Il close-up della settimana

Jeremy Scott con Madonna al MET Gala 2017 . Foto (cropped) di Danilo, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons

Dopo dieci anni di successi, Jeremy Scott lascia la Direzione Creativa di Moschino. Le strade del designer statunitense e del brand che Franco Moschino fondò nel 1983 si dividono. In molti si chiedono quale sarà l’esito di questa separazione: Scott, infatti, ha saputo egregiamente interpretare lo spirito del marchio. Sembrava impresso nel suo stesso DNA. L’ironia, l’irriverenza e l’estro dell’ indimenticato Franco Moschino (venne a mancare nel 1994) sono gli identici valori di riferimento di Jeremy Scott, che li ha riproposti in chiave ancora più pop e giocosa. La cifra stilistica di Scott, intrisa di una potente vena dissacratoria, mixa elementi camp, personaggi dei cartoon, icone e simboli del consumismo rielaborandoli con straordinaria inventiva. Il senso dell’ umorismo – da non confondersi con il sarcasmo – troneggia in un tripudio caleidoscopico di colori, gioia di vivere e citazioni: da Sponge Bob a Barbie, dalla logomania ai colossi del fast food. In questo vortice rientrano memorabili collezioni, come quella “devastata dalle fiamme” (l’abito che incorpora un enorme chandelier è diventato un cult), ma anche omaggi al cinema di Fellini e al magico mondo del circo. Senza dimenticare l’orsetto adorato da Franco Moschino, che Jeremy Scott ha rivisitato genialmente e tramutato persino in un profumo. Lo stilista, nato nel 1975 a Kansas City, era al timone creativo di Moschino dal 2013 e ha debuttato con la collezione Autunno Inverno 2014/15 del brand.

 

Un look Moschino per la Primavera Estate 2023

Le celebrities lo venerano letteralmente. Tra le sue fan più sfegatate spiccano Rita Ora, Katy Perry, Madonna, Miley Cyrus, Rihanna, Jennifer Lopez e Lana Del Rey, per fare solo qualche nome. Katy Perry, peraltro, non è passata inosservata in un surreale abito chandelier firmato Moschino al MET Gala 2019, l’edizione dedicata al camp. Oggi, Jeremy Scott dice addio al Gruppo Aeffe, la società di cui fanno parte, oltre a Moschino, marchi come Alberta Ferretti, Philosophy e Pollini, con la collezione Autunno Inverno 2023/24 che ha presentato alla Milano Fashion Week. “Sono fortunato ad aver avuto l’opportunità di lavorare con una forza creativa qual è Jeremy Scott. Voglio ringraziarlo per il suo impegno decennale nei confronti della Maison Moschino e per avere lanciato una visione distintiva e gioiosa che sarà per sempre parte della storia di Moschino“, ha dichiarato il Presidente di Aeffe Massimo Ferretti. Scott ha replicato con parole altrettanto entusiastiche: “Questi dieci anni in Moschino sono stati una fantastica celebrazione di creatività e immaginazione. Sono davvero orgoglioso del lavoro che mi lascio alle spalle. Vorrei ringraziare Massimo Ferretti per avermi concesso l’onore di guidare questa fantastica maison.  Vorrei anche ringraziare tutti i miei fans in tutto il mondo che hanno celebrato me, le mie collezioni e la mia visione. Senza di voi nulla di ciò che è stato sarebbe stato possibile.” Per Moschino si chiude, quindi, una vera e propria epopea: con Jeremy Scott, la “brand essence” di cui Franco Moschino aveva dotato il marchio è andata rafforzandosi di anno in anno. Non ci resta che attendere per saperne di più sulle intenzioni e sulle decisioni dell’iconica griffe.

 

 

New York Fashion Week: flash dalle collezioni PE 2022

 

Cari VALIUM friends, oggi ricominciamo a volare nelle capitali delle Fashion Week felici di assistere al ritorno delle sfilate in presenza! Iniziamo come sempre da New York, dove, dal 7 al 12 Settembre, sono state presentate le collezioni Primavera/Estate 2022. Con tutte le precauzioni del caso (vaccino in primis), i fortunati hanno potuto di nuovo godersi dal vivo le proposte mostrate in passerella dai vari brand: tra i presenti, top name del calibro di Tom Ford (Presidente del Council of Fashion Designers of America), Proenza Schouler, Michael Kors, Rodarte, Brandon Maxwell, Khaite, Collina Strada, Tory Burch, Peter Do, Thom Browne, Anna Sui, Peter Dundas, Altuzarra e, a sorpresa, Moschino, che ha scelto di presentare eccezionalmente la sua collezione nella patria di Jeremy Scott. Grandi assenti, invece, Marc Jacobs, Ralph Lauren, Zimmermann, Tommy Hillfiger, Pyer Moss e Helmut Lang. Pur non avendo allestito sfilate live, marchi come Oscar De La Renta, Pamella Roland e Badgley Mischa (per citarne solo alcuni) hanno svelato le proprie creazioni digitalmente, tramite live streaming e lookbook pubblicati sui rispettivi profili social. La settimana newyorchese della moda ha incluso due date cruciali, quella del 20esimo anniversario dall’ attentato alle Twin Towers (l’11 Settembre) e, il 13 Settembre, il ritorno del Met Gala dal vivo che ha introdotto la nuova mostra del Costume Institute, “In America: a lexicon of fashion”, la cui inaugurazione si è tenuta il 18 Settembre. “Inclusività” e “sostenibilità” sono state le due parole chiave di questa edizione della NYFW: basti pensare che, sostenuti dal Black In Fashion Council,  hanno debuttato in passerella ben 14 new talents di colore e che la kermesse è stata aperta da Collina Strada, brand notoriamente eco-friendly ed avverso a qualsiasi forma di discriminazione. Passiamo quindi alla mini rassegna delle collezioni selezionate da VALIUM: essendo impossibile mostrarvele tutte, ne ho scelte come sempre quattro e le ho commentate brevemente. Stay tuned sul mio blog, dunque, per le ultime news dalle Fashion Week di Londra, Milano e Parigi!

 

MOSCHINO

 

 

Una collezione gioiosa e giocosa, molto girly, ricca di colori pastello. Ma soprattutto, di personaggi di ipotetici cartoon (giraffe, elefantini, orsetti, paperi, mici, coniglietti…) che decorano i look  e, in molti casi, ne diventano parte integrante. Jeremy Scott si ispira alla figura della “nanny”, alle filastrocche per bambini: predominano i mini-tailleur con bralette annessa, alternati ad abitini dalle linee Sixties e a trench trapuntati. Le fantasie dei tessuti sono un vero e proprio inno ai teneri animali fiabeschi di cui sopra,  profusi su sfondi dai cromatismi tenui quali il rosa, il verde menta, il celeste, il pesca o (unica eccezione alla regola) a una gradazione vivacissima di giallo. Fiocchi in abbondanza, colletti arrotondati e bottoni a forma di cuore accentuano l’ allure femminil-fanciullesca, così come i gioielli in plastica colorata che ricordano i “toy jewels” per l’ infanzia. Persino i fascianti abiti da sera che chiudono lo show, sebbene siano impreziositi da scolli monospalla, spacchi e bolerini di piume, sfoggiano una variegata “fauna” di mascotte ornamentali.

 

 

ANNA SUI

 

 

Anna Sui rimane fedele al suo stile signature, intriso di reminiscenze “Flower Power”, accentuandone i colori e gli accenti che lo aggiornano al terzo millennio. Tra le cromie predominanti risaltano il verde mela, il magenta, il fucsia, il degradé nei toni del blu, del verde e del lilla, mentre i tessuti privilegiano il crochet (profuso nei bikini dal sapore hippie e nelle canotte “granny square” sovrapposte agli abiti) e il pizzo, sui cui sono ricamate le fantasie floreali che – alternate alle righe – fanno da leitmotiv all’ intera collezione. L’ allure da “figlia dei fiori” si fonde con il romanticismo e con le suggestioni sporty: agli abitini con pattern in degradé cromatico abbinati a giacchini bordati di piume seguono simil parka e boxer da spiaggia declinati in innumerevoli versioni, i reggiseni e i top dei costumi si sovrappongono ad eteree bluse in pizzo e quest’ ultimo, oltre a plasmare sinuosi abiti in cromie talmente accese da risultare quasi fluo, trionfa anche sul caftano candido, ricamato a righe e fiori, molto in linea con il gusto Sixties della collezione.

 

 

MICHAEL KORS

 

 

Un’ eleganza “pulita” e senza fronzoli, dai toni in parte classici, in parte sofisticatamente rétro. Kors (che quest’anno festeggia il 40esimo compleanno del suo brand) si ispira allo stile Fifties di “West Side Story” e lo si evince in svariati capi: la pencil skirt che apre lo show, i pantaloni alla pescatora, il cappotto con ampio scollo e ampi revers, la gonna a ruota, il dolcevita nero esistenzialista (con tanto di stampa a forma di cuore), i quadretti Vichy profusi sugli abiti, sui bikini e sui tailleur…Un look li vede protagonisti su un paio di shorts abbinati a un maglione in cachemire dal collo “importante”, rievocando vagamente la Marylin di “Let’s make love”. La palette cromatica, essenziale, alterna il bianco e il nero al beige, al celeste e al rosa. Il pizzo ricorre, anche in versione Sangallo, donando un tocco di femminilità raffinata, la lana forgia maglie ed outfit a costine, morbidi, che lasciano scoperte le spalle. Vince l’abbinamento top o bralette più gonna, oppure shorts, alte cinture sottolineano uno silhouette fasciante nella parte superiore del corpo e svasata in quella inferiore, i tailleur pantalone sono classici, corredati da pantalone con piega. Conclude la sfilata una serie di abiti da sera avvolgenti, sensuali, in total black e tempestati di paillettes all over.

 

 

TOM FORD

 

 

Chiudo in bellezza questa rassegna con la sfilata di Tom Ford, che di fatto ha concluso la New York Fashion Week. Scintillio, luccichio, bagliori: chiamatelo come volete, ma la collezione è un autentico tripudio di luminosità. Dal significato ben preciso, tra l’altro, quello di accendere una luce sfolgorante nel buio dell’ era attuale, che subisce gli strascichi della pandemia di Covid. Ford è fiducioso, auspica a una rinascita che ha già preso il via. E riflette tutto ciò in una collezione strepitosa, fortemente d’impatto, dal glamour travolgente. Gli ingredienti? I cardini dell’ athleisure rivisitati in chiave glitz grazie a un’ abbondante dose di paillettes. E poi la sensualità, un senso straordinario del colore, un mood che rievoca il fermento dello Studio 54. Ci sono pantaloni della tuta tagliati sotto il ginocchio, pantaloni cargo, canotte sportive, giubbini da running, bralette e camicie sbottonatissime annodate all’ altezza dell’ ombelico, tutti interamente rivestiti di paillettes oppure in raso. L’allure è disinvolta, rilassata ma supersexy; i colori vibrano, anche in virtù dei loro accostamenti: azzurro+fucsia+arancio, arancio+rosa+viola, lime+lilla+bronzo, rosa fluo+viola+bianco, celeste+fucsia…una vera meraviglia. A completare la maggior parte dei look, un’ampia giacca dalla linea squadrata, choker tempestati di strass come i fermagli per capelli, miriadi di collane dorate (un po’ in stile hip hop) e dei preziosi sandali con tacco alto. Lo sportswear, gettonatissimo durante i vari lockdown, con Tom Ford si è ammantato di luce ed è diventato iper glam: un antidoto perfetto contro il grigiore, l’ incertezza, l’ appiattimento caratteristici dell’emergenza sanitaria. Un inno alla gioia di vivere, alla voglia di ritornare a vestirsi…e a divertirsi.

 

 

 

 

Milano Fashion Week: flash dalle sfilate delle collezioni PE 2021 (parte 1)

1.MOSCHINO

Ritorna il consueto excursus di VALIUM sulle Fashion Week. Si comincia da Milano, per motivi strettamente “patriottici” e associati alla valorizzazione del Made in Italy: come ogni anno – per motivi di tempo e spazio – accenderò i riflettori solo su alcune delle collezioni presentate, cercando di coglierne lo spirito e di evidenziare, a livello di immagini, alcuni dei look più rappresentativi. Nella capitale meneghina, ve lo avevo già anticipato, le linee Primavera Estate 2021 sono andate in scena tramite show virtuali via video e sfilate in passerella vere e proprie. Le misure preventive anti-Covid sono ormai ben delineate: distanziamento e uso della mascherina hanno costituito i must di ogni parterre. E se le presentazioni sul catwalk sono prevalse, non sono mancate di certo  la fantasia e l’ inventiva nel proporre scenografie spettacolari. Straordinarie prove di estro hanno caratterizzato anche i fashion show virtuali, come vedremo in questo post: alcuni possono essere definiti delle autentiche opere d’arte che hanno lasciato gli spettatori senza fiato. Le collezioni rimarcano quasi all’ unanimità tematiche relative al post-lockdown, al cambiamento, a un nuovo mondo e un nuovo gusto scaturiti dal periodo della pandemia da Coronavirus. Cominciamo subito, quindi, il nostro viaggio nella Settimana della Moda di Milano.

 

2. MOSCHINO

3.MOSCHINO

MOSCHINO ha letteralmente incantato il pubblico con uno show in versione “teatro dei burattini”. Servendosi del prezioso apporto di Jim Henson, colui che inventò i celebri Muppets, fa sfilare in passerella 40 marionette con le fattezze di bellissime modelle. Persino il parterre non lascia nulla al caso: in prima fila, tra gli altri, notiamo un’ attenta Anna Wintour che sfoggia il suo iconico caschetto e gli occhiali neri. Ad ispirare Jeremy Scott è il Théâtre de la Mode, i burattini che i couturier francesi del dopoguerra “mandavano in tournée” vestiti con le loro mise in miniatura per rilanciare la moda parigina nel mondo. La collezione di Moschino è decisamente splendida, un inno all’ Haute Couture più squisita. Una palette nei femminili toni del turchese, del rosa e dell’ oro esalta svasate creazioni in tulle, pencil dress da sirena ricchi di ruches, lunghi abiti orlati di scenografiche piume. Ma Scott non rinuncia al suo tocco magico: ogni look (o quasi) rivela l’abito nel suo divenire, mostrando mix sperimentali di stoffe, cuciture in bella vista e sorprendenti giochi di “dritto e rovescio” dei tessuti con tanto di impunture. La Couture diventa la risposta alla “tuta da ginnastica” imperante nel lockdown, l’archetipo e il sogno legati alla moda. Il gusto imperituro del bello contrapposto alla sciatteria “casereccia” della quarantena.

 

1.VERSACE

VERSACE presenta Versacepolis, una città (novella Atlantide) immersa nei fondali dell’ oceano: sulla sabbia degli abissi sono ancorate antiche statue, colonne, capitelli, e fluttuano polipi enormi e coloratissimi. La collezione prende spunto dal passato (i “Tresor de la Mer” portati in passerella da Gianni Versace nel 1992) per affrontare il futuro dell’ era post-Covid, e lo fa tramite stupefacenti outfit acquatici. Color block in dosi massicce (un tripudio di arancione, fucsia, verde acido, turchese) e fantasie di stelle marine profuse sugli abiti fanno da leitmotiv, come l’ allure sensualissima dei look. I bustier e i crop top hanno coppe che ricordano scintillanti conchiglie, miriadi di ruches asimmetriche rievocano le increspature delle onde e un plissè fittissimo richiama il perenne movimento del mare. La stella marina regna ovunque, persino sui bijoux e sugli accessori,  tramutandosi nell’ emblema di una collezione in cui una seduttività audace, travolgente, “liberata”, si esprime tramite il fascino di un mondo sommerso che Donatella Versace porta a galla evidenziando la sua immensa potenza visiva.

 

2.VERSACE

3.VERSACE

 

1.GIORGIO ARMANI

GIORGIO ARMANI accentua il coté minimal e senza tempo del suo stile signature, proponendo una collezione dai tratti essenziali ma morbida e fluttuante. Alla sfilata e a “Timeless Thoughts”, il documentario dedicato alla filosofia di Armani, ha dedicato ampio spazio La7, che ha trasmesso entrambi (il fashion show, in diretta TV) sabato scorso con tanto di omaggio finale, la replica di “American Gigolo” – il film in cui gli abiti indossati da Richard Gere, firmati Armani, consacrarono la fama dello stilista in tutto il mondo. Per la creazione dei look della collezione PE 2021, Re Giorgio si è ispirato a un concetto di stile post-lockdown: a una consapevolezza zen si affiancano il senso del comfort, il luccichio discreto di una moda che continua sì ad incarnare il bello, il senso della vita che va avanti, ma puntando su capi all’ insegna della qualità e di tutto ciò che è destinato a durare nel tempo. Ecco quindi i suit che ricordano un pigiama, le giacche sagomate dalle forme arrotondate, i pantaloni fluidi e ad anfora, i coat vestaglia, i pattern a quadretti “sfrangiati”, le ampie gonne lunghe, impalpabili,  abbinate a top dritti e lineari. La leggerezza del tulle e uno scintillio costante rappresentano i leitmotiv più sfiziosi della collezione. Anche la palette cromatica non è mai sopra le righe: il grigio perla, il blu, il celeste e il famoso “greige” Armani si alternano al verde menta, l’unica concessione a tonalità più vivaci.

 

2.GIORGIO ARMANI

3.GIORGIO ARMANI

 

1.VALENTINO

VALENTINO, al passo con l’evoluzione dei tempi, inserisce la sua ricerca in un processo di cambiamento e ri-significazione: Pierpaolo Piccioli rilegge i codici stilistici della Maison non tanto dal punto di vista estetico, bensì identitario. Il risultato è l’ approccio ad un romanticismo che si fa espressione dei valori di libertà individuale; la libertà di essere se stessi, di affermare la propria unicità senza paura, e al tempo stesso di abbracciare l’inclusività e la tolleranza per forgiare un mondo ideale. Anche la location della sfilata riflette questa nuova fase: al lusso maestoso si sostituisce la scarna essenzialità delle Fonderie Macchi di Milano, uno spazio che, rievocando il “Guerrilla Gardening”, il plant artist giapponese Satoshi Kawamoto impreziosisce con una sua installazione a base di piante e fiori selvatici provenienti da otto paesi diversi. Ricordate la poetica immagine del fiore che nasce tra l’asfalto? E’ una pregnante metafora del concept di questa collezione. I look, indossati da modelli selezionati attraverso uno street casting, sono all’ insegna di un’ eleganza disinvolta: risaltano le camicie, colorate, oversize, indossate da sole a mò di minidress oppure, nel caso di modelli arricchiti da balze e volants, abbinate ai jeans. Il pizzo e il crochet definiscono abiti lineari, mentre una serie di vestiti da sera si avvale delle trasparenze, di miriadi di ruches “verticali” e di un tulle fluttuante per instaurare un link con la tipica Valentino Couture. Ricorre una stampa floreale su fondo giallo tratta dall’ archivio della Maison: iconica oggi come ieri, quando Anjelica Huston la esibì in un mitico photoshoot realizzato da Gian Paolo Barbieri nel 1972.

 

2.VALENTINO

3.VALENTINO

 

TO BE CONTINUED…

 

 

Milano Fashion Week: flash dalle collezioni AI 2020/21

GUCCI. 1

Dal 18 al 24 Febbraio, Milano ha ribadito il suo status di capitale della moda. 56 sfilate, 96 presentazioni, 34 eventi più un gran numero di mostre e appuntamenti hanno calamitato l’attenzione su una Fashion Week ricca di proposte, ma sfortunamente penalizzata dall’ espansione del coronavirus: l’assenza dei fashion operator cinesi (circa 1000 tra giornalisti e buyer) si è fatta sentire, anche se grazie all’ iniziativa “China We are with you” la Camera della Moda Italiana ha permesso loro di partecipare via web alla kermesse. Il sodalizio tra la CNMI e la società Chic Group, inoltre, ha fatto sì che otto brand cinesi emergenti presentassero digitalmente – ed attraverso contenuti appositi – le loro collezioni al Fashion Hub, dove oltre ai new talents made in China erano presenti designer provenienti dall’ Africa e dalla Danimarca. Tornando ai défilé, in passerella hanno sfilato i grandi nomi della moda italiana: Gucci, Alberta Ferretti, Moncler Genius, Prada, Moschino, e, ancora, Marni, Versace, Salvatore Ferragamo, Bottega Veneta, Missoni (per citarne solo alcuni), con Giorgio Armani in chiusura tra i “big” in calendario il 24 Febbraio. Anche nella capitale lombarda si è assistito ad un vivace andirivieni di ritorni, new entry e sfilate co-ed. Philippe Plein, per esempio, è tornato sulle passerelle milanesi così come Ports 1961, quest’ ultimo dopo una lunga assenza. La formula di far sfilare insieme i look Uomo e Donna è stata adottata da ben dieci brand (tra cui Versace, al suo debutto in co-ed), dimostrando di essersi ormai pienamente affermata. Le battute conclusive della Fashion Week sono state contraddistinte dell’ emergenza coronavirus. Giorgio Armani, Laura Biagiotti e Moncler Genius, pertanto, hanno deciso di mandare in scena a porte chiuse – ma ovviamente in live streaming – le loro collezioni. Tra i numerosi eventi organizzati, da segnalare l’ asta di 30 outfit (più un cappello su misura firmato Gareth Pugh) tratti dall’ archivio di Anna Dello Russo, che ha presentato anche il suo libro “ADR Book – Beyond Fashion”, e due chicche culturali imperdibili: la mostra “Memos: A proposito della moda in questo millennio”, a cura di Maria Luisa Frisa e realizzata dalla CNMI in collaborazione con il Museo Poldi Pezzoli (terminerà il 4 Maggio) e “Haimat. The sense of belonging”, l’ esposizione che Giorgio Armani dedica al grande fotografo Peter Lindbergh negli spazi del suo Armani/Silos (è visitabile fino al 2 Agosto). La data di chiusura di entrambe permette di visitarle anche a Fashion Week terminata. Veniamo ora ai cinque brand su cui VALIUM ha concentrato la sua attenzione: si tratta di Gucci, Fendi, Moschino, Versace e Dolce & Gabbana.

E’ inevitabile: Gucci ci trasporta, ogni stagione, in un universo immaginifico irresistibile e del tutto onirico. La collezione Autunno Inverno 2020/21 ha compiuto questo miracolo per l’ennesima volta. Chiamando la sfilata “Ritual” in virtù del cerimoniale che la accompagna, un rito quasi liturgico, Alessandro Michele ci introduce in una sorta di show nello show: su una grande pedana ruota una vetrina circolare al cui interno brulica il backstage del défilé, 60 modelle sottoposte alle cure degli hairstylist, dei make up artist e dei vestieristi. Lo staff dell’ Ufficio Stile Gucci indossa un’ uniforme grigia, colore che non denota di certo monotonia dal momento che identifica i visionari “façonnier de rêves” (creatori di sogni) della Maison. La sfilata inizia con la voce fuori campo di Federico Fellini che riflette sulla sacralità del cinema e dei suoi rituali: un chiaro parallelismo con il concept ideato da Michele, ma non solo. Il regista dell’ onirico per eccellenza e il “creatore di sogni” al timone del brand fiorentino sono accomunati – seppur con le dovute differenze – da un’ ispirazione molto simile. Per l’Autunno Inverno 2020/21 Alessandro Michele attinge a un “amarcord” che rievoca abiti e stili tipici dell’ infanzia. I colletti sono arrotondati, in pizzo come i guanti, le maniche a sbuffo, le gonne plissettate, i pantaloni ampi e rigorosamente alla caviglia. Spiccano look in tartan ma, soprattutto, sontuosi long dress a balze che sembrano usciti da una fiaba, quelle che incantavano noi bambine. Gli accessori rafforzano questo mood fatato: Mary Jane in vernice e con la zeppa accompagnano quasi tutti i look, cerchietti e hair accessories in strass risaltano accanto a cappelli da “Gatto con gli Stivali”, collant in pizzo si alternano a calzerotti cosparsi di piume. L’ allure, però, è tutto fuorchè naive. Per contrasto, gli abiti si coniugano con tessuti dalle trasparenze impalpabili o con colli e imbracature fetish in patent leather nero. Libertà, estro ed un inedito concetto di bellezza rimangono i cardini delle creazioni di Alessandro Michele, che ci sorprende con un “tableau vivant” di modelle posizionate sul perimetro della giostra/carillon in vetro dove è racchiuso il backstage: una nuova, sempre ammaliante “stanza delle meraviglie”.

 

GUCCI. 2

GUCCI. 3

 

FENDI. 1

La collezione sublima l’ eleganza signature di Fendi: seducente, decisa ma al tempo stesso estremamente raffinata. Sfoggiando troneggianti chignon composti da treccine, le modelle sfilano sinuose in abiti, cappotti e ensemble di gonna e maglione contraddistinti dal dettaglio iconico di stagione, lunghe maniche a sbuffo dai volumi “geometrici” che spuntano quasi a sorpresa. Le linee sono fluide e ben modellate sul corpo, talvolta svasate, il velluto prevale e i lunghi cardigan sono stretti in vita da una cintura. “Femminilità” sembra essere la parola d’ordine di look che alternano la pelle e la pelliccia al sensuale chiffon e al Paisley in pizzo. Accanto alle forme pencil o a ruota, appaiono silhouette impalpabili che evidenziano il coté più audace della donna Fendi: in un tripudio di trasparenze in total black, viene svelata l’ intrigante lingerie a rete sottostante. Tra i colori predominano il rosa cipria, il grigio, il bianco, il giallo, il marrone e l’arancio pastello.

 

FENDI. 2

FENDI.3

 

MOSCHINO. 1

Jeremy Scott inneggia alla Rivoluzione Francese prendendo spunto dalle proteste che coinvolgono svariati popoli mondiali. Ma il suo, piuttosto che un “j’accuse”, è un momento di tregua che offre al pubblico, una pausa di gioia e di sdrammatizzazione. Manda quindi in scena una Marie Antoinette in puro stile Moschino, vestita di un’ ampia crinolina che arriva a metà coscia (a proposito, c’è da dire che la minigonna sarà uno dei grandi ritorni dell’ Autunno Inverno 2020/21) abbinata ad altissimi cuissardes con plateau e lacci in raso. E’ una Marie Antoniette, la sua, che non disdegna l’iconografia affermatasi sulla falsariga del film di Sofia Coppola: colori sorbetto sia per gli abiti che per le maestose acconciature Pouf, dolcetti a profusione ed uno chic che flirta con sbuffi e fiocchi. La crinolina è senza dubbio il leitmotiv della collezione, e viene declinata in versioni molteplici. La ammiriamo in denim ricoperto di dorati arabeschi Barocchi, in tessuto matelassé adornato di ricami oro, accompagnata al celebre biker jacket di Moschino, sia nero che color rosa Barbie, o a felpe che ritraggono Anime giapponesi. Lo show raggiunge il suo apogeo con gli straordinari abiti-cake delle ultime uscite. Riproducono torte vistose, a più strati, decorate di ghirigori e di rose in simil zucchero: delizie per la vista che esaltano l’estro di cui è intrisa questa “ghiotta” collezione.

 

MOSCHINO. 2

MOSCHINO. 3

 

VERSACE.1

Donatella Versace celebra l’ inclusività e l’uguaglianza. La sua prima sfilata in co-ed sancisce un’ autentica parità tra uomo e donna in fatto di look: alcuni outfit si declinano sia al maschile che al femminile con poche differenze. Non si tratta di no gender, bensì di un modo squisitamente sartoriale di eliminare le differenze. Stampe floreali, zebrate, quadrettate accomunano l’ uomo e la donna, il medesimo suit fucsia viene indossato da entrambi con la sola variazione in doppiopetto per lei, le pellicce tigrate in dégradé sono le stesse, quelle maschili appena più lunghe. Lo stile Versace, graffiante, si fa protagonista assoluto: le minilunghezze sono un leitmotiv del womenswear,  ricorrono in gonnelline svolazzanti, pantaloni svasati e abitini minimal. Il tipico glam del brand si incarna in un nero “grafico” per poi stemperarsi grazie ad accenti casual (come i jeans multistripe in gradazioni délavé) e ad un tocco sporty che dinamizza i look, combinando per esempio una maglia da rugby con la minigonna e la toque di Astrakhan. Sono poi presenti parka, top da gym con logo Versace, piumini cortissimi, tutti abbinati a dei tronchetti in total black o in total white muniti di platform. La sera definisce una nuova sensualità “made in Medusa” attraverso minidress vertiginosi e senza spalline, dalla linea arrotondata sullo scollo. A concludere lo show è proprio l’ outfit più d’impatto di questa serie: un miniabito argentato indossato da Kendall Jenner. La linea è minimal ma sinuosa, una bordatura silver impreziosisce e sottolinea la scollatura. Nonostante l’orlo inguinale e le forme nette,  è uno degli evening dress più “ricchi” mai apparsi in una collezione.

 

VERSACE.2

VERSACE. 3

 

DOLCE & GABBANA. 1

Nero, bianco, grigio, un tocco di rosso e uno di beige: su questa palette Dolce & Gabbana imbasticono una collezione che è un inno all’ artigianalità ma anche alle molteplici sfaccettature della donna siciliana, loro musa da tempo. I colori scelti diventano essi stessi degli emblemi di sicilianità. Il “profondo nero” tradizionalmente sfoggiato dalla popolazione femminile dell’isola, ad esempio, predomina e si declina negli outfit più svariati: pull dalle lunghe maniche, paltò con applicazioni floreali, trench, ensemble corredati di coppola, abiti fascianti con inserti see-through, ma lo ritroviamo anche in un potente simbolo di seduttività come le calze autoreggenti (versione contemporanea dei collant a giarrettiera). Il materiale clou è la lana, rigorosamente lavorata a mano. Dolce & Gabbana hanno infatti dichiarato di aver affidato la realizzazione dei capi ad un gran numero di magliaie a domicilio, così da valorizzare il savoir faire “Made in Italy”. Inutile dire che il risultato sia straordinario, raffinatissimo e molto accurato: lavorata ai ferri o all’ uncinetto, la maglia assume persino una texture che ricorda lo shearling. Poi c’è il bianco della “purezza Barocca”, bluse ed abiti ricchi di volant, ricami, pizzi ed inserti crochet, bustini sovrapposti a camicie maschili con cravatta. Il grigio è in buona parte associato ai completi gessati o da uomo, ma anche a lunghi e comodi coat in lana. Il risultato è una collezione che, esaltando la più squisita artigianalità italiana, riesce a coniugare preziosi manufatti con uno stile che è un tributo formidabile all’ isola di Sicilia.

 

DOLCE & GABBANA. 2

DOLCE & GABBANA. 3

 

 

Tendenze PE 2019 – Colori al neon energizzanti

JASPER CONRAN

Colori al neon, segnaletici, da evidenziatore…Che non passano inosservati nella giungla urbana. Il fluo torna a farla da padrone: le collezioni Primavera/Estate 2019 lo rilanciano in grande stile, abbinandolo a stili “grafici” ed essenziali così come ad outfit più barocchi o prettamente da sera. Mentre la nuova stagione si tinge delle tenui sfumature degli alberi in fiore, fucsia e gialli baldanzosi, lime e turchesi sfrontati, arancio e verdi energetici si fanno largo tra le vie cittadine. Decisi a catturare lo sguardo ed a rinvigorire il mood.

 

HOUSE OF HOLLAND

CUSHNIE

JEREMY SCOTT

CHRISTIAN SIRIANO

MSGM

EMPORIO ARMANI

BRANDON MAXWELL

OFF-WHITE

EMILIA WICKSTEAD

 

 

 

Moschino Pre-Fall 2019: un omaggio a Federico Fellini

 

La location è lo Studio 10 di Cinecittà. Al suo interno, una scenografia che replica fedelmente quella della festa più memorabile de “La Dolce Vita”: i fotogrammi in cui, tanto per capirci, Celentano intona “Ready Teddy” e Anita Ekberg/Sylvia si scatena al ritmo del rock’n roll. La ricostruzione delle millenarie Terme di Caracalla fa ora da sfondo a una sfilata d’eccezione. E’ la sfilata della collezione Pre-Fall 2019 di Moschino, in scena per la prima volta a Roma, che rende omaggio a Federico Fellini ed alle sue leggendarie pellicole. L’ immaginario onirico, surreale, poetico del grande regista rivive in un fashion show spettacolare, dove la contemporaneità più sciccosa e sporty si fonde esplosivamente con l’ iconografia (e con l’iconoclastia) felliniana: armature da centurione rivisitate e scritte latine ornamentali rievocano l’ antica Roma di “Satyricon”, l’ abito con cui la Ekberg fa il bagno nella Fontana di Trevi si tinge di rosso ciliegia, le dame di “Casanova” ispirano sontuose creazioni settecentesche con tanto di corpetto e crinoline. Opulenza e cura per il dettaglio fanno da leimotiv ad ogni look. La magia di “Otto e mezzo” riaffiora negli scenografici boa di struzzo simili a quello indossato da Claudia Cardinale, un tripudio di lustrini celebra il glamour de “La Dolce Vita”. Non mancano parka, bomber iper decorati, cappotti stretti in vita da ampie fasce in raso rosso, viola e oro che rimandano alla sontuosità del défilé clericale immortalato in “Roma”. A quello stesso film fanno pensare i preziosi scheletri ricamati sugli outfit, ma anche i pantaloni multicolor da centauro che sembrano citarne il gran finale. E poi, ancora, un impalpabile abito nero adornato da due battenti a testa di leone posati sul seno. Mi piace immaginarli associati al portone che Anna Magnani si chiude alle spalle in una delle ultime scene della pellicola: lo splendore di un palazzo patrizio e la travolgente veracità di “Nannarella”. Ovvero, due emblemi supremi di Roma che neppure Fellini avrebbe potuto ignorare.

 

 

Non si possono tralasciare le acconciature mozzafiato che l’hairstylist Jimmy Paul ha ideato per l’occasione: troneggianti parrucche rococò, chiome ramate alla “Gradisca” si alternano a updo anni ’60 in stile “Otto e mezzo” e vengono impreziositi da corone, elmi romani, maxifiocchi, copricapo in piume da autentica diva. Il risultato? Un’ ode alla visionarietà felliniana che esalta ed avvalora il tributo di Jeremy Scott all’ immaginifico regista di Rimini. (Guarda qui la sfilata completa)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Moschino x H&M: un’ anteprima in 10 capi della capsule del momento

 

Uno scatto della adv campaign firmata da Steven Meisel

Ricordate? La news era stata diffusa in pompa magna, sul palco del Coachella Music Festival, da Jeremy Scott in persona (rileggi qui il “close-up” che le dedicò VALIUM). Il countdown è ormai agli sgoccioli, e l’ 8 Novembre l’ attesissima capsule di Moschino x H&M sarà finalmente messa in vendita. Intanto, i capi della co-lab sono stati svelati a New York, in anteprima, nel corso di una sfilata a dir poco sbalorditiva:  in una location che riproduceva dettagliatamente Times Square, si sono avvicendate sul catwalk modelle del calibro di Naomi Campbell, Stella Maxwell, Bella e Gigi Hadid. Come preanunciato da Jeremy Scott, la collezione è un’ ode spassionata al DNA di Moschino. Stampe cartoon, molto oro, richiami all’ universo Hip Hop si alternano ad abitini-feticcio in pelle e ad accessori dalla foggia sorprendente,  coniugando i codici identificativi del brand con suggestioni di matrice squisitamente street style. Chi ha assistito all’ evento newyorchese, ha anche potuto acquistare la capsule in un pop-store apposito. Per tutti coloro che non hanno avuto questa preziosa opportunità, invece, non resta che attendere l’ 8 Novembre: solo da allora Moschino x H&M sarà disponibile in 240 store internazionali H&M e on line, nel sito del colosso svedese del low cost. Per ingannare l’ attesa, VALIUM vi offre una selezione di 10 capi (tra abiti e accessori) tratti dalla limited edition più effervescente del momento. Volete ammirarla in versione completa? Cliccate qui .

 

1. IL BIKER JACKET ORO: completamente in pelle metal, il chiodo di Moschino x H&M coniuga chic e grinta adornandosi di un tripudio di catene e stringhe.

 

2. LA BORSA IN VERNICE NERA. Domanda-quiz: cosa vi ricorda la sua forma? Provocatoria ma stilosa, questa borsetta (dimensioni 16,5×18 cm) in pelle nera laccata sfoggia una lunga tracolla a spirale color oro. 

 

 

3. I PANTALONI CON STAMPA FANTASIA. Affusolati e più stretti in fondo, sono impreziositi da una stampa che mixa il maculato alle catene-signature della capsule: la ritroviamo su una miriade di capi e persino sul coat destinato al cagnolino.

 

4. L’ ABITO IN PAILLETTES TOTAL SILVER CON CAPPUCCIO. In passerella lo indossava Naomi, ed è tutto dire. Street style e Hip Hop dialogano dando vita a un look di sicuro effetto.

 

5. LA T-SHIRT CON STAMPA MINNIE E TOPOLINO. Inneggia ad una delle più celebri e iconiche coppie dei cartoon, la t-shirt in soffice jersey di cotone biologico.

6. GLI ORECCHINI SQUARE-SHAPED PLACCATI IN ORO. Vistosi, squadrati, sfavillanti, gli orecchini “bling bling” della capsule conquistano all’ istante.

 

 

7. IL MINIABITO “FETISH” IN PELLE NERA. Fibbie molteplici, cerniere bene in vista e coppe rinforzate con il ferretto donano a questo fasciantissimo minidress in pelle un deciso tocco fetish.

 

8. GLI SCARPONCINI ULTRAVIOLET CON CATENA-LOGO. Il colore Pantone dell’ anno non perde un colpo, e tinge scarponcini che una catena ornata con pendenti-logo dota di accenti sofisticatamente urban.

 

9. LA BORSA-LUCCHETTO A TRACOLLA. Un trionfo di nero e oro esalta la stupefacente minibag a forma di lucchetto. In pelle opaca con sezioni metal, si porta a tracolla oppure a mano grazie al manico in metallo placcato oro. Le sue misure? 8x13x17 cm.

 

 

10. LA FAKE FUR FUCSIA DAL GUSTO PUNK. Tassativamente eco, questa pelliccia sconfigge ogni grigiore grazie al suo vibrante fucsia. Catene metalliche e numerose stringhe in pelle le conferiscono una allure punk di forte impatto.

 

 

Il close-up della settimana

 

La nuova Designer Collaboration di H&M è stata appena svelata: sarà Moschino il “partner in crime” coinvolto nel connubio annuale tra il colosso svedese e una griffe del luxury. La news è stata diffusa nel corso del Coachella Music Festival da Jeremy Scott in persona, che insieme a Gigi Hadid l’ ha annunciata anche attraverso l’ account Instagram di H&M. La collezione che prenderà vita sarà un turbine di giocosità, personaggi dei cartoon e colore ad ampie dosi nel più puro stile Scott. Verranno inclusi 45 capi di womenswear, 20 di menswear e una miriade di accessori, ma non mancherà un tributo a Franco Moschino grazie alla presenza di iconiche stampe d’archivio. In un’ intervista con il web magazine del leader del low cost, Jeremy Scott ha definito “Humour meets haute couture meets the street” il mood che pervade le sue creazioni, e si è dichiarato entusiasta del fatto che la collezione sia abbordabile da chiunque, ovunque e che possa trasportare un po’ di scoppiettante gioiosità nella vita di ognuno. A tante effervescenti premesse non si può che rispondere con un “Chapeau”: va da sè che l’ 8 Novembre, data di lancio della capsule, è da annotare subito tra i save the date. I capi della “co-lab” con Moschino – che succede per nazionalità a Marni, con cui H&M siglò una Designer Collaboration nel 2012 – saranno acquistabili on line e in store H&M selezionati.

 

 

Magnum x Moschino fa boom a Cannes

Una sequenza del film

Magnum torna al Festival di Cannes e lo fa da star vera e propria. Per il lancio dei due nuovissimi gusti Double, Cocco e Lampone, si affida infatti a un’ esplosiva sponsorship con Moschino e Cara Delevingne in una campagna dal nome indicativo, “Libera il tuo istinto“, tutta all’ insegna della più audace espressione dell’ identità personale. Focus dell’ advertising è il film “Magnum x Moschino”, un corto per la regia di Jeremy Scott che vede protagonisti Cara Delevingne ed una serie di personaggi cartoon ideati da Scott in collaborazione con Uli Meyer, nome di spicco di cult dell’ animazione come “Chi ha incastrato Roger Rabbit?” e “Space Jam”: nel film, Cara passeggia sicura addentando un Magnum Double che ingolosisce, ipnotizzandoli con il suo irresistibile aroma al cioccolato,  i personaggi animati via via incontrati per strada. Ma – ahimé – nessuno di loro riuscirà a impossessarsene, rimanendo con un palmo di naso e l’acquolina in bocca!

Jeremy + Cara

L’ inizio del film diretto da Jeremy Scott

Il perchè della scelta di Cara Delevingne come testimonial non lascia spazio a dubbi. Travolgente, stravagante, spigliata, la top è l’ incarnazione perfetta dello spirito di “Libera il tuo istinto” e “Osa con Double”. Jeremy Scott, dal canto suo, ne è la controparte maschile eccellente: con il suo stile pop e coloratissimo, rivela un lato wild che ostenta senza alcun timore. “Per me, la collaborazione con Magnum, dalla creazione di questi personaggi animati alla regia del film, è stata più che divertente.” – ha spiegato il direttore creativo di Moschino – “Lavorare con Cara è stato straordinario, ed essere coraggioso nel campo della moda è una cosa a cui miro ogni giorno nel mio lavoro. La moda è un mezzo di espressione che allo stesso tempo ti dà piacere e ti permette di mettere in mostra la tua personalità e il tuo carattere. E’ stupendo poter dare alle persone questo mezzo espressivo. “

 

 

Al Festival di Cannes, il 18 Maggio scorso, il goloso Magnum Double e la partnership Magnum x Moschino hanno calamitato l’ attenzione unanime. Acclamatissimi, Cara e Jeremy hanno furoreggiato in un party dalle molteplici sorprese: una su tutte, la presentazione della capsule di borse Magnum x Moschino griffata Jeremy Scott, una serie di shoppper dal mood giocoso e dai colori brillanti su cui campeggiano i personaggi animati del film. Le borse sono acquistabili nel website Moschino o possono essere vinte partecipando al concorso appena lanciato da Magnum (per info, visitate il sito del brand). Ma il duo Scott-Delevingne si è anche cimentato nella creazione di special versions del gelato bestseller apprezzatissime nel Magnum Dipping Bar. Magnum by Cara si è fatto deliziosamente notare per dettagli quali i petali d’ibisco, le scaglie d’argento e i lamponi schiacciati, mentre Magnum by Moschino, impreziosito da guarnizioni di caramelle frizzanti blu/oro e sale marino delle Hawaii, ha riscosso un plauso generale.

La capsule di shopper in colori pop

 

 

Con queste strepitose premesse, non c’è bisogno di aggiungere che il party Magnum x Moschino sulla Croisette si sia rivelato memorabile. Ad infuocare la serata, The Misshapes, Sita Abellàn e Kiddy Smile con i loro dj set: tra Cara, Jeremy e una soundtrack del genere, per “liberare il nostro istinto” non potrebbe esistere cocktail migliore.

Moschino FW 2016/17: quando il luxury va in fiamme

Splendidi abiti fatti a brandelli, laceri, anneriti dal fumo. Sopravvissuti, con enormi squarci, ad un incendio devastante. E’ una collezione scampata alle fiamme quella pensata da Jeremy Scott per l’ Autunno/Inverno di Moschino, con tanto di contorno apocalittico in passerella: la scenografia evidenzia opulenti cornici d’oro accatastate, pianoforti a coda smembrati, lampadari di cristallo frantumati in ordine sparso, un cumulo di rovine che giace su ampi tappeti antichi. Un’ allusione al fashion system con l’ alternarsi delle mode sempre più rapido, un falò delle vanità contemporaneo o, più in generale, la metafora di un modus vivendi odierno che tramite il virtuale tutto “brucia” e fagocita? Nessuna opzione potrebbe rivelarsi incorretta, debitamente condita con la tipica ironia di Scott. Quel che è certo è che le fiamme hanno consunto, con velocità istantanea, preziose stoffe e miriadi di ruches, mermaid dress teatrali che si svasano in un tripudio di tulle. L’ associazione con un ammonitorio memento mori e con il falò vanitatum di un Girolamo Savonarola del 2000 è quella che, in realtà, affiora più spontanea: implicazioni sociologiche legate alla crisi a parte, un luxury devastato da fiamme “catartiche” è un ipotetico concept che si fa strada con goliardia giocosa.

In questo contesto, anche la veletta – uno dei simboli supremi della sofisticatezza – ribadisce la sua presenza: ma è una veletta “in fumo”, che avvolge il viso e punta in alto come una scia gassosa post-combustione, oppure si tinge di un rosso sgargiante e si adorna, vezzosa, di un fiocco. Con i lembi dei nastri completamente bruciacchiati, è ovvio.

Gli abiti a cui si abbina non perdono però la loro allure flamboyante (è il caso di dirlo) neppure di un millimetro: perchè se fuoco dev’ essere, che almeno quello dell’ araba fenice sia. Un fuoco che distrugge, che dissolve nel fumo, ma solo per creare ex novo. Un fuoco che permette, immancabilmente, di rinascere dalle proprie ceneri con rinnovato vigore.