Skydust 04: Valentino Beauty e il make up occhi color “polvere di cielo”

 

Avete presente la nuance azzurro polvere che il cielo, specie quando c’è foschia, assume durante il crepuscolo? Bene: è uno dei colori di tendenza del make up estivo. Valentino Beauty lo ha inserito, in una versione favolosamente inedita, nella sua prima collezione. Con il nome di Skydust 04 si declina in una delle quattro cromie di Dreamdust, prodotto di punta per il make up occhi, e seduce per il suo scintillio mozzafiato. Dimenticate le tinte sature e iper pigmentate, perchè Dreamdust (in italiano “polvere di sogno”) è sfavillio e lucentezza pura. Si stende sulle palpebre, intorno all’ occhio, e fa vibrare immediatamente lo sguardo grazie a un tripudio di bagliori: la sua texture cremosa è tempestata di glitter dal potente impatto visivo. Va picchiettato con le dita per ottenere un design ben delineato, quasi grafico. Il luccichio onirico che sprigiona fa il resto.

 

 

Dreamdust, destinato a diventare un cult di Valentino Beauty, viene proposto in quattro tonalità. Oltre a Skydust 04 sono presenti Silver Spark 01 (argento), Go for Gold 02 (oro rosa) e Emerald Queen 03 (smeraldo), tutte decisamente “couture” come vuole lo stile Valentino.

 

 

Dalla scorsa primavera, infatti, Valentino ha lanciato la sua prima linea beauty. Il tema del sogno è una costante, un sogno che prende forma in un caleidoscopio di colori e nasce dalla volontà di esprimere la propria individualità: chiunque può condividere questo obiettivo, non esistono limiti nè condizioni. L’ ode all’ inclusività di cui Pierpaolo Piccioli si fa portavoce coinvolge ora anche il campo del make up, puntando su ambasciatrici del calibro di Lady Gaga e Adut Akech. Tre parole chiave, “Color”, “Cool” e “Couture”, sono i capisaldi della nuova avventura della Maison. Abbattendo ogni stereotipo, Valentino Beauty propone un concetto completamente innovativo di bellezza: distante dall’ omologazione allo scopo di promuovere l’ unicità e le peculiarità personali. Le shade dei prodotti, in questo senso, acquistano un valore che va al di là di quello esclusivamente cromatico. Raccontano momenti, stati d’animo…A proposito di colori, il packaging della linea beauty di Valentino non poteva che sfoggiare un iconico “rosso Valentino“.  Le forme sono nette e lineari, adornate solo dal celebre logo dorato del brand.

 

 

 

Il close-up della settimana

 

Il Made in Italy trionfa anche al Campidoglio di Washington DC: seppur con base a Parigi, la Maison Schiaparelli è oggi proprietà di Diego Della Valle e non va certo trascurata l’ italianità della sua fondatrice, la visionaria e mitica Elsa Schiaparelli. Proprio in uno spettacolare abito griffato Schiaparelli Haute Couture, due giorni fa, Lady Gaga ha sbalordito il parterre dell’ Inauguration Day di Joe Biden, il nuovo Presidente degli Stati Uniti d’America. Durante la cerimonia per l’insediamento di Biden, a Lady Gaga è spettato l’onore di cantare l’ inno nazionale “The Star-Spangled Banner” (guarda qui il video). Un’ interpretazione, la sua, partecipata e intensa, talmente intrisa di pathos da dare brividi a fior di pelle: emozionata, radiosa e piena di grinta, Gaga ha intonato l’ inno con voce potente. A catturare i presenti, tuttavia, non è stata solo la sua performance. “Mother Monster” (come l’hanno ribattezzata i fan) si è presentata sfoggiando un look decisamente eye-catching sia riguardo all’ outfit che al make up e all’ acconciatura.  I capelli biondo platino intrecciati in una milkmaid braid, le sopracciglia scure e folte, il rossetto di un rosso smagliante sono stati esaltati da una mise composta da un corpetto sagomato color blue navy e da una voluminosa gonna in faille di seta rossa; appuntata sul corpetto, spiccava una spilla oro a foggia di colomba, emblema di pace e di salvezza. Un paio di guanti neri in pelle, tocco finale dell’ ensemble, donava risalto al microfono dorato che Lady Gaga reggeva in mano.

 

 

La sua esibizione, tra voce, presenza scenica e teatralità dell’ abito, è risultata di fortissimo impatto e di un’ iconicità senza pari: ” La mia intenzione è quella di riconoscere il nostro passato, curare il nostro presente e appassionarci ad un futuro in cui lavoriamo insieme amorevolmente”, ha twittato un paio di giorni fa la popstar, aggiungendo poi che la colomba e il ramoscello di ulivo raffigurati sulla sua spilla sono un auspicio affinchè possiamo vivere in pace l’uno con l’altro. L’ entusiasmo per la nuova era inaugurata negli USA ha permeato tutta la performance di Lady Gaga, una scena difficile da dimenticare: il look fiabesco, le vibranti emozioni che ci ha trasmesso, i buoni propositi espressi compongono un mix prorompente di stile, talento e vivi valori. Anche il direttore creativo della Maison Schiaparelli, Daniel Roseberry, ha speso parole appassionate su Gaga e sulla creazione dell’ abito che ha indossato: “Come americano che vive a Parigi, questo ensemble è una lettera d’amore al paese che mi manca così tanto e ad un’ artista di cui ho a lungo ammirato l’arte. La Maison Schiaparelli è onorata di avere l’ opportunità di vestire l’ iconica Lady Gaga in questo storico Inauguration Day God Bless Lady Gaga e God Bless America“, ha dichiarato nel sito della leggendaria Maison.

 

Foto: Maison Schiaparelli

 

 

Sulle tracce del Principe Maurice: ricordando Lindsay Kemp e il suo “capolavoro onirico”

Il Principe Maurice con Lindsay Kemp in uno scatto recente

Terzo appuntamento con la rubrica che VALIUM dedica al Principe Maurice ed alla sua rutilante vita artistica. Stavolta lo incontro a Senigallia, sull’iconico sfondo della Rotonda a Mare: paglietta in testa e look total white, si prepara ad animare la serata conclusiva de “L’Estetica dell’Effimero”, kermesse cult della “spiaggia di velluto” arrivata alla settima edizione. Nonostante il vortice di eventi che lo vede protagonista, il Principe è immancabilmente radioso, sorridente, “décontracté” come direbbero i francesi. E davanti al nostro aperitivo di rito, mi racconta esperienze recenti e progetti imminenti intramezzando la conversazione con molteplici riflessioni a tema. Inutile dire che, una volta di più, il suo eloquio non manca di ipnotizzarmi con il fascino della potenza evocativa che sprigiona.

Ferragosto si è concluso una manciata di giorni fa. Come lo ha passato, il Principe Maurice?

Il 14 ho partecipato ad una festa in un locale con il quale collaboro molto volentieri. Ci siamo inventati una serata particolare, da discoteca però con delle contaminazioni stile cabaret: un po’ quello che facevo al Plastic con la serata Reaction. E’ stato divertente! Il locale si chiama Odissea Fun City e si trova a Spresiano, vicino Treviso, è una struttura enorme che compie 25 anni proprio quest’ anno e li festeggerà il 14 Settembre. Grazie al nome che porta, abbiamo abbinato il suo 25mo compleanno al 50mo anniversario di “2001: Odissea nello Spazio” di Kubrick e ne è venuta fuori una direzione artistica ispirata al film: useremo immagini della pellicola, le riprodurremo “live” rivisitandole…Sarà una bellissima produzione, ci stiamo lavorando da tre mesi! Io avrò almeno 25 artisti che collaboreranno con me.  In questo periodo sto andando sempre meno in discoteca e sempre più ad happening culturali alternativi. Approfitto dello spazio mentale che (con gran rammarico) ho a disposizione dopo aver archiviato il Cocoricò per riempirlo di cose nuove, fare scouting, guardarmi intorno…E sono molto soddisfatto di tutto questo.

 

Il Principe al Samsara Beach di Riccione

Ci siamo incontrati poco più di un mese fa, esattamente quando hai detto “addio” al Cocoricò. Mi giunge voce che a Riccione sei tornato anche in un’inedita versione “on the beach”…

Esatto! Sono stato invitato al Samsara Beach, filiale riccionese del Samsara Beach di Gallipoli. E’ una formula diversa di fare discoteca, non di notte, non in un locale chiuso ma sostanzialmente di giorno e sulla spiaggia. Devo dire che mi è piaciuto molto, anche perché mi sono ritrovato insieme ad uno dei miei dj preferiti, uno dei fondatori della musica House: David Morales. E’ un grande amico e ho passato una serata davvero speciale, ma è stata ancor più speciale sai perché? Ora ti racconto. Mario Pierantoni, il capo della security del Cocoricò, ha chiesto la mano della sua ragazza sul palco proprio in quell’ occasione. Io ho creato la situazione con una performance ad hoc: sono stati attimi pieni di vita, solarità, sentimento, emozioni…Amore! In quel momento c’era tanto amore ed è stato davvero emozionante! Conosco Mario da 20 anni, siamo amici. Quando mi ha detto “Vieni al Samsara a darmi una mano, inventiamoci qualcosa, voglio fare una sorpresa alla mia ragazza” ho accolto subito il suo invito. Lei non sapeva nulla, dopo la dichiarazione tutti piangevano di gioia. Perché la gente ancora crede nei sentimenti, ma bisogna proporglieli…Altrimenti, pensano che non esista nulla tranne i social. Invece esiste ancora l’amore vero e quella è stata una splendida testimonianza. Nel privé del Samsara, poi – una riproduzione del privé dell’Ethos Mama Club – ho ritrovato Ricky Montanari, Flavio Vecchi, tutto il gruppo di Maurizio Monti…E’ stato bellissimo, un ritorno a Riccione che mi ha confortato un po’ dopo quell’ addio doloroso al Cocoricò. Devo dire che sono molto contento di aver seminato stima, amore e rispetto.

 

 

Non posso fare a meno, questo punto, di chiederti cosa rappresenta Riccione per te: una pietra miliare, immagino. E poi, che altro? Che tipo di legame si è instaurato tra te e “la perla verde dell’Adriatico”?

Io Riccione la amo. Riccione è stata l’Ibiza italiana ma anche più di Ibiza, perché la “filosofia” italiana era condita di cultura, non solo di trasgressione. Riccione aveva questo must rispetto a Ibiza, che invece è sempre stata giocosa e divertente pur essendo partita da filosofie New Age. La “perla verde dell’Adriatico” è stata senza dubbio un faro a livello internazionale per quanto riguarda la club culture vera, rimarrà sempre nel mio cuore. Adesso è alla ricerca di una sua identità. Devo dire che la formula del club notturno forse è diventata un po’ troppo, come dire, “morbosa”: il club è un luogo di sfogo, di sballo e basta…Io amo la notte, ma nella dimensione diurna c’è più solarità. Vedere al Samsara ragazzi e ragazze in costume, che ballavano, emanava una sensualità potente. La gente ha voglia di guardarsi, di annusarsi, di sedursi, di godersi, e questo è un bel segnale! Riccione, per tradizione e cultura, può farsi portatrice di questa tendenza: una nuova positività anche nel divertimento.

Siamo in estate, apogeo del divertimento notturno. Ma per i giovani, a tuo parere, al top delle tendenze c’è sempre il club?

La concorrenza più forte ai club la fanno i festival. Esistono tantissime manifestazioni all’ aria aperta: forse la gente oggi ha anche voglia di vivere più a contatto con la natura, perché questi festival vengono normalmente organizzati in grandi parchi. Sono situazioni sempre molto forti, di tendenza, con questi mega dj…Il club c’è ancora chi lo ama e io spero che continui ad amarlo, perché è un luogo più sicuro se vogliamo; anche se i grandi festival, ormai, hanno organizzazioni che sono macchine da guerra. Chi non va in questi posti, invece, adora vivere la spiaggia. E’ lì che i giovani la notte si ritrovano: accendono falò, cantano, mangiano, fanno il bagno insieme. Credo che si stia riattivando un rapporto speciale con la natura, e mi piace molto. E’ un recupero di emozioni più spontanee, meno “chimiche”!

 

 

A proposito di notte: quale notte, a tutt’oggi – e vita privata a parte! – ricordi come quella che ti ha messo più adrenalina addosso?

Senza dubbio la notte in cui Grace Jones mi ha invitato, all’ improvviso, sul palco della Royal Albert Hall. Siamo nel 2010, Grace è in tournée per promuovere il suo album “Hurricane”. Io sono seduto tra il pubblico in una zona vip di fianco a Brian Eno, e a un certo punto lei fa: “Maurice, so che sei qui: dove sei?” Io mi alzo, faccio un cenno e vengo inquadrato da un occhio di bue. “Vieni a ballare con me “Libertango”?”, mi chiede Grace. Potevo dirle di no? E’ stata una serata “a sorpresa” che difficilmente dimenticherò, proseguita con una splendida festa in cui ho potuto conoscere meglio Brian Eno e ho incontrato per la prima volta Lady Gaga. Sono quelle occasioni speciali che accadono quando sei con persone speciali: è una delle fortune, dei grandi privilegi che ho avuto nella mia vita.

 

Il Principe con Grace Jones

Torniamo agli eventi. In un mese della tua sfavillante esistenza ne saranno successe, di cose…Che ci racconti al riguardo?

L’ evento più eclatante a cui ho partecipato come maestro di cerimonie è stata una festa sulle colline toscane, in un’antica villa meravigliosa con una tenuta pazzesca in cui c’era addirittura un laghetto con un’isola al suo interno. Lì è stata organizzata una splendida festa veneziana, qualcosa di veramente straordinario! Ti dico solo che sono ritornato a cavallo dopo 35 anni, perché la festa si svolgeva nella villa ma anche in tutta la tenuta…Gli ospiti si muovevano in carrozza e sono state portate persino delle gondole per navigare sul laghetto. Si è trattato di un evento privato, super blindato, per pochissime persone tra l’altro. Io ero nei panni di Casanova ed accoglievo gli ospiti nelle location dei vari appuntamenti. La festa è cominciata alle 19,30 ed è finita a mezzanotte. Ci sono due momenti che ricordo con intensità particolare: nel primo attendevo gli ospiti, poi davo loro appuntamento al laghetto che raggiungevo a cavallo. E siccome ritardavano un po’, mi sono fatto tre giri in gondola godendo di una luce meravigliosa…L’ altro momento è stato mentre ero a cavallo, con le carrozze degli ospiti che mi seguivano. Dato che in quel caso ero condotto dallo stalliere e potevo guardarmi intorno, sono rimasto estasiato dalla scena: io sul cavallo in costume del ‘700, i colori magici del tramonto, una musica misteriosa che si diffondeva…Ho vissuto una favola, proprio di quelle che piacciono a me! C’è anche da dire che abbiamo fatto due giorni di prove, è stato faticoso con i costumi, faceva molto caldo: ma ne è valsa la pena. Un’ altra cosa bella che ho fatto, sempre in costumi casanoviani, sono state delle riprese in notturna per il TG2 che verranno inserite nella diretta della Regata Storica del 2 Settembre. Dovevamo girare delle scene a Venezia con una magnifica dama, la costumista Francesca Serafini: con lei avremmo dovuto fare un incontro in gondola, ma quella sera c’è stata una tempesta terribile. Avevamo già preso appuntamento con Giulia Apollonio, la giornalista della troupe del TG2. Senonchè, mentre ero lungo il tragitto, è scoppiata un’autentica bufera. Il bello è che non riuscivo a rintracciare il luogo in cui dovevamo incontrarci, perché Venezia in quanto a indirizzi è molto misteriosa…Rischiavo di prendere l’acquazzone in pieno, poi in extremis ho ritrovato il nostro “meeting point”. La ripresa della gondola è saltata, ma ho suggerito di posticiparla e di girare, invece, l’arrivo in Piazza San Marco: nello storyboard, Casanova gira in gondola con la giornalista RAI spiegandole questo e quell’ altro, finchè arriviamo in Piazza San Marco dove trovo la mia dama e congedo Giulia…Ho proposto di girare la scena dell’incontro al Caffè Florian: lì, io e la dama brindiamo e subito dopo la porto in una calletta “maliziosa” delle Procuratie di San Marco, allontano la troupe televisiva come se fosse un paparazzo e mi rifugio nella calle con l’ amata a “far finta di”. E’ stato davvero molto carino! Diciamo che Agosto, per me, si snodato all’ insegna del Casanova. Ieri sera, invece, ho assistito al debutto del Festival che il Duo Bellavista-Soglia (leggi qui la loro intervista con VALIUM) ha organizzato a Brisighella. Grazie a loro ho conosciuto nuovi aspetti di quella zona. Intanto c’è la Vena del Gesso, che è una cosa straordinaria dal punto di vista geologico. Ne esistono solo due al mondo, e quella romagnola è già candidata a patrimonio Unesco. Dal paesaggio carsico a cui ha dato luogo ha preso forma la cava dove si teneva il concerto: una cava di gesso incredibile, con un’acustica meravigliosa e con tanto di laghetto formato dall’ acqua piovana…L’ ambiente era davvero magico. Una delle cose più originali è stata la fanfara eseguita esclusivamente sul rullante da Michele Soglia, che ha compiuto delle vere e proprie acrobazie con le bacchette! Lo spettacolo è stato magnifico, un fantastico cross over di musica classica, musica più contemporanea e sonorità inedite. The day after, prima di tornare a Palma di Maiorca per qualche giorno di (meritata, ndr) vacanza, sono qui a Senigallia per la chiusura de “L’ estetica dell’effimero” dei fratelli Marconi (leggi qui la loro intervista con VALIUM), pluripremiati al Carnevale di Venezia dove hanno vinto tutto il vincibile. Quest’ anno la loro kermesse è stata dedicata al turismo storico, cominciato nel ‘700 di goldoniana memoria. La voga dell’epoca erano le ville in campagna – più che al mare – della nobiltà cittadina, una voga che si è conclamata a fine ‘800 – inizio ‘900. Stasera chiuderò la manifestazione e annuncerò il tema dell’anno prossimo, che ti rivelo in anteprima assoluta: le regine.

 

Il Principe nei (settecenteschi) panni di Giacomo Casanova…

…e con il Duo Bellavista-Soglia

Guardando al futuro, so che a fine mese hai in progetto qualcosa di molto esclusivo. E che la location d’eccezione sarà proprio la “tua” Venezia.

Il 30 Agosto mi vedrete di nuovo nelle vesti di cerimoniere. L’occasione sarà un gran ballo di beneficenza, un gemellaggio mondano e culturale tra Venezia e Montecarlo che Delia Grace Noble, meraviglioso soprano e ambasciatrice Unicef oltre che amica di Sua Altezza Serenissima il Principe Alberto II di Monaco, patrocina. Saranno presenti il sindaco di Montecarlo, i rappresentanti del Palazzo, il Principe non si sa mai fino all’ ultimo se arriverà, ma penso di sì. Il ballo è dedicato al tema dei principi e delle principesse (“Gran Ballo dei Principi e delle Principesse” è anche il suo nome): un po’ una rievocazione della fiaba di Ranieri e Grace Kelly. L’ ambientazione sarà quella del Belmond Hotel Cipriani, l’hotel preferito dalle star di Hollywood a partire da Liz Taylor in poi. Non è una location tipicamente veneziana, niente stucchi…Un lusso in stile molto americano che forse anche per questo piace alle star.

 

Un red carpet del Principe alla Mostra del Cinema di Venezia

Settembre è dietro l’angolo: quali primizie autunnali puoi anticipare a VALIUM?

Il mese di Agosto terminerà con un probabile incontro con Lady Gaga, che arriverà alla 75ma Mostra del Cinema di Venezia per presentare il film in cui debutterà come protagonista. Avrei molto piacere di rivederla! Adoro la sua evoluzione artistica, “Million reasons” per me è una canzone che rimarrà nella storia del pop: puoi cantarla con una chitarra in spiaggia o con un’orchestra sinfonica. Settembre comincerà alla grande, invece, con l’accoglienza ufficiale di una delegazione cinese. Si tratta di una delegazione molto importante nella produzione di documentari, film e, penso, anche televisiva. Approderà in laguna in quanto uno dei suoi funzionari ha partecipato alla produzione di “Marco Polo”, il bellissimo sceneggiato TV del 1982. E’ in questa occasione che è stata “riaperta la via della seta”, la Cina ha aperto le porte all’ Occidente proprio per consentire le riprese. Per celebrare l’arrivo della delegazione si terrà un gran gala a Palazzo Labia, la sede di rappresentanza della RAI: un edificio stupendo, con un ciclo di affreschi murali del Tiepolo che raffigura gli amori di Antonio e Cleopatra…Qualcosa davvero da pelle d’oca! Anche in quel caso, vivrò un nuovo sogno. Sarà sicuramente una serata fantastica, dove potrò assistere a delle testimonianze uniche. Dopodichè, come ti ho già raccontato, per il 14 Settembre è in programma il 25mo compleanno dell’Odissea Fun City: un nome, come mi hanno confessato i titolari, proprio ispirato al successo stratosferico di “2001: Odissea nello spazio” di Kubrick del quale celebreremo in concomitanza il cinquantennale.

 

 

Qualche giorno dopo il nostro incontro senigalliese, risento il Principe Maurice al telefono all’ indomani della morte di Lindsay Kemp (leggi qui la sua intervista con VALIUM). Difficile trovare una definizione per l’ icona che nutrì l’immaginario di innumerevoli artisti, su tutti David Bowie: coreografo, mimo, danzatore, regista e attore, Kemp si è spento il 25 Agosto a Livorno, dove abitava da tempo, all’ età di 80 anni. Ne parlo con un Principe affranto, ancora sotto shock. Con VALIUM, Maurice ha voluto condividere le emozioni provate dopo la scomparsa del suo mentore, l’ ispiratore del Teatro Notturno di cui è portavoce. Ecco quanto mi ha detto e cosa ha rappresentato Lindsay Kemp per lui:

Sono veramente addolorato… Ne sento già la mancanza. Anche se un artista straordinario ed iconico come lui è immortale per ciò che lascia non solo di professionale, rappresentando un unicum nel suo genere, ma sopratutto di emozionale per chi lo ha potuto ammirare o addirittura frequentare. Per me significa aver perso il padre del mio personaggio, che è totalmente impregnato dei suoi insegnamenti, del suo imprinting estetico, artistico, morale. È grazie a lui che sono riuscito ad apprendere le tecniche espressive che mi rendono così intenso e suggestivo pur senza spazio fisico a disposizione e senza dover parlare… È il segreto della “pantomima”, antica arte espressiva greco-romana che lui ha saputo rivisitare e rinnovare contaminandola col Butoh giapponese ma anche col Glam più trasgressivo. Nonostante lo shock, sono determinato a mettere in piedi uno show Tribute con gli artisti che conosco e che si sono ispirati, come me, a lui. Tra questi Andrea Fumagalli, Andy Fluon Bluvertigo, che sta girando l’Italia con il suo tributo a David Bowie. Faremo rivivere l’incontro tra Kemp e Ziggy Stardust attraverso una performance intensa e onirica. Ecco, la definizione dell’Arte di Lindsay si può riassumere in “capolavoro onirico”: fatto di sogni, ma di quelli che ti incantano e sono premonitori, a volte inquietanti ma mai incubi… La sua bellezza interiore è sempre stata quella Luce d’amore donata come attimo di felicità e come messaggio universale e trasversale. Grazie, Maestro, che la terra ti sia lieve. Ora puoi a pieno titolo essere quello “Star Man waiting in the sky” che il tuo amato David ti aveva dedicato…

 

Ritratto di Lindsay Kemp in “Onnagata”. Opera eseguita da Andy Fluon Bluvertigo

 

Photo courtesy of Maurice Agosti

 

 

Diego Diaz Marin e Gladys Tamez per Doubleview: un connubio esplosivo

 

Quando il top photographer Diego Diaz Marin incontra Gladys Tamez, la modista luxury adorata dallo showbiz, l’ impatto non può che essere esplosivo. L’ occasione è la recente Fashion Week parigina, la location una Ville Lumière che Diego Diaz Marin ritrae come non l’ avete mai vista: straripa di cieli azzurri e di colori tropicali, risveglia una gestualità che abbandona il bon ton per diventare giocosa e unconventional. E’ una Parigi i cui scorci-simbolo – Place Vendôme, un bistrot con i tavoli all’ aperto, un panorama di tetti, l’ obelisco di Luxor – fanno da sfondo al tragitto di una donna e alle sue evoluzioni acrobatiche. La protagonista dell’ editoriale che sancisce il connubio Diaz Marin – Gladys Tamez Millinery sfoggia un look impeccabile, suit a quadri e ampi cappotti, ma a fare da fil rouge è un fedora a falda larga – il Saint Marie –  in cromie incredibili: ai toni vibranti dell’ arancio e del blu Klein si alternano un marrone e un beige avvolgenti, dotando il cappello di un alto tasso di glam.

 

 

Diego Diaz Marin va ben oltre la fotografia in movimento di matrice avedoniana, e immortala la donna in pose a dir poco funamboliche. Irriverente e snodata come una circense, la vediamo esibirsi nella posizione del ponte in pieno centro, lanciarsi in una spaccata verticale, prodigarsi in acrobazie persino sulle strisce pedonali. In uno scatto la ritroviamo impettita, con un’ aria di sfida, in un altro  avanza a grandi passi; i momenti di relax, però, non mancano. Seduta di fronte al bistrot, il suo fedora arancio risalta con accenti vibranti sullo sfondo déco. E affacciata ad un balcone, un cesto di mini baguette in mano, sovrasta il panorama di tetti e ricorda una Marie-Antoniette contemporanea mentre pronuncia la frase che le è sempre stata attribuita, ” Se non hanno più pane, che mangino brioches!”: altera, sofisticata e fiera come un’ autentica regina d’ antan.

 

 

 

 

Chi segue VALIUM conosce bene il genio visionario e ironico di Diego Diaz Marin (leggi qui la sua ultima intervista per il blog) , che ogni volta riesce a estasiarci con photo-shoot che ci trascinano nel suo effervescente immaginario visivo. L’ editoriale che ha creato per Doubleview (il visual book che ha fondato a Firenze) immortalando le creazioni di Gladys Tamez è un’ ennesima prova d’autore della sua rutilante creatività.

 

 

Gladys Tamez è designer e direttore creativo di Gladys Tamez Millinery, il luxury brand di cappelli di design e rigorosamente hand made che ha fondato a Los Angeles. Avete presente il fedora rosa che Lady Gaga indossa nel video di “Million Reasons”? Bene: quel cappello è griffato Gladys Tamez. Ma le celeb innamorate delle sue creazioni non si contano. Oltre a Lady Gaga, Julia Roberts, Jane Fonda, Madonna, Beyoncé, Kendall Jenner, Gigi Hadid e molte, moltissime altre star ancora sono delle  habituè del GMT atelier. Il design inconfondibile del brand coniuga le tipiche forme sculturali a un concentrato di influenze artistiche e savoir-faire artigianale. Ogni cappello viene realizzato a mano utilizzando tecniche che inglobano la più squisita expertise di tradizione sia europea, che americana, e avvalendosi di materiali selezionati presso i migliori fornitori di tutto il globo. Know-how e qualità sopraffina sono due must per Gladys Tamez, il cui atelier è l’unica modisteria luxury e con produzione hand made a contare su una rete di distribuzione all’ ingrosso internazionale.  La creazione “su misura” rappresenta l’ eccellenza di GTM: il cliente viene direttamente coinvolto nel processo di realizzazione del cappello, che include l’ideazione di un modello, di un colore, di uno stile e di accessori ad hoc per soddisfare ogni sua esigenza.  Tutte le collezioni di Gladys Tamez vengono presentate a Parigi, in occasione delle Fashion Week del ready-to-wear e dell’ Alta Moda. Per saperne di più:  https://gladystamez.com/

 

 

 

 

 

 

 

CREDITS

Photographed by Diego Diaz Marin

The collab brands

Hats Gladys Tamez Milinery

Clothes Navro

 

 

 

Peggy Moffitt, icona 60s tra Pop Art e “bowl cut”

 

Quando si parla di “bowl cut”, uno dei tagli di capelli più cool delle ultime sfilate, la mente torna al suo iconico look: Peggy Moffitt, top model degli Swinging Sixties, ne fece un inconfondibile signature style. Un make up occhi di ispirazione Kabuki, la chioma scolpita da Vidal Sassoon in persona, Peggy abbinava al rigore geometrico del “five point” – l’ altro nome che fu dato al taglio – mise coloratissime, ma lineari e dense di richiami Op. Lo stile che sfoggiava, d’altronde, viene considerato autentica Pop Art. E pensare che i suoi esordi la videro alle prese più con i ciak che con l’obiettivo fotografico:  nata a Los Angeles, classe 1940, la futura top debuttò come attrice nel 1955 prima di approdare nelle fascinose brume parigine. Fu proprio nella Ville Lumière che ebbe inizio la sua liason con la couture, e da allora Peggy Moffitt si dedicò alla carriera di modella senza disdegnare comparsate nei film. Quando gli anni ’50 lasciarono il posto ai rivoluzionari Sixties, complice il suo ruolo di musa del designer Rudi Gernreich,  la fama di Peggy cominciò a decollare: Gernreich era un precursore, fu il primo a proporre creazioni unisex ampiamente declinate in plastica e in vinile, ma il suo spirito avantgarde si identificò indissolubilmente in un costume da bagno “topless” chiamato monokini.  Lo lanciò nel 1962, nel pieno di un’ era che inneggiava alla libertà in ogni sua forma, e su consiglio di Diana Vreeland lo fece immortalare in scatti ad opera di William Claxton, marito di Peggy Moffitt e membro del trio inseparabile che lo vedeva a fianco di Gernreich e della sua musa.

 

Peggy Moffit in uno scatto di William Claxton

Le foto che ritraggono Peggy in monokini sono oggi dei cult, testimonianze di un mood ribelle che negli anni ’60 coinvolse ad ampio spettro anche la moda. Ma il set fotografico è una costante che ritorna, per l’ iconica modella, nella pellicola “Blow up” di Michelangelo Antonioni, dove appare tra le protagoniste dei photo shoot scattati da Thomas/David Hammings. Nel 1967 fu suo marito William Claxton a dirigerla: il corto “Basic Black”, archetipo dei futuri fashion film, rientrò tra le opere della mostra intitolata The Total Look: The Creative Collaboration Between Rudi Gernreich, Peggy Moffitt and William Claxton con cui il Los Angeles Museum of Contemporary Art’s Pacific Design Center omaggiò negli anni ’80 il trio creativo. La figura di Peggy, emblema di una vera e propria svolta epocale, continua ad essere una fonte di ispirazione inesauribile: non è un caso che la rock band The Handcuffs e musicisti come Boyd Rice e Giddle Partridge le abbiano dedicato, rispettivamente, il proprio album di esordio e una limited edition in vinile.

 

 

I fashion show dell’ Autunno/Inverno 2017/18 e i più famosi hairstylist celebrano, inoltre, il “bowl cut” di Peggy Muffitt rivisitandolo in innumerevoli versioni. Una su tutte? Quella esibita dalla top ucraina Irina Kravchenko in passerella e nell’ advertising campaign di Anteprima. Ma il celebre taglio geometrico fu oggetto anche di un’ indimenticabile “citazione” sul catwalk parigino della sfilata AI 2008/2009 di Saint Laurent e viene riproposto dalle celeb di continuo: l’ hanno sfoggiato (tra le altre) Linda Evangelista, Agyness Deyn, Lady Gaga e, last but not least, persino la nostra Alessandra Martines nella saga fantasy TV “Fantaghirò”.

 

AI 2008/09: il bowl cut di Saint Laurent

AI 2017/18: il bowl cut di Irina Kravchenko per Alexander Wang

 

Foto di Peggy Moffitt via Kristine from Flickr, CC BY-NC 2.0

 

Il close-up della settimana

 

Decisamente unconventional e, viene da dire, sempre più calato nel mood dello show-biz losangelino: è in un effervescente mix audiovisivo di moda e musica, infatti, che Tom Ford ha presentato la collezione womenswear per l’ estate 2016. Una decisione annunciata, la sua: “Invece di proporre un fashion show tradizionale, volevo provare a presentare una collezione in un modo “cinematografico”che fosse progettato, fin dall’ inizio, per essere diffuso on line” , spiega il designer texano nel suo website introducendo l’ iniziativa. Ecco dunque le modelle volteggiare a suon di musica in un video travolgente che strizza l’ occhio a Soul Train, l’ iconico programma TV lanciato da Don Cornelius che, a partire dal 1971, per trentacinque anni ha annoverato tra i suoi ospiti i più prestigiosi nomi di sound tipicamente “African-American” quali appunto il Soul, il Funk, l’ Hip Hop e il Rhythm’n’ Blues. Ma c’è di più: protagonista del video è una scatenata Lady Gaga che sublimemente ne interpreta la soundtrack,  una new version di I want your love – la hit con cui gli Chic spopolarono nel 1979 – appositamente riadattata e prodotta da Nile Rodgers per l’ occasione. Il risultato è un vero e proprio show intriso di glamour la cui scenografia sembra rievocare lo splendente dancefloor di una disco cult dei Seventies: ai lati della passerella, sciccosissimi modelli incitano le mannequins dimenandosi e scandendo il ritmo con le mani mentre una sensuale e platinatissima Lady Gaga domina la scena.Tra passi di danza e battimani, sul catwalk sfila una collezione che in un tripudio di trasparenze, luccichii ed audaci rivisitazioni dello stile anni ’70 più fascinoso ed hot ribadisce l’ inconfondibile cifra stilistica di Tom Ford aggiungendo suggestioni animalier e sporty, come i pants con cavallo basso adornati di tasche a vista e multizip. A presentare i trentadue look, nomi d’eccezione tra i quali spiccano quelli di top quali Lexi Boling, Aymeline Valade, Mica Arganaraz e l’ ormai celebre Lucky Blue Smith, iperchic in uno smoking con rilucente giacca di un azzurro intenso. Il video, diretto da Nile Knight, funge anche da indiretto trait d’union con una carriera nel mondo del cinema per Tom Ford sempre più in primo piano: dopo un cameo in Zoolander e il debutto alla regia con A single man – che è valso a Colin Firth una nomination all’ Oscar, un premio BAFTA e la Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile – l’ eclettico designer sta infatti lavorando alla sua opera seconda da regista,  Nocturnal Animals, un film che vedrà protagonisti Jake GyllenhaalAmy Adams.

 

 

The Blonds: parola d’ ordine, ‘Over the Top’

 

In quanto a beauty & hair look, è difficile pensare che la New York Fashion Week offra visioni più spettacolari di quelle proposte, ogni stagione, da The Blonds.  Il duo formato da Phillipe e David Blonde, “esploso” quando Beyoncé selezionò un suo corsetto di diamanti per il video di Upgrade U, viene notoriamente osannato dalle icone più eccentriche del music business: Rihanna e Lady Gaga, solo per citare due significativi nomi, senza tralasciare una certa Barbie doll ultimamente richiestissima per la quale The Blonds ha creato un’ apposita capsule collection. Con un’ estetica stilistica over the top che esalta il corsetto come capo-base e le paillettes come segno di riconoscimento, il duo non può certo trascurare complementi idi stile basilari quali le acconciature e il make up di sfilata: non è un caso, dunque, se ogni fashion show griffato The Blonds si rivela una mirabolante esibizione di estrosità allo stato puro.

 

 

Il fashion show 2014/15 ha deliziato lo sguardo dei presenti con  un hairstyle e un make up decisamente d’ impatto: un’ enorme treccia toupet platinata pendeva lateralmente dal capo delle modelle, mentre la scritta The Blonds e dettagli sparsi in oro luccicavano sul loro viso. L’ ispirazione della collezione, Gangsta Jeanie, ha dettato le regole di un look sopra le righe e vagamente avveniristico delineando lo stile di moderne viaggiatrici del mondo, creature metropolitane in continuo movimento che adorano cambiarsi d’ abito il più possibile e farsi notare. Nel backstage,  nomi del calibro di Tigi e MAC si sono occupati del cotè beauty. Autore del singolarissimo hairstyle è il direttore creativo globale Tigi Nick Irwin, che spiega come lo ha realizzato. Lo step iniziale dell’ operazione è stato certamente il meno semplice: la preparazione dei posticci ha richiesto giorni, e ben nove trame di capelli sintetici per costruire ogni singolo capello dell’ immensa treccia. Durante la procedura di intreccio, la lacca Catwalk Session Series Work it è stata utilizzata al fine di rendere più corposi i capelli sintetici e per fissare l’ acconciatura. Intanto, le modelle sono state adeguatamente “dotate” di una base solida per accogliere il posticcio.

 

 

Irwin ha cosparso i capelli bagnati di Catwalk by Tigi Fast Fixx Style Prep prima di pettinarli. Session Series Wet Look Gel è stato applicato sulle ciocche, suddivise in tante piccole sezioni e poi lisciate. Successivamente, è stata realizzata una coda di cavallo sulla sommità del capo. Infine, l’ hairstylist ha ripiegato la coda su sè stessa fissandola con delle forcine per formare la base idonea a posizionare il gigantesco posticcio, aggiunto con l’ aiuto di ulteriori forcine. Per rendere stabile l’ acconciatura, Session Series Work It Hairspray è stato spruzzato su tutta la capigliatura e sulla treccia, rendendola il più possibile compatta.  Ma non è finita qui: Irwin ha fatto tesoro di alcune ciocche di capelli sintetici per comporre un’ ornamentale scritta The Blonds, che risaltava sull’ attaccatura dei capelli delle modelle. Ne è risultato un hairstyle memorabile, tra i più iconici della passerella newyorchese.

 

 

Il make up, a cura del make up artist delle celebs Kabuki per MAC Cosmetics, ha puntato su uno sguardo rigato di eyeliner in stile bad girl e su una bocca perfettamente delineata,  a cui il truccatore ha aggiunto scintillanti dettagli gold di alta teatralità.

 

 

 

 

 

Un cheek to cheek a tutto jazz per Lady Gaga e Tony Bennett

 

Un primo incontro nel 2011 ad un Gala di New York li ha visti talmente in sintonia da cementare un feeling artistico-musicale sfociato in The Lady is a Tramp, duetto incluso nell’ album Duets II di Tony Bennett. Oggi, Lady Gaga e il notissimo crooner, duo (all’ apparenza) improbabile della scena swing/jazz della Grande Mela, unisce nuovamente le forze e si ricompone con un obiettivo importante: l’uscita di un disco completamente incentrato su classici standard jazz. Cheek to cheek – questo il titolo – uscirà il 23 settembre dopo una gestazione durata un anno abbondante che ha rafforzato, parallelamente, il rapporto di amicizia tra Bennett e l’ eccentrica regina del pop. ” Ho cantato musica jazz da quando ero bambina e volevo davvero dimostrare questo mio lato. Abbiamo fatto un album di standard jazz ma con un twist moderno”, ha dichiarato Lady Gaga al riguardo. Tony Bennett parla in termini entusiastici della collaborazione: “Produrre questo disco con Lady Gaga è stata un’ esperienza bellissima, lei è una cantante fantastica e spero che tutti i suoi fan abbracceranno questa musica e si lasceranno andare allo swing. ” L’ album, che verrà lanciato dal singolo Anything goes di Cole Porter, si avvale di una equipe di musicisti di prim’ordine: Gray Sargent, Mike Renzi, Marshall Wood e Harold Jones – membri del quartetto del crooner – parteciperanno in toto con l’ aggiunta del pianista Tom Lanier. Dal canto suo, Lady Germanotta ha trascinato in questa nuova avventura  il suo amico di vecchia data Brian Newman, trombettista jazz, che prende parte al disco insieme al suo quintetto. Guest stars dell’ operazione che si accinge a mettere in luce l’ ennesima sfaccettatura dell’ eclettica interprete di Art Pop, top names quali il sax tenore Joe Lovano e il flautista John Horn (scomparso di recente).  Abbracciando totalmente le sonorità jazz tanto care a Tony Bennett, Cheek to cheek non contiene neppure l’ ombra di accordi pop: il che fa presupporre, da parte di Lady Gaga,  la volontà di sperimentarsi in un nuovo percorso, il desiderio di lasciarsi (almeno momentaneamente) alle spalle mise “rutilanti” e ardite extravaganze per rinascere a nuova vita musicale. Che il recentissimo hairstyle afro l’ abbia incitata alla riscoperta di melodie più prettamente di derivazione “black”? Mentre elucubriamo sull’ amletico quesito, il singolo Anything goes – apripista dell’ album – è già ascoltabile su iTunes.

L’ accessorio che ci piace

 

La splendida adv campaign realizzata da Mert Alas & Marcus Piggott non poteva evidenziare in modo migliore tutta l’ iconicità e l’ essenza glam chic della it bag per eccellenza firmata Versace: Signature Bag viene esibita, negli scatti del geniale duo, da una Lady Gaga sensuale e sofisticata.  Nelle classiche versioni in pelle o pitone, Signature mantiene intatta la varietà dei formati impreziosendosi, con la bella stagione, di intriganti novità sia nei dettagli che nei materiali. La caratteristica Medusa dorata campeggia sui medaglioni e sulla chiusura frontale della borsa, che si declina in una vasta serie di tonalità inedite senza tralasciare il bianco e il nero. Particolarmente glamourous risultano le nuance lilla e celeste baby, che incarnano raffinatamente – e con l’ inconfondibile tocco luxury tipico della Maison – una palette pastello più che mai contemporanea e à la page. Portabile come handbag o a tracolla, la it bag Versace rappresenta l’ accessorio perfetto per le ore diurne come per quelle serali; la tracolla, rimovibile, viene adornata da un dettaglio a catena in gold che ne accentua le pregiate coordinate di stile, riconducendole alla più pura identità del brand. Signature bag è un vero e proprio gioiello che, non a caso, sta letteralmente spopolando tra le star internazionali.  A rimanerne ammaliata – tra le moltissime altre -la stessa Lady Gaga, che è stata ripetutamente fotografata con l’ iconica borsa al braccio oltre che indossando svariati accessori della Maison:  al di là del suo ruolo di testimonial, non mancano certo gli elementi per definirla una “Versace addicted”!

Lady Gaga è il nuovo volto di Versace

 

La notizia è ormai ufficiale: sarà Lady Gaga la protagonista della campagna pubblicitaria Versace per la Primavera/Estate 2014. L’ immagine diffusa anticipatamente dai social, uno degli scatti realizzati da Mert Alas e Marcus Piggott, mostra Lady Gaga in abito lilla, i lunghi capelli lisci e sciolti, raffinata e luminosa. E’ una Lady Gaga inedita, sensuale e sofisticata ma scevra di ogni stravaganza: la metamorfosi viene svelata da Donatella Versace, che ha dichiarato di aver voluto “catturare la vera bellezza dell’ artista con immagini eleganti e affascinanti” Un connubio professionale, quello tra il celeberrimo brand Made in Italy e la pop singer stelle a strisce, che ha inizio nel 2011, quando per il video di Edge of Glory Lady Gaga scelse un grintoso e provocante look tutto cuoio e borchie firmato Versace. Da quel momento, la collaborazione è evoluta in una solida amicizia sfociata persino in una dedica musicale, la canzone Donatella, con cui Lady Gaga omaggia la designer nel nuovo album Artpop. Questo forte legame, sottolineato anche dalla somiglianza che rende le due amiche – nella comune chioma lunghissima e platinata – quasi speculari, ha fatto sì che la scelta della cantante come testimonial della Maison nascesse spontaneamente, in modo del tutto naturale: “Sono così felice di lavorare con Versace alla sua nuova campagna”, ha dichiarato Lady Gaga. Anche Donatella Versace ha parlato in toni entusiasti della collaborazione, e ha così commentato il pluriennale rapporto che lega il brand alle più acclamate star internazionali: “Le celebrities hanno sempre fatto parte della storia di Versace. Credo si tratti di una silenziosa attrazione reciproca.” per poi proseguire  spiegando gli obettivi della campagna: ” Ho voluto che Lady Gaga mostrasse il suo lato sofisticato e glamour esaltando la sua eleganza e la sua pura bellezza, sicuramente un’ immagine inaspettata e inedita. E’ questo che la cliente Versace troverà affascinante.” Una campagna pubblicitaria che inizia sotto i migliori auspici, dunque, rinsaldati da un commento in cui la Versace, in un social network, definisce Lady Gaga “la vera, iconica donna Versace contemporanea.”