Haute Couture PE 2023: flash dalle sfilate di Parigi

 

Anche se con qualche giorno di ritardo, un flash sulle sfilate Primavera Estate 2023 di Haute Couture non può mancare. Dal 23 al 26 Gennaio scorso, a Parigi, 31 Maison hanno riportato in scena l’ Alta Moda: creazioni che inneggiano alla maestosità, alla genialità creativa, all’eccellenza sartoriale. Ripristinato il format in presenza dopo la lunga pausa dovuta al Covid, i fashion show sono tornati a stupire e a sbalordire. I top names della Couture c’erano tutti: da Schiaparelli a Iris Van Arpen, da Fendi a Dior, da Chanel a Giorgio Armani Privè. Valentino è riapprodato nella Ville Lumière, che aveva abbandonato temporaneamente per Roma. Jean-Paul Gaultier, proseguendo nel progetto che invita altri designer a reinterpretare il suo stile, si è avvalso stavolta del talento di Haider Ackermann. Tra i prestigiosi nomi in calendario anche Raul Mishra, Georges Hobeika, Julien Fournié, Elie Saab, Viktor & Rolf, RVDK Ronald Van Der Kemp, Yuima Nakazato e Zuhair Murad. E se l’assenza di Balenciaga e Maison Margiela non è passata inosservata, in molti hanno atteso il ritorno di Mugler con Casey Cadwallader alla Direzione Creativa. A lasciare senza fiato il parterre sono state, inoltre, le collezioni dei new talents: l’indiano Gaurav Gupta, la Maison Sara Chraibi dell’omonima stilista marocchina e Robert Wun, originario di Hong Kong, hanno presentato creazioni strutturalmente ricercate e di forte impatto. Nella gallery che segue, una selezione di 10 look estrapolati da altrettante collezioni.

 

Schiaparelli

Daniel Roseberry si ispira all’ “Inferno” della “Divina Commedia” di Dante per proporre spettacolari creazioni realizzate con materiali inediti: perline di legno, lastre di latta rivestite di pelle, pigmenti applicati sugli abiti manualmente, plastron di madreperla, busti di rame che sembrano gigantesche conchiglie. Le minuziosissime riproduzioni delle teste del leone, del leopardo e della lupa integrate nei look, ottenute modellando a mano un mix di resina, materiali sintetici e schiuma, sono subito diventati gli iconici emblemi della collezione.

Christian Dior

Maria Grazia Chiuri rende omaggio a Joséphine Baker, cantante e ballerina ma anche attivista e benefattrice: lottò, in particolare, contro il razzismo e a favore dei diritti civili dei neri. La collezione è un’ode allo stile di un periodo che abbraccia gli anni ’20, ’30, ’40 e ’50 del ‘900. Tailleur sagomati, lunghezze alla caviglia, pantaloni ampi, suggestioni Decò, frange, paillettes e sinuosi long dress argentati, tutti rigorosamente abbinati a sandali con un alto plateau, fanno da leitmotiv a look concepiti per accompagnare l’icona del varietà francese dal camerino fino al palcoscenico.

Rahul Mishra

Ad ispirare Rahul Mishra è Atlantide, la leggendaria città sommersa, luccicante d’oro ed adagiata su una stupefacente barriera corallina. La sovrastano le enormi masse d’acqua, i paesaggi terrestri, il cosmo (“Cosmos” è anche il titolo della collezione) con le sue galassie e i suoi pianeti: il couturier “racconta” tutto questo servendosi di uno sfarzoso tripudio di piume, paillettes e ruches. Il color turchese, presente in dosi massicce, rievoca la maestosità del mare e delle divinità marine.

Giorgio Armani Privé

Armani omaggia Arlecchino e la Commedia dell’ Arte Veneziana: le classiche losanghe colorate si declinano in tutte le varianti possibili, ma il risultato è immancabilmente ultra chic. Anche le nuance tipicamente arlecchinesche vengono rivisitate, includendo nella palette il malva, il verde acqua, il rosa pallido, l’oro e il bluette. Il caratteristico motivo a rombi si accompagna non di rado alla gorgiera e dà il meglio di sè sui lunghi abiti di volta in volta sinuosi o fluttanti, sui pantaloni svolazzanti e sui giacchini, dove si ammanta di cristalli.

Zuhair Murad

Zuhair Murad guarda ai tempi d’oro della Costa Azzurra: quel periodo mitico, intriso di glamour e popolato di feste, che va dagli anni Venti agli anni Sessanta del ‘900. La collezione è un’ esplosione di sfarzo. Abiti hollywoodiani si impreziosiscono di piume e di cascate di cristalli, drappeggi e stole in stile “Il Grande Gatsby”. La palette è altrettanto ricca, esplora un range di nuance mozzafiato in cui risaltano il giallo oro, il lime, l’acquamarina, il fucsia carico e l’arancio.

Jean-Paul Gaultier

Haider Ackermann reinterpreta Gaultier e lo fa in un modo assolutamente personale, glorificando il concetto di “Couture” allo stato puro. L’ accuratezza sartoriale raggiunge l’apice, le modelle sfilano con l’eleganza di gazzelle e assumono pose ricercate davanti all’ obiettivo dei fotografi. I pantaloni a vita alta drappeggiati in vita sono il capo iconico della collezione. Si abbinano a corsetti che rielaborano i “coni” di Gaultier, a top di piume, bralette scultoree e giacche marsina con coda di rondine.

Valentino

L’ Haute Couture è fantasia, libertà, creazione a ruota libera. E’ la possibilità di osare, di sperimentare, di dare vita a sempre nuove e immaginifiche identità. Ispirandosi ai Club più innovativi e iconici del ‘900, Pierpaolo Piccioli rivisita l’ heritage di Valentino Garavani coniugandolo con l’estetica gender fluid e una potente audacia. Il womenswear sbalordisce con lunghezze micro, grandi fiocchi neri applicati in aree strategiche del corpo, slip tempestati di cristalli abbinati a spesse calze fluo; abiti avvolti in un vortice di ruches svelano squarci e trasparenze inaspettati. Le cromie, impattanti, spaziano dal Pink PP al verde acqua passando per il rosa baby, il corallo, l’oro e  il lilla.

Gaurav Gupta

Shunya, questo il nome della collezione, in Sanscrito significa “zero”. Una cifra che si associa al primordiale, all’archetipo, e permette a Gupta di esplorare i concetti di spazio e di tempo. Gli abiti sono sculture in movimento, combinano riferimenti mitologici con suggestioni surrealiste: forme ondulate e drappeggiatissime si congelano in un alito di vento, ricami scintillanti rievocano la lava di un vulcano o le onde di un oceano, decori forgiati come sinuosi serpenti avvolgono il corpo in omaggio alla dea Kundalini.

Maison Sara Chraibi

La collezione, intitolata “The Fabric of Dreams”, rivela un preciso impianto strutturale: non a caso, la designer marocchina Sara Chraibi è un architetto che ha scelto di intraprendere l’avventura della Haute Couture. Gli abiti sono plasmati da un’ “impalcatura” in cui miriadi di fili di sabra (una seta ricavata dall’ aloe vera) si intrecciano sapientemente, originando anche cascate di frange, sontuosi decori e lunghi mantelli. Ornamenti in oro, gioielli e un tripudio di perle donano una preziosità quasi sacrale ai look, accentuata da un copioso utilizzo del velluto.

Robert Wun

Adorato dalle celebrities, Wun è celebre per i suoi abiti ultra plissettati simili a straordinarie sculture. La collezione “Fear”, che ha presentato a Parigi, l’ha progettata ispirandosi ai piccoli incidenti della vita quotidiana; il designer li prende come spunto per tramutarli in un’ode al bello. Drappeggi, plissè, forme ricercate e scultoree predominano in ogni look. Le piume ricorrono, i ricami e le perline rappresentano in modo sublime gli “incidenti”: macchie di vino rosso su un outfit in total white, orli bruciacchiati, gocce di pioggia sparse su un mantello diventano virtuosismi di stile.

 

 

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