Odori nella notte limpida

 

“La notte era limpida e lui si sentiva la testa limpida e fredda come l’aria. Sentiva l’odore dei rami di pino sotto di sé, l’odore degli aghi schiacciati e quello più acuto della resina dei rami recisi. “Pilar” pensò. “Pilar e l’odore della morte. Questo è l’odore che mi piace. Questo è il trifoglio appena tagliato, la salvia calpestata quando uno cavalca dietro un armento, il fumo della legna e delle foglie che bruciano d’autunno. E’ l’odore della nostalgia, l’odore del fumo dei mucchi di foglie che bruciano l’autunno nelle strade del Missoula. Quale odore preferiresti sentire? L’ erba dolce che gli indiani adoperano nei loro cesti? Il cuoio affumicato? L’ odore della terra a primavera dopo la pioggia? L’odore del mare quando uno cammina in mezzo alle ginestre su un promontorio in Galizia? O il vento di terra quando si avvicina a Cuba nell’oscurità: l’odore dei fiori di cactus, di mimosa e delle viti marine? O preferisci l’odore del prosciutto fritto, la mattina, quando hai fame? O quello del caffè del mattino? O di una mela quando la mordi? O di un frantoio quando si prepara il sidro, o del pane appena sfornato? Ma allora devi aver fame” pensò, e si girò su un fianco e si mise a sorvegliare l’ ingresso della caverna alla luce delle stelle riflesse dalla neve. “

Ernest Hemingway, da “Per chi suona la campana”

 

 

 

La Toscana d’autunno

 

” La Toscana è bella d’autunno. Puoi camminare lungo sentieri che hanno il profumo dei funghi e delle ginestre, ascoltare le voci del vento che chiama dai poggi orlati di cipressi e di abeti, pescare le anguille nei borri dove il torrente rotola sui sassi scivolosi di borracina, andare a caccia di lepri e di fagiani nelle macchie di erica rossa, ed è tempo di vendemmia, l’ uva si gonfia violetta tra i pampini fitti, i fichi pendono dolci dai rami che fremono di fringuelli e di allodole, nei boschi le foglie si accendono di giallo e di arancione bruciando il monotono verde d’estate. Se ti senti stanco di te stesso e hai bisogno di ritrovare te stesso, lavarti dei dubbi, non c’è posto migliore della Toscana d’autunno: andiamo in Toscana, ti dissi. Venisti, e la vecchia casa sulla collina non era mai stata incantevole come quell’ autunno. L’ edera l’ aveva fasciata in fiammate di rosso che si arrampicavano fino alle finestre del secondo piano e ai merli della torretta, i rosai erano inaspettatamente sbocciati in un tripudio primaverile, e così il glicine che dalla ringhiera della terrazza prorompeva in cascate di tenero azzurro. Era fiorito anche il corbezzolo dinanzi alla cappella, bacche di porpora su cui i merli si gettavano ingordi, e nella vasca le ninfee galleggiavano bianche, superbe. Tu però vi gettasti un’ occhiata di indifferenza e poi ti confinasti in una reclusione che escludeva ogni interesse o curiosità. Per giorni e giorni non uscisti quasi mai. Non ti inoltrasti mai tra i filari di viti per cogliere un chicco d’uva, non ti recasti mai nel bosco per respirare l’aria odorosa di ginestre e ammirare il paesaggio dalla cima del crinale. Solo una volta ti spingesti trenta metri oltre il cancello per scoprire, sorpreso, che le castagne maturano dentro un involucro irto di aculei e le noci dentro una buccia chiamata mallo, e un’ altra scendesti in giardino per notare con raccapriccio che nella vasca delle ninfee c’erano i pesci e per chiedere se nella cappella c’erano i morti. “

 

Oriana Fallaci, da “Un uomo”

 

 

Clandestino Susci Bar, un angolo di incanto affacciato sul mare

 

Una baia tra gli scogli, ginestre che tempestano di giallo le pendici del promontorio,  mare turchese senza confini. E al centro di questo paradiso, una palafitta affacciata sull’ orizzonte acquoso di cui riproduce il colore: è il Clandestino Susci Bar, locale-icona della Riviera del Conero e del Parco Naturale che porta lo stesso nome. Arrivate a Portonovo e, mentre percorrete il sentiero per raggiungerlo, vi addentrate in full immersion nella rigogliosa macchia mediterranea. Sentori di ginepro e di corbezzolo, un fico “segnaletico”, il mare che vi si apre di fronte evocando esotici scenari…Tutto contribuisce a regalarvi, strada facendo, un’ inebriante esperienza sensoriale.  Al Clandestino Susci Bar vi attendono menu del tutto inediti e una visuale mozzafiato dell’ Adriatico su cui vi sembrerà di galleggiare: merito delle immense vetrate che valorizzano adeguatamente questo locale “pieds dans l’eau”. Ma a dispetto del nome, non aspettatevi solo susci (con la “sc” al posto dell’ “h” per indicare la sua rivisitazione in chiave creativa). Moreno Cedroni, chef 2 stelle Michelin e un prestigioso CV che annovera premi, pubblicazioni e il ruolo di Ambassador all’ Expo 2015, è pronto a stupirvi con creazioni gourmet ispirate a concept ogni anno diversi. Ma prima di esplorare il menu 2018 e il suo tema, scopriamo qualcosa in più su questo locale che è ormai un must per chi ama evadere in uno scenario incantevole esaltato dai colori del cielo e del mare: è Moreno Cedroni in persona a “raccontarci” il Clandestino e la sua storia.

 

 

Quando è nato il Clandestino, e perchè il suo nome?

Il Clandestino nasce nel luglio del 2000 da un incontro amicale tra me e Maurizio Fiorini, patron dell’Hotel Emilia e appassionato di musica. La canzone di Manu Chao ne ispirò il nome.

Esiste un target di clientela predominante?

Il target di clientela predominante è piuttosto giovane ed informale, il luogo ispira libertà e contatto con una natura incontaminata. Il Clandestino, poi, nel corso degli anni è diventato un locale alla moda e di conseguenza richiama anche curiosi che vengono attirati dalle voci e poi ne rimangono affascinati.

Quali sono le caratteristiche del vostro menu “Primavera/Estate”?

Intanto, una premessa. Ogni anno il Clandestino ha un nuovo menu, una nuova collezione, un nuovo argomento di ispirazione che avvicina il pensiero del sushi – diventato Susci –  ad un pensiero più’ concettuale. Si partì dal Susci a colori, poi ci furono quello figlio dei fiori, quello favoloso, quello letterario e così via fino ai giorni nostri, dove i Vichinghi con i loro ingredienti e le loro tecniche hanno determinato gli ingredienti dei piatti. Questo per quanto riguarda il menu degustazione;  nel menu alla carta, invece, ci sono piatti d’apertura come la polentina con frutti di mare cotti e crudi o la capasanta bruciacchiata, e poi i piatti migliori di ogni stagione.

 

Moreno Cedroni

Qual è, a suo parere, il principale punto di forza del locale, quello che lo rende unico nel suo genere?

Il principale punto di forza è sicuramente la natura incontaminata e protetta del Parco del Conero, i colori che entrano nell’anima, e poi una cucina trasversale alle offerte della baia e comunque nuova, che ogni anno si rimette in discussione con nuovi sapori.

 

 

Il menu degustazione 2018 del Clandestino, “Vichinghi”, è un’ autentica delizia per gli appassionati di mitologia norrena (ma non solo):  le portate hanno nomi come Njord (una rivisitazione alle alghe della bevanda alcolica firmata dallo chef, il Cedronic), Sigurd (Sigfrido, l’ eroe epico a cui è dedicato un piatto a base di carne cruda, susine al Miso fermentate, erba ostrica e polvere di cappero),  Bùri (nonno di Odino e capostipite degli Asi che ha ispirato un goloso mix di sgombro salato, spuma di friggitelli e acqua di cavolo viola),  Thor (la divinità scandinava viene omaggiata con un sontuoso King Crab con pesto di alghe e pastinaca fermentata), Gullveig (alla strega che portò la discordia tra gli Asi è intitolata una frittatina con sarde affumicate, acetosella e olio al dragoncello), Frigg/Freyia (stoccafisso norvegese e baccalà, amatissimi dai Vichinghi, esaltano i propri sapori abbinandosi a una piedina al farro, cipolla agrodolce e acetosella per celebrare la consorte di Odino). Per chiudere in bellezza, un dessert a dir poco iconico: ribattezzato Odhinn (Odino), combina l’ idromele di antica tradizione nordica con gelato al miele e nocciole. Valkyria si avvale, invece, di un ensemble di olivello spinoso, porridge con tapioca e gelato allo skyr inneggiante al folclore e alla simbologia vichinga.

 

Bùri, dal menu 2018 “Vichinghi”

 

Per saperne di più sul Clandestino Susci Bar: 

http://www.morenocedroni.it/clandestino/il-locale/

 

Foto del Clandestino Susci Bar © Francesco Scipioni