“Rock’n Roll is a State of the Soul”: il Summer Jamboree compie 20 anni e li festeggia (anche) con una grande mostra

Foto (c) Guido Calamosca

Il Summer Jamboree festeggia il suo 20esimo compleanno! E a Senigallia, la “spiaggia di velluto” che ogni anno ospita il Festival Internazionale di Musica e Cultura dell’ America anni ’40 e ’50 (clicca qui per visionare il calendario), le celebrazioni hanno preso il via il 31 Luglio, data di inizio dell’ edizione 2019: fino all’ 11 Agosto prossimo, la città balneare marchigiana torna indietro nel tempo, calandosi in un vero e proprio set che inneggia all’ era d’oro del Rock’n Roll. Frangette, gonne a ruota, biker jacket e brothel creepers sono i leitmotiv di ogni look, il Rock’n Roll in tutte le sue declinazioni fa da colonna sonora 24 ore su 24. Appuntamento imprescindibile per miriadi di fan degli anni ’50 e non, il Summer Jamboree è tornato ad avvolgerci nelle sue atmosfere frizzanti, vantando una lunga lista di ospiti d’eccezione e di iniziative come gli immancabili Rockin’ Village vintage market e Burlesque Show accanto a moltissime novità. Per il ventennale del Festival – il primo per importanza in tutta Europa – a Senigallia arrivano performer del calibro dei Los Lobos (USA), che si esibiranno durante l’affollatissimo Hawaian Party on the Beach, Jimmy Clanton (USA) e Jimmy Gallagher (USA), pionieri rispettivamente del R’n’B della Gulf Coast e del Doo-Wop – genere a cui, il 7 Agosto, verrà dedicata un’intera Big Doo-Wop Night che vedrà protagonisti suoi numerosi esponenti, solo per citarne alcuni Charlie Thompson (USA), The Velvet Candles (ES), The Class of ’58 (UK), Greg (ITA) e The New Tones (ITA). Sui palchi del Foro Annonario, della Rocca e di piazza Garibaldi si susseguono 39 concerti gratuiti che abbracciano svariati stili musicali: oltre al Rock’n’Roll e al Doo-Wop il Rockabilly, il Rhythm’n’Blues, lo Swing, il Country, il Western Swing, l’Hillbilly, tutti rappresentati da prestigiosi ospiti internazionali. Qualche nome? I Tail Gators (USA), il Big Boy Bloater Trio (UK), Shaun Young and the Texan Blue Dots (USA), i Ray Collins’ HOT-CLUB (DE) e Jimmy Dale (USA) alternati ad una serie di new talents, a innumerevoli presenze femminili – tra le quali spicca Bailey Dee (USA) – ed alla storica house band del Festival The Good Fellas (ITA).

 

Foto (c) Matteo Crescentini

Non mancherà, come già detto, l’attesissimo Burlesque Show and Cabaret che quest’anno vedrà esibirsi l’ affascinante Miss Betsy Rose (UK) con il sottofondo live di Alex Mendham and his Orchestra feat. The Dunlop Sisters (UK), big band di jazz e swing che si avvale di strumenti musicali d’antan. Imperdibile la Rock’n’Roll Revue, uno spettacolare tributo ai classici del Rock’n’Roll eseguito dalla Abbey Town Jump Orchestra (ITA) e da una “staffetta” di eccelsi artisti che si alterneranno l’uno dopo l’ altro sul palco. A presentare il 20esimo anniversario della kermesse sono la pin up-pasticcera Alice Balossi e il carismatico frontman Jackson Sloan (i lettori di VALIUM conoscono bene entrambi, clicca qui e qui per rintracciare le loro rispettive interviste) insieme al critico musicale Dario Salvatori, pilastro di un Festival che oltre alla musica offre una panoramica ad ampio spettro della cultura anni ’40 e ’50. Ecco allora il Dance Camp, il Dopofestival alla Rotonda al Mare, l’ American Classic Car Cruise (sfilata d’auto d’epoca), uno Street Food che vi delizierà il palato e djset tenuti dai top names mondiali del settore, tra cui Ringo di Virgin Radio. Le novità del ventennale includono la consacrazione della non-stop di tatuaggi Old School Walk In Tattoo (che ha esordito l’anno scorso), portata avanti da guru del tatuaggio come Gippi Rondinella e da molti altri tatuatori ancora.

 

Foto (c) Amedeo Turello

“ROCK’N’ ROLL IS A STATE OF THE SOUL” – Summer Jamboree 20th Anniversary Immersive Exhibition

A rendere ancora più speciale il 20esimo compleanno del Festival è Rock’n’Roll is a State of the Soul, un’esposizione che, negli spazi di Palazzo del Duca e di Palazzetto Baviera, instaura un iter fotografico-multimediale incentrato sui momenti più significativi del Summer Jamboree e sulla cultura Rock’n’Roll in senso lato. Inaugurata il 14 Giugno da Peter Ford, figlio della star di Hollywood Glenn Ford, la mostra è curata dall’ Associazione Summer Jamboree, co-prodotta dal Comune di Senigallia con la collaborazione della Regione Marche e sarà visitabile fino al 29 Settembre 2019. Sono oltre 300 gli scatti che la costituiscono, distribuiti in 20 sale espositive. Una foto, in particolare, è risultata talmente iconica e rappresentativa da aver ispirato il manifesto del ventennale del Festival: avete presente la “bellezza al bagno” in costume rosso fuoco? Bene: ricorda non poco un’ immagine in cui Eve La Plume (Burlesque queen ed ex presentatrice della kermesse senigalliese) venne immortalata mentre, radiosa, si immergeva in mare nei pressi della Rotonda (i lettori di VALIUM potranno scoprire l’ aneddoto associato a questa foto rileggendo qui l’ intervista con Eve). Ma la diafana diva non appare solo nel suddetto scatto: sappiate che le è stata dedicata una maxi installazione, un Wall of Wonder di 2,50×2,20 mt che riproduce un Burlesque show olografico-virtuale in tre atti dalla durata di sette minuti. Rimarrete a bocca aperta ammirando la piattaforma tridimensionale che, grazie agli ologrammi fluttuanti nell’aria, vi coinvolgerà in un’autentica visione “live” dello spettacolo di Eve (il Wall of Wonder è il primo di simili dimensioni mai apparso in Italia). Il resto del percorso annovera ritratti, foto di backstage, di costume e di streetstyle rétro, manifesti, scatti d’autore di icone del Rock’n’Roll, video ed immersive room, una traiettoria che non vuol essere esclusivamente descrittiva bensì indicativa dell’ essenza, del mood che il R’n’R racchiude in sè; il tutto, ovviamente, filtrato dagli obiettivi che per 20 anni hanno immortalato il Summer Jamboree in ogni suo aspetto.

 

Foto (c) Giovanni Cocco

Il Rock’n’Roll, quindi, come uno stato dell’ anima che viene colto e divulgato da una straordinaria esposizione. Non dimentichiamo che questo genere musicale ha dato il via ad un’autentica rivoluzione culturale: ha abbattuto le barriere interrazziali, inneggiando all’ amore e alla condivisione. La mostra, ai fini di trascinare gli spettatori in una full immersion delle atmosfere rievocate nelle 20 sale, si avvale di una Extended Reality tecnologica che accresce la magia di un patrimonio visivo in cui personaggi quali Dita Von Teese, Chuck Berry, gli Stray Cats, i Bill Haley’s Original Comets e Jerry Lee Lewis risaltano accanto a moltissimi altri ancora. Tra gli autori degli scatti troviamo gli autorevoli nomi di Luca Locatelli, Giovanni Cocco, Pippo Onorati, Amedeo Turello, Guido Calamosca e Graziano Panfili, affiancati a un incredibile numero di professionisti che hanno saputo raccontare la “Hottest Rockin’ Holiday on Earth” catturandone gli istanti più indimenticabili.

La mostra è aperta tutti i giorni dalle 17 alle 23, ma durante il Summer Jamboree l’orario di chiusura si prolungherà fino all’1.00. Per ulteriori info su “Rock’n’Roll is a State of the Soul” clicca qui

 

Foto (c) Guido Calamosca

Foto (c) Luca Locatelli

Foto (c) Giovanni Cocco

Foto (c) Amedeo Turello

Foto (c) Giovanni Cocco

Foto (c) Henry Ruggeri

Foto (c) Marco Matteucci

Foto (c) Guido Calamosca

 

 

Photo Courtesy of Summer Jamboree Press Office

 

 

 

Summer Jamboree #19: al via la “Hottest Rockin’ Holiday on Earth”

Foto (c) Guido Calamosca

A Senigallia torna il Summer Jamboree! A partire da oggi fino al 12 Agosto, il Festival Internazionale di Musica e Cultura dell’ America anni ’40 e ’50 tramuterà in un autentico set vintage la “città della spiaggia di velluto”.  La kermesse, alla sua 19ma edizione, si preannuncia a dir poco spettacolare:  42 concerti (di cui 39 a ingresso gratuito) dislocati su ben tre palchi in centro storico (al Foro Annonario, alla Rocca Roveresca, in Piazza Garibaldi) vedranno protagoniste le più leggendarie star del rock and roll – qualche nome? Il mitico Brian Hyland, Graham Fenton (che sostituirà Rudy “Tutti” Grayzell), Celine Lee, Dale Watson – mentre il sogno americano rivivrà in ogni sua possibile declinazione. Da non perdere il Big Hawaiian Party sulla spiaggia, ormai un appuntamento fisso, con la partecipazione eccezionale del duo composto da David Marks (Beach Boys) e Dean Torrence (Jan&Dean), oltre a una miriade di eventi che include Dj set outdoor, Dance Camp tenuti da docenti DOC della scena swing internazionale, travolgenti dopofestival alla Rotonda a Mare e molto, molto altro ancora. I fan più sfegatati del rétro troveranno pane per i loro denti al Rockin’ Village, un vintage market che conta oltre 80 espositori, e al park di auto americane pre ’69. Ma sono in previsione grandi novità, come il Walk In TATTOO: una non-stop di tatuaggi Old School che prenderà il via il 3 Agosto, negli iconici spazi della Rotonda a Mare. L’ attesissimo Burlesque Show, un altro must del Festival, tornerà invece al Mamamia con un party in cui l’ orchestra hot jazz dei Chicago Stompers la farà da padrona. Come ogni anno, a Senigallia confluiranno appassionati da tutto il globo per celebrare il Rock and Roll a 360°: dagli anni Venti all’ exotica, dal bluegrass al rockabilly. A condurre la 19ma edizione del Summer Jamboree saranno la blogger, pin up e pasticcera Alice Balossi e l’ esplosivo frontman britannico Jackson Sloan (leggi qui la sua intervista con VALIUM). Siete pronti a lasciarvi trascinare nel rutilante, effervescente mood della “Hottest Rockin’ Holiday on Earth”?

Per info sul calendario e sul programma completo: www.summerjamboree.com

 

Foto (c) Guido Calamosca

Foto (c) Guido Calamosca

Foto (c) Gian Luigi Dolce

Il manifesto della 19ma edizione del Festival

Foto (c) Guido Calamosca

Foto (c) Davide Bona

Foto (c) Guido Calamosca

Foto (c) Davide Bona

Foto (c) Davide Bona

Foto (c) Marco Matteucci

Foto (c) Guido Calamosca

Foto (c) Guido Calamosca

Foto (c) Marco Matteucci

Foto (c) Guido Calamosca

Foto (c) Giuseppe Reggiani

Foto (c) Beatrie Perticaroli

 

Photos courtesy of Summer Jamboree Press Office

 

Da artista di strada a cantastorie contemporaneo: quattro chiacchiere con Jack Paps

 

Lo incontri e pensi che, di certo, non passa inosservato: sembra direttamente uscito da una affiche della Belle Epoque. Sul fatto che sia un artista non ci sono dubbi, ce lo racconta un look  a metà tra l’ eccentrico e il bohémien. L’hanno definito “un moderno menestrello”, e l’aria del cantastorie gli si addice: la barba folta, i baffi d’antan, i capelli raccolti in due lunghe trecce sono un po’ il “trademark” di Jack Paps, così come la tuba e gli anelli gipsy. In realtà, il suo talento si è sempre rivelato estremamente eclettico. Curioso della vita, intuitivo, Jack diventa un musicista da autodidatta e inizia ad esibirsi con la sua fisarmonica come artista di strada. Qualche anno dopo lo ritroviamo sul palco di uno degli eventi clou dell’ estate, il Summer Jamboree, dove ha introdotto l’ attesissimo Burlesque Show: pigiando sui tasti dell’ inseparabile fisarmonica, Paps ha conquistato immediatamente l’ audience della kermesse senigalliese. Un vero e proprio trionfo, il suo, personaggio che si distanzia dalle atmosfere anni ’40 e ’50 del Festival a favore di un’ ispirazione squisitamente “fin de siècle”. L’ ho voluto incontrare per saperne di più su di lui e sulla sua arte: c’è da scommettere che di Jack Paps sentiremo parlare molto, nei mesi a venire. Io, nel frattempo,  ho scoperto che ama svelarsi con parsimonia e che è un vero maestro nel potenziare l’ attenzione grazie a un misterioso “non detto”.

Come racconteresti il tuo background esistenziale e formativo?

Non mi sono mai iscritto a un Conservatorio e non ho mai studiato musica privatamente, durante l’adolescenza non ho fatto parte della band più quotata della scuola e non sognavo di diventare un musicista professionista. Per giunta, ora che lo sono, non credo che vorrò esserlo ancora a lungo. Da bambino ho trovato una piccola pianola tra la cianfrusaglie del garage e da quel primo approccio con la musica questa è rimasta, seppur in maniera riservata, un frammento sostanziale della mia vita per 20 anni. Suonare e cantare restano di fatto le voci attraverso cui posso esprimere la parte immateriale, l’origine e il centro del mio pensiero, della volontà e della coscienza a me stesso e a nessun altro.

 

(Photo by Giuseppe Reggiani)

 

Come nasci artisticamente?

Vengo da una famiglia poco abbiente e per non pesare e dare una mano ho cominciato a lavorare a 15 anni. Ho fatto i lavori più disparati, dal cameriere alla guardia giurata, dal facchino al corriere e intanto nel corso degli anni, nonostante l’impegno e la serietà, le situazioni lavorative che incontravo non mi permettevano di poter costruire qualcosa di stabile. All’età di 24 anni ho deciso di rivoluzionare la mia vita e in un periodo storico in cui il lavoro precario era all’ordine del giorno ho optato per il più precario di tutti, l’artista. Così ho cominciato tra le calli e i campielli di Venezia come artista di strada, con una fisarmonica sgangherata che sapevo suonare a malapena. Da cosa nasce cosa ed è cominciata una vera e propria vita errante partecipando a festival di arte di strada italiani e stranieri, collaborazioni musicali, e successivamente spettacoli teatrali. La professione si è consolidata poi con la partecipazione e le esibizioni nelle feste private e negli appuntamenti mondani più attesi dell’anno. Cinque anni fa prendevo in mano la fisarmonica senza sapere da dove partire e a oggi ho collezionato un racconto di condivisione tra palchi, salotti e strade affollate.

Per descriverti hai usato la definizione di “artista di strada”. Su cosa sono incentrate, esattamente, le tue performance?

Anche se il mio lavoro mi porta a esibirmi in ambienti altolocati e benestanti, non ho ancora smesso per sopravvivere di lavorare in strada. Ho cominciato come artista di strada e mi esibisco nella fattispecie ancora oggi come cantastorie intrattenendo i passanti con canzoni e filastrocche. Nel corso degli anni però il mio spettacolo si è trasformato molto e da esecuzione musicale si è evoluto in una piccola boîte a surprises dalla quale escono le note della fisarmonica, brani anni ’30 e gag dove per esempio i bicchieri vengono frantumati con la sola forza della voce ed io mi esibisco con improbabile delicatezza in coreografie di danza classica corredato di tutù.

 

(Photo by Giuseppe Reggiani)

 

Guardarti è come immergersi in atmosfere bohemien e molto “fin de siècle”: cosa ti lega a quell’ epoca?

L’immaginario, la moda della Parigi di fine ottocento, i suoi personaggi e le idee rivoluzionarie sono stati l’ispirazione che hanno alimentato la mia ricerca e le mie esibizioni a sviluppare l’aspetto che ha oggi il mio spettacolo. Sono intrinsecamente legato a quell’epoca per certi aspetti che si associano alla mia vita da quando ho cominciato a fare questo mestiere. Mi sono divertito nell’immaginarmi simile agli artisti bohémien durante i concerti abusivi nelle strade o nei bassifondi di città suggestive come Venezia, oppure quando per imparare le sonorità e i ritmi delle musiche balcaniche ho cominciato a frequentare e a suonare assieme ai gitani di Milano.

Alla fisarmonica classica hai aggiunto sonorità contemporanee, più prettamente elettroniche: perché?

Sono cresciuto negli anni ’90 ascoltando Gabry Ponte e gli Eiffel 65 e oggi, volente o nolente, nonostante io abbia approfondito un altro genere musicale, amo ancora la techno più grossolana e cafona. Ecco perché ogni tanto tendo a cimentarmi in esperimenti di questo genere.

 

(Photo by Giuseppe Reggiani)

 

Quest’ anno hai esordito al Summer Jamboree introducendo il “Burlesque Show” al Teatro La Fenice. Com’è andata?

E’ stata una scommessa per gli organizzatori, sapevo che avrei dovuto aprire lo spettacolo che avrebbe coinvolto artisti e musicisti internazionali. Ho avuto un solo brano per riuscire a scaldare il pubblico di 800 persone che hanno riempito il teatro e, considerando l’entusiasmo e gli applausi al termine dell’esibizione, direi che ho adempiuto egregiamente al mio dovere.

Cosa ti ha colpito di più del Festival?

Per me il SummerJamboree è stato uno sconvolgimento culturale irresistibile che mi ha riportato negli anni ’40 e ’50 in cui la musica univa le classi sociali, e che durante questi 12 giorni, allo stesso modo, ha reso tutti indiscriminatamente partecipi a un evento traboccante di gioia e allegria.

(Photo by Davide Bona)

Pensi che se raggiungessi una notorietà massiccia il tuo modo di approcciarti all’ arte ne risentirebbe?

Per il mio tipo di personalità, per come sono fatto io, potrebbe davvero essere una cosa deleteria e probabilmente non mi farebbe bene.

Veniamo al gossip. Che puoi dirmi del tuo love affair con Eve La Plume?

Sono innamorato. Direi che è tutto!

Hai qualcosa che bolle in pentola, dopo l’esperienza senigalliese?

Pensavo di mollare tutto e diventare insegnante di Yoga.

 

(Photo by Davide Bona)