La colazione di oggi: tornano le arance, un must autunnale

 

A Novembre, puntuali, tornano a ravvivare il grigiore con il loro colore vibrante. Un colore che ha preso spunto dal loro nome, perchè è proprio alle arance che si ispira l’arancione. Proveniente dalla Cina e dall’Asia del sud-est, il Citrus Sinensis (questo il nome botanico dell’arancio, una pianta appartenente alla famiglia delle Rutacee) venne importato in Europa dai marinai portoghesi. Secondo alcuni studiosi il suo ingresso nel Vecchio Continente risalirebbe al XV secolo, mentre altri affermano che l’albero approdò in Italia, più precisamente in Sicilia, molto tempo prima grazie ai romani e passando per la Via della Seta. Nel IX secolo furono gli Arabi a reintrodurre l’arancio nell’isola, quando ebbe inizio la conquista islamica della Sicilia. Non è un caso che un frutto siciliano chiamato “melarancia” venga citato in più d’un libro della Roma antica: i tomi sono datati al I secolo d.C. E sempre nella città eterna, un arancio che San Domenico piantò intorno al 1200 fa bella mostra di sè nel chiostro del convento di Santa Sabina; tuttavia, non se ne conosce la provenienza. E’ certo, invece, che il termine “portogallo” equivalga a dire “arancia” in diverse lingue, tra cui il rumeno, il greco, l’arabo, l’albanese e l’italiano del 1800. Peraltro, il frutto del Citrus Sinensis prende il nome di “portogallo” in molti dialetti della nostra penisola: ciò sembra confermare, almeno apparentemente, la diffusione ad opera dei portoghesi della pianta.

 

 

Ma veniamo alle caratteristiche di questo frutto, tondeggiante e tinto di un vivace color arancio. Ha una forma sferica, una buccia spessa e increspata; la dolcezza dei suoi spicchi, succosissimi, contrasta con accenti aspri che ne rendono ancora più intrigante il sapore. Le arance cominciano a maturare a Novembre, mese in cui vengono raccolte le prime varietà. Un periodo ideale, considerando la loro efficacia nel prevenire i malanni della stagione fredda. Iniziare la giornata con delle arance, anche in versione spremuta, è un’ottima idea: regalano energia e sono ricche di vitamina C, un noto rafforzante del sistema immunitario. In più, contengono pochissime calorie e un indice glicemico talmente esiguo da permettere anche ai diabetici di consumarle. Le loro virtù sono innumerevoli: oltre a racchiudere acqua in dosi massicce, le arance sono un’autentica miniera di fibre come la pectina, la lignina e la cellulosa, che accentuano il senso di sazietà e fanno sì che gli zuccheri e i grassi vengano assorbiti in quantità moderate. Il licopene, contenuto soprattutto nelle arance rosse, è un carotenoide dalle spiccate doti antiossidanti e antinfiammatorie; contrasta le patologie cardiovascolari, oculari e ossee (come l’osteoporosi). La vitamina C è un po’ il “marchio di fabbrica” di questo frutto: favorisce un adeguato assorbimento del ferro e del calcio, è un potente antiossidante e un toccasana per le difese dell’organismo. La vitamina A (o retinolo) mantiene in salute la pelle e gli occhi e assicura un buon funzionamento sia del sistema immunitario che del metabolismo. Le vitamine del gruppo B, essenziali per la produzione dei globuli rossi, tengono sotto controllo i livelli di omocisteina e si rivelano portentose per il sistema nervoso. Tra i sali minerali contenuti nell’arancia risaltano il ferro (imprescindibile per il benessere del’organismo), il rame (antiossidante efficacissimo contro le patologie cardiovascolari), il potassio (ottimo per la salute dei muscoli) e il calcio (benefico in particolare per le ossa, i denti e la coagulazione sanguigna). Le antocianine e i polifenoli, di cui l’arancia abbonda, sono degli importanti antiossidanti.

 

 

I benefici che apporta il consumo di arance, quindi, sono molteplici. La vitamina C contrasta le infezioni potenziando le difese immunitarie, le fibre regolarizzano i livelli di colesterolo, gli antiossidanti combattono i radicali liberi e mantengono sotto controllo la pressione poichè fluidificano il flusso sanguigno. I citroflavonoidi contenuti nell’arancia, inoltre, svolgono una valida azione nei confronti della fragilità capillare. E non è finita qui: incrementando la formazione dei succhi gastrici, il frutto del Citrus Sinensis facilita la digestione, mentre la funzione antiossidante degli antociani incentiva il metabolismo. Le fibre, infine, hanno virtù diuretiche e impediscono ai grassi e agli zuccheri di essere assorbiti troppo velocemente (con buoni risultati anche per la linea).

 

 

Dell’ arancia esistono molte varietà, ammontano a oltre 100. Le differenze principali possono essere ricondotte a due tipologie: arance dolci e arance amare (le prime le compriamo dal fruttivendolo, le seconde si utilizzano in ambito cosmetico e per la produzione di marmellate dal gusto particolare), arance bionde e arance rosse (la distinzione riguarda essenzialmente il colore della loro buccia). Qualche nome delle numerose varianti? Ci sono le Navel, le Tarocco, le Moro, le Sanguinello, le Belladonna, le arance alla vaniglia…Ma quel che ci interessa ora è come includere questo succoso frutto nella prima colazione.

 

 

La classica spremuta d’arancia è un toccasana, però prima di prepararla bisognerebbe osservare qualche accorgimento. Innanzitutto, non va mai bevuta a digiuno: l’acido citrico contenuto nel frutto potrebbe risultare difficilmente digeribile o provocare acidità di stomaco. Sempre per questo motivo, chi soffre di patologie gastriche dovrebbe evitare l’aranciata o perlomeno consumarla dopo qualche pasto, foss’anche solo un toast o un dolcetto. Le arance possono essere mangiate a spicchi o tagliate a fette, lo spunto ideale per una prima colazione coi fiocchi: arricchiscono il porridge e i pancake, diventano deliziosi biscotti (se volete strafare, immergetele nel cioccolato fuso). Con il succo, la polpa e la scorza di arancia si preparano dolci sfiziosissimi, dalle torte al pan d’arancio siciliano, dai ciambelloni alla crema di arancia passando per i muffin, il rotolo e le crostate. Cercate qualche ricetta? Cliccate qui. E dato che a Natale manca poco più di un mese, vi suggerisco di provare le scorze di arance candite: sono una ghiottoneria unica (qui la ricetta), anche in questo caso – volendo – da intingere nel cioccolato fuso per esaltarne al massimo il sapore. Se invece optate per una colazione essenziale e super salutare, puntate sulla marmellata di arancio spalmata sulle fette biscottate o  su una fetta di pane; è una prelibatezza “minimal”, ma dalla bontà garantita.

 

 

Foto via Pexels e Unsplash

 

Too Faced lancia Italian Spritz, la palette che omaggia l’inebriante long drink nato in Veneto

 

Too Faced, il noto beauty brand californiano, ci regala un anticipo di Estate con una palette spumeggiante, colorata e vivacissima che inneggia alla bevanda più gettonata nei Bacari veneziani: sto parlando dello Spritz, il long drink nato in Veneto nel XX secolo. Lo Spritz lo conosciamo tutti, il suo gusto è inconfondibile. Chi non ha mai assaggiato quell’ inebriante miscela di Prosecco, bitter e acqua frizzante (o seltz) aromatizzata con fette di arancia o di limone? Negli anni ’50, grazie al boom economico, il rito dell’ aperitivo si diffuse a macchia d’olio e lo Spritz si tramutò in un must dapprima nella regione della Serenissima, poi in tutto lo Stivale. La sua fama si è consolidata a tal punto da decretarlo, nel 2011, il cocktail ufficiale dell’ International Bartenders Association. Oggi, Too Faced gli dedica la travolgente Italian Spritz Eyeshadow Palette, una palette occhi concepita per i mesi caldi ma che potete già trovare nel sito americano (e non ancora in quello europeo) del marchio.

 

 

Il prodotto, che contiene 18 ombretti dal finish matte, shimmer, metallico e cangiante, sfoggia texture in polvere pressata e un packaging in puro stile Too Faced: una variopinta confezione in latta con illustrazioni giocose e specchio incorporato. Gli ombretti sono rigorosamente cruelty-free oltre che privi di glutine, parabeni e oli minerali. A ben guardare, i loro nomi omaggiano l’ Italia a 360 gradi e non soltanto il popolarissimo long drink. Troviamo, ad esempio, Lake Como (la location citata anche nella descrizione della palette), Toasted in Tuscany, Capri Fun, When in Rome…e poi, ancora, Mamma Mia, Take me to Church, Holy Cannoli, Grappa Don’t Preach, Spaghett About It, Como After Dark e così via.

 

 

Sono nomi che strappano un sorriso, intrisi di una solare ironia. Non stupisce che si associno a nuance sorprendenti e dal forte impatto visivo: Holy Cannoli è un rosa salmone tenue e matte, Ciao, Bellini! un rosa pesca metallico con scintillanti riflessi oro, When in Rome…un anguria matte che vira al rosa carico, Take me to Church un tenue e metallico rosa oro, Feelin’ Saucy un terracotta dal finish matte, Lake Como uno scintillante azzurro cielo con riflessi argentati, Toasted in Tuscany un beige matte, Cin Cin! un avvolgente bronzo metal, Spritz & Glitz uno scintillante incrocio tra il rosa, l’azzurro e il viola, Spaghett About It un arancio matte che vira al marrone, Grappa Don’t Preach un intenso oro metal, Espresso Yourself un mattone scuro matte che vira al rosso, Lake & Bake un metallico blu notte, Capri Fun un color zucca matte che vira al ruggine, Mamma Mia un vinaccia matte, Como After Dark un metallico fumè con riflessi perlacei, Impasta-ble un giallo-marrone tenue e matte, Gelat-ohhh! un panna rosaceo matte (guarda i colori nella foto qui sotto).

 

Non può mancare, per concludere, la chicca che fa da leitmotiv a tutti i prodotti di Too Faced: l’aroma. Nel caso di Italian Spritz, è quasi superfluo dirlo, gli ombretti sprigionano l’intrigante profumo della bevanda “made in Veneto”.

 

 

 

La colazione di oggi: le spezie di Natale

 

Dicembre è un mese straordinario anche dal punto di vista olfattivo: chi potrebbe mai scinderlo dai deliziosi profumi speziati che aleggiano sui mercatini natalizi? La cannella, lo zenzero, la vaniglia, l’arancia, l’anice stellato aromatizzano la maggior parte dei dolci di fine anno; si annusano nell’aria e caratterizzano questo magico periodo al pari dell’ odore del focolare, del vin brulé e degli aghi dell’abete naturale che molti sono soliti addobbare. “La colazione di oggi” ha già approfondito spezie quali lo zenzero e la cannella (clicca sui rispettivi nomi per rileggere gli articoli). E’ il momento di conoscerne qualche altra, di proseguire l’affascinante viaggio alla scoperta degli aromi natalizi: potrete avvalervene per iniziare in bellezza queste affascinanti giornate dicembrine.

 

L’anice stellato

 

 

Ha una forma particolarissima e inconfondibile: somiglia ad una stella a molteplici punte, tant’è che viene chiamato “anice stellato” per differenziarsi dall’anice semplice. E’ il frutto di un sempreverde proveniente dall’ Asia, lo si raccoglie prima che sia completamente maturo e lo si lascia essiccare esponendolo al sole. Ha proprietà ossidanti e antibatteriche; anticamente, i cinesi lo usavano per combattere l’ansia e le infiammazioni delle vie respiratorie. Il suo aroma è molto intenso, simile a una combinazione di liquirizia e mentolo. Viene venduto già in polvere, oppure in semi interi che, dopo aver fatto bollire in acqua per alcuni minuti, si polverizzano con un mortaio. Cosa aromatizzare con l’anice stellato? Lo troviamo in svariati tipi di torte al miele e di biscotti, nel panpepato e in golose marmellate.

 

 

L’ arancia

 

 

Questa spezia apporta tutti i benefici del frutto che vede protagonista; abbonda di vitamina C, è un antiossidante naturale e un toccasana per il sistema immunitario. Viene adoperata in svariati modi: fette di arancia caramellate, buccia di arancia grattugiata, succo di arancia, scorze di arancia candite…E’ gettonatissima, versatile, la si può includere nelle ricette più disparate. Cosa aromatizzare con l’arancia? Una quantità innumerevole di dolci e di biscotti. Per un dessert ad alto tasso di golosità, provate a intingere le scorze di arancia candite nel cioccolato fondente.

 

 

I chiodi di garofano

 

 

Sono profumatissimi e si ricavano dai fiori essiccati del Syzygium aromaticum, un albero originario di Zanzibar e del Madagascar. Il loro aroma inebriante con accenti pungenti aromatizza squisitamente il vin brulè, il panpepato, il punch, il , dolci come le crostate e i ciambelloni, le creme, la cioccolata calda e la frutta cotta. Insieme alla cannella, allo zenzero e al cardamomo rientrano tra i principali ingredienti dei Pepparkakor, i tipici biscotti che in Svezia si preparano durante l’ Avvento e in occasione della festa di Santa Lucia. Gli antichi popoli conoscevano bene le proprietà antidolorifiche dei chiodi di garofano, e li utilizzavano anche per contrastare il gonfiore e le infiammazioni.

 

 

La vaniglia

 

 

E’ originaria dell’ India e dell’ America Centrale, viene venduta in baccelli (dai quali estrarre i semini) o in polvere. Può essere considerata la spezia più amata: il suo gusto dolce, intenso e cremoso piace a tutti indistintamente. Con i dessert instaura un connubio ideale, esaltando e intensificando il loro sapore. I dolci che la includono sono incalcolabili: torte, pasticcini, prodotti da forno, salse, creme, panna cotta, glassa, créme brulée e via dicendo. L’ abbinamento con i canditi è un vero e proprio must del gusto. La vaniglia, inoltre, viene considerata un antidepressivo naturale; rilassa e fa bene all’ umore. Per preservarne al meglio l’aroma, i baccelli andrebbero conservati in luoghi bui e con temperature non troppo elevate.

 

 

Il cardamomo

 

 

E’ una spezia ricavata dai semi di una pianta della famiglia delle Zingiberaceae, da cui derivano anche lo zenzero, la curcuma e il pepe. La pianta del cardamomo proviene dall’ India ed è ampiamente diffusa in Asia, soprattutto nel Vietnam, nello Sri Lanka e in Cambogia. Il cardamomo ha baccelli di un caratteristico colore verde e un gusto deciso e piccante. Questa spezia dalle origini antiche è pregiatissima. I Greci e i Romani la utilizzavano per creare fragranze dall’ aroma unico, molto persistente. E’ molto efficace per favorire la digestione e possiede proprietà antisettiche e antinfiammatorie. In India e nel Medio Oriente il cardamomo accompagna un gran numero di pietanze e di dolci; viene anche mescolato al tè e al caffè. Nel Nord Europa si usa per preparare il pane e dessert tradizionali, abbinandolo di frequente alla cannella e ai chiodi di garofano. Cosa aromatizzare con il cardamomo? Il panpepato, le torte, i biscotti, le cheesecake, il tiramisù, le tortine, il budino…gli spunti sono illimitati.

 

 

La noce moscata

 

 

Ha un gusto dolce e agro a un tempo, molto versatile. Si ottiene dai semi di un sempreverde originario dell’ Indonesia, il Myristica Fragrans, coltivato in svariati paesi asiatici e caraibici. E’ possibile acquistarla in polvere o in semi interi da grattugiare. In cucina viene utilizzata per aromatizzare sia le pietanze salate che i dessert: soffermandoci su questi ultimi, la troviamo soprattutto abbinata alle torte, alle cheesecake, ai biscotti e alle creme. Possiede proprietà sedative, toniche e antisettiche, è un toccasana per l’ intestino e contrasta l’aerofagia. Ma attenzione a non eccedere con le dosi: un utilizzo smodato di noce moscata può provocare addirittura stati allucinatori (lo sapevano bene gli antichi Egizi, che se ne servivano per potenziare l’effetto dell’ hashish).