Eclissi solare anulare: il Sole protagonista del cielo del 10 Giugno

 

Dopo l’ affascinante serie di Superlune (ma non è finita qui: tenetevi pronti per lo splendido plenilunio del 24 Giugno), anche il Sole ha deciso di offrirci un imperdibile spettacolo cosmico. Proprio stamattina, infatti, si verificherà un’ eclissi solare anulare, così chiamata in quanto la Luna nuova occulterà il Sole nell’ area centrale e lascerà che si intraveda sotto forma di un anello di fuoco che circonda la sua sfera oscura. Il fenomeno, altamente suggestivo, inizierà alle 10.12 e terminerà alle 13.33. Detto questo, bisogna fare due precisazioni: purtroppo, in Italia risulterà visibile a malapena. L’ eclissi solare anulare potrà essere ammirata nella sua interezza in un’ esigua zona del Canada e della Groenlandia, mentre in buona parte dell’ Europa Occidentale, nell’ Europa Orientale del Nord, in Asia Centrale, in Russia e in Siberia sarà possibile vederla parzialmente. Il motivo? L’eclissi avrà luogo all’ estremo Nord e non tutti i paesi del globo terrestre, di conseguenza, godranno del privilegio di osservarla.

 

 

L’ Unione Astrofili Italiani, tuttavia, segnala che dalla nostra penisola se ne potrà scorgere una piccola porzione nelle regioni del Settentrione o giù di lì. In particolare, come dichiara sempre il sito della UAI, a Milano l’ evento sarà visibile dalle 11.35 alle 13.04, a Venezia dalle 11.48 alle 13.05, a Firenze dalle 11.52 alle 12.49. E’ molto importante specificare, comunque, che l’ eclissi non va MAI osservata ad occhio nudo per non incorrere in gravi (e irreversibili) problemi alla vista. Per ammirarla esistono strumenti dotati di appositi filtri, ma il mio consiglio è quello di seguirla comodamente on line: anche per il non trascurabile vantaggio di visualizzarla in modo più completo grazie alle telecamere utilizzate dai vari siti web. A partire dalle ore 11, ad esempio, l’ Unione Astrofili Italiani trasmetterà il fenomeno astronomico in live streaming sulla propria pagina Facebook (qui trovate il link) e sul canale YouTube (cliccate qui per collegarvi) dell’ Associazione. Buona visione, e…appuntamento al Solstizio d’Estate, il 21 Giugno, quando il Sole tornerà ad essere superbamente protagonista.

 

 

 

Calendimaggio, un’ode a Flora e a Dioniso

Sir Lawrence Alma-Tadema, “Spring” (1894), particolare

Il 1 Maggio, oltre che Festa del Lavoro, è anche Calendimaggio. Ne parlo con due giorni di ritardo, ma non importa: l’ incanto che circonda questa ricorrenza rimane intatto. Con il Calendimaggio, gli antichi popoli festeggiavano la Primavera ormai giunta al suo apice. Il nome deriva da “calende”, ossia il primo giorno del mese (calcolato in base alla luna nuova) del calendario romano. Durante le “calende” di Maggio si celebrava Flora, la dea della fioritura, e venivano compiuti numerosi rituali. Uno di questi vedeva protagonisti gli alberi, emblemi della natura e della sua fertilità ritrovata, associati alla prosperità immancabilmente: la tradizione voleva che i giovani uomini, la notte del 30 Aprile, si inoltrassero nei boschi per procurarsi rami fioriti o interi arbusti.

John William Waterhouse, “Flora and the Zephyrs” (1897), particolare

Li avrebbero posti davanti alle finestre o ai portoni delle fanciulle a mò di rito di corteggiamento. Ma gli alberi venivano trapiantati nei luoghi più disparati, come le piazze, i cortili, addirittura accanto alle abitazioni delle personalità del villaggio. Probabilmente questi riti si ricollegavano all’ “albero cosmico” su cui per nove giorni e nove notti si rifugiò Odino, la massima divinità della mitologia norrena, prima che apprendesse la potente simbologia delle rune celtiche. Tra le usanze più famose e amate, tuttora diffusa in molte zone d’ Italia, c’è poi quella dei Canti del Maggio: il primo giorno del mese (o la notte precedente), i “maggianti”, anche detti “maggerini”, si recano di casa in casa – o percorrono le vie dei borghi, soprattutto in tempi di Covid – cantando versi gioiosi e pieni di brio intrisi di termini dialettali. Si tratta perlopiù di stornelli, accompagnati da chitarre, tamburelli e violini, che inneggiano al risveglio della natura e al ritorno di Dioniso (originariamente, il dio della vegetazione). In onore all’ allegria che sprigionano questi canti, i maggianti ricevono omaggi enogastronomici: un bicchiere di buon vino, una fetta di dolce, delle uova, uno spuntino…Simili soste consentono di osservare da vicino gli ornamenti a base di rose, viole, foglie di ontano e maggiociondolo sfoggiati dai maggerini, tutti fiori e piante tipici del mese appena iniziato e ricorrenti nel Cantamaggio. Che questa tradizione sia connotata da una forte valenza propiziatoria è ovvio, e anche qui risiede il suo fascino; non è un caso che affondi le radici presso popoli che attribuivano valori ben precisi alla ciclicità della natura: in particolare i Celti, affiancati dagli abitanti dell’ antica Etruria e dai Liguri.

Charles Daniel Ward, “The Progress of Spring” (1905), particolare

Per concludere, cari lettori di VALIUM: è Maggio, uno dei mesi più belli dell’ anno. La Primavera è esplosa in pieno e l’ Estate, con la sua afa, è ancora lontana. Mi piace pensare ai 28 giorni che ci aspettano immaginando di avventurarmi, rigorosamente al tramonto, lungo un sentiero fiancheggiato da cespugli di rose…

Diari

 

“(Sabato mattina, 13 dicembre). Allora impara a vivere. Tagliati una bella porzione di torta con le posate d’argento. Impara come fanno le foglie a crescere sugli alberi. Apri gli occhi. Sul raccordo del Green Cities’ Service e sulle colline di mattoni illuminate di Watertown, la sottile falce di luna nuova sta distesa di schiena, unghia luminosa di Dio, palpebra abbassata di un angelo. Impara come fa la luna a tramontare nel gelo della notte prima di Natale. Apri le narici. Annusa la neve. Lascia che la vita accada…”

 

Sylvia Plath, da “Diari”