New York Fashion Week: flash dalle sfilate delle collezioni PE 2021

1.TOM FORD

Sono molti, negli Stati Uniti, i brand che hanno rinunciato a proporre una collezione Primavera Estate 2021. La pandemia di Covid infuria, e anche se nella Grande Mela i contagi, al momento, sono più contenuti, alla New York Fashion Week svariate label hanno preferito divulgare le loro creazioni in versione digital  attraverso la piattaforma Runway360 del CFDA (Council of Fashion Designers of America). In tantissimi hanno optato per la modalità “lookbook”, evitando il défilé in passerella via video: tra questi, TOM FORD. Il Presidente del CFDA, che come tutti ha ideato la propria collezione in quarantena, guarda al passato e, al tempo stesso, a un futuro sgargiante e audace, intriso di positività nonostante il duro periodo attuale. Ford si ispira agli anni ’70 di Antonio Lòpez, al glamour delle sue illustrazioni, inneggia ad una donna sfrontatamente sensuale ma sempre sorridente e super grintosa. I look evidenziano stampe sgargianti: floreali, tigrate, zebrate, spesso fuse in un mix & match sorprendente e mai sopra le righe. I minishort troneggiano, abbinati alla giacca e al foulard, le camicie sono sbottonatissime, i pantaloni, lucidi e morbidi, ostentano una cintura con il logo del brand. Il monocolor ricorre in tonalità eleganti quali il viola, il fucsia, l’azzurro polvere, ma fa la sua comparsa anche il tie-dyed. Lo ritroviamo soprattutto sui caftani ampi e spettacolari, con lunghe frange, che rappresentano i pezzi forti – e sicuramente i più iconici – della collezione.

 

2.TOM FORD

3.TOM FORD

1.CAROLINA HERRERA

Wes Gordon, pur rimanendo fedele allo scenografico heritage di CAROLINA HERRERA, impregna questa collezione di freschezza in dosi massicce. Lo chic è al primo posto come sempre, ma privo di indizi “ladylike”: piuttosto, acquista una allure vagamente anni ’60 e si ispira alla Mia Farrow di “Rosemary’s Baby”. Accanto agli splendidi abiti da sera con maniche a sbuffo risalta una serie di minidress dalla linea ad A, essenziali o impreziositi da volants e grandi fiocchi, ma anche stretti in vita e, come nel caso di un abitino in tulle color baby pink, adornati da un vistoso “ventaglio” asimmetrico (sempre in tulle) che dalla spalla scende sul fianco. I pantaloni sono ampi, dritti e a vita alta, le silhouette alternano linee fascianti e minimali ad altre più fluttuanti e svasate nel fondo. Una camicia bianca con maniche a sbuffo abbinata a una miniskirt nera costituisce l’ apice del “dégagé”; agli antipodi, l’ abito a sirena in total black, ornato da una sfilza di fiocchi frontali, che ostenta un’ eleganza da diva. Ogni outfit viene indossato con scarpe rasoterra, siano esse  francesine o Mary Jane, il che contribuisce a donare brio all’ insieme. La palette cromatica abbandona il color block delle scorse stagioni optando per il bianco, il nero, un pallidissimo rosa e un beige altrettanto tenue, mentre le stampe si declinano in minipois e fantasie floreali.

 

2.CAROLINA HERRERA

3.CAROLINA HERRERA

1.KA WA KEY

Il brand del duo formato dai designer Ka Wa Key Chow e Jarno Leppanen ha proposto la sua collezione, “There’ s no place like home”, tramite un corto diretto da Fabrizio Eramo. L’ ispirazione prende vita dai luoghi, o meglio dalle tre città, che per KA WA KEY incarnano il concetto di “casa” – Hong Kong, Londra e la Finlandia – ed elabora l’idea iniziale alla luce dell’ attuale emergenza pandemica. I look si concentrano sulla nozione di comfort utilizzando tessuti morbidi, prevalentemente tinti in degradé di colore, e sovrapponendo i capi di frequente. La gonna svolazzante, anche in versione a salopette, fa da leitmotiv; la affiancano pantaloni comodi in lana a coste o pratici bermuda, mentre tra i top predominano i pull a dolcevita. Nonostante il tema della collezione sia incentrato sulla casa, il video di Fabrizio Eramo presenta le creazioni in un’ ambientazione outdoor: i modelli si muovono in mezzo alla natura, su un prato con una fitta vegetazione a far da sfondo e sotto un cielo striato di nuvole rosa. Il tutto rimanda ai valori eco-sostenibili del brand e crea un voluto contrasto tra l’idea di casa come spazio chiuso e la sua accezione più ampia di “territorio”, località, paesaggio dell’ anima. Non c’è traccia di restrizioni, nello stile di Ka Wa Key: “comodità” fa sempre rima con “libertà”.

 

2.KA WA KEY

3.KA WA KEY

1.ZIMMERMANN

Per Nicky Zimmermann “casa” vuol dire “Australia”, e la sua collezione “Wild Botanica” si ispira proprio alla magnificenza della flora e della fauna del Nuovissimo Continente. Il romanticismo, la femminilità che contraddistinguono le creazioni di ZIMMERMANN si arricchiscono quindi di un nuovo elemento, che tramuta la bellezza naturale in motivo decorativo tramite applicazioni e stampe: un tripudio di petali in 3D adorna colli e polsini, oppure invade gli abiti con un effetto visivo che rende i fiori simili a migliaia di ali di farfalla. Le stampe riproducono tutte le specie floreali, accostandole in una sorta di patchwork acquarellato che esalta la presenza di coloratissimi pappagalli esotici. Le nuance, di conseguenza, si moltiplicano pur rimanendo sempre molto “discrete”, eleganti, appena più vivide delle tonalità pastello. L’ abito lungo, ondeggiante e dotato di maniche a sbuffo (ormai un capo trademark della designer australiana) spadroneggia anche in versione mini, ma si alterna a molti altri modelli: con balze palloncino, scampanato e stretto in vita, dalla linea affusolata e in total crochet. Proliferano poi i look composti da crop top e gonna fluttuante, mentre tra i pantaloni risaltano i flares stampati a fiori e pappagalli proprio come la jumpsuit abbinata a una paglietta in stile anni ’20.

 

2.ZIMMERMANN

3. ZIMMERMANN

 

 

 

 

Tra preziosismi e giocosità: Stephen Jones per Ryan Lo

 

Stephen Jones e Ryan Lo: un duo ad alto tasso di genialità creativa. Il leggendario cappellaio inglese e l’ immaginifico designer nato a Hong Kong, ma residente ormai da tempo a Londra, hanno unito il loro estro in un connubio d’ eccezione.  Per la collezione Primavera/Estate 2017 di Ryan Lo, il “couturier dei cappelli” ha infatti creato spettacolari faluche adornate di glitter e con bordature in marabù. Il copricapo tipico degli antichi gendarmi, ma anche dei pirati e di Arlecchino, si cala nell’ universo fiabesco e giocoso di Lo in un tripudio di nuance candy: in bicolor, a tinta unita o ad effetto mosaico ricco di bagliori, cattura con la sua allure flamboyant. Non è difficile cogliere la vena New Romantic, di vaga ispirazione vittoriana, che segnò l’ estetica di Stephen Jones ai suoi esordi. Per accentuarne il mood, una lunga piuma laterale dona ai “bicorni” una pittoresca raffinatezza d’antan.

La fantasia, il viaggio a ritroso nel passato, l’ avventura sono i temi base di una collezione in cui Ryan Lo ripercorre i suoi anni di formazione a Hong Kong imbevendoli di suggestioni mediorientali. Trademark stilistici del designer come le ruches e le stratificazioni si mixano a forme inedite, volumi sorprendentemente oversize. L’ avventura è un percorso verso Oriente a cavallo dei ricordi d’ infanzia, e in questo senso la feluca potrebbe incarnare il romantico emblema del cappello di un bucaniere. Ma l’ inventiva di Stephen Jones, stimolata dagli affascinanti temi ispirativi,  ha spaziato tra spunti ulteriori: a metà tra un nostalgico mood playful e i preziosismi di una principessa mediorientale, il cerchietto per capelli in sfere di cristallo e strass sottolinea con straordinaria potenza iconica lo spirito della collezione.

Tutte le sfumature di rosa di Ryan LO

 

E’ Primavera, il sole è tornato a splendere e diciamo la verità, una buona dose di ‘Think Pink’ si fa largo spontaneamente. Non poteva non attrarmi, in un simile contesto, questo tripudio di rosa declinato in ogni sua possibile nuance, applicato a creazioni che sembrano nuvole di zucchero filato e uscite da un sogno dai connotati di fiaba: mi riferisco alla  collezione Primavera/Estate 2013 di Ryan LO,  giovane designer (ha appena 22 anni) emergente nato a Hong Kong ma trasferitosi ben presto a Londra. Nella capitale del Regno Unito, LO ha studiato moda al London College of Fashion e, contemporaneamente, svolto uno stage presso Charles Anastase che gli ha permesso di affinare le proprie competenze. Il suo universo creativo ingloba un mix di fantasia, romanticismo e pop culture abbinandoli a una nozione quasi archetipa, nella sua quintessenza, della femminilità: LO impara a lavorare a maglia tramite dei tutorials di YouTube, e da quel momento la sua artigianalità diventa parte integrante -e fondamentale – del suo concetto di stile. Con una manualità impeccabile riesce a modellare qualsiasi materiale, esprimendo la sua sensibilità ‘massimalista’ tramite dosi massiccie di tulle e amalgamandole, tra fiocchi e orpelli, alle sue splendide creazioni fatte a maglia. Ryan LO è uno dei giovani designer invitati, grazie all’ iniziativa Fashion East dedicata ai talenti emergenti, a presentare la propria collezione alla London Fashion Week. Per la Primavera/Estate 2013, ispirandosi ad icone contemporanee quali le eroine cine-televisive Bridget Jones, Ally McBeal e Miranda Hobbes, crea abiti talmente femminili e deliziosi da ricordare dei prom dress anni ’60. L’ intera collezione ruota attorno ad un mood frou-frou evocato soprattutto dai materiali: LO opta per tessuti iridescenti, nuvole di tulle, broccati, stampe floreali, fantasie glitterate declinandoli in ogni sfumatura del rosa. In molti hanno rinvenuto, tra i suoi motivi ispiratori, riferimenti alle femme fatale di Wong Kar Wai e all’ esuberante inventiva di Christian Lacroix. Destinate alle ‘sognatrici’ del XXI secolo, le sue creazioni sorgono come reazione al minimalismo imperante e scelgono il rosa, delegandolo a potente terapia d’urto, per renderlo parte integrante del progetto stilistico. La ricercatezza  sartoriale e l’abile artigianalità di Ryan LO hanno già pienamente promosso il suo talento creativo, annoverandolo tra i designer più promettenti del panorama internazionale.

Felice weekend.