Valentino Haute Couture Autunno Inverno 2020/21: il valore del sogno

 

La collezione è stata presentata nello Studio 10 di Cinecittà, ma potrebbe aver avuto come location il mitico Studio 5 – quello dove Fellini girava i suoi film – da quanto è onirica e meravigliosamente sbalorditiva. “Of Grace and Light”, la live performance focalizzata sull’ Haute Couture Autunno Inverno 2020/21 di Valentino, lascia senza fiato: sprigiona magia in dosi massicce, un incanto accentuato dal video (guardalo qui) del fotografo Nick Knight che la introduce. La situazione mondiale attuale, segnata dal Covid-19, rappresenta uno spunto iniziale. Pierpaolo Piccioli si concentra sul “dopo”, sul concetto di “rinascita”, auspicando ad un Rinascimento che affondi le radici (proprio come avvenne secoli orsono) nell’Umanesimo e quindi nei valori umani. La moda si intreccia a doppio filo con questa concezione, in particolare l’Haute Couture: è un’ arte “in movimento”, che prende vita da un minuzioso lavoro manuale e viene plasmata attraverso un eccellente savoir faire artigianale. Infine è il corpo ad animarla, con le sue movenze e la sua gestualità. Ma la moda è anche sogno, creatività, bellezza nella quintessenza, tutti elementi da cui non può prescindere: per esprlmere il proprio punto di vista, Piccioli si è avvalso dell’ apporto di Nick Knight. Nel video diretto dal fashion photographer, esaltato da un etereo brano di FKA Twigs in sottofondo, il “fatto a mano” e l’arte digitale instaurano un dialogo spettacolare. I quindici look proposti dal direttore creativo di Valentino si calano in un universo visionario dove mappature ed effetti speciali li trasformano, li frazionano, li rivisitano tramite un tripudio di nuove forme e di colori: diventano fondali marini, piume di uccelli esotici, bouquet di fiori, ectoplasmi luminosi e fluttuanti, meteoriti infuocate. A conclusione del filmato, la frase  “Non vogliamo essere subito già così senza sogni”, che Pierpaolo Pasolini inserì nelle sue “Lettere Luterane”, avanza in scrolling orizzontale. Sono parole significative, perfettamente in linea con lo spirito della performance e della collezione stessa; un’ode ad un concetto di moda che va oltre il marketing e i fini meramente commerciali per esaltare l’ importanza della meraviglia, di un Umanesimo che mette al centro l’uomo ed il suo genio.

 

Un frame tratto dal video di Nick Knight

Dopo il video di Nick Knight, ha inizio la performance vera e propria. Il sipario si apre su una scena celestiale: è una visione lunare quella che il pubblico si trova di fronte, quindici modelle issate sui trampoli o su altissimi piedistalli che gli abiti che indossano, in un evanescente total white, celano sapientemente. Attorno a loro il buio, sullo sfondo piccole luci sparse…Sembra di ammirare un cielo stellato dal quale spuntano, circondate da un alone soffuso, fatate creature. Gli abiti sono lunghi almeno quattro metri, teatrali, vaporosi.

 

 

Le affascinanti Pierrot che li sfoggiano dondolano su altalene sospese nella notte oppure si stagliano, come candidi astri, sul suo sfondo nero.  In questa cornice surreale, non sorprende che le silhouette stravolgano ogni equilibrio e proporzione: i look vengono evidenziati al massimo, in tutta la loro magnificenza scultorea. Ecco così apparire delle autentiche opere d’arte dove miriadi di piume ondeggianti, volumi scolpiti nel taffetà, lineari tuniche, crinoline, ruches in abbondanza, frange senza fine e bagliori argentei si affiancano in un tableau vivant dove la magia raggiunge l’apoteosi. L’ ispirazione a cui si rifà il video accentua la suggestività della visione: Knight e Piccioli prendono come riferimento Loie Fuller, la memorabile danzatrice della Belle Epoque che usava esibirsi disegnando arabeschi con l’ incredibile quantità di stoffa dei costumi che la avvolgevano. La danza come movimento, e l’abito che grazie al movimento prende vita, sono uno dei cardini della concezione di Couture espressa da Pierpaolo Piccioli. Anche la scelta del bianco potrebbe incastrarsi nella filosofia del designer: emblema di un nuovo inizio, è il colore più rappresentativo del Rinascimento visto come “rinascita”, come punto di ripartenza. Il bianco è la purezza, la luminosità, sul bianco possono essere tracciati tutti i colori possibili. Che è quello che fa Nick Knight, d’altronde, nel video mozzafiato di “Of Grace and Light”. Ed è proprio sul connubio tra “digitale” e “umano” che il Rinascimento di cui parla Piccioli poggia le sue basi. Un Rinascimento della moda che riafferma il valore della fantasia, dello splendore, del savoir-faire più squisito: un trio indissolubile per dare vita a un sogno che la collezione Haute Couture Autunno Inverno 2020/21 di Valentino tramuta in straordinaria realtà.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Moschino Pre-Fall 2019: un omaggio a Federico Fellini

 

La location è lo Studio 10 di Cinecittà. Al suo interno, una scenografia che replica fedelmente quella della festa più memorabile de “La Dolce Vita”: i fotogrammi in cui, tanto per capirci, Celentano intona “Ready Teddy” e Anita Ekberg/Sylvia si scatena al ritmo del rock’n roll. La ricostruzione delle millenarie Terme di Caracalla fa ora da sfondo a una sfilata d’eccezione. E’ la sfilata della collezione Pre-Fall 2019 di Moschino, in scena per la prima volta a Roma, che rende omaggio a Federico Fellini ed alle sue leggendarie pellicole. L’ immaginario onirico, surreale, poetico del grande regista rivive in un fashion show spettacolare, dove la contemporaneità più sciccosa e sporty si fonde esplosivamente con l’ iconografia (e con l’iconoclastia) felliniana: armature da centurione rivisitate e scritte latine ornamentali rievocano l’ antica Roma di “Satyricon”, l’ abito con cui la Ekberg fa il bagno nella Fontana di Trevi si tinge di rosso ciliegia, le dame di “Casanova” ispirano sontuose creazioni settecentesche con tanto di corpetto e crinoline. Opulenza e cura per il dettaglio fanno da leimotiv ad ogni look. La magia di “Otto e mezzo” riaffiora negli scenografici boa di struzzo simili a quello indossato da Claudia Cardinale, un tripudio di lustrini celebra il glamour de “La Dolce Vita”. Non mancano parka, bomber iper decorati, cappotti stretti in vita da ampie fasce in raso rosso, viola e oro che rimandano alla sontuosità del défilé clericale immortalato in “Roma”. A quello stesso film fanno pensare i preziosi scheletri ricamati sugli outfit, ma anche i pantaloni multicolor da centauro che sembrano citarne il gran finale. E poi, ancora, un impalpabile abito nero adornato da due battenti a testa di leone posati sul seno. Mi piace immaginarli associati al portone che Anna Magnani si chiude alle spalle in una delle ultime scene della pellicola: lo splendore di un palazzo patrizio e la travolgente veracità di “Nannarella”. Ovvero, due emblemi supremi di Roma che neppure Fellini avrebbe potuto ignorare.

 

 

Non si possono tralasciare le acconciature mozzafiato che l’hairstylist Jimmy Paul ha ideato per l’occasione: troneggianti parrucche rococò, chiome ramate alla “Gradisca” si alternano a updo anni ’60 in stile “Otto e mezzo” e vengono impreziositi da corone, elmi romani, maxifiocchi, copricapo in piume da autentica diva. Il risultato? Un’ ode alla visionarietà felliniana che esalta ed avvalora il tributo di Jeremy Scott all’ immaginifico regista di Rimini. (Guarda qui la sfilata completa)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Chanel Métiers d’Art: una “parisienne” a Roma

Paris-Rome: un connubio tra moda, cinema e stile che ha fatto rivivere, grazie alla sfilata Chanel Métiers d’Art, uno squarcio di Ville Lumière magicamente calato nelle atmosfere oniriche del Teatro 5 di Cinecittà. Dove Federico Fellini girò – tanto per intenderci – buona parte dei suoi film. E come il “borgo” di Amarcord, caratteristico nella sua tipicità che il ricordo amplifica e rende universale, il quartiere parigino allestito come set del défilè ha riprodotto un intreccio di piazze e vie associate alla quintessenza della “francesità”: l’ arredo urbano in ferro battuto, i lampioni, i tavolinetti all’aperto di un café, le botteghe della floriste e della boulangerie, la locanda, il Garage de la Place – tutti in un bianco e nero di rigore, come in un film della Nouvelle Vague – hanno ricreato il mood parisien più fortemente radicato nell’ immaginario collettivo. In un angolo, l’ immancabile fermata del Métro. Stazione: Rome. E’ da lì che sono emerse, flessuose come giunchi, le jeunes filles di Karl Lagerfeld. Ma nel tributo che “Kaiser Karl” ha dedicato idealmente ad Anna Magnani e Jeanne Moreau, è lo stile di un’ ennesima musa a imporsi: Brigitte Bardot. Il beauty look e l’ hairstyle della sfilata lo sottolineano a chiare lettere, evidenziando uno smokey eyes denso di bagliori e un bedhead cotonato che inequivocabilmente ricordano l’ iconica diva. Non è un caso che la “parigina a Roma” di Chanel esibisca, ad ogni passo, una sensualità profusa. Il coat disinvoltamente appoggiato sulle spalle, i capelli lunghi e sciolti, l’ allure trasognata, le modelle sembrano di ritorno da una romantica soirée e avanzano sulle immaginarie strade a ciottoli con noncuranza. L’ hairstylist Sam McKnight ha suggestivamente rievocato il “lungo” iperfemminile e  un pizzico selvaggio di BB proponendo chiome con la partitura centrale, laterale e con frangetta che di una massiccia cotonatura sul retro fanno il proprio punto forza.  Il make up, ideato da Tom Pecheux, ha posto nello sguardo il suo punto focale: l’occhio è stato interamente contornato di ombretto iridescente e eyeliner, le ciglia hanno acquistato in volume e lunghezza grazie ad ampie dosi di mascara. Utilizzando Chanel Illusion d’ Ombre Long Wear Luminous Eye Shadow nella nuance Griffith Green – un verde smeraldo dai toni dark– e Velvet Long Wear Luminous Matte Eye Shadow, un ombretto in crema nel profondo grigio onice Fleur de Pierre, Pecheux ha sfumato un alone di colore sulle palpebre superiori e inferiori sottolineandole poi con Stylo Yeux Waterproof Eyeliner nella tonalità Noir Intense. Uno strato di mascara nero Le Volume de Chanel ha rifinito in modo ottimale il make up occhi, rendendolo al tempo stesso sexy e strong. Fard steso in un velo leggero e labbra “discrete”, nei toni del nude, hanno completato l’ opera. A donare ulterior vigore al beauty look, grandi cerchi dorati alle orecchie che hanno accentuato una allure fascinosamente sensuale.

 

 

 

 

 

 

Il close-up della settimana

 

Métiers d’Art, la collezione-emblema della preziosa perizia artigianale degli atelier Chanel, fa tappa a Roma. Una Roma riproposta nei leggendari fasti di “Capitale del Cinema”, nelle vesti di quella “Hollywood sul Tevere” che fece da sfondo a La dolce vita. Dopo centri come Salisburgo, Dallas, Londra, Shangai, Parigi e Tokyo Karl Lagerfeld ha infatti optato per la Città Eterna, e precisamente per i teatri di posa di Cinecittà, come location nella quale sfilerà la collezione Métiers d’Art 2015/16. Paris-Rome, in programma il 1 Dicembre prossimo, avrà infatti la prestigiosa cornice del Teatro N. 5 tanto caro a Federico Fellini:  un dettaglio che, oltre a rappresentare un tributo nei confronti del cinema italiano e del Maestro che raccontò al mondo una “nuova” Roma, non può che richiamare alla mente il profumo – Chanel N.5, appunto – forse più iconico della Maison. Per l’ occasione, sempre negli Studios romani verrà proiettato Once and Forever, il nuovo cortometraggio dedicato da Karl Lagerfeld a M.lle Coco. Sarà Kristen Stewart ad interpretare una giovane attrice in procinto di impersonare Gabrielle Chanel: un debutto in grande stile per la musa del designer tedesco (nota al pubblico per il ruolo della fascinosa Bella Swan di Twilight), mentre Géraldine Chaplin vestirà per la quarta volta i panni di Mademoiselle in età avanzata. Già testimonial della collezione Métiers d’Arts Paris-Dallas 2013/14 e dell’ advertising campaign borse del Marzo scorso Kristen Stewart ha incarnato, inoltre, l’ “esprit Chanel” in occasione del défilè Haute Couture Autunno Inverno 2015/16 e si accinge a diventare il volto dell’ imminente campagna pubblicitaria Paris-Rome. Lo short movie diretto da Karl Lagerfeld annovera nel cast anche i nomi di Amanda Harlech, Baptiste Giabiconi, Jake Davies, Laura Brown, Jamie Bochert e François Marthouret: non ci resta che attendere la fatidica data del 1 dicembre per scoprire le meraviglie che ci riserveranno le nuove, splendide creazioni di Métiers d’Art e il prossimo corto incentrato sulla mitica figura di Coco Chanel.

 

Nella foto: Kristen Stewart nell’ advertising campaign Chanel Métiers d’Art Paris-Dallas 2013/14