisley a profusione, long dress in vinile con stampa tigre, un giubbino paillettato color arancio su cui campeggia la scritta “Fuori!!!” in onore del Fronte Unitario Omosessuale Rivoluzionario Italiano sono solo alcuni esempi dei look andati in scena. Gli accessori non passano inosservati: ad orecchini con perle a cascata lunghi fin quasi a sfiorare il gomito si alternano choker-catena con il logo della doppia G ed elaborati piercing con pendenti extralong laterali.

 

10. Versace

 

Una collezione dall’ impatto potente, punk e gotica, dedicata a una dea oscura ribelle e molto affascinante. I look, che spaziano dal nero al viola al fucsia in monocromo (queste le tre nuance predominanti) coniugano il glamour con una seduttività sfrontata: pelle, vinile, borchie, squarci, scolli vertiginosi, frange, abiti e top con cappuccio incorporato sono i punti cardine dei look. La silhouette è sinuosa, gli abiti fasciano il corpo come i pantaloni di pelle, la vita bassa ricorre, grandi cinture scendono sui fianchi. Chiodo e giacche da motociclista si alternano a voluminose pellicce in piume, i pantaloni cargo si indossano con top dagli orli svolazzanti mentre lunghi abiti attillati, con la scollatura che “sprofonda” verso l’ ombelico, si contrappongono a minidress con corsetto in pizzo e giarrettiera abbinata. Donatella Versace li tinge di colori fluo (giallo, rosa, viola) e li accompagna a un velo di tulle che copre capo e volto, quasi un richiamo al look di Madonna negli anni ’80. Non è un caso che la collezione sia ricca di riferimenti a quel periodo e al decennio successivo.

 

 

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