La stella marina: caratteristiche e simbologia dell’ icona degli abissi

 

Le stelle non “abitano” solo in cielo. Potete trovarle anche ai suoi antipodi, nelle profondità degli abissi. Come gli astri della volta celeste, le stelle marine emanano un fascino del tutto peculiare: sfoggiano tonalità vibranti, a volte sono multicolori, e se in gran parte si avvalgono di cinque braccia (le punte), diverse specie ne presentano dalle sei alle cinquanta! Il loro nome scientifico è Asteroidei, appartengono alla classe Asteroidea e al gruppo degli echinodermi (in cui rientrano, tanto per fare un esempio, anche i ricci di mare). Le stelle marine, o asterie, vivono nei fondali acquatici dell’ intero pianeta, ma nei mari tropicali potrete rintracciare gli esemplari più variopinti e sgargianti.

 

 

A livello di struttura, gli Asteroidei presentano la tipica simmetria pentaraggiata, originata da un disco centrale e diramata in cinque punte pressochè identiche che costituiscono le braccia dell’ animale. Tutto il loro corpo è rivestito da piastre (sia ossee che calcaree) che compongono il dermascheletro. Individuare il lato frontale e posteriore di una stella marina è praticamente impossibile, per i non esperti. In sintesi, si possono distinguere un lato orale e uno aborale: sul primo è posta la bocca, sul secondo l’ ano. Il lato orale è ricco di canali acquosi, detti solchi ambulacrali, diffusi in lunghezza su tutte le braccia. E’ proprio dai solchi ambulacrali – il sistema acquifero della stella – che fuoriescono prolungamenti simili a dei tubicini muniti di ventose; si chiamano pedicelli ambulacrali e permettono all’ animale di spostarsi da un luogo all’ altro degli abissi. Ma i pedicelli hanno una funzione importantissima anche per l’ alimentazione, la respirazione e la percezione sensoriale. Di conseguenza, il sistema acquifero è un componente essenziale dell’ organismo dell’ Asteroideo: questa rete di canali va ad irrorare i pedicelli ambulacrali, che quando sono pieni d’acqua si estendono e, tramite le ventose che li completano, si connettono con il substrato favorendo la deambulazione della stella. C’è qualcosa, quindi, che non dovreste mai fare: privare un Asteroideo del suo habitat naturale. Quando il sistema acquifero viene a contatto con l’aria, è facile che si formino bolle interne che ne danneggiano il funzionamento: la stella potrebbe perdere la vita a causa di un’ embolia. Persino dopo diversi giorni, persino se viene reimmersa nel mare. Bastano pochi secondi per compromettere il delicato equilibrio dell’ organismo di una stella marina.

 

 

Oltre ad estrarle dall’ acqua, è sconsigliabile toccare le stelle marine: la sostanza che riveste il loro corpo, atta a favorire la respirazione dell’ animale, potrebbe deteriorarsi al contatto con le mani. Se trovate qualche Asteroideo sulla riva spostatelo in acqua con molta attenzione, utilizzando un retino per evitare di sfiorarlo. Tornando alla conformazione di questo echinoderma, va aggiunto che vanta un sistema nervoso complesso che coordina il suo apparato motorio e sensoriale. Essendo priva di occhi, la stella rileva la presenza di una preda tramite l’odore; a quel punto, il braccio che lo ha percepito si attiva per superare tutti gli altri durante il movimento verso l’ animale di cui andrà a cibarsi. A proposito di cibo, quali sono gli alimenti preferiti dalla stella marina? Diciamo che ha un debole per i crostacei e i molluschi. In genere, predilige gli invertebrati poco mobili. Il suo appetito vorace la spinge a soddisfarlo pressochè tutto il giorno. Il dettaglio più curioso relativo all’ alimentazione dell’ asteria è la digestione esterna: quando raggiunge la preda, rovescia lo stomaco al di fuori della bocca per divorarla istantaneamente. Il cibo viene assimilato mentre è ancora posto all’ esterno, intento a produrre gli enzimi digestivi. Dopodichè, lo stomaco si ritira all’ interno in pochi secondi.

 

 

La riproduzione e la rigenerazione degli Asteroidei risultano oltremodo caratteristiche. La riproduzione avviene prevalentemente per via sessuale, ma alcune specie sono solite riprodursi…da sè: il loro corpo si scinde in due parti che vanno a formare una vera e propria coppia di asterie. Questa incredibile capacità si riflette anche nella rigenerazione del singolo animale. Una stella, infatti, è in grado di ricomporre il suo aspetto alla perfezione anche se un braccio è l’unica parte che le resta di sè. Affinchè ciò avvenga, tuttavia, è necessario un requisito imprescindibile: l’ integrità del disco centrale o quantomeno di una sua porzione. 

 

 

Tra i fattori che minacciano la vita degli Asteroidei, risalta l’ inquinamento dei mari. Come tutti gli echinodermi, le stelle marine non hanno la capacità di filtrare le sostanze nocive presenti nell’ acqua. Ciò costituisce, purtroppo, un elemento di rischio per la loro sopravvivenza.

 

 

Le tipicità della stella marina sono direttamente associate alla sua simbologia. Questo sorprendente echinoderma è stato assurto, non a caso, a portafortuna ufficiale dell’ isola di Creta: la capacità di rigenerarsi è il suo punto di forza, lo ricollega a tutto ciò che concerne la rinascita. Ci protegge durante ogni nostro nuovo capitolo di vita, ogni nostra nuova avventura, dandoci la forza per affrontarli con propositività. Nei periodi più tormentati dell’ esistenza, la stella marina ci aiuta a “risorgere” incentivando la consapevolezza e il cambiamento interiore. La sua sorellanza con le stelle del cielo, inoltre, la tramuta in un potente spirito guida. Tutte doti niente male, per l’ icona degli abissi!

 

 

Foto di copertina di Alfiero Brisotto via Flickr, CC BY-NC-SA 2.0