” Vivi nel presente, lanciati in ogni onda, trova la tua eternità in ogni momento. “
(Henry David Thoreau)
(Foto: Knut Robinson via Unsplash)
Il blog di Silvia Ragni
” Vivi nel presente, lanciati in ogni onda, trova la tua eternità in ogni momento. “
(Henry David Thoreau)
(Foto: Knut Robinson via Unsplash)
” Bisogna, quaggiù, che i fiori muoiano ed il loro profumo svanisca perché diventino frutto e nutrimento. Lassù, respireremo un fiore eterno. Ed il suo profumo ci nutrirà. Solo ciò che muore si riproduce. La fecondità è un perpetuo compromesso tra l’essere ed il nulla. L’eternità è sterile: dove i fiori non appassiscono, i semi sono inutili. L’inflessione unica della tua voce, la luce fuggitiva del tuo sguardo, la freschezza delle tue mani sulla mia fronte, l’ora eletta in cui la preghiera aveva il sapore del pane terreno spezzato dopo la rude fatica d’un giorno d’estate: questo, questo solo, ritroverò in Dio. Ma senza limiti, ed al di là del filtro avaro del momento e del luogo. Qui, ho vissuto solo di queste briciole, ho camminato solo alla luce rapida di questi lampi. Ma queste briciole saranno lassù un pane inesauribile, questi lampi un’alba senza tramonto. L’abitudine sarà scomparsa: tutto sarà stupefacente sorpresa. L’uniformità, la separazione — il triste destino dei granelli di sabbia tutti eguali e tutti solitari — non getteranno più la loro ombra: niente sarà simile a niente, e tutto sarà immerso nell’unità. La resurrezione sarà più vergine di una nascita; la certezza e l’imprevisto fioriranno insieme. «Amate quel che non potrà mai essere visto due volte». Tutto ciò che merita di essere contemplato non si lascia guardare impunemente due volte. Bisogna desiderare vederlo eternamente. L’inferno è ripetizione; il cielo, rinnovamento.”
Gustave Thibon, da “L’uomo maschera di Dio”
Dato che in questi giorni abbiamo parlato spesso della Scandinavia, vi presento un profumo che rievoca la luminosità maestosa di Polaris, la Stella Polare. Il suo nome è Mismar, “chiodo” in azerbaigiano, un riferimento al “Chiodo del Nord” che fa immaginariamente da perno alla costellazione dell’ Orsa Minore, e la scia olfattiva che lo costraddistingue rimanda all’ammaliante scintillio astrale che brilla laddove la notte è senza fine. Il sistema stellare di cui fa parte Polaris, l’astro che sin da tempi remotissimi indica il Nord ai viandanti e ai marinai, risplende come polvere dorata nell’ emisfero celeste boreale. Polaris è la stella più lucente, una stella pulsante eppure immobile nel suo perenne orientare il cammino; tutti gli altri astri le ruotano apparentemente attorno. La fragranza che la rappresenta è intensa, avvolgente al punto giusto per trascinarci in un straordinario viaggio siderale.
Mismar esordisce con effervescenti note di testa di ginepro per poi approdare a un cuore che combina accenti speziati di zenzero con penetranti sentori di cipresso. Il fondo consolida il fascino della mistura grazie a magnetiche note di ambra grigia ed incenso. Il risultato è una Eau de Parfum ipnotica che risalta per la propria unicità.
Il flacone, di un blu profondo come quello della notte polare, viene impreziosito da un tappo sferico color oro “increspato” da incisioni che riproducono la superficie di una stella. Ma chi è la Maison che ha ideato Mismar? Il suo nome, In Astra, è significativo. Si tratta di un brand italiano di profumeria artistica fondato dalle sorelle Sofia e Fabiola Bardelli nel 2020: il marchio, lanciato in pieno lockdown con l’intento di veicolare un messaggio di luce e di rinascita, è nato in omaggio agli astri e alla sontuosità dell’ universo. La magnificenza del cielo stellato e il suo potere di suscitare emozioni sono lo spunto dal quale scaturisce la filosofia del brand. L’idea è quella di associare un elemento effimero come il profumo allo splendore eterno delle stelle, dando vita a un connubio ammaliante e potentemente sensoriale. Tutte le fragranze create dalle sorelle Bardelli, non a caso, sono dedicate agli astri: si chiamano Antares, Betelgeuse, Tistar (sorta da un leggendario ponte di luce che unì due amanti), e nascono da un susseguirsi di emozioni che va di pari passo al ciclo perenne di rinascita e trasformazione delle stelle.
“In Astra è guardare il cielo da un’altra prospettiva, ascoltando la storia che le stelle ci raccontano”, dichiara il naso del brand Sofia Bardelli. Trasferitasi a Grasse dove ha frequentato il Grasse Institute of Perfumery, ama i profumi da sempre e proprio a Grasse, la loro patria, ha imparato ad approcciarsi alla profumeria come a un’autentica arte dove gli ingredienti di altissima qualità occupano un ruolo di primaria importanza.
Tutte le fragranze di In Astra sono Eau de Parfum unisex acquistabili nell’esclusivo formato da 50 ml. Ogni flacone è racchiuso in un iconico packaging blu notte su cui spicca un motivo di stelle dorate come il nome del profumo e della Maison.
” In qualche modo, il ciclo della natura è replicato nell’ anima dell’ essere umano: dalla pianta nasce il fiore che attrae le api che lo impollineranno e gli consentiranno di tramutarsi in frutto. Quel frutto produrrà sementi, le quali faranno nascere altre piante che si caricheranno di fiori che attireranno sciami di api fecondatrici che renderanno possibile la crescita dei frutti – e così per sempre, sino all’ eternità. Che sia benvenuto l’ autunno, la stagione in cui bisogna abbandonare il vecchiume per permettere al nuovo di emergere. “
Paulo Coelho, da “Hippie”
“Era convinta che le grandi religioni del mondo esistenti fino a quel momento fossero nate prima che qualcuno avesse avuto la possibilità di crescere accanto all’oceano. Lei credeva nell’oceano. Jacaranda credeva che l’oceano fosse un gigantesco dio che la cullava, che si poteva convincere a vedere le cose come le vedeva lei e che poteva generare onde perfette. “Onde perfette, onde perfette, onde perfette,” ripeteva Jacaranda nei giorni di piatta. Nei giorni in cui c’erano grandi onde, in silenzio chinava il capo verso l’oceano e lo ringraziava. Parlava con l’acqua, la implorava di riscaldarsi. Quando il surf era rovente, tutto raggiungeva uno stato di gloria assoluta ed equilibrio perfetto tra il suo corpo, le onde e l’eternità. “Ragazzina, tu sei cresciuta in California,” le dicevano spesso, “non hai idea di cos’è la vita. Un giorno andrai a sbattere contro un muro di mattoni.” “Tipo?” chiedeva. “La neve?””
Eve Babitz, da “Sex & Rage”
Un “Rinascimento Ipersensibile” si accinge a entrare in dialogo con il “Rinascimento Elettronico” di Bill Viola. La mostra con cui Firenze celebra il guru della video arte, visitabile a Palazzo Strozzi fino al 23 Luglio, ospiterà una performance che la giovane artista Reverie ha concepito come veicolo di introspezione poetica e dedica al Maestro statunitense: l’ appuntamento è fissato per giovedì 20 Luglio, nella location storica che dalle 18,30 alle 21,30 si tramuterà in “stanza” di Reverie. A cura di Valentina Guidi Ottobri (leggi qui la sua intervista con VALIUM), “Rinascimento Ipersensibile” è un momento di interazione sperimentale pura. Le radici toscane che accomunano l’ emblematico edificio, la performance artist e gli esordi artistici di Bill Viola – significativamente calati nella Firenze anni ’70 – sono il fil rouge su cui viene imbastito un universo nuovo, cicli vitali in un continuo divenire. A fare da protagonisti Reverie e i suoi gesti, le sue emozioni, il corpo come unico strumento, che l’ opera video riproduce fin quasi a rendere tangibili. L’ obiettivo è il coinvolgimento del pubblico, la condivisione totalizzante: il risultato sarà una sintesi fondata su reazioni squisitamente soggettive. “Mi sono riproposta di lavorare sui sensi, sulle sensibilità singole e collettive per andare oltre alla superficie delle cose e – puntare – come insegna Bill Viola – alla loro anima.”- dichiara l’artista – “Cosa scatena il gesto dell’ incontro nella Visitazione? Cosa succede al cuore del Martire? E voi avete visto per caso passare l’ Eternità?”.
Il gesto viene indagato nelle sue fondamenta, senza artificio, finalizzato a una fruizione condivisa: è’ così che acquista una funzione maieutica, stimola gli interrogativi che provocano il cambiamento. In questo contesto, spiega ancora Reverie, “gli spunti rappresentati nei corpi di Bill Viola saranno scintille di vita e scateneranno una continuità senza fine, una ciclicità ininterrotta che produrrà un fluire ipersensibile.” La nascita, la morte, la forza degli elementi rappresentano i cardini stessi dell’ arte di Viola, con le opere del quale la giovane artista si interfaccia tra la “Strozzina” e il Piano Nobile di Palazzo Strozzi. La performance di Reverie ripristina la fisicità del tempo, percorre la traiettoria che dalla nascita conduce alla ricerca dell’ eternità. Il suo “Rinascimento Ipersensibile” si prefigge di creare, insieme al pubblico, un’ opera corale: “Perchè la vita della performance è nel presente e il mio corpo solo un tramite per un dialogo al di là del sensibile.”, conclude l’ artista toscana.
REVERIE
In francese significa “sogno ad occhi aperti”, “fantasticheria”. E al contrario di quanto si possa pensare, Reverie è il vero nome di battesimo di Eloisa Reverie Vezzosi, giovanissima artista visiva nata a Vinci e milanese d’adozione. Performer eclettica, Reverie ha dedicato all’arte ogni infinitesimo istante della sua esistenza. Si esprime volentieri coralmente perchè ama tradurre la visione altrui attraverso molteplici linguaggi espressivi. Nel suo percorso artistico risaltano particolarissime azioni poetiche virtuali e una ricerca che si avvale delle modalità del video, della fotografia, di oggetti dell’ effimero. Le sue performance nascono con l’ intento di instaurare un dialogo tra il pubblico e le opere, tra la realtà tangibile e la realtà virtuale.
Per saperne di più: www.artmoodon.com
“Rinascimento Ipersensibile”
Dedica fluida all’ opera di Bill Viola
A cura di Valentina Guidi Ottobri
il 20 Luglio dalle 18,30 alle 21,30
c/o Palazzo Strozzi
Piazza degli Strozzi, Firenze
Per info: www.palazzostrozzi.org
Photo courtesy of Valentina Guidi Ottobri