Milano Fashion Week: flash dalle sfilate delle collezioni PE 2021 (parte 2)

1.LAURA BIAGIOTTI

E’ una sfilata spettacolare quella di LAURA BIAGIOTTI, che manda in scena la sua collezione a Roma nella maestosa Piazza del Campidoglio (della quale ha restaurato la Scala Cordonata di Michelangelo e i due Dioscuri): il tramonto fa da sfondo al fashion show rendendolo ancora più suggestivo man mano che sfuma nel crepuscolo. Da sempre dire Biagiotti equivale a dire “classe” e “charme”, ma anche a dire “bianco”. Ai tempi del Covid, questo bianco si tramuta in un foglio candido su cui disegnare il futuro, delineare una nuova concezione del mondo e dello stile. Non è un caso che la collezione abbia il titolo di “Roman Renaissance”. Le parole d’ordine sono “luminosità” e “durevolezza”, declinate in capi chic ma disinvolti che resistono alla sfida del tempo. Biagiotti propone linee asciutte e tuttavia femminili, come quelle delle tuniche sleeveless che accarezzano il corpo, e non lesina gli omaggi alla Città Eterna, con la quale intrattiene da sempre un legame speciale: esalta la classicità tramite il plissè, le stampe di antichi profili romani, riproduce su un abito lo storico disegno a intreccio di Piazza del Campidoglio. Nelle creazioni ricorre il luccichio dei cristalli Swarovski, il bianco viene intervallato da pattern floreali e vivaci color block, ma soprattutto da un verde mela (anche in total look) che riflette l’anima green del brand. La tonalità signature di Biagiotti fa il suo ritorno con l’abito da sposa immacolato indossato dalla top Anna Cleveland: fluttuante, impalpabile e dotato di un velo che sembra donargli ali per librarlo metaforicamente in volo.

 

2.LAURA BIAGIOTTI

3.LAURA BIAGIOTTI

 

1.DOLCE & GABBANA

La Primavera Estate 2021 di DOLCE & GABBANA è all’ insegna del patchwork: tessuti e pattern tratti dall’ archivio del duo tornano prepotentemente alla ribalta e si mixano in look travolgenti. La riflessione di Domenico Dolce e Stefano Gabbana sull’ era della pandemia guarda al passato e lo riporta in auge attraverso un presente dove la mescolanza,  la fusione, l’ assemblaggio si fanno emblematici e veicolano il messaggio di “L’unione fa la forza”. Non è una considerazione scontata. Stilisticamente, il brand inneggia alla Sicilia e a tutto quanto l’ ha ispirato nel tempo: ritroviamo motivi come l’ animalier, i pois, le rose, i broccati, le righe, gli scacchi optical, i pattern ispirati alle ceramiche di Caltagirone e quelli barocchi, tutti amalgamati in un connubio che coinvolge ogni look. Molto belli i lunghi cappotti con collo a scialle e maniche con risvolto, intriganti e contemporanee le ampie giacche squadrate abbinate soltanto a una camicia e a un paio di stivali. Il denim è parte integrante del patchwork, sia sotto forma di jeans che di tessuto inserito nel mix and match. Gli outfit sono quelli che hanno fatto la storia di Dolce & Gabbana: abiti ad anfora, mini dress a palloncino, boleri da torero, coat caftano e tailleur sagomati, accompagnati a miriadi di fiori tra i capelli o a sofisticati turbanti. Se l’epoca attuale è grigia, il duo del Made in Italy per antonomasia non rinuncia alla vivace sensualità che è ormai il suo trademark.

 

2.DOLCE & GABBANA

3.DOLCE & GABBANA

 

1.FENDI

“Gruppo di famiglia in un interno”, riprendendo il titolo di un noto film di Visconti: così potrebbe essere stata battezzata la collezione Primavera Estate 2021 di FENDI, ispirata alle caratteristiche riunioni familiari tra le quattro mura che mettono a confronto più generazioni. La casa, i ricordi, il mobilio, la biancheria, l’ home decor rappresentano il fulcro di ogni look. Il che non è casuale, anche perchè proprio la casa, durante i mesi del lockdown, è diventata lo scenario principale delle nostre vite. Silvia Venturini Fendi la celebra con genialità e inventiva, proponendo mise accuratissime nei dettagli: i ricami degli abiti rievocano quelli delle tovaglie più preziose, le profilature riproducono gli ornamenti degli armadi déco attraverso il trompe-l’oeil, ricercatissime lavorazioni crochet rimandano alle bordature di tende sontuose, sagome arboree stampate su una lunga canotta sovrapposta all’outfit e su un soprabito see-through fanno pensare ad un giardino. Le silhouette delle creazioni, in linea con l’incontro generazionale, riflettono diverse epoche storiche; prevalgono gli anni ’40, “raccontati” tramite sinuosi pencil dress e cappotti con maniche svasate. Le trasparenze e il pizzo abbondano, impreziosendo una collezione solo apparentemente minimal. La palette cromatica, di forte impatto visivo, punta sui look monocromo e alterna colori neutri come il beige, il nero e il total white, ma osa anche un rosso vivo che viene favolosamente abbinato al celeste. Declinato in un vibrante arancio, poi, spicca un dolcevita con maniche-guanto: il capo forse più iconico dell’intera collezione.

 

2.FENDI

3.FENDI

 

1.ALBERTA FERRETTI

Anche ALBERTA FERRETTI ha elaborato un antidoto contro questo periodo difficile e turbolento: la gentilezza. Manda in scena quindi una collezione romantica, femminile, ma pratica e contraddistinta da un vago tocco sporty. A proposito di femminilità, la designer ridefinisce i cardini di alcune tipologie di abbigliamento donna. Per esempio la lingerie, molto presente nei look in versione rivisitata e corretta: i reggiseni e le bralette si indossano in bella vista, però abbandonano i merletti a favore di un tessuto lucido ed elasticizzato. Dal canto suo, il pizzo Sangallo adorna capi all’ insegna della funzionalità. Lo ritroviamo su bluse con grandi maniche a sbuffo, abbinate per contrasto a minishort o a culotte stretch, o su deliziosi miniabiti da bambola. Oppure, ancora, sulle iconiche mantelline incorporate alle t-shirt, ma anche sui pantaloni ad anfora. Il denim in colori pastello fa da leimotiv declinandosi in jeans, giacchini e minigonne, le jumpsuit non mancano. La chiusura della sfilata, tuttavia, vede protagonisti i long dress signature di Alberta Ferretti, plasmati su tessuti impalpabili e ondeggianti: in passerella sfila una dea romantica che la palette di nude (nuance clou della collezione insieme al bianco), oro e un menta in degradé valorizza ulteriormente.

 

2.ALBERTA FERRETTI

3.ALBERTA FERRETTI

 

 

 

Milano Fashion Week: flash dalle sfilate delle collezioni PE 2021 (parte 1)

1.MOSCHINO

Ritorna il consueto excursus di VALIUM sulle Fashion Week. Si comincia da Milano, per motivi strettamente “patriottici” e associati alla valorizzazione del Made in Italy: come ogni anno – per motivi di tempo e spazio – accenderò i riflettori solo su alcune delle collezioni presentate, cercando di coglierne lo spirito e di evidenziare, a livello di immagini, alcuni dei look più rappresentativi. Nella capitale meneghina, ve lo avevo già anticipato, le linee Primavera Estate 2021 sono andate in scena tramite show virtuali via video e sfilate in passerella vere e proprie. Le misure preventive anti-Covid sono ormai ben delineate: distanziamento e uso della mascherina hanno costituito i must di ogni parterre. E se le presentazioni sul catwalk sono prevalse, non sono mancate di certo  la fantasia e l’ inventiva nel proporre scenografie spettacolari. Straordinarie prove di estro hanno caratterizzato anche i fashion show virtuali, come vedremo in questo post: alcuni possono essere definiti delle autentiche opere d’arte che hanno lasciato gli spettatori senza fiato. Le collezioni rimarcano quasi all’ unanimità tematiche relative al post-lockdown, al cambiamento, a un nuovo mondo e un nuovo gusto scaturiti dal periodo della pandemia da Coronavirus. Cominciamo subito, quindi, il nostro viaggio nella Settimana della Moda di Milano.

 

2. MOSCHINO

3.MOSCHINO

MOSCHINO ha letteralmente incantato il pubblico con uno show in versione “teatro dei burattini”. Servendosi del prezioso apporto di Jim Henson, colui che inventò i celebri Muppets, fa sfilare in passerella 40 marionette con le fattezze di bellissime modelle. Persino il parterre non lascia nulla al caso: in prima fila, tra gli altri, notiamo un’ attenta Anna Wintour che sfoggia il suo iconico caschetto e gli occhiali neri. Ad ispirare Jeremy Scott è il Théâtre de la Mode, i burattini che i couturier francesi del dopoguerra “mandavano in tournée” vestiti con le loro mise in miniatura per rilanciare la moda parigina nel mondo. La collezione di Moschino è decisamente splendida, un inno all’ Haute Couture più squisita. Una palette nei femminili toni del turchese, del rosa e dell’ oro esalta svasate creazioni in tulle, pencil dress da sirena ricchi di ruches, lunghi abiti orlati di scenografiche piume. Ma Scott non rinuncia al suo tocco magico: ogni look (o quasi) rivela l’abito nel suo divenire, mostrando mix sperimentali di stoffe, cuciture in bella vista e sorprendenti giochi di “dritto e rovescio” dei tessuti con tanto di impunture. La Couture diventa la risposta alla “tuta da ginnastica” imperante nel lockdown, l’archetipo e il sogno legati alla moda. Il gusto imperituro del bello contrapposto alla sciatteria “casereccia” della quarantena.

 

1.VERSACE

VERSACE presenta Versacepolis, una città (novella Atlantide) immersa nei fondali dell’ oceano: sulla sabbia degli abissi sono ancorate antiche statue, colonne, capitelli, e fluttuano polipi enormi e coloratissimi. La collezione prende spunto dal passato (i “Tresor de la Mer” portati in passerella da Gianni Versace nel 1992) per affrontare il futuro dell’ era post-Covid, e lo fa tramite stupefacenti outfit acquatici. Color block in dosi massicce (un tripudio di arancione, fucsia, verde acido, turchese) e fantasie di stelle marine profuse sugli abiti fanno da leitmotiv, come l’ allure sensualissima dei look. I bustier e i crop top hanno coppe che ricordano scintillanti conchiglie, miriadi di ruches asimmetriche rievocano le increspature delle onde e un plissè fittissimo richiama il perenne movimento del mare. La stella marina regna ovunque, persino sui bijoux e sugli accessori,  tramutandosi nell’ emblema di una collezione in cui una seduttività audace, travolgente, “liberata”, si esprime tramite il fascino di un mondo sommerso che Donatella Versace porta a galla evidenziando la sua immensa potenza visiva.

 

2.VERSACE

3.VERSACE

 

1.GIORGIO ARMANI

GIORGIO ARMANI accentua il coté minimal e senza tempo del suo stile signature, proponendo una collezione dai tratti essenziali ma morbida e fluttuante. Alla sfilata e a “Timeless Thoughts”, il documentario dedicato alla filosofia di Armani, ha dedicato ampio spazio La7, che ha trasmesso entrambi (il fashion show, in diretta TV) sabato scorso con tanto di omaggio finale, la replica di “American Gigolo” – il film in cui gli abiti indossati da Richard Gere, firmati Armani, consacrarono la fama dello stilista in tutto il mondo. Per la creazione dei look della collezione PE 2021, Re Giorgio si è ispirato a un concetto di stile post-lockdown: a una consapevolezza zen si affiancano il senso del comfort, il luccichio discreto di una moda che continua sì ad incarnare il bello, il senso della vita che va avanti, ma puntando su capi all’ insegna della qualità e di tutto ciò che è destinato a durare nel tempo. Ecco quindi i suit che ricordano un pigiama, le giacche sagomate dalle forme arrotondate, i pantaloni fluidi e ad anfora, i coat vestaglia, i pattern a quadretti “sfrangiati”, le ampie gonne lunghe, impalpabili,  abbinate a top dritti e lineari. La leggerezza del tulle e uno scintillio costante rappresentano i leitmotiv più sfiziosi della collezione. Anche la palette cromatica non è mai sopra le righe: il grigio perla, il blu, il celeste e il famoso “greige” Armani si alternano al verde menta, l’unica concessione a tonalità più vivaci.

 

2.GIORGIO ARMANI

3.GIORGIO ARMANI

 

1.VALENTINO

VALENTINO, al passo con l’evoluzione dei tempi, inserisce la sua ricerca in un processo di cambiamento e ri-significazione: Pierpaolo Piccioli rilegge i codici stilistici della Maison non tanto dal punto di vista estetico, bensì identitario. Il risultato è l’ approccio ad un romanticismo che si fa espressione dei valori di libertà individuale; la libertà di essere se stessi, di affermare la propria unicità senza paura, e al tempo stesso di abbracciare l’inclusività e la tolleranza per forgiare un mondo ideale. Anche la location della sfilata riflette questa nuova fase: al lusso maestoso si sostituisce la scarna essenzialità delle Fonderie Macchi di Milano, uno spazio che, rievocando il “Guerrilla Gardening”, il plant artist giapponese Satoshi Kawamoto impreziosisce con una sua installazione a base di piante e fiori selvatici provenienti da otto paesi diversi. Ricordate la poetica immagine del fiore che nasce tra l’asfalto? E’ una pregnante metafora del concept di questa collezione. I look, indossati da modelli selezionati attraverso uno street casting, sono all’ insegna di un’ eleganza disinvolta: risaltano le camicie, colorate, oversize, indossate da sole a mò di minidress oppure, nel caso di modelli arricchiti da balze e volants, abbinate ai jeans. Il pizzo e il crochet definiscono abiti lineari, mentre una serie di vestiti da sera si avvale delle trasparenze, di miriadi di ruches “verticali” e di un tulle fluttuante per instaurare un link con la tipica Valentino Couture. Ricorre una stampa floreale su fondo giallo tratta dall’ archivio della Maison: iconica oggi come ieri, quando Anjelica Huston la esibì in un mitico photoshoot realizzato da Gian Paolo Barbieri nel 1972.

 

2.VALENTINO

3.VALENTINO

 

TO BE CONTINUED…

 

 

Milano Fashion Week: 10 flash dalle collezioni AI 2019/20

VERSACE – Un Versace più che mai Punk aggiorna l suoi emblemi iconici all’ “era digital”: le spille a balia diventano jewels, la celebre greca modella i choker, ricami barocchi si inerpicano sui collant in full color…Grinta e femminilità si fondono nei seduttivi abiti-sottoveste, nei bustier con fibbie sovrapposti al pull. Le cromie pop predominano, volgendo al fluo sul collo in pelliccia di cappotti – non di rado abbinati alle sneaker – su cui campeggia un arabescato pattern a V.

Procedendo nel suo percorso dedicato alle Fashion Week, VALIUM fa tappa a Milano. E seleziona come sempre dieci look, corrispondenti ad altrettante collezioni, che hanno sfilato in passerella durante la presentazione della moda Autunno/Inverno 2019/20. La vibrante contemporaneità dell’era digital, potenti suggestioni sporty e una ricerca che prende vita da solidi motivi ispiratori sono il fil rouge di creazioni in cui le esplosioni “instagrammabili” di colore trionfano, alternandosi a tonalità neutre che si accompagnano ad uno chic più sobrio o dal sapore rétro.

 

PRADA – il romanticismo in versione Mary Shelley. All’Uomo Prada dell’ AI 2019/20 segue una collezione Donna che ne sviluppa gli input ispiratori. E alla figura di Frankenstein si succedono look che sembrano dedicati alla sua controparte femminile: pizzi, ricami ed enormi rose (sia sotto forma di applicazioni che di stampe) impreziosiscono tailleur e cappotti simili a divise militari, delineando la metaforica risposta di Miuccia Prada alle tematiche più buie che incombono sulla nostra epoca.

 

DOLCE & GABBANA – “Eleganza”, il nome della collezione, è un tutto dire: il duo creativo inneggia ai crismi della sartorialità mandando in scena uno chic che sembra meravigliosamente ispirato al “cinema dei telefoni bianchi”. Abiti eterei bordati di pelliccia strizzano l’occhio a preziosi baby doll, pigiami e vestaglie da notte, non mancano completi mannish alla Marlene Dietrich e il leopardato si affianca ad una femminilità “floreale” in puro stile Dolce & Gabbana.

 

GUCCI – Il concetto di “identità” tanto caro ad Alessandro Michele riaffiora grazie alle maschere che celano e rivelano al tempo stesso:  sono maschere dal sapore fetish, adornate di lunghi chiodi “a cresta” che spuntano – sotto forma di decori – anche sugli abiti, oppure copriorecchio dorati simili a spettacolari jewels. La collezione, tra ampi pantaloni a sbuffo, vaporose gorgière ed abiti-Arlecchino muniti di stola, ribadisce l’ eccentricità signature di Gucci. Trionfano le sneakers, che le modelle reggono in mano come fossero handbag.

 

MARCO DE VINCENZO – Una palette di grigi e neri declinati in svariate gradazioni. Accanto, pennellate di beige, di burgundy e di viola: la collezione è completamente giocata su queste tonalità autunnali. Emerge una femminilità chic, ma disinvolta. Le frange si fanno iconico leitmotiv declinandosi in bicolor e radunandosi in fitte balze che movimentano abiti longuette e gonne a matita.

 

EMPORIO ARMANI – Il classy si fa sporty grazie ad una serie di bomber e puffer jacket abbinati ad outfit in cui la preziosità del velluto predomina. I pantaloni si affusolano, le gonne si accorciano evidenziando spessi collant color fumo en pendant con il look: l’ allure che emerge è molto cool, di una contemporaneità squisita. Conclude la sfilata una parata di rutilanti minidress in total red, che l’abbinamento con cuissardes-pantaloni nella stessa tinta rende ancor più seduttivi.

 

BYBLOS – Colore à  gogo per una collezione in cui si alternano lo chiffon più impalpabile e fiorito, tessuti hi-tech e un’ eco pelliccia in cromie al neon che dona iconicità finanche ai doposci. A questi ultimi sono abbinati eterei abiti cosparsi da una miriade di triangoli multicolor, mini dress in pattern grafici e trench “spalmati” di tonalità cangianti che fanno da leitmotiv alla maggior parte dei look.

 

N. 21 – Ispirandosi al thriller “Vestito per uccidere” (che Brian De Palma diresse nel 1980), Alessandro Dell’Acqua ridefinisce il concetto di “seduttività” con una collezione bon chic, ma intrisa di sorprendenti escamotage stilistici: il trench si accorcia frontalmente svelando la culotte, lo scollo del pull scende fin sotto al reggiseno, uno squarcio inaspettato sui cappotto scopre la spalla. Accessorio-feticcio di questa sfilata, la Lolita bag penzola languidamente dalle mani delle modelle.

 

ALBERTA FERRETTI – In passerella sfilano affascinanti cavallerizze urbane: sono i pantaloni a fare da leitmotiv alla collezione. Stretti in fondo, a vita alta, affusolati, da equitazione…I modelli si susseguono con stile, accompagnandosi ad ampi capispalla in mohair e a morbidi pull in cachemire. Un cappello a tesa larga accentua l’allure “cowboy”, evidenziata anche da stivaletti in camoscio a tema. Risaltano look in un sofisticatissimo total white intervallato solamente da abbottonature oro.

 

MARNI – Razionale versus irrazionale, cervello versus erotismo: un incontro-scontro dalle molteplici connotazioni e sfumature. Con “Neuroerotik” (questo il titolo della collezione) Francesco Risso lo traduce in look all’ insegna del dualismo stilistico: “assemblaggi”, squarci, asimmetrie, un color block continuo per sottolinearli ed un tripudio di plissè per esaltare il “work in progress” degli abiti. Piercing e lunghe catene sigillano il mood ispiratore, mentre stampe con enormi pois trasfigurati dai pixel lo reinterpretano in chiave digital.

 

 

 

Milano Fashion Week: flash dalle collezioni AI 2018/19 (parte 4)

GIORGIO ARMANI

Quarto ed ultimo appuntamento dedicato alla Milano Fashion Week. A conclusione di questa breve sintesi delle collezioni Autunno/Inverno 2018/19 – lo spazio obbliga a una selezione, e Parigi già chiama! – le proposte di Giorgio Armani, Marni, Dolce & Gabbana e MSGM: visioni eclettiche che esprimono una personale concezione della femminilità e dello stile. Più fedeli al proprio heritage Giorgio Armani e Marni, impegnati in una ricerca che valorizza i codici signature dei rispettivi brand: e se Armani manda in scena un’ eleganza sublimata da colori esotici e blu “notturni” in ton sur ton, Marni opta per nuance shock declinate in forme over ed esaltate dal vinile. Dolce & Gabbana inneggiano alla “Fashion Devotion” rivisitando, con vis giocosa, il loro tipico coté sacrale: tra creazioni di ispirazione ecclesiastica spiccano slogan come “Fashion sinner” o “Santa Moda”, mentre MSGM si affida alle scritte per citare i più leggendari bar di Milano e porge un tributo alla città meneghina.

 

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3 – Lo chic globale di GIORGIO ARMANI

 

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3 – La femminilità a tinte shock di MARNI

 

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3 – La Fashion Devotion di DOLCE & GABBANA

 

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3 – La milanese stilosa e pop di MSGM

 

 

Milano Fashion Week: flash dalle collezioni AI 2018/19 (parte 3)

N. 21

In questo post sulle sfilate milanesi, quattro brand che hanno tracciato un link tra ispirazione e pattern, grafismi, fantasie ornamentali ben precisi: N. 21 adorna gli oufit della sua majorette con scintillanti scritte in stile Las Vegas, mentre motivi check e tartan pervadono le collezioni, rispettivamente, di Marco De Vincenzo e di Versace. Ma se il designer messinese li associa (insieme a miriadi di sfumature rainbow)  a un’ iconografia che mixa reale e virtuale, Donatella Versace restituisce al tartan l’ originaria valenza di appartenenza a un clan, in questo caso il clan Versace. Etro prosegue invece, attraverso le stampe, l’ esplorazione di un iter a metà tra l’ etnico e il folk.

 

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3 – Paillettes anche in versione outerwear: la majorette di N.21, star della vita quotidiana

 

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3 – Audacia, glamour stile 80s e dettami punk con il tartan a fare da leitmotiv: l’ irresistibile clan VERSACE

 

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3 –  “Test pattern” in technicolor, pixel e residui profusi di tecnologia visiva: con MARCO DE VINCENZO il virtuale lascia spazio al reale

 

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3 – Colori autunnali, frange e folk ad alta concentrazione: l’ ethno-chic di ETRO

 

Milano Fashion Week: flash dalle collezioni AI 2018/19 (parte 2)

MAX MARA

Prosegue il “resumé” per immagini della Fashion Week milanese. In questo post, alcuni look tratti dalle collezioni di quattro brand – Max Mara, Prada, Fendi, e Emilio Pucci – che coniugano il proprio heritage agli stilemi di una femminilità declinata in molteplici sfaccettature. Max Mara si appropria degli emblemi dello stile alternativo, Prada pensa a una donna che fa risplendere la notte di un tripudio di colori neon. Fendi manda in passerella una vestale dell’ urban chic, mentre Pucci viaggia a ritroso nel tempo e si lascia ispirare dall’ allure iconica di Marilyn Monroe.

 

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3 – Grinta e seduttività per la musa underground di MAX MARA

 

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3 – Toni fluo più un mix a contrasto di tulle e stile sporty per la notte griffata PRADA

 

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3 – Glamour urban e allure ultra chic ma disinvolta per la donna FENDI

 

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3 – Stampe, colori vividi e silhouette in evidenza per la femminilità dal sapore rétro di EMILIO PUCCI

 

 

 

 

Milano Fashion Week: flash dalle collezioni AI 2018/19 (parte 1)

GUCCI

Ultimo giorno di sfilate. A Milano si conclude una Fashion Week che sta facendo molto parlare di sè. Al centro delle discussioni è soprattutto il défilé di Gucci, amato e criticato in parti uguali per la potenza della sua messa in scena: Alessandro Michele, ispirandosi alle teorie cyborg di Donna Haraway, ha ideato una collezione che frantuma tutti i cardini dell’ identità di genere. In passerella hanno sfilano creature ibride e al di là di ogni schema categoriale, androidi che sembravano usciti dalla penna di Mary Shelley. A far da sfondo, una sala operatoria con lettini che evocavano l’ attento lavoro di “taglia e cuci” da cui avevano preso vita. I modelli avanzavano con cuccioli di drago in braccio o reggendo il calco della loro testa mozzata, indizi di un test cibernetico inneggiante al concetto del “multiplo” e dell’ “eterogeneo”: il risultato è un mix and match di pattern, copricapo etnici, abiti arricchiti da filamenti di cristalli ed “esplosioni di piume”, look protetti da un candido strato di tulle che ricordano i mobili coperti dal cellophane tipici degli anni ’60. Ma se sul versante stilistico la svolta di Gucci riscuote consensi unanimi, la visione di Alessandro Michele suscita, a volte, reazioni contrastanti. In questo caso, il dibattito si è innestato sulla scelta della sala operatoria della scenografia e sulle teste mozzate in passerella, ma anche i turbanti indossati dai modelli – come riporta il Corriere della Sera – sono stati oggetto di critiche: la comunità Sikh ha contestato l’ utilizzo “modaiolo” del suo tradizionale copricapo. Sia le lodi che i biasimi, comunque, non fanno altro che consolidare la carica rivoluzionaria del progetto di Michele. Visionarietà, audacia e sperimentazione si riconfermano i punti di forza di un designer che ha saputo imporre un’ estetica del tutto inedita, inconfondibile e già iconica. Oltre a Gucci, questa Fashion Week ha visto sfilare autentici guru della moda: Versace, Giorgio Armani, Alberta Ferretti, N.21, Dolce & Gabbana, Fendi, Moschino, Antonio Marras, Ferragamo, Pucci, Blumarine, Ermanno Scervino e moltissimi altri ancora, hanno portato in passerella un concentrato straordinario e eclettico di creatività Made in Italy. A partire da oggi, su VALIUM troverete una sintesi di Milano Moda Donna condensata in una serie di look tratti dai défilé. Non mi resta, quindi, che augurarvi una buona visione e salutarvi con uno “Stay tuned!”

 

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3 – Le cyborg-creature di GUCCI

 

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3 – La empowered woman di ALBERTA FERRETTI

 

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3 – Il pop-chic di ispirazione Jackie O’ di MOSCHINO

 

 

 

Milan Fashion Week: riflettori puntati su 10 look (part 3)

La “morena” a tinte folk di San Andrés Milano

Terza (ed ultima) tranche della selezione dei look visti alla Milan Fashion Week. Ulteriori tappe di questa rassegna sarebbero d’obbligo, ma Parigi chiama! Prima di addentrarci insieme nella gallery, un plauso va dunque a tutti – ma proprio a tutti – gli ipertalentuosi protagonisti della kermesse meneghina.

Il gingham campestre di Blumarine

Il connubio strong di fucsia & red di Trussardi

Lo stile zen (con ruche) di Krizia

Il tributo a Lina Bo Bardi della collezione Max Mara

Gli outfit funzionali e multitasking di Marni

La seduttrice romantico-passionale di Alberta Ferretti

Il minidress fluttuante di Ermanno Scervino

Il decostruttivismo handmade di Gabriele Colangelo

Il chiodo iridescente di Lorenzo Serafini

Milan Fashion Week: riflettori puntati su 10 look (part 2)

Il blu Klein minimal-chic di Salvatore Ferragamo

Prosegue la rassegna di VALIUM sulla Milan Fashion Week: 10 scatti per 10 look selezionati dalle collezioni SS 2017 presentate in passerella. Siete pronte per la seconda tranche? Per voi, un invito nel front row di questa modaiola avventura.

Le contaminazioni afro-europee (con tanto di beehive aggiuntivo) di Antonio Marras

 

I sofisticati bagliori di Giorgio Armani

 

La allure hippy di Blugirl

 

La femminilità “en rose” di Piccione.Piccione

 

L’ ode al “Tropico Italiano” di Dolce & Gabbana

 

Le ruches scolpite mixate alle suggestioni sporty di MSGM

 

Il mix and match dal mood esotico di Stella Jean

 

L’ 80 style rivisitato in un tripudio di denim scintillante e maniche balloon di Dsquared2

 

La plain elegance di Bottega Veneta

Milan Fashion Week: tendenze accessori

Ieri abbiamo esaminato alcune tra le tendenze dominanti emerse da Milano Moda Donna. Le passerelle hanno inoltre proposto accessori di volta in volta preziosi, estrosi e ricercati che hanno donato alle collezioni tocchi di straordinaria unicità: di seguito, 15 trend che la Fashion Week milanese ha evidenziato in dettagli di stile contraddistinti dalla più alta genialità creativa. Appuntamento alla prossima settimana per ulteriori approfondimenti.

ROBERTO CAVALLI – Gli ankle boots con tacco in preziose metal-trasparenze.

BYBLOS – La cintura in pelle dal design “grafico”

 

EMPORIO ARMANI – La minibag a tracolla, in cocco verniciato, da portare sul dorso

 

FENDI – I tronchetti con zeppa scultura

 

FENDI – I guanti con alto risvolto in visone e la borsetta con fiore esotico incorporato

 

GUCCI – Il basco “à la française”

 

GUCCI – Gli iconici mocassini con morsetto rivisitati grazie a dettagli fur

 

MSGM – La minibag a intarsi e i lunghi guanti in suede dai colori vibranti

 

MSGM – La maxisciarpa in color block

 

ANTONIO MARRAS – I sandali impreziositi di pelliccia mongolia

 

PRADA – La doppia bag in colori bon bon

 

CRISTIANO BURANI – Gli anfibi in vernice con plateau

 

BLUGIRL – La maxiclutch wallet finemente decorata

 

To be continued…