Sulle tracce del Principe Maurice – Un Autunno di rinascita

 

L’ Autunno del Principe Maurice ha avuto inizio nella magica atmosfera del circo. Dal 23 al 27 Settembre, infatti, Maurizio Agosti Montenaro Durazzo (il suo nome all’ anagrafe) ha funto da Gran Cerimoniere di un evento unico nel suo genere, l’ International Salieri Circus Award: coniugando arte circense e musica classica, la prima edizione di questo festival ha addentrato il pubblico in un mondo incantato, onirico, grondante di fascino. Un mondo, al di là del puro intrattenimento a cui mira, permeato di vera e propria arte; di talento e sacrificio. Non è un caso che al Teatro Salieri di Legnago, in provincia di Verona, sia stato celebrato con un contest a cui hanno partecipato i più geniali artisti circensi. A proposito di circo, sapevate che anche Maurice è un professionista del settore? Nei panni del Clown Bianco da lui stesso ideato, “Il Principe”, ha preso parte a spettacoli allestiti sotto tendoni autorevoli quali quello del Circus Roncalli. E non stupisce, perchè come ben sapete l’ ironia è insita nel suo DNA! Lo ha dimostrato anche in TV, di recente, quando su Canale 5 è apparso tra i “diabolici” protagonisti di una burla ai danni di Antonio Zequila nel programma “Scherzi a Parte” (se ve lo siete perso, guardatelo a questo link). Ebbene sì, il nostro eroe sta cominciando a muovere i primi passi nell’ universo televisivo: un traguardo meritatissimo, per la leggendaria icona del Teatro Notturno. La nuova stagione, insomma, ha portato innumerevoli novità nella vita professionale del Principe. Ce le racconterà in questa intervista, alternando l’ entusiasmo per il ritorno a una quasi-normalità dopo l’ incubo Covid al disappunto per le riaperture contingentate dei club.

Ci ritroviamo dopo un’ Estate per te particolarmente rovente. Intanto è già arrivato l’ Autunno e l’Equinozio, il 22 Settembre scorso, ha sancito il suo ingresso. Per molti è un periodo di svolta, di nuovi progetti…un giro di boa. Che rappresenta, per te, questa stagione?   

L’ Autunno, innanzitutto, mi piace molto: è sontuoso – penso ai suoi colori – e anche misterioso per quello che porta con sé, Halloween in particolare…Tra l’altro, per me è stato foriero di cose meravigliose che mi sono accadute e che mi stanno accadendo. Dò il benvenuto a questo Autunno che spero sia di rinascita, anche se normalmente viene visto come un periodo che conduce al freddo e alla “morte” dell’Inverno. Per me, invece, è una sorta di Primavera dell’anima! Inoltre compio gli anni in novembre… E poi bisogna dire che l’Autunno, per il mondo dello spettacolo, corrisponde al preludio della stagione più importante: quella invernale. Evidentemente non è un caso che io lo adori.

 

Il Principe nelle vesti del suo Clown Bianco “Il Principe” a Vienna, con il Circus Roncalli

 

Su VALIUM, le tue ultime news risalgono alla serata degli Amen Spiritual Awards tenutasi alla Terrazza Biennale del Lido di Venezia. Cosa ci racconti dell’evento “I say a little prayer…for me”, che hai dedicato alle donne vittime di sofferenza fisica e morale? Pensi che possa diventare un appuntamento a cadenza fissa?     

Non solo diventerà un appuntamento a cadenza fissa, ma con il patron di Amen, Giovanni Licastro, abbiamo pensato di dedicare una docufiction, un film o una serie a queste storie. Vorremmo dar voce alle donne che normalmente pregano da sole e in silenzio, vorremmo che riuscissero a raccontarsi e a trovare sostegno nel loro sfogo, che al tempo stesso è anche una denuncia. Bisogna che le donne imparino a riportare le violenze subite, a proteggersi e ad affiancarsi a persone che le stimano – quindi le aiutano e le rispettano – come noi. Nell’ aria non c’è solo l’intenzione di ripetere gli Amen Spiritual Awards: il nostro gruppo si renderà promotore di un’iniziativa mainstream che darà risalto in tutto e per tutto a queste problematiche. Come ti accennavo, le storie che raccoglieremo verranno riprodotte in una sorta di fiction che le drammatizzerà e “illustrerà” i racconti delle donne. Starà a loro decidere se rimanere anonime o meno. Alcune situazioni sono molto pericolose, per cui suppongo che dovranno scegliere l’anonimato. Mentre casi come quello di Micol Rossi, che lotta con coraggio contro il morbo di Crohn, vanno sicuramente considerati esemplari e quindi divulgati senza vincoli di sorta: ha appena fondato con persone che vivono il suo stesso problema (non solo donne) un movimento che si chiama “Guerrieri Invisibili”, che si può contattare e coadiuvare sui social.

 

Alcuni scatti tratti dal Red Carpet e dal Gala dell’ evento “I say a little prayer…for me – Amen Spiritual Awards”. Nella foto qui sopra, da sinistra: Giovanni Licastro, Matilde Brandi, Micol Rossi e Christophe Mourey insieme al Principe

Come ci avevi preannunciato qualche mese fa, hai rivestito il ruolo di Gran Cerimoniere del prestigioso International Salieri Circus Award di Legnago: un festival (alla sua prima edizione) che celebra le arti circensi nella città natia di Antonio Salieri. Come hai vissuto quella straordinaria esperienza?

E’ stato pazzesco! E’ stato bellissimo innanzitutto perché la casa di produzione di questo evento, la ProEventi, è super efficiente e ha rappresentato una garanzia dal punto di vista organizzativo. Il festival è stato un esperimento nuovissimo: c’era una giuria prestigiosa, gli artisti erano pazzeschi, ma soprattutto c’erano dei giovani davvero entusiasti, che avevano voglia di mettersi alla prova e magari eseguivano per la prima volta le loro performance con composizioni classiche in sottofondo…L’ esperimento è riuscito in pieno. Abbiamo potuto conoscere meglio il personaggio di Antonio Salieri, che era stato, come dire?,  un po’ “travisato” dal film su Mozart, e da questa esperienza scaturirà senz’altro una voglia di recupero della cultura classica legata a Salieri, un grande del suo tempo. Era molto più conosciuto e di successo di Mozart, poi però è stato dimenticato: la sua era essenzialmente una musica di corte che rimaneva a corte. Ma quando le corti si sono estinte, l’interesse attorno a lui si è spento. Ora merita di essere rivalutato. In questa prima edizione del festival, per problemi di sicurezza associati al Covid, ci siamo dovuti privare di un’orchestra dal vivo. Dalla prossima edizione, tuttavia, potremo avvalerci della presenza di una nota orchestra; al momento non posso anticiparvi più di tanto. Secondo Antonio Giarola, lo stratosferico Direttore Artistico del festival e uno dei massimi esperti mondiali di Arte Circense, il fatto che la musica verrà eseguita dal vivo sarà molto importante. L’intento è proprio di elevare il circo a un’Arte vera e propria accompagnata dalla Musica d’Arte, facendo sì che entrambe si valorizzino reciprocamente e che si crei una commistione nell’ interpretazione davvero sentita, autentica. Della giuria facevano parte personaggi autorevoli: il Direttore di Palcoscenico del Moulin Rouge Thierry Outrilla, il Direttore del Casting del Cirque du Soleil Pavel Kotov, il Ministro della Cultura Ungherese Péter Fekete, che è anche il direttore e fondatore del Circo Stabile di Budapest, e poi Joseph Bouglione, Direttore del Cirque d’Hiver di Parigi…per farvi solo qualche nome. Il “parterre de roi” della nostra giuria, quindi, ha conferito subito grande importanza e dignità al festival. Anche gli artisti coinvolti erano di fama internazionale: 31 in tutto provenienti da 13 paesi, persino d’oltreoceano. E’ stata un’esperienza incredibile, non ultimo, per il loro slancio nell’ affrontarla! In apertura e in chiusura, il mio intervento artistico era affiancato da una performance del Piccolo Circo dei Sogni di Paride Orfei e Sneja Nedeva. Ha sede a Milano e oltre ad essere un’Accademia che divulga l’arte circense propone anche corsi di danza e di recitazione.

 

Maurice insieme a Arturo Brachetti, Presidente della Giuria dell’ International Salieri Circus Award

Act circensi all’ evento del Teatro Salieri di Legnago

Che rapporto hai con il mondo del circo? Immagino che tu sia molto attratto dalla sua magia e dalle atmosfere felliniane che lo permeano…

Ci hai proprio azzeccato! (ride, ndr.). Ho sempre subito la magia del circo e, se devo essere sincero, anche del fatto di poter vedere da vicino molti animali esotici (oggi una sensibilità diversa ci porta ad accantonare la visione negativa di un animale che si esibisce). Però devo dire che la sfida che gli artisti circensi lanciano ai loro corpi, quando con il sorriso sulle labbra eseguono evoluzioni che richiedono un sacrificio abnorme, mi affascina immensamente. La figura che io ho interpretato più volte, anche per circhi prestigiosi come il Roncalli o il Togni, è quella del Clown Bianco. Ti dò una notizia esclusiva che è conosciuta solo negli ambienti del circo: sono un clown ufficialmente, ho creato un nuovo clown che si distingue da qualsiasi altro pagliaccio non solo per il costume ma anche per il trucco. L’ho battezzato “Il Principe”. (ride, ndr) E’ un personaggio a sé stante nel mondo del circo, formalmente riconosciuto. Sono anche un po’ circense, come vedete! Una volta ho avuto l’occasione di intervistare Moira Orfei e lei mi raccontò degli aneddoti, delle cose talmente meravigliose sul circo da farmelo apparire ancora più affascinante…E’ un universo straordinario fatto di gente straordinaria. E poi ho conosciuto tanti altri personaggi, tra i quali il fondatore del Cirque du Soleil Guy Lalibertè che ha rivoluzionato il circo rendendolo più teatrale. Adoro anche il circo equestre, lo trovo molto elegante: i cavalli sono animali abituati a stare con l’uomo, la loro presenza è più compatibile con gli spettacoli circensi rispetto a quella delle bestie feroci.

 

Un’ altra immagine del clown “Il Principe” a Vienna

Con Elena Grossule, regista dell’ International Salieri Circus Award

Dalla provincia di Verona passiamo a Londra, dove a Settembre sei volato per raggiungere uno dei più grandi amori della tua vita: Grace Jones. Di questa eccezionale trasferta devi raccontarci proprio tutto…

Avevo tanta voglia di rivedere Grace, che dalla Giamaica si è trasferita temporaneamente a Londra. Era lì per ultimare un nuovo disco ma anche per stare vicino al fratello Chris, che aveva dei problemi di salute molto gravi. Siamo andati a trovarlo negli ultimi giorni della sua vita e questo fatto, seppur tristissimo, mi ha rincuorato perché sono riuscito a rivederlo e a stare al suo fianco. Chris Jones è mancato proprio in quei giorni, mentre eravamo a Londra. Per Grace era una sorta di fratello gemello, era molto attaccata a lui…Ma nella capitale inglese era volata anche per partecipare a una serata di gala destinata alla raccolta fondi per bambini bisognosi voluta da una Fondazione Reale, che ha organizzato uno spettacolo durante la London Fashion Week. Alla serata hanno preso parte molti stilisti, tra cui Philip Treacy; è stato un bellissimo evento. Chris era una persona carissima, dolcissima, che è stata di grande aiuto per Grace perché pur essendo anche lui un artista, in realtà ha dedicato la sua vita ad assistere la sorella. Lo porterò sempre nel cuore. L’ultima immagine che ho di lui risale a quando gli ho fatto visita prima che se ne andasse. Sono riuscito ad abbracciarlo, e lui ha poggiato la testa sulla mia spalla facendomi capire che era pronto… La prima volta che sono andato a trovarlo in ospedale, invece, non appena mi ha visto ha aperto le braccia e in italiano mi ha detto “Mauri, anche tu qui? Grazie, grazie!” Il fatto di avergli regalato un sorriso nella situazione in cui si trovava mi dà conforto.

 

Foto di gruppo a Londra. Al centro, tra il Principe e Grace Jones, c’è Paulo, il figlio che la diva ha avuto da Jean-Paul Goude

Una bella immagine di Chris Jones in Giamaica, prima che un male incurabile lo aggredisse

Toglimi una curiosità: com’è la “vera” Grace Jones? Al pubblico si mostra aggressiva, grintosa, seduttiva, fiera…una vera pantera, insomma. Ma a riflettori spenti è realmente così?

Grace Jones è una persona oltre ad essere un’artista, e ha tutte le sfumature emotive di una donna estremamente sensibile. L’ho vista così materna, così dolce nei confronti del fratello, e la ricordo molto affettuosa anche nei miei confronti. Certo, è una pantera: bisogna sapere come accarezzarle il pelo, perché se sbagli verso può darsi che ti tagli a fette con gli artigli! (ride, ndr.) E’ passionale, ma anche portatrice di un’umanità straordinaria e di una sensibilità incredibile…perché è una persona speciale. Quando stavamo insieme, spesso congedavamo il personale di servizio; lei cucinava per me e io lavavo i piatti. (ride, ndr.) I piatti li ha lavati molto raramente, Grace, però cucina benissimo: soprattutto le pietanze giamaicane! A Londra le ho procurato un piccolo barbecue, perché ogni tanto facevamo il barbecue in terrazza come una vecchia coppietta. E’ bello vivere questi Vip anche in una dimensione così pulita, semplice e serena. Penso di aver regalato a Grace tanta tranquillità, perché sono una persona pacifica e lei si lasciava piacevolmente contagiare dalla mia serenità. Poterle essere di conforto anche nel triste momento della scomparsa di Chris, per me è stato molto importante. Il nostro rapporto è di grande vicinanza: siamo rimasti i migliori amici l’uno dell’altra.

 

Grace Jones con il modista Philip Treacy, autore del copricapo che ha sfoggiato all’ evento “This is Icon” inserito nella London Fashion Week

Altri scatti dal charity show londinese “This is Icon”

Passo ora a una domanda clou. La sera del 4 Ottobre ti abbiamo visto in TV, precisamente su “Scherzi a parte”, dove eri impegnato nell’ investitura a conte di Antonio Zequila. E ti “dilettavi” sadicamente nel bacchettarlo, peraltro, mentre gli insegnavi il galateo della tavola! Potresti raccontarci qualche aneddoto, qualche dettaglio intrigante sul backstage dello scherzo?

(ride, ndr.) Voi avete visto solo un brevissimo estratto di quello che è successo con Zequila, perché noi con lui siamo stati in ballo dal primo pomeriggio fino a tarda notte. “Scherzi a parte” aveva bisogno di un personaggio come me: dovete sapere che, quando vengono fatti gli scherzi, tutti i protagonisti vanno a cercare su Google con chi hanno a che fare. Quindi, quando sono stato presentato c’è stata immediatamente una ricerca…Io sono un uomo di spettacolo, ma sono anche Principe, per cui mi hanno presentato col mio nome. L’ intera situazione era grottesca! Non so come si possa cadere in un tranello del genere, perché tutto era estremamente surreale. Faccio i complimenti a me stesso perché sono stato bravissimo, e me lo dico da solo! Ma anche tutti gli altri attori, soprattutto l’attrice che ha interagito con Zequila “in notturna”…Devo dirvi che su “Scherzi a parte” è tutto improvvisato (a parte il soggetto, molto particolareggiato), perciò non avevamo un “copione”. Certo, a volte gli autori ci davano ulteriori input da dietro le quinte con gli auricolari, soprattutto per rendere più credibile la vicenda. Per me è stata veramente una bella prova dal punto di vista professionale, mentre dal punto di vista umano…A Zequila è dispiaciuto moltissimo non essere diventato conte: non tanto per la ricchezza, quanto per il titolo. Perché lui ci credeva! A un certo punto ha chiamato al telefono sua madre, Ivana Trump, Barbara D’Urso e chi più ne ha più ne metta per dare la notizia: era davvero convinto di essere entrato a far parte dell’ aristocrazia. Poi, quando ha scoperto che era tutto uno scherzo, è rimasto delusissimo. Ed è dispiaciuto tanto anche a me, non sapevo come confortarlo…mi è venuto il magone. Zequila aveva proprio la velleità di diventare nobile. Ma che risate, quando lo redarguivo! Io la bacchettavo davvero, tant’è che mi diceva che gli stavo facendo male! Quello scherzo è stato troppo divertente…

Sul piccolo schermo ti vediamo sempre più di frequente. Diventare un volto fisso della TV ti piacerebbe?

Mi piacerebbe avere un salotto nel quale poter ospitare i miei amici artisti e raccontare un po’ di storie, oltre a organizzare il format incentrato sulle donne in difficoltà. Diciamo di sì! E’ arrivato anche per me il momento di cominciare a fare televisione, sempre che trovi uno spazio dove io abbia la possibilità di gestire me stesso. Dovrei avere il controllo della redazione, altrimenti non so se mi troverei davvero a mio agio. Oppure, potrei intervenire come opinionista nei settori di mia competenza. Sì, lavorare in TV mi piacerebbe molto! Adorerei condurre un talk show dove farei intervenire sia personaggi famosi che tutti coloro che hanno qualcosa da raccontare, perché secondo me abbiamo bisogno di ascoltarci, scambiare opinioni, dialogare…

 

Il Principe sul Red Carpet di “I say a little prayer…for me” con Alberto Barbera, direttore della 78. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia

Matilde Brandi, Emma Mach e Flavia Cavalcanti al Gala degli Amen Spiritual Awards

Cambiando argomento ed affrontandone uno molto attuale: cosa pensi della riapertura delle discoteche con capienze contingentate?

Sono felice che finalmente il Governo si sia degnato di prendere in considerazione il nostro settore. Del resto, ormai, si ballava ovunque tranne che nei luoghi deputati. Lo scorso weekend è stato il primo di “semilibertà” al ballo. Il contingentamento è assurdamente prudente e denota la confusione scientifica, e anche politica, che ancora domina la scena. Speriamo che l’effettivo miglioramento riguardo contagi e ricoveri dia adito ad uniformare le capienze con gli altri luoghi cosiddetti di assembramento. Giovedì 21 Ottobre faremo un punto della situazione con il Presidente del Silb Maurizio Pasca, esponenti politici ed esperti del settore. Penso che comunque sarà una gran bella festa soprattutto per i giovani, che meritano di divertirsi in luoghi adatti e belli con la musica che a loro più piace e di essere coccolati all’ infinito dopo tutto il sacrificio e il delirio degli ultimi tempi. Viva la musica, che è vita!

 

Maurice bacia Micol Rossi, una delle donne premiate con l’Amen Spiritual Award

Concludo questa serie di domande con il consueto focus sui tuoi progetti e su tutti quegli impegni che, essendo incalcolabili, ho tralasciato involontariamente (mea culpa!) nelle domande…A te la parola!

La mia più grande soddisfazione è che il 23 Ottobre sarò impegnato nei panni di Casanova a Monte Carlo. In collaborazione con Delia Grace Noble, all’ Hotel de Paris, sotto il patrocinio dell’Ambasciata Italiana nel Principato di Monaco e del Principe Alberto II, con le finalità di sempre, allestiremo il mio primo ballo in maschera: un’anticipazione del Carnevale di Venezia che speriamo di riuscire a fare in presenza l’anno prossimo e a cui si sta già lavorando con la partecipazione di VELA, la società partecipata che si occupa di tutti i grandi eventi veneziani. Anche il direttore di Rai Veneto, Giovanni de Luca, si è detto entusiasta di mettere a disposizione lo splendido Palazzo Labia per poter proporre una programmazione di classe, ma divertente, in vista del Carnevale. E dato che rientreremo ancora nelle celebrazioni del 1600simo di Venezia, verrà omaggiata anche la storia del Carnevale. Oltre a questo ho in previsione innumerevoli altri impegni, ma ve ne parlerò più avanti! Sostanzialmente percepisco una gran voglia, un gran fermento…Il desiderio di ricominciare a vivere e a godere dell’arte dell’intrattenimento e della bellezza in generale. 

 

Un annuncio da fare col megafono: sabato 23 Ottobre, a Monte Carlo, il Principe Maurice sarà il Maestro di Cerimonia del Gran Masked Ball!

 

Photo courtesy of Maurizio Agosti

 

 

Sulle tracce del Principe Maurice – Gli auguri “dogali” del Principe per i 1600 anni di Venezia e novità che spaziano dalle arti circensi a un Casanova pop

 

La nuova puntata di “Sulle tracce del Principe Maurice” non poteva che aprirsi con questo meraviglioso video. Venezia compie 1600 anni e, la notte del 25 Marzo (data della sua fondazione), il Principe va a farle gli auguri. Eccovi qualche cenno sulla trama. Manca poco a mezzanotte, la Serenissima è deserta. In pieno coprifuoco, calli, piazzette e canali sono immersi in un silenzio irreale. Un enigmatico personaggio si aggira tra quei luoghi, che la quiete ammanta di incanto: sfoggia i sontuosi abiti di un Doge e sembra uscito dall’ epoca della gloriosa Repubblica di Venezia. Avanza lungo le calli, oltrepassa il Ponte di Rialto, approda in Piazza San Marco. Qui si fa il segno della croce e, inginocchiato davanti alla Basilica, allarga le braccia in un gesto solenne. Quando si rialza, le campane prorompono in un tripudio di rintocchi; è come se il loro suono celebrasse l’ armonia perfetta  instauratasi tra l’ uomo misterioso e la location. Il Doge, allora, comincia a spogliarsi a poco a poco rimanendo nella tuta nera che gli inguaina persino il volto. Ma non appena lo svela…sorpresa! Scopriamo che è il Principe Maurice a celarsi dietro quel notabile d’altri tempi. Inebriato dalla magnificenza della sua Venezia, Maurice le soffia un bacio, mostra al mondo con orgoglio la bellezza di San Marco…L’ amore e la venerazione di cui è intriso il video (diretto da Andrea Rizzo) sono palpabili. Perchè, pur essendo nato e cresciuto in Lombardia, l’ icona del Teatro Notturno ha stretto un legame indissolubile con la Serenissima. La perla lagunare lo ha accolto come un autentico Doge, consolandolo nei momenti più bui e regalandogli splendore, magia, atmosfere oniriche in abbondanza. Il Principe l’ ha ringraziata impersonando il leggendario avventuriero veneziano del ‘700, Casanova, al quale si ispira un progetto – altisonante a dir poco – che presto lo coinvolgerà in un ruolo inedito. Di questo, e di molto altro ancora, parleremo nell’ intervista che state per leggere. E’ una conversazione che tocca svariati temi. Godetevela tutta perchè, dulcis in fundo…si conclude con un emozionante messaggio che Maurice rivolge ai fan, i suoi e di VALIUM: il blog che lo ospita felicemente da ben tre anni.

L’ ultima puntata di “Sulle tracce del Principe Maurice” risale al Carnevale di Venezia digitale. Da allora, si è fatto un passo avanti nella gestione della pandemia: le regioni sono rimaste a colori, ma la fase della vaccinazione sta avanzando più o meno velocemente. La luce in fondo al tunnel, secondo te, è vicina?

La mia sensazione è che il vaccino, effettivamente, stia dando speranza alle persone. Io sono sempre stato abbastanza contrario, però mi rendo conto che in una situazione del genere poter avere almeno una “sicurezza” sia molto importante. Questa ondata è stata terrificante, molto virulenta. Ha colpito anche i più giovani e abbiamo capito che il fenomeno stava diventando decisamente preoccupante. Il fatto che la campagna vaccinale sia iniziata è senza dubbio consolatorio e crea un atteggiamento anche a livello politico, sociale e di conseguenza economico, più costruttivo. Personalmente, devo dire che ho fatto il vaccino Pfizer e non mi ha dato effetti collaterali. Mi sento più sicuro nei confronti di una situazione familiare delicata dal punto di vista della salute, ma anche nei confronti di uno strumento necessario come il Passaporto Sanitario: mi sono portato avanti perché ho tantissimi progetti all’ estero e per me viaggiare sarà tassativo. Nulla dà la certezza di nulla, però il vaccino indubbiamente mette al riparo dalle forme più gravi di Covid. Insomma, mi sono convinto a farlo!

 

Il Principe nei panni del Dottore della Peste durante il Carnevale di Venezia 2021

Come hai trascorso questo ultimo lockdown?

Diciamo che non l’ho vissuto in maniera così claustrale come il primo. In realtà, potendomi muovere per lavoro e avendo svariati progetti in ballo, per me è stato un periodo abbastanza normale. Però dal punto di vista psicologico mi sono reso conto che continua ad essere pesante… Questo lockdown non l’ho trovato troppo duro per quanto riguarda le chiusure e le limitazioni, sono anche riuscito a fare delle cose interessanti, ma un pochino più frustrante, più inquietante. Siamo tutti allo stremo, siamo stanchi… La preoccupazione principale è quella che il nostro ambiente, l’ambiente dell’intrattenimento, è ancora in alto mare. Nonostante la bellissima campagna di rinnovamento d’immagine del SILB veniamo considerati, purtroppo, un ambiente marginale.

 

L’ accattivante grafica del Creative Lab del SILB, la sezione interattiva che si occupa dei progetti dedicati soprattutto ai più giovani

Nel frattempo, ti sei concentrato su due progetti altamente speciali. Uno riguarda il mondo del circo, evocativo per l’elemento onirico e quasi “felliniano”, l’altro il tuo adorato Casanova rivisitato in una chiave inedita di cui sarai tu a parlarci…

Il progetto circense è straordinario. Un regista tra i più significativi della mia carriera, Antonio Giarola (cineasta circense e teatrale acclamatissimo a livello mondiale oltre che scrittore, poeta e pittore), mi ha coinvolto in un’ iniziativa che prende spunto dal Salieri Opera Festival. Antonio Salieri, il famoso compositore che fu antagonista di Mozart alla corte asburgica, nacque a Legnago, in provincia di Verona, e proprio a Legnago c’è un teatro – a lui dedicato – nel quale si svolge ormai da anni quel prestigioso Festival. Per la prossima edizione si è voluto dare spazio ad un progetto nuovissimo: nobilitare l’arte circense riferita alle abilità umane. Acrobati, giocolieri, equilibristi e così via dovranno esibirsi sulle note di brani di musica classica, esaltando i virtuosismi del corpo e la poesia della plasticità. L’ “International Salieri Circus Award”, patrocinato dall’ Associazione Nazionale Sviluppo Arti Circensi,  è il primo festival – concorso internazionale che coniuga il circo con la grande musica classica. Io sarò il conduttore e mi esibirò in alcune performance teatrali negli intermezzi.

 

Il Principe Maurice nella locandina dell’ “International Salieri Circus Award”

Amo molto il circo…Ho interpretato spesso il clown bianco bowiano così come un Casanova circense, dove le acrobazie erotiche diventavano acrobazie tout court. Ho avuto la fortuna di lavorare con Livio Togni e di avere insegnanti straordinari quali, appunto, Antonio Giarola, il padrino di questo favoloso e raffinato  show. Per quanto riguarda la figura di Casanova, invece, mi coinvolgerà su vari fronti: al momento posso dirvi che prenderò parte ad un progetto meraviglioso nelle vesti di assistente alla produzione, consulente e amico a fianco di Red Canzian (ex Pooh), che ha scritto un’opera ispirata a Casanova dal titolo “Casanova Opera Pop”. Ma sarà un Casanova romantico, inedito. Il Casanova immaginato da Matteo Strukul nel suo romanzo, dove l’avventuriero finalmente si innamora e vuole accompagnarsi alla sua Francesca. Si tratta di una produzione originale, ambientata a Venezia, che vanta ben 35 brani inediti (naturalmente, composti da Red Canzian) per due ore di spettacolo e la partecipazione di 25 performer tra cantanti-attori e ballerini-acrobati. La regia porta la firma di Emanuele Gamba. Aggiungo che, siccome questo evento vuol essere autenticamente veneziano anche a livello di artigianalità, i costumi saranno del mio grande amico Stefano Nicolao, già coinvolto in importanti produzioni cinematografiche e teatrali. Vi informo subito sulle date degli show sopraccitati: dal 23 al 27 Settembre per l’ “International Salieri Circus Award” al Teatro Salieri di Legnago, il prossimo novembre per “Casanova Opera Pop” di Red Canzian, che debutterà a Venezia nel delizioso Teatro Malibran prima di andare in tour in svariati teatri d’ Italia e mondiali. Il mio più grande desiderio sarebbe che venisse replicato al Malibran come spettacolo “residente” come è avvenuto per il “Fantasma dell’Opera” nel West End di Londra, perché è la più bella opera pop dedicata al caro Giacomo che io abbia mai sentito. Cambiando completamente argomento, il 9 aprile è uscito un remix a cura di Dj MAXWELL in collaborazione con DINO BROWN e VISEmc di “Techno Harmony”, il brano che avevo inciso negli anni ‘90 con Mario Più. Lo potete trovare su tutte le piattaforme in un’edizione inedita, parzialmente rappata molto intrigante. (qui sotto trovate il promo, ndr)

 

 

Il 2021 è l’anno in cui Venezia festeggia il suo 1600simo compleanno. E tu le hai fatto degli auguri davvero molto, molto speciali…

Il mio contributo ai 1600 anni della Serenissima è un video girato in notturna nella città deserta… Mi emoziono ancora, pensando a quello che ho fatto e a come l’ho fatto! Innanzitutto devo ringraziare Andrea Rizzo, un video maker talentuosissimo che abbiamo qui a Venezia. Con lui collaboro da sempre, non abbiamo neanche bisogno di parlare per capirci. Vi racconto la storia di questo video. Con Andrea, in maniera del tutto improvvisa e clandestina, abbiamo deciso di fare una sorta di flash mob. Sono andato da Stefano Nicolao per procurarmi un costume da Doge e, nottetempo, ci siamo aggirati per la città deserta a fare le riprese. Ti giuro, abbiamo fatto tutto in tre quarti d’ora! Non tanto perché volevo sfuggire ai controlli delle autorità (in fondo stavamo lavorando), ma soprattutto perché volevo pubblicare il video sui social a mezzanotte in punto! Ogni scena era un “buona la prima”. Mentre camminavamo dicevo ad Andrea quello che avrei fatto, dove sarei andato, quali sarebbero stati i miei gesti…Credo che neanche se uno provasse per un mese riuscirebbe a fare delle riprese così perfette! C’era talmente tanto amore, talmente tanta adrenalina, talmente tanta emozione nel girare, che abbiamo finito in un lampo! Siamo partiti da San Giacometto, la chiesa dove si dice che la città sia stata fondata, poi percorrendo il Ponte di Rialto e calli e ponti vari siamo arrivati a San Marco. In piazza, davanti alla basilica, mi sono inginocchiato, ho allargato le braccia, sono passato accanto alle colonne e finalmente si è scoperto che questo misterioso Doge non era altri che il Principe Maurice che, emozionatissimo, rendeva omaggio alla sua Venezia per i suoi 1600 anni di vita. Ho pubblicato il video a mezzanotte ed è diventato virale in tutta Europa nel giro di poche ore! Quella notte, ti giuro, si è compiuta una magia indimenticabile! Per me Venezia è una grande madre, mi ha consolato di grandi dolori, mi ha curato l’anima…Quando ho avuto dei dispiaceri mi sono sempre rifugiato qui. La città mi ha ricambiato con dei momenti languidissimi ma anche di grande gloria, di grande soddisfazione, di grande euforia, per cui non potevo non farle degli auguri speciali per questo anniversario. Venezia, per me, è un po’ come una donna che amo. E Flavia non può essere gelosa, perché competere con un’ “entità” di 1600 anni è fuori discussione…Ubi maior! (ride, ndr)

 

Un Doge contemporaneo e decisamente pieno di sorprese: Maurice immortalato con l’ abito di Stefano Nicolao che indossa nel video dove fa gli Auguri a Venezia

A livello di vita privata, invece, ti suddividi tra Venezia e Milano. Come riuscite a “giostrare”, tu e Flavia, la vostra relazione in gran parte a distanza?

Quando siamo distanti ci facciamo delle lunghe videochiamate, gli aggiornamenti sono quotidiani! Diciamo che funziona, almeno ci si vede e si parla. E’ qualcosa della tecnologia che amo molto: la videochiamata è il futuro che immaginavo, la utilizzo spessissimo in famiglia e anche con Grace Jones, che ora vive in Giamaica. Per me il lavoro e gli stimoli più importanti sono a Venezia, a Milano ci vado per stare con Flavia e per rilassarmi. Quando sono là, se lei sta lavorando le dò una mano. Mi occupo anche di mansioni casalinghe! Chiacchieriamo, lavoriamo, passiamo il tempo, così mi sento utile. C’è molta complicità anche nel lavoro, tra noi.

 

L’ex Pooh Red Canzian insieme al Principe e al costumista Stefano Nicolao: i tre daranno vita, ognuno nel suo rispettivo ruolo, a “Casanova Opera Pop”, un progetto ideato da Canzian

Il logo della produzione

Sulla riapertura delle discoteche è ancora buio pressoché totale. Avete in vista qualche iniziativa a loro favore, con il SILB-Fipe?

Recentemente, abbiamo organizzato uno streaming di sei ore al Teatro Accademico di Castelfranco Veneto. Ma abbiamo in mente di farne prestissimo un altro: si stanno risvegliando varie entità ed associazioni non solo riferite ai gestori, ma anche ai dj, alle agenzie musicali eccetera. Cominciamo ad essere tutti molto stanchi di questa chiusura a oltranza. Quindi, sia riguardo ai locali che all’ ambiente dell’intrattenimento in generale, sono in vista alcune manifestazioni. Anche perché si avvicina la bella stagione e i locali, nei centri turistici, costituiscono delle attrazioni. Il Cocoricò a Riccione, piuttosto che il Muretto a Jesolo, sono poli che attirano persone che di giorno e di sera prima del club vanno a mangiare, a dormire, in stabilimenti balneari, a  fare shopping, a bere, al cinema… Per rilanciare una nazione e il suo turismo non si può prescindere dal settore dell’intrattenimento, di cui fa parte a pieno titolo. L’ intrattenimento ha una funzione culturale, sociale (che io ho sempre ribadito), ma anche turistica ed economica. Tra le manifestazioni che abbiamo previsto, alcune saranno prettamente artistiche: mi ha appena chiamato Leonardo Brogi del team Metempsicosi, che desidera organizzare performance in un teatro ricavato da una cava di marmo. Vogliamo far capire che non ci manca la creatività, non ci mancano le capacità, non ci manca la serietà per fare cose belle. Che la smettano di vedere i locali come luoghi marci dove la gente marcia va a marcire! Siamo pieni di inventiva, di professionalità, e il nostro scopo è dimostrarlo. Uccidere il nostro ambiente significa uccidere qualcosa di significativo per tutti, non solo per i giovani.

 

Il Principe Maurice, portavoce del SILB, durante il convegno in live streaming al Teatro Accademico di Castelfranco Veneto

Un flyer che evidenzia la preziosità della location del simposio

Vorrei chiederti notizie del corto “Vuoto di scena”, che anche i lettori di VALIUM attendono con molto interesse. Ci sono novità al riguardo?

“Vuoto di scena” è nel mio cuore e pronto per prendere vita. Penso che possa essere una delle iniziative a ridosso delle aperture. Speriamo, perché non se ne può più!  Sicuramente anche “Vuoto di scena” diventerà un grido di allarme, di sofferenza e soprattutto di voglia di ricominciare. Vogliamo ricominciare, siamo stufi! Abbiamo bisogno di essere sostenuti, perché il nostro settore non ha ricevuto alcun tipo di ristoro se non aiuti miserrimi con cui non si riesce neppure a pagare le bollette. E’ vergognoso! All’ estero hanno fatto dei bellissimi esperimenti: in Olanda, in Spagna…Bisogna proseguire su quella strada, provare a capire come si può fare per ricominciare a vivere. Ma iniziando subito! Le ferite della pandemia sono difficili da cancellare a livello psicologico, economico…E ci vorranno anni per cancellarle davvero. Se continuiamo così, ci devasteranno!

 

Il Principe: “Casanova sì, ma non oltre i 73 anni!”…A quell’ età, infatti, l’ affascinante Giacomo morì e Maurice ha deciso che smetterà di interpretarlo dopo il suo 73simo compleanno

Nei periodi di lockdown, se ci fai caso, si nota che sono proprio i luoghi della socialità e dell’aggregazione, come i bar, i pub, i ristoranti, le discoteche, i locali in generale, ad animare le città. Di conseguenza, a mio parere, se ora sono i più penalizzati, possiamo star certi che – supportati da adeguati ristori – sopravviveranno a qualsiasi tipo di catastrofe. Cosa pensi di questa mia teoria?

Sono pienamente d’accordo! La gente avrà voglia di ricominciare a incontrarsi, a vedersi. Ma bisogna erogare immediatamente dei ristori adeguati, altrimenti molti locali non riapriranno. Una buona parte non avrà più modo di restare aperta, altri falliranno. Pagare i fornitori, le tasse, gli affitti, le bollette, sono incombenze che determineranno la loro sparizione. Quelli che riusciranno a rimanere in piedi sicuramente si riprenderanno, ci sarà una bellissima rinascita, però li devono mettere in condizione di risorgere…Vanno supportati! Anche perché, come dici tu, questi luoghi di socialità saranno molto ambiti e saranno necessarissimi per far ritornare le persone ad una sorta di normalità mentale e comportamentale.

 

La locandina del convegno on line #musicafutura, organizzato dal SILB

Oggi, dire “mondo della notte” equivale a dire “coprifuoco”. Secondo te, quel mondo potrà tornare presto a scintillare?          

Parlando di locali notturni, discoteche e sale da ballo bisognerà capire come reinventarsi, come riproporsi. Perché mentre andare al bar o al ristorante è qualcosa di più comune, andare a divertirsi in un locale sarà sicuramente un bel passo da fare: la gente si sta disabituando a certi ritmi. Tutto questo ci offrirà una grande chance per reinventarci, persino dal punto di vista della sostenibilità. Vorremmo utilizzare gli spazi delle discoteche anche in diurna, ce ne sarà bisogno per far ritrovare i giovani tra loro a parlarsi e a ricrearsi…E’ una bella sfida! Il passaggio dal coprifuoco alla riapertura non sarà facile. Sarà una sfida, ripeto, ma siamo pronti ad affrontarla.

Dal punto di vista interiore, pensi che il dramma della pandemia ti abbia cambiato? Quanto ti ha toccato nel profondo?

La mia fortuna è stata quella di aver trovato in Flavia una compagna che mi ha sostenuto, perché io detesto la solitudine. Se avessi dovuto passare il lockdown da solo sarei impazzito: sono un animale sociale, un animale da palcoscenico…E senza quella che è la mia essenza, la mia vocazione, non avrei retto. Per cui, certo, la pandemia mi ha segnato e mi ha toccato, però mi ha anche fatto riflettere su delle cose molto belle che avevo dentro. Mi ha fatto prendere decisioni importanti, come quella di sposarmi con la persona giusta: una scelta che magari, in altre circostanze, avrei fatto con più calma…Sotto certi aspetti, quindi, il periodo del lockdown per me è stato positivo. Sotto altri, inquietante e lo è tuttora. Tutto dipende dalle persone con cui puoi condividere i momenti difficili. E se non posso condividerli con tutte le persone meravigliose che continuano a seguirmi anche attraverso i social, voglio interagire con una persona sola, ma che sia speciale come lo è Flavia. Per me la chiave dell’esistenza è la condivisione. Se non avessi potuto condividere questo brutto periodo con nessuno sarei morto interiormente. Ma anche se Flavia, che è creativa e stimolante, è riuscita a farmi superare il dramma del lockdown, sono rimasto comunque molto segnato. La cosa più avvilente è che, dal punto di vista politico e sociale, il mondo della notte viene considerato qualcosa di superfluo o da buttare. Dietro di noi ci sono storie, famiglie da mantenere, passioni, investimenti, possibilità…Come si può pensare che se una discoteca chiude non sia qualcosa di importante? Ultimamente ho avuto una soddisfazione dal sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, che in una riflessione televisiva a “Quarta Repubblica” ha parlato anche delle discoteche. L’ho ringraziato e gli ho detto che era stato il primo ad aver pensato a noi. Per l’opinione pubblica i locali notturni sono troppo spesso associati alla droga, all’alcol, al vizio… Eppure il fatturato, la quantità di persone che ci lavorano, la qualità, sono sotto gli occhi di tutti. Cancellare un comparto del genere vuol dire fare un grosso danno economico, oltre che culturale e sociale. Perchè i giovani, abbandonati a loro stessi, quale modo trovano per sfogarsi? La violenza, le risse, i suicidi. Noi li sappiamo gestire, è il nostro lavoro! Li facciamo star bene…Buttati là così si perdono…Speriamo di riuscire a recuperare presto la nostra funzione che è anche la nostra passione.

 

Ca’ Pier, il “buen retiro” veneziano del Principe: qui Maurice si ritempra e si rigenera

In un periodo drammatico come quello che stiamo vivendo, si spera ancora per poco, vorrei concludere con il tuo consueto (ma mai scontato) messaggio ai fan. Cosa dici ai tanti giovani che in te hanno sempre visto un’icona, un punto di riferimento?

Dico che in me troveranno sempre un punto di riferimento, perché li stimo, sono il futuro. Sono molto attento alle loro esigenze, voglio ascoltarli il più possibile. Con una faccia tosta incredibile, quando incontro dei giovani per strada mi ritrovo a fermarli (con la mascherina e a dovuta distanza) e a chiedere “Scusate: come state vivendo questo momento, cosa vorreste?”. Sto cercando di fare una sorta di indagine demoscopica per rimanere vicino a loro. Li esorto ad avere pazienza e desidero che sappiano che sono sempre nel mio cuore, nel cuore di noi tutti che abbiamo fatto dell’industria del divertimento una missione. Che presto cercheremo di farli star bene e di fargli dimenticare queste brutture. Gli chiedo di mantenere i loro valori di base e gli dico che continuiamo ad amarli, anzi, che li amiamo ancora di più. Capiamo i loro disagi e vogliamo al più presto consolarli, ridandogli quella gioia di vivere che meritano di recuperare. Alleluja! (ride, ndr) La forza d’ animo non ci manca: così come mi sono inventato il flash mob per fare gli auguri a Venezia, va a finire che ci inventeremo gli speakeasy come ai tempi del proibizionismo se non ci danno il via ufficiale!!! A parte gli scherzi,  noi del mondo della notte vogliamo metterci a disposizione della società, della politica e, non ultimo, persino della sanità. Lo sai che tante discoteche hanno offerto i loro spazi per poter effettuare la vaccinazione? E’ un’iniziativa partita proprio dal SILB. Sono locali ampi, situati in posizioni strategiche e si sono messi a disposizione delle Asl come luoghi di vaccinazione. Noi siamo qui, al servizio della comunità, per far divertire i giovani, per farli riflettere e per farli star bene. Vogliamo riappropriarci del nostro ruolo!

 

La magnolia secolare che il Principe ha immortalato durante un soggiorno presso alcuni amici: un inno alla vita, al ciclo di eterna rinascita della natura. La nostra conversazione si conclude così, con questa immagine. Augurandoci che sia di buon auspicio…

 

Photo courtesy of Maurizio Agosti