Le candele scandinave: un’ode allo Yuletide e all’Hygge

 

“[…] E io parlo della terra a una candela; di te e di noi, di noi soli, creati.”

(Milo De Angelis)

La Scandinavia è l’area geografica in cui il numero delle candele vendute è il più alto del mondo. Pilastri dello stile Hygge (rileggi qui l’articolo che MyVALIUM gli ha dedicato) e del lungo periodo che ingloba l’Avvento e le feste natalizie, le candele sono presenti in tutte le case danesi, svedesi, finlandesi e norvegesi: è raro trovarne una che ne sia priva. E quando arriva l’Autunno, con il buio che cala intorno alle 14.30, le loro fiammelle baluginano dietro ai vetri di ogni finestra. Le candele costituiscono un elemento decorativo imprescindibile, in grado di creare un’atmosfera confortevole e accogliente. La loro luce soffusa dona un tocco di magia a qualsiasi ambiente. Nei confronti delle candele, gli scandinavi provano un amore vero e proprio: alla sua origine si ricollegano rituali antichissimi e mai sopiti. Le candele, non a caso, riappaiono ad ogni ricorrenza chiave dei mesi freddi. Basti pensare alla festa di Santa Lucia in Svezia, dove le giovani donne sfilano con una corona di candele accese: un potente emblema della luce che sconfigge l’oscurità. Oppure alla corona dell’Avvento, molto popolare nei paesi Scandinavi: prendendo ancora come esempio la Svezia, notiamo che ha sia la forma di un candelabro con sette candele (oggi dotate di luce elettrica), che quella di un candeliere che ne contiene quattro, posizionato rigorosamente sul davanzale della finestra.
La tradizione prevede che si accenda una candela durante le quattro domeniche di Avvento; ognuna ha un significato simbolico ben preciso: la prima è dedicata all’attesa, la seconda alla gioia del Natale, la terza alla pace e la quarta all’amore. Yuletide a parte, le candele sono fondamentali per creare il senso di intimità che permea la filosofia Hygge. E’ impensabile trascorrere delle ore di relax o convivialità nella propria casa senza la suggestiva atmosfera originata dalle candele accese. Prova ne è il fatto che i popoli nordici non solo le acquistano per sé, ma sono soliti regalarne in quantità: al di là dell’aspetto puramente ornamentale, le candele possono essere considerate un autentico emblema della cultura scandinava.

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“E’ mite il ghirigoro (pensato in disparte)”, una poesia di Mario Luzi

 

È mite il ghirigoro
                                   d’aria e luce
che accompagna
                            al suolo
la resa delle foglie
sui viali lungo il fiume.
perché rompo, persona,
il muto canto?
                                         Sarebbe
senza me uniforme,
pieno, invasato della propria inopia,
festoso.
                        Così scende
la vita, scende incontrastato,
pare, il suo sfacelo
a rigenerarsi nella morte
per il dopo, per il principio.

(da “Sotto specie umana”, Garzanti, 1999)

 

Le Frasi

 

“Non posso sopportare di perdere qualcosa di così prezioso come il sole autunnale restando in casa. Così ho trascorso quasi tutte le ore di luce nel cielo aperto.”

(Nathaniel Hawthorne)

 

Illustrazione di Rocks2clouds via Pixabay

Arancione, il colore di Ottobre

 

Ottobre è il mese in cui la natura si trasforma in una tavolozza di colori caldi e avvolgenti. Tra tutti, l’arancione predomina: lo ritroviamo nelle foglie che cadono, nelle zucche che decorano le case, nei tramonti più intensi. Ma perché al mese di Ottobre viene associato proprio l’arancione?

Un colore nato dalla terra

L’arancione nasce dall’incontro tra il rosso e il giallo, due colori che simboleggiano rispettivamente la passione e la luce. In Autunno, questa fusione cromatica si manifesta ovunque: nei frutti maturi, nei campi dorati, nei boschi che si spogliano con grazia. È il colore del raccolto, della transizione, della preparazione all’Inverno.

 

 

Natura d’Autunno: foglie, zucche e tramonti

In Ottobre, la natura si veste d’arancione. Le foglie degli alberi si tingono di rame e oro prima di lasciarsi andare. Le zucche, simbolo di abbondanza e mistero, invadono orti e mercati. I tramonti si fanno più intensi, come se il sole volesse lasciare un ultimo bacio caldo prima del freddo. Questo colore ci accompagna nel passaggio tra luce e ombra, tra Estate e Inverno, come una lanterna che illumina il cammino.

 

 

Simbologia e psicologia

Secondo la psicologia del colore, l’arancione è associato alla creatività, alla gioia e alla comunicazione. È un colore che stimola l’energia vitale, favorisce la socialità e infonde buonumore. In molte culture è anche simbolo di trasformazione: in Cina, ad esempio, rappresenta il cambiamento e la salute emotiva.

Un colore spirituale

Nel mondo dello yoga e della meditazione, l’arancione è legato al secondo chakra (Svadhisthana), che governa le emozioni, la sensualità e la connessione con gli altri. Chi ha un’aura arancione è spesso considerato equilibrato, creativo e armonioso.

 

 

Cenni storici e culturali

Nell’Antico Egitto, l’arancione veniva ottenuto da minerali come il realgar, simbolo di vitalità solare. In India e Cina si usava la corniola, pietra semipreziosa legata alla salute e alla protezione. Nel Medioevo europeo, l’orpimento—seppur tossico—veniva impiegato nei manoscritti miniati per la sua tonalità ritenuta vicina all’oro. Solo nel XVII secolo Isaac Newton lo codificò ufficialmente nello spettro dei colori, conferendo all’arancione una dignità scientifica.

Tradizioni e folklore

Ottobre è anche il mese di Halloween, dove l’arancione delle zucche si unisce al nero per evocare mistero e magia. Questa combinazione ha radici antiche: le zucche intagliate derivano da leggende celtiche, e il loro colore richiama il fuoco, la luce che protegge e guida.

 

 

L’arancione è il colore che accende Ottobre come una lanterna nel crepuscolo. È il fuoco gentile che scalda, la luce che trasforma, il ponte tra la fine e l’inizio. In ogni foglia che cade, in ogni zucca che sorride, c’è un invito alla metamorfosi: a lasciar andare con grazia per prepararsi a rinascere.

 

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Il makeup dell’estate: bagliori, riflessi e punti luce

 

Il makeup dell’estate? Un makeup brillante, dal finish glowy e ricco di punti luce. La pelle è luminosa, invasa da bagliori effetto rugiada. L’illuminante scolpisce il viso in un sapiente gioco di chiaroscuri. Il blush, preferibilmente in crema, regala un look “baciato dal sole” nel modo più naturale possibile. La luce si concentra sulle labbra o sulle palpebre, alternando i finish glitterati a quelli extralucidi e laccati. Il viso cattura i riflessi del sole, li riverbera. Bagliori intensi creano affascinanti accenti di lucentezza. Ma questo makeup risplende anche sotto la luna, che lambisce il viso con il suo chiarore e lo mescola allo scintillio delle stelle.

 

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Il Sarto delle Stelle

 

In cima a un monte dove nessuno osa salire, viveva un vecchio sarto chiamato Sirio. Non cuciva abiti per persone, ma vestiva le stelle.

Ogni notte, mentre il mondo dormiva, Sirio usciva dalla sua capanna con ago, filo d’argento e un pezzo di cielo. Le stelle scendevano una ad una, timide e tremolanti, chiedendo:

“Ci fai brillare come sogni?”

E lui ricamava loro vestiti di luce, con tasche piene di desideri e orli cuciti con musiche lontane.

 

 

Una sera d’estate, la Luna venne a trovarlo, dicendo:

“Sono stanca di sembrare sempre la stessa.”

Sirio le cucì un mantello di fasi, sfumato tra tristezza e speranza. Da allora, la Luna cambia abito ogni notte, e chi la guarda con il cuore può notare perfino i ricami.

Dicono che chi sogna sotto una stella vestita da Sirio, riceva un dono segreto: un pensiero gentile che arriva al momento giusto, senza bisogno di parole.

 

Illustrazioni via Pixabay

 

Estate di luce

 

Un raggio di sole è sufficiente per spazzare via molte ombre.

(Francesco D’Assisi)

 

L’estate è appena iniziata, ma l’Italia è già stretta nella morsa del caldo: Pluto, l’anticiclone africano che imperversa da qualche giorno, ha fatto schizzare le temperature alle stelle. Le massime sfiorano i 40 gradi, in molti casi li oltrepassano, e l’afa non si attenua neppure con il buio. Di notte, il clima tropicale incide negativamente sulle ore di riposo. La situazione, diretta conseguenza del riscaldamento globale, non sembra che avrà durata breve: i meteorologi prevedono una svolta solo intorno al 10 Luglio, quando una serie di temporali porterà aria fresca al Nord. Avremmo preferito continuare ad associare il nome Pluto a un noto personaggio creato da Disney, il cane di Topolino, ma il cambiamento climatico ha stravolto anche simili reminiscenze. Nonostante tutto, seguendo il filone iniziato la scorsa primavera, ho pensato di dedicare la nuova photostory di MyVALIUM alla luce del sole: un omaggio all’estate e ai bagliori dell’astro infuocato, alla sua luminosità. Alla luce che è sinonimo di vita, rinascita, radiosità. Reale, ma anche metaforica: perchè, come disse Francesco di Assisi, “un raggio di sole è sufficiente per spazzare via molte ombre“.

 

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L’oro, il colore di Giugno

 

L’oro è il sole che illumina il mondo.”

(Thomas Carlyle)

L’oro è il colore di Giugno, e non si può dire che non sia un colore azzeccato: simbolo del Sole, riflette la luce abbagliante di questo mese. Da sempre è associato alla luminosità dei raggi solari e alla loro potenza, al loro calore, al loro essere emblemi di vita. Nel corso dei secoli, l’oro ha simboleggiato la ricchezza, il potere, la fede, la giustizia, ma anche il divino e la spiritualità. Lo splendore e la tonalità avvolgente che lo contraddistinguono hanno fatto sì che diventasse la rappresentazione della gioia, del valore e dell’abbondanza. L’oro è travolgente, energico, privo di sfumature: grazie a queste sue caratteristiche è stato equiparato a valori come la purezza e la lealtà. Oggi celebreremo il colore del mese di Giugno con immagini che ne esprimono la preziosità, sia allegorica che concreta.

 

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Giugno e i suoi proverbi

 

A Giugno, l’estate esplode: per la natura, è un periodo di cruciale importanza. Gli alberi si riempiono di frutti, l’erba è alta e rigogliosa, nei campi di grano si inizia la mietitura. Il Solstizio d’Estate ci regala luce a piene mani, è il giorno più lungo dell’anno. Ma anche la notte è impregnata di una profonda magia: la scia della Via Lattea risplende nell’oscurità, luminosissima nel punto in cui si incrociano Sadr (l’astro 33.000 volte più brillante del Sole) e la stella doppia Albireo, entrambe collocate nella Costellazione del Cigno. Dopo il crepuscolo, il Triangolo Estivo è perfettamente distinguibile; Deneb, Altair e Vega diffondono nel cielo il loro fulgore. E se Giugno viene chiamato il mese del Sole, la notte di San Giovanni, con i suoi rituali e le sue leggende, è considerata la più incantata dell’anno. Un simile contesto non poteva che ispirare molteplici proverbi. Il tema predominante è la natura, che a Giugno diventa sovrana; subito dopo viene il meteo, determinante per la buona riuscita di tutte le attività agricole. Scopriamo insieme i proverbi più noti dedicati al mese del Solstizio d’Estate.

 

 

Giugno, la falce in pugno

 

 

Giugno ventoso, porta il grano sull’aia

 

 

Giugno ciliegie a pugno

 

 

Se marzo non marzeggia, giugno non festeggia

 

 

Acqua di giugno rovina il mugnaio

 

 

La notte di San Giovanni, ogni erba nasconde inganni

 

 

In giugno, in bene o in male, c’è sempre un temporale

 

 

Di giugno levati il cuticugno

 

 

Se piove ai santi Paolo e Piero piove per un anno intero

 

 

Per san Paolino c’è il grano e manca il vino

 

 

Per San Barnaba, l’uva viene e il fiore va

 

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