Milano Fashion Week: 10 flash dalle collezioni Autunno Inverno 2023/24

 

Dopo una lunga pausa, riannodiamo il fil rouge con le Fashion Week delle capitali della moda. All’ appello mancano Milano e Parigi, perciò cominceremo subito con la prima. Nella capitale lombarda, le collezioni Autunno Inverno 2023/24 sono state presentate dal 21 al 27 Febbraio; a fare da leitmotiv, tre principi fondamentali: la valorizzazione degli stilisti emergenti, la sostenibilità e l’inclusività ad ampio spettro. Il savoir faire italiano è stato celebrato da 59 sfilate ( 54 in presenza e 5 in format digitale), 29 eventi e 77 presentazioni. Moltissimi i debutti che hanno contraddistinto la manifestazione, sia inerenti ai young talents che ai grandi marchi. Qualche nome? Alabama Muse, Avavav, Tomo Koizumi supported by Dolce & Gabbana tra gli esordienti, Max &CO with Anna Dello Russo, Pianegonda, Wolford, Maison Laponte, Viviers e Spaccio Alta Maglieria tra coloro che hanno sfilato per la prima volta sulle passerelle meneghine. Va segnalata, inoltre, una miriade di novità. Impossibile citarle tutte: mi limiterò a menzionare la nuova location del Fashion Hub, ovvero il Palazzo Giureconsulti in Piazza dei Mercanti, il maxischermo in Piazza Duomo che ha permesso di assistere alle sfilate anche ai non addetti ai lavori, le iniziative dei Black Carpet Awards e del Budapest Select, dedicato ai brand emergenti ungheresi. Una curiosità: Versace non era presente alla kermesse. Donatella Versace, infatti, ha svelato il 10 Marzo a Los Angeles la collezione Autunno Inverno del brand. Partiamo subito, ora, con le dieci collezioni selezionate da VALIUM.

 

Fendi

I capisaldi dell’abbigliamento maschile si declinano al femminile assumendo connotazioni inedite: un gilet è unito a maniche che scoprono le spalle e lascia la schiena completamente nuda, una gonnellina plissettata ricorre, sovrapponendosi ai pantaloni da uomo. Ma ad accendere l’ispirazione sono anche le collezioni per la casa, compresa quella – super iconica – realizzata da Karl Lagerfeld nel 1996, a cui fa riferimento una serie di look in color block stampato su maglia a costine. La palette cromatica affianca i colori neutri al fucsia, al rosso e all’acquamarina.

Del Core

Ispirazione eco per Del Core, da sempre interessato al benessere del nostro pianeta. La collezione “Embers Bloom” si riallaccia ai paesaggi incontaminati dell’ Alaska, alle secolari rocce ricoperte dai muschi e dai licheni, agli incendi che scoppiano improvvisamente a causa dell’aridità della terra. E’ proprio l’irruenza del fuoco, la cui potenza distrugge, ma al tempo stesso purifica e rigenera, a caratterizzare look “mutanti” prodotti da un’immaginaria combustione. Cromaticamente prevalgono il bianco e il nero, alternati a pattern di licheni artici di stampo floreale.

Marco Rambaldi

La collezione, “Supernova”, prende spunto dal leggendario Cocoricò e dalla sua Piramide. Lacci a profusione, pelle, crochet, pantaloni a vita bassa stile anni ’90 (l’epoca d’oro del locale), lana merino e collant rigorosamente in pizzo si mescolano mirabilmente, spacchi e oblò imprevisti si aprono sugli abiti, un serpente in jacquard si insinua sul davanti di un top. La pancia viene spesso lasciata scoperta o velata di trasparenze. I gioielli metallici realizzati da Priscilla Anati, di grand’effetto, completano l’unicità dei look: una caratteristica degli outfit avvistati nell’iconico club riccionese.

Alberta Ferretti

Il focus è su una femminilità disinvolta, audace, romantica e volitiva al tempo stesso. Il nome della collezione, “After Dark Bloom”, ne condensa il mood. Una rosa rossa imprime i suoi petali su ogni look, mimetizzandosi in tessuti quali il velluto, lo chiffon, il macramé, il voile di seta. E’ una fioritura notturna, la sua, che impregna di mistero le creazioni: lunghi abiti affusolati e impalpabili contrapposti a capi sartoriali da uomo e a tailleur pantalone esaltati da scenografici capispalla. La palette cromatica predilige colori intensi come il nero, il ruggine e il rosso cardinale, l’accessorio ricorrente è un iconico cappello a tesa larga.

N.21

L’ispirazione guarda ad Antonioni e alla sua trilogia dell’incomunicabilità. A fare da leitmotiv sono i capi cult del look borghese anni ’60, che vengono reinterpretati con ironia. La critica sociale di Alessandro Dell’Acqua, naturalmente, si esprime tramite l’abbigliamento: la noia, l’erotismo represso, il bon ton di facciata della borghesia di mezzo secolo fa si traducono in cappotti e twinset indossati al rovescio, top lingerie che ricadono sui fianchi, golfini abbottonati in modo sghembo, abiti sottoveste sovrapposti, spalle che rimangono scoperte casualmente, ma solo in apparenza. La gonna a matita è il capo iconico, oltre che ricorrente, della collezione.

Etro

Lo stile bohémien di Etro riletto da Marco De Vincenzo. Spicca un capo leitmotiv, un plaid-mantella che si avvolge attorno al corpo ricoprendo spalle e busto. Si indossa con miniabiti sfrangiati e vertiginosi cuissardes issati su un plateau. La maggior parte dei look è composta da long dress boho che inneggiano all’ ariosità tramite forme fluttuanti, tessuti impalpabili e cascate di balze; alcuni abiti vengono abbinati a scialli avviluppati intorno al corpo come il plaid. Predominano pattern quali il Paisley e il floreale, quest’ultimo anche declinato in 3D, alternati a rombi e righe “etniche” multicolor.

Max Mara

Come si sarebbe vestita Émilie du Châtelet, la musa della collezione, nel 2023? Ian Griffiths si ispira alla grande matematica francese del XVIII secolo, intellettuale e spirito libero, per reinterpretarne il guardaroba. Broccati, tessuti damasco, gonne panier, cappotti appoggiati con studiata noncuranza su una spalla predominano. Le cinture, altissime e in vernice nera, rievocano un bustino, lunghi cappotti Teddy con alamari si alternano a parka ricercati e giacconi matelassé. La gonna panier, impreziosita dai broccati, si declina in innumerevoli forme e lunghezze. Ogni look si accompagna, per contrasto, a stivaletti o anfibi massicci.

Calcaterra

Intitolata “The Wave”, la collezione si ispira al ritmo delle onde per ricreare una sensazione di ciclicità e armonia. I look sono all’insegna del monocromo, le forme minimal abbracciano dimensioni oversize. I capispalla e i pantaloni, entrambi oltremodo ampi, prediligono linee arrotondate. Le gonne, ad anfora, esibiscono spacchi o altissime bordure di piume. Ai volumi extra si contrappongono costantemente quelli mini, tradotti soprattutto in top, pull e dolcevita. I primi look sanciscono il trionfo del bianco in ogni sua sfumatura; seguono il verde salvia e il verde oliva, il burgundy, il nero e, a sorpresa, un pattern zebrato.

Blumarine

Il riferimento è Giovanna D’Arco. In passerella, sullo sfondo, la B di Blumarine arde come se fosse il rogo dove fu bruciata viva la pulzella di Orléans. Il colore predominante è l’argento, un chiaro richiamo all’armatura della Santa, il mood è audace e sfrontato. Trionfano le forme aderenti al corpo, abiti, gonne e miniabiti metalizzati ricchi di drappeggi e fuseax attillati come una seconda pelle; un tripudio di fibbie decora corpetti e stivali bordati di shearling. Le minigonne sono micro, un long dress in cotta di maglia rimanda a certe armature medievali, i pantaloni alla zuava si infilano in alti stivali. I look di chiusura, in un tripudio di ruches, balze e frange, ribaltano il mood iniziale inneggiando al tipico stile Blumarine pre-Nicola Brognano.

Giorgio Armani

“Cipria”, il titolo della collezione, si adatta mirabilmente all’eleganza firmata Armani. I look, raffinati, esprimono una femminilità eterea e consapevole valorizzata da copricapi ad hoc: il classico basco nero o il celebre “caschetto” di Cleopatra con perline e strass. Forme fluide, lunghe frange, gilet indossati sulla pelle nuda, linee dal sapore orientale, velluti, raso di seta e chiffon impalpabile  compongono un mix stilistico riuscitissimo e ben collaudato. Un fiore sinuoso ricamato sugli abiti e un’inedita stampa leopardo su sfondo rosa ricorrono in alcuni look. La palette cromatica è sognante: prevalgono il lilla, il beige, il nero, il tipico “greige”, il rosa. In nuance confetto e cipria, naturalmente.

 

Milano Fashion Week: 10 flash dalle sfilate

 

Milano: dal 22 al 28 Febbraio va in scena la Milano Fashion Week. Le collezioni Autunno Inverno 2022/23 si svelano principalmente in presenza, tornando ai fasti dell’ era pre-Covid in un’ alternanza di sfilate dei big, debutti eccellenti e new talents molto in gamba. In tutto si contano 67 fashion show (di cui 57 live e i rimanenti via web), 9 eventi e 77 presentazioni. Nella città meneghina sfilano top label del calibro di Versace, Giorgio Armani, Dolce & Gabbana, Alberta Ferretti, Prada, Blumarine, Gucci e Bottega Veneta, per citarne solo alcune. Ennio Capasa inaugura la kermesse con un marchio nuovo di zecca, Capasa Milano, presentato al Teatro degli Arcimboldi, mentre Gucci torna a sfilare in Italia dopo una parentesi digital e il fashion show lungo la Hollywood Walk of Fame di Los Angeles. Bottega Veneta lancia invece la prima collezione di Matthieu Blazy, succeduto a Daniel Lee nella Direzione Creativa, e anche Trussardi mette in campo una new entry:  i direttori creativi Benjamin Alexander Huseby e Serhat Isik, che rinnovano lo stile e il logo del brand. Tra gli emergenti spiccano nomi ormai consolidati come Marco Rambaldi, Sunnei, CGDS, a cui si aggiungono Cormio e Andreadamo (due griffe focalizzate sul knitwear), Vitelli, Del Core, Des Phemmes e Alessandro Vigilante. Scopriamo ora la mia selezione di 10 look rappresentativi di altrettante collezioni della Fashion Week milanese.

 

MARCO RAMBALDI

NPRP (Nuova Poetica Post Romantica), questo il nome della collezione, è un inno all’ amore e all’ inclusività: Rambaldi abbatte qualsiasi confine relativo al genere, alla fisicità, all’ età, e manda in scena una collezione che alterna il knitwear in svariate lavorazioni al matelassè. Micro gonne e micro pull, gilet, lunghi cardigan, pantaloni e bomber trapuntati sfoggiano colori quali il viola, il lilla e il verde acqua, che esaltano motivi floreali in crochet e pattern a cuori ricorrenti. Ai piedi sono di rigore le Dr. Martens, in versione baby e stringata (quest’ ultima anche nella variante stivale), accompagnate a calzettoni che oltrepassano il ginocchio. Grazie a questa collezione, Marco Rambaldi è stato scelto dalla Maison Valentino per il progetto di supporto ai nuovi talenti che ha lanciato insieme alla Camera Nazionale della Moda Italiana.

PRADA

Fa da leitmotiv una silhouette che enfatizza forme e volumi nella parte superiore del corpo e li assottiglia nella parte inferiore. Le spalle, che si tratti di giacche o di abiti, sono ampie e squadrate, le gonne affusolate e in pizzo trasparente con culottes a vista. A questa linea se ne contrappone un’altra, più tondeggiante, che vede protagonisti bomber e cappotti-bomber ad uovo tempestati di applicazioni floral. Tra gli abiti, risaltano le tuniche midi trasparenti sovrapposte ad essenziali canotte in cotone bianco. I tailleur sono composti da giacche oversize strette in vita e da gonne svasate, movimentate dai plissè, che in altri look si accompagnano a dei pull in lana. La palette cromatica esalta un tripudio di nero, grigio e avorio; un’ “esplosione” di frange o piume spunta a sorpresa sulle maniche dei capispalla.

FENDI

Un concentrato di vintage e contemporaneità che si ispira a due iconiche collezioni Fendi. Il risultato di questa rilettura? Dei look sublimemente femminili. Le gonne sono a tubino, fascianti, in tessuti impalpabili e trasparenti come quelli degli abiti: entrambi si adornano di ruches ondulate poste in verticale. La lingerie è in bella vista grazie ai materiali see-through. Le giacche e le camicie hanno un colletto mini avvolto attorno al collo, i corsetti proliferano, anche sovrapposti alle bluse. Pantaloni a vita alta e mini shorts si alternano, dalla cintura spunta un pannello laterale adornato di charms. Risaltano giacchini in pelliccia tinti di nuance cipriate e, tra gli accessori, gli opera gloves in camoscio oltre che le borse cult del brand.

ACT N. 1

Un mix coloratissimo di tulle, il materiale signature di Act N.1, spille a balia e denim. Denominatore comune, l’ inclusività elevata alla massima potenza (in passerella sfilano modelli e modelle di ogni taglia, età ed etnia, persino donne in stato interessante). Il tulle fa da protagonista e si tinge di cromie vibranti: turchese come la nuvola di ruches che avvolge l’ outfit in total black; come il lungo abito dal mood quasi mistico, con un velo che ricopre il volto e l’ intera figura, o, ancora, come la fake fur voluminosa indossata sulla pelle nuda. Fucsia come le ruches fittissime che adornano un abito a mò di top -minimantella, anche in versione giallo fluo. Rosso come il kimono oversize increspatissimo dalla linea a uovo. Oppure bianco, come la mantella mozzafiato che impreziosisce un outfit in total white. Ma la potenza del colore si rivela soprattutto in mise completamente monocrome, dove look simili a funghi avveniristici sfoggiano l’identica nuance di cui sono tinti il corpo e il volto dei modelli.

N. 21

Sartorialità e innovazione sono le parole d’ordine di una collezione che coniuga la ricercatezza con la seduttività. Il womenswear (la sfilata è co-ed) evidenzia giacche e cappotti con grandi revers, abiti e top impalpabili drappeggiati attorno al corpo, corsetti sagomati dal profondo scollo a cuore, body su cui, a effetto tattoo, campeggiano stampe di palme, gonne midi con spacco frontale, paillettes giganti che plasmano abiti costruiti “di sbieco”, pantaloni dal taglio classico abbinati a vistose cinture gioiello. La destrutturazione e la ristrutturazione dei capi basic sono una costante, i colori sottolineano l’allure raffinata: a predominare è il taupe, alternato al nero, al bianco, al beige e al marrone.

VERSACE

La donna Versace, ovvero il fascino in tutta la sua potenza. La collezione esprime con molta efficacia questo concetto: non è un caso che ad aprire la sfilata sia una serie di audacissimi look total black, accompagnati da vertiginosi cuissardes in lattice e dalla pennellata di viola costituita dal corsetto. In raso e con cuciture che delineano una forma a cuore, il corsetto (così come i cuissardes) ricorre nell’ intera collezione. Si tinge di cromie vibranti e fa capolino da lunghi cappotti colorati, giacche gessate o in pied de poule, ma plasma anche abiti tubino e minidress. La silhouette predilige forme che fasciano il corpo, “smorzandole” con un outerwear dalle linee massicce: giacche e cappotti con spalle squadrate, molto ampi, piumini lucidi dai volumi over. La palette cromatica registra una prevalenza di nero, lime, turchese, rosa, giallo oro, rosso, il denim si declina in baggy jeans alternati ai fuseax in vernice. Prevale un mood sensuale e sfrontato, il che non stupisce: Versace, dopotutto, fa rima con “audace”.

MAX MARA

Ian Griffiths si ispira all’ opera di Sophie Taeuber-Arp, l’artista Dada nata e vissuta in Svizzera che creò i burattini e le scenografie del Cabaret Voltaire, con il quale collaborò anche nelle vesti di marionettista. Per Griffiths, il grande talento della Taeuber-Arp si rinviene soprattutto nell’aver ammantato di magia gli oggetti della quotidianità; prende come riferimento, quindi, le marionette che l’artista realizzò per un rifacimento di “The King Stag”, opera teatrale di Carlo Gozzi. Il risultato sono look che declinano il tessuto del “Teddy Bear” nelle versioni più svariate: lunghe gonne ad uovo, voluminosi pantaloni stretti alla caviglia, ampi pull, minidress, bermuda e trench vanno ad aggiungersi all’iconico cappotto che ben conosciamo. I passamontagna e i maglioni con collo che lo includono fanno da fil rouge, i volumi amplificati e il punto vita che si distanzia dalla sua tradizionale collocazione rimandano al motivo ispiratore della collezione. 

GUCCI

La collezione è stata battezzata “Exquisite Gucci”, un nome ispirato al gioco collettivo surrealista “Cadavre Exquis”.I look rimarcano il concetto della fluidità di genere introducendo nel womenswear dettagli, stili e caratteristiche della moda uomo. Ci sono il completo blu a doppiopetto, la cravatta in pelle indossata con un ampio blazer, il suit in tartan, ma spiccano anche look che sembrano usciti direttamente dagli anni ’80. Qualche esempio? I body see-through ricamatissimi, le alte cinture strizzavita, le gonne a portafoglio in pelle, le ecopellicce zebrate, e in particolare le calze nere in pizzo che rievocano un must dell’ epoca. Ma la grande novità è la collaborazione con Adidas: moda e sport si fondono in un connubio di fortissimo impatto. Le tre strisce che contraddistinguono il marchio di sportswear spadroneggiano; le cuffie da nuoto diventano cappelli, i guanti da ciclista prendono il posto dei guanti classici, il logo a trifoglio campeggia, enorme, sulle camicie. La contaminazione riguarda persino gli abiti da sera, costruiti su maglie extralong da football americano o decorati con corsetti ricavati da dettagli delle felpe.

BLUMARINE

L’ ispirazione sono gli stilemi del fotografo Helmut Newton, che per il marchio ha realizzato delle iconiche campagne pubblicitarie. La femminilità eterea, la grazia della donna Blumarine diventano marcatamente sensuali: si tramutano nell’ audacia di una donna sicura di sè e del suo fascino. Il mood è notturno, seduttivo, provocante. I colori sono decisi, come il nero, il bianco e il rosso; le nuance pastello signature del brand assumono sfumature più intense. Ritroviamo quindi il rosa, il celeste, il giallo pallido: ma il rosa tende a virare al lilla, il celeste al bluette, il giallo all’ ocra. Riappare anche il fiore della rosa, che si tramuta in ornamento di volta in volta raffinato o sexy, come quando riproduce due boccioli su un corpetto posizionandoli proprio in zona capezzolo. I look sono intriganti con disinvoltura, ricchi di spacchi, drappeggi, volants e vertiginose scollature. Miriadi di perle e paillettes profuse li impreziosiscono, le trasparenze abbondano (con cuori di velluto nei punti strategici), le ecopellicce restituiscono sensazioni di una soffice femminilità. Il reggicalze impera così come la veletta (un classico dello stile di Newton), ai volants si alternano le tute in vernice da mistress. Su tutta la collezione aleggia un’ impalpabile raffinatezza.

ALBERTA FERRETTI

Alberta Ferretti reinterpreta i propri codici stilistici sotto una nuova luce, condizionata da due anni di pandemia: la collezione privilegia look all’ insegna del comfort, sofisticati ma da indossare nella quotidianità. I pantaloni sfoggiano un’ ampiezza extra, abbondano tessuti soavi come il velluto; l’ ecopelliccia, oltre ad assumere innumerevoli declinazioni, impreziosisce i colli e i polsini dei capispalla. La silhouette è fluida, l’ eleganza accentuata dalla laccatura dei maglioni, che acquistano un aspetto glaciale e metallico. Il knitwear non manca all’ appello, eccellendo nelle lavorazioni a treccia e nei decori di frange in full color. La palette cromatica spazia dall’ argento al grigio, dal nero al cobalto, dal cammello all’ ametista. A concludere la sfilata è una serie di abiti da sera in puro stile Ferretti: chiffon, trasparenze, piume, paillettes, gorgiere e mantelle con cappuccio si alternano a miriadi di plissè che si schiudono come magici ventagli.