Gucci goes to Hollywood: a Los Angeles ha sfilato la Gucci Love Parade

 

Gucci goes to Hollywood: per la sfilata che inaugura il periodo della rinascita (e coincide, peraltro, con il centenario della Maison), Alessandro Michele ha scelto come location l’ Hollywood Boulevard di Los Angeles. Un curioso destino, ultimamente, sta instaurando un legame tra Gucci e il Cinema. Il 9 Novembre è stata presentata a Londra la première di “House of Gucci”, il film nel quale Ridley Scott ripercorre l’ omicidio di Maurizio Gucci (con una splendida Lady Gaga nei panni di Patrizia Reggiani), mentre Milano si prepara a lanciare la pellicola questo sabato. Il 2 Novembre scorso, invece, lo storico brand fiorentino è approdato nella capitale del Cinema per un fashion show dal titolo pregnante, “Gucci Love Parade”. Ad introdurlo, un red carpet di divi hollywoodiani, popstar e fashionista da mozzare il fiato. Impossibile citarli tutti. Basti dire che Gwyneth Paltrow ha sedotto il parterre indossando un iconico tailleur pantalone in velluto rosso griffato Gucci by Tom Ford, e che i Maneskin hanno brillato per la loro presenza conquistando definitivamente il Paese a stelle e strisce. La sfilata si è tenuta lungo la Walk of Fame, dove i marciapiedi esibiscono le celebri stelle con incisi i nomi delle star e il TCL Chinese Theatre si erge imponente: uno scenario che l’ ambientazione notturna ha reso ancora più magico, tra lo sfavillio di un tripudio di insegne al neon e le luci variopinte dei riflettori che inondavano l’ Hollywood Boulevard. Qui, il sogno di Alessandro Michele ha preso vita. “Sogno” perchè, innanzitutto, il designer romano desiderava realizzare da tempo un fashion show nella “Mecca del Cinema”; in secondo luogo, cos’altro è il Cinema se non un sogno, la sua trasposizione sul grande schermo? Un sogno che ha il potere di far sognare. Non da ultimo, per Michele il Cinema rappresenta un’ eredità genetica, una passione che gli scorre nel sangue. Sua madre, con un background di assistente in una casa di produzione, gli ha trasmesso la fascinazione per la settima arte (che definiva “fabbrica dei sogni”) sin da quando era piccolissimo. Ripartire da Hollywood, contando sulla fama planetaria che vanta Gucci, è stato naturale. Prima, durante e dopo la sfilata abbiamo potuto assistere al trionfo di uno dei più prestigiosi marchi del Made in Italy, amato al punto tale da essere diventato uno status symbol. Ad avanzare sul catwalk, data la location, c’erano anche celebrity del calibro di Jared Leto, Macalauy Culkin e Jodie Turner-Smith, moderne incarnazioni delle divinità dell’ Olimpo hollywoodiano: in nessun altro luogo se non a Los Angeles il Cinema incarna un universo mitologico, con le sue Muse ed i suoi Dei. Lo show Gucci Love Parade li ha calati in un contesto tra l’ umano e il leggendario; modelli e modelle hanno sfilato in strada, come comuni mortali, ma in un viale fuori dal comune quale l’ Hollywood Boulevard. E’ stato interessante notare la valenza simbolica della “strada”, scelta quasi per sottolineare lo sdoganamento di alcuni leitmotiv dell’ estetica di Alessandro Michele: uno su tutti il genderless (adottato dagli stessi Maneskin, volendo fare un esempio). E poi la libertà, la piena affermazione di sè senza ricorrere a stereotipi, l’ esibizione di un’eccentricità che della libertà diviene parte integrante ed espressione pura.

 

 

La strada rimanda alla quotidianità, alla vita di tutti giorni. Ciò che prima poteva sembrare impensabile, stravagante, addirittura provocatorio, entra a far parte della realtà concreta grazie all’ amore – da qui il titolo “Gucci Love Parade”. “L’ amor che move il sole e l’altre stelle”, come scriveva Dante, in questo caso è l’ amore per il prossimo e per se stessi. Ma va anche considerato che la strada dove la sfilata si svolge non è una strada come ce ne sono tante: è la Walk of Fame dell’ Hollywood Boulevard, il viale delle stelle, il “cammino della celebrità”. Lo straordinario nell’ ordinario. Il sogno, l’ immaginazione, la meraviglia, aleggiano nell’ aria lungo tutto il percorso. Calpestare quel suolo è come calcare un palcoscenico, un luogo sfavillante e onirico dove ognuno si tramuta in una star. O, per meglio dire, nel protagonista della sua vita ideale, in cui i desideri più reconditi si fanno reali e ci si esprime senza timore, lasciando a briglia sciolta la fantasia oltre che il proprio vero io. E’ così che lo stile Gucci si coniuga con svariati riferimenti all’ iconografia cinematografica americana: cappelli da cowboy, abiti alla “Gilda” con lunghe maniche in pizzo, pepli argentei asimmetrici e iper plissettati, teatrali evening dress plastificati e bordati di ruches in tulle, stole a miriadi e pellicce eco indossate sulla pelle nuda, look ispirati a Cleopatra cosparsi di decori serpentiformi non passano inosservati, per quanto riguarda il womenswear. Gli elementi fetish abbondano; si declinano in bustini in lattice (anche sovrapposti agli abiti), reggicalze neri come se piovesse, calotte con ornamento jewel munite di catenella… contrapponendosi ad una femminilità d’antan che alterna le paillettes a un’ apparente sobrietà: alle spalline squadratissime fanno da contrappeso lunghi abiti in pizzo, accompagnati dalla tiara, oppure vestiti con strascico da diva anni ’30 impreziositi da miriadi di lamè e di piume. Tra gli iconici accessori che completano i look, citerò il più ricorrente: gli occhiali da sole cat-eye adornati da tre file di strass nella parte superiore. Rievocano l’epoca di Marilyn, delle pin-up, donando un accento di seduttività sfiziosa alla strabiliante Love Parade firmata Gucci. “Questa è Hollywood, la terra dei sogni. Alcuni si realizzano, altri no, ma voi continuate a sognare”, recitava la frase che concludeva il film blockbuster “Pretty Woman”: e il sogno di Alessandro Michele, non c’è dubbio, si è pienamente realizzato. (clicca qui per ammirare i look al completo)