Febbraio

 

Che ti mormora il sangue negli orecchi e alle tempie
quando è là di febbraio che nel bosco
ancora risecchito corre voce
d’una vita che ricomincia.
(Mario Luzi)

 

Benvenuto al mese di Febbraio, dal latino “februare” ovvero “purificare”: nell’ antica Roma, infatti, a Febbraio si svolgevano i Lupercalia, dei riti di purificazione in onore di Febris, una dea alla quale venivano attribuite speciali virtù guaritrici. Le celebrazioni, che culminavano il 14 Febbraio, con l’avvento del Cristianesimo furono soppiantate dalla festa di San Valentino. E’ curioso sapere che Febbraio cominciò a esistere solo nel 713 a.C., con Numa Pompilio: il calendario romano iniziava a Marzo e i latini reputavano l’Inverno una stagione priva di mesi. Quando Numa Pompilio aggiunse Gennaio e Febbraio, assegnò a quest’ultimo solo 28 giorni – quanti ne bastavano per concludere l’anno. Origini del mese a parte, quel che è certo è che a Febbraio, pur essendo ancora pieno Inverno, iniziano a palesarsi indizi che preannunciano l’arrivo della Primavera. Le giornate si fanno più lunghe, i raggi del sole risplendono sul candore della neve. Sbocciano i primi fiori: il bucaneve, il crocus, i ciclamini. Gli uccelli acquatici popolano i laghi e gli stagni, la linfa risale a poco a poco dalle radici degli alberi e prende il via la cosiddetta “migrazione di ritorno”. Il canto dei volatili è ogni giorno più frequente, le cinciarelle vanno alla spasmodica ricerca del posto ideale in cui nidificare. Sono solo tracce, dettagli quasi impercettibili, che lasciano presagire la svolta imminente del cambio di stagione. Febbraio è un mese costellato di ricorrenze: il 2 Febbraio si celebra la Candelora (che commemora la presentazione di Gesù al Tempio), il Carnevale raggiunge il suo culmine (quest’anno Giovedì e Martedì Grasso cadranno, rispettivamente, l’8 e il 13 Febbraio), San Valentino scalda i cuori degli innamorati e nel 2024 coinciderà con il Mercoledì delle Ceneri.  I segni zodiacali del mese sono l’Acquario e i Pesci, il colore è il viola, la pietra preziosa è l’ametista: conosciuta anticamente come una delle cinque gemme cardinali (le altre sono il rubino, il diamante, lo zaffiro e lo smeraldo), sfoggia nuance che spaziano dal lavanda al prugna passando per magiche gradazioni di indaco.

 

 

Foto via Pexels, Pixabay e Unsplash

 

Giovedì Grasso

 

Giovedì Grasso: oggi il Carnevale entra nel suo pieno. Iniziano i festeggiamenti veri e propri, la baldoria impazza. Balli, parate e travestimenti si alternano in un vortice di coriandoli, esplode il divertimento più sfrenato. “Semel in anno licet insanire”, dopotutto, come dicevano i latini: una volta all’ anno è lecito impazzire! Anche il palato ha di che soddisfarsi, tra chiacchiere, frittelle, cicerchiata e castagnole di rito, ma tutti e cinque i sensi sperimentano un autentico stato di grazia. La vista, in particolare, viene coinvolta nel tripudio di colori e fantasia incontenibile che incarnano le maschere, tradizione numero uno di ogni Carnevale che si rispetti. Vi state chiedendo il perchè dell’appellativo di Giovedì Grasso? Per comprenderlo, bisogna risalire al significato delle celebrazioni “carnascialesche”: il Carnevale è una festa mobile, che cambia cioè data di anno in anno, in quanto è strettamente legato al principio della Quaresima. E la Quaresima, che comincia subito dopo Martedì Grasso, precede Pasqua di 40 giorni. Prima del Mercoledì delle Ceneri, che inaugura il periodo di digiuno e penitenza quaresimali, il Carnevale ci permette di fare il pieno di allegria e di soddisfare qualsiasi pulsione godereccia. L’aggettivo “Grasso”, riferito sia al Giovedì che al Martedì di Carnevale, sta quindi ad indicare i cibi – “grassi”, appunto, ovvero ricchi e sostanziosi – che ci è consentito assaporare in questi giorni. Magari, accompagnandoli ad alcolici in dosi massicce.

 

Giovanni Domenico Ferretti, “Arlecchino e Colombina” (1700 ca.)

 

Che la festa abbia inizio, dunque! Da oggi fino a Martedì Grasso (il 21 Febbraio), ogni giocoso eccesso è lecito. A Milano, dove si osserva il rito ambrosiano, al divertimento viene dedicato qualche giorno in più: il Carnevale termina con la prima domenica di Quaresima, quindi si concluderà il 25 Febbraio. Ma se volete saperne di più sulla festa più folle dell’ anno, non dovete far altro che attendere il post di domani. Vi garantisco che sarà molto, molto speciale…decisamente imperdibile. Stay tuned!

 

 

Le ultime 4 foto (scattate in Piazza San Marco) della gallery sono di Effems, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, attraverso Wikimedia Commons

 

Oggi a colazione: frittelle “carnascialesche”

 

La colazione di oggi tiene conto che, ebbene sì, è iniziato il Carnevale. Il periodo più folle dell’ anno è stato inaugurato il 31 Gennaio e culminerà con questa triade di date: 11 Febbraio, Giovedì Grasso; 14 Febbraio, domenica di Carnevale (che si sovrapporrà a San Valentino); 16 Febbraio, Martedì Grasso. Nelle panetterie e nei supermercati castagnole, frappe e chiacchiere già imperversano, inneggiando al lato ghiotto di una festa dalle radici antichissime. Per evitare i dolci più inflazionati senza trascurare la tradizione, scegliamo però le frittelle: sono un’ autentica delizia e sfoggiano una allure internazionale, poichè rimandano ai caratteristici pancake a stelle e strisce. Ma se gli americani arricchiscono i loro pancake con miele, fragole, salse varie e frutti di bosco, alle frittelle basta una spolverata di zucchero per stuzzicare il palato. Anche la preparazione è piuttosto semplice. E’ sufficiente munirsi di ingredienti come il latte, la farina, il lievito di birra, il burro, la scorza di mezzo limone, l’ essenza di vaniglia, il sale, l’ olio di semi di arachidi per la frittura dell’ impasto e lo zucchero semolato, meglio se  in abbondanza. Dopodichè, va seguita scrupolosamente la ricetta (la trovi qui ). Il risultato finale sono dei dolcetti tondeggianti e piatti, dalla consistenza soffice e cosparsi di zucchero sui due lati. Vengono anche detti “frittelle del Luna Park” perchè è comune trovarli negli stand dei parchi di divertimenti, ma il loro gusto è talmente squisito che non potevano non rientrare tra le specialità “carnascialesche”. E più che meritatamente, bisogna dire: provare per credere!