Febbraio

 

“Oggi è scirocco giallo di coriandoli,
già verzica la scorza, in capriole
vanno nubi arlecchine.”
(Maria Luisa Spaziani)

 

E’ arrivato Febbraio, mese di transizione tra l’ Inverno e la Primavera. Conta soltanto 28/29 giorni, ed è il più corto dell’ anno. Il suo nome deriva dal latino “februare”, ovvero “purificare”, poichè in questo periodo gli antichi romani effettuavano i rituali di purificazione consacrati al dio Februus e alla dea Febris. Nell’ antica Roma, tuttavia, l’ Inverno non aveva mesi ben precisi che lo identificassero. Fu Numa Pompilio, nel 700 a.C., ad introdurre Gennaio e Febbraio nel calendario gregoriano. Dato che i romani facevano iniziare l’ anno a Marzo, Febbraio rappresentava l’ ultimo dei 12 mesi. E’ interessante constatare come “Febbraro” (così veniva chiamato anticamente) fosse considerato un periodo di svolta dai popoli delle più disparate culture: i giapponesi, ad esempio, lo battezzarono “Kisaragi”, “il mese del cambio di vesti”. A Febbraio il tempo della rinascita è vicino. Le ore di luce aumentano, la natura si prepara per il suo risveglio. Spuntano timidamente i primi fiori e le prime gemme, i cervi perdono le corna e un gran numero di animali comincia ad affacciarsi dalla propria tana. Non è un caso che la festa della Candelora, il 2 Febbraio, fosse considerata una sorta di varco che dall’ Inverno conduceva in Primavera. I riti di purificazione dell’ antica Roma comprendevano una processione dedicata a Februa, la dea della guarigione, in onore della quale le donne sfilavano tenendo in mano una fiaccola accesa; anche i popoli del Nord Europa celebravano la transizione stagionale: i Celti festeggiavano Imbolc, l’arrivo dei mesi tiepidi. E onoravano la dea Brigid – divinità della fertilità e protettrice dei poeti, degli artigiani e dei combattenti – con rituali illuminati da un tripudio di candele, un ulteriore dettaglio che collega i cerimoniali pagani con quelli cattolici della Candelora (basti pensare alle candele benedette durante la messa). Per dare il benvenuto a Febbraio, ho scelto un look che associo a un tradizionale appuntamento di questo mese: il Carnevale. Ashish Gupta propone un abito in paillettes all over decorato con zig zag multicolor. E’ un capo scintillante, cromaticamente vibrante. Inneggia alla giocosità e al colore, due cardini stilistici di Ashish. Mi ha fatto pensare ad Arlecchino e alla briosità del suo costume. Il motivo zigzagato potrebbe sostituire le losanghe, il technicolor fare da denominatore comune…L’ abito di Ashish Gupta, inoltre, coinvolge i sensi a 360 gradi: è impalpabile al tatto e le paillettes che lo rivestono producono un “suono” inconfondibile se viene strofinato. A proposito di Carnevale, sapete che il Carnevale di Venezia 2022 tornerà in presenza e si svolgerà all’ insegna delle novità? Posso anticiparvi che le maschere, dal 12 Febbraio al 1 Marzo, saranno le protagoniste principali…Rimanete sintonizzati su VALIUM per un approfondimento DOC con un ospite davvero speciale!

Anche l’ accessorio del mese è un tributo al colore: Norvina Pro Pigment Palette Vol. 5 di Anastasia Beverly Hills (in Italia trovate il marchio da Sephora) è una palette occhi che contiene 25 nuance travolgenti. La tonalità dominante è quella del viola, declinato in innumerevoli sfumature. Non manca, naturalmente, il “Color of the Year 2022” di Pantone: per esibire Very Peri, il magnetico lilla-pervinca lanciato dal brand statunitense, potrete utilizzare le shade B3 Matte cool-toned lilac e C3 Matte vibrant purple, sia da sole che sfumandole tra loro.

 

Birds of a Feather: la collezione make up AI 2021/22 di Dior è un tributo cromatico all’ Autunno e al sontuoso piumaggio dei volatili

 

Sapevate che a fine Settembre il pavone entra nella fase di muta, perde cioè tutte le sue variopinte piume? Ricresceranno ad Aprile ancora più spettacolari. E’ proprio a quel piumaggio mozzafiato che si è ispirato Peter Philips, Direttore Creativo e dell’ Immagine del Make Up Dior, per la creazione della collezione make up Autunno Inverno 2021/22 della Maison: finish duocromatici, colori cangianti, effetti iridescenti, tonalità complementari e favolosamente autunnali fanno da leitmotiv a Birds of a Feather, come è stata battezzata la linea. Philips fa riferimento al pavone, ma anche ai sontuosi uccelli esotici e alle loro sbalorditive piume. Il risultato sono prodotti all’ insegna di innumerevoli riflessi e combinazioni cromatiche, che donano versatilità alla collezione permettendole di dar vita a look, di volta in volta, sensuali, naturali o potentemente scenografici. Tra le tonalità predominanti troviamo il verde, il beige, il rosa, il rame, il bordeaux, l’oro, il grigio platino e il blu pavone. Ma andiamo a scoprire nel dettaglio i prodotti della collezione…

 

5 COULEURS COUTURE – Edizione Limitata

 

 

Gli ombretti dell’ iconica palette 5 Couleurs Couture esibiscono il raffinatissimo motivo di piume che condividono con il blush di Birds of a Feather. Le armonie cromatiche proposte sono due, entrambe inneggianti alla stagione appena arrivata e alle iridescenze del piumaggio dei volatili; ad accomunarle è anche una texture cremosa che esalta e intensifica i loro colori, caricandoli di un profondo magnetismo. La palette Night Bird è dedicata alle ore serali, Early Bird a quelle diurne. La consistenza degli ombretti fa sì che si fondano con la palpebra in modo ottimale, mantenendosi inalterati a lungo e scongiurando grinze o sbavature. Applicate con la punta delle dita, le cromie si intensificano ulteriormente: diventano polvere impalpabile dalle tonalità accesissime. Il finish, declinato in quattro differenti versioni, evidenzia giochi di luce ed effetti cromatici straordinari; finiture metallizzate, mat, illuminanti e bicromatiche convivono felicemente. Nella foto qui sopra, potete ammirare le due palette. A sinistra 659 Early Bird,  che include un’ armonia di marrone, rosa e beige. I suoi colori sono il rame, il bordeaux, il grigio platino, il violetto e il rosa platinato. A destra 459 Night Bird, composta da cromie iridescenti che ruotano attorno all’ oro, all’ arancio e al verde. Le cinque tonalità che sfoggia comprendono il verde oliva, il verde scarabeo, un blu pavone chiaro, l’oro e un rosa caldo, intriso di sfumature aranciate.

 

ROUGE GRAPHIST

 

 

Anche le labbra si accendono di tonalità affascinanti. Peter Philips ha puntato su un rossetto a matita, Rouge Graphist, per delineare la forma della bocca con estrema precisione e per riempire le labbra di colore intenso. La modalità stylo è comoda, pratica e ad alto tasso di comfort; permette di contornare e tingere le labbra con un unico gesto. Il make up ne guadagna in precisione, ma anche in durata: Rouge Graphist, grazie al finish mat coniugato con tonalità luminose, rimane intatto per ore e può essere utilizzato anche per i ritocchi “on the go”. Il finish opaco viene “ammorbidito” dalla texture cremosa, che impedisce al rossetto di seccare le labbra e provocare screpolature. Le nuance in cui Rouge Graphist viene declinato sono quattro, tutte sature e vibranti: 999 Shout It (un rosso vivo), 784 Draw It (un profondo bordeaux), 474 Write It (un rosa magnetico) e 824 Tag It (un beige dalla gradazione decisa).

 

ROUGE BLUSH – Edizione Limitata

 

 

Rouge Blush, il blush cult di Dior, con l’arrivo dell’ autunno sfoggia due shade inedite e decisamente speciali. Come quelle che contraddistinguono il prodotto sono intense, ultra pigmentate, a lunga tenuta e ad effetto bonne-mine; la loro texture ha la leggerezza di una piuma, ma quando si posa sulla pelle si amalgama ad essa immediatamente. Le nuove tonalità di Rouge Blush non passano inosservate: 462 Coral Flight è un corallo dalla gradazione pop, 468 Nude Glide un talpa che vira al rosa. Il blush, inoltre, viene impreziosito dal motivo che riproduce le piume dei volatili presente nelle palette 5 Couleurs Couture della collezione.

 

DIOR VERNIS – Edizione Limitata

 

 

Quando ho visto le nuance di cui si tinge Dior Vernis in Birds of  a Feather, vi giuro, il colpo di fulmine è scoccato all’ istante. Si tratta di tre sfumature iridescenti, bicromatiche, che danno origine ad ammalianti riflessi multicolor: 811 Wild Wings è un melanzana pervaso da shade di verde e di giallo, 812 Early Bird un platino intriso di tonalità rosate e 814 Night Bird un enigmatico verde oro. La formula degli smalti si avvale delle resine gel coat in connubio con un tecnopolimero, il che li rende straordinariamente fluidi e brillanti. Il silicio non minerale contenuto in Dior Vernis rinforza l’unghia, mentre il tecnopolimero consente una fusione totale di quest’ ultima con il prodotto: la lunga tenuta è assicurata, favorita anche dal finish effetto gel.

 

 

 

Fascino ipnotico e cromie sognanti di un cielo d’inverno: Sisley Paris lancia SKIES, la nuova Edition Limitée dell’ iconica Eau Du Soir

 

A Natale i profumi, vuoi per la tradizione dei regali, vuoi per la voglia di festeggiare, ricoprono il ruolo di protagonisti assoluti. E se dobbiamo sceglierne uno, l’ istinto ci guida verso il più prezioso: sia olfattivamente che visivamente, per inebriarci con tutti e i cinque sensi innanzi a creazioni affascinanti sotto ogni aspetto. Non stupisce, dunque, che la nuova edizione limitata di Eau du Soir, l’ iconica eau de parfum di Sisley Paris, seduca al primo colpo d’occhio. L’ artista franco-americana Sydney Albertini ha tinto il suo flacone e il suo coffret del fucsia, del lilla e del blu elettrico che esibiscono certi tramonti d’ Inverno, dove i bagliori delle luci al neon sembrano fondersi con i sognanti cromatismi delle nuvole. L’ inconfondibile tappo dorato – un capolavoro realizzato dallo scultore polacco Bronislaw Krzysztof – accentua l’ appeal iper luxury di questa versione di Eau du Soir, uscita appena in tempo (e con nostra grande gioia) per lo shopping natalizio. SKIES, il nome dato alla Edition Limitée, rispecchia sublimemente la suggestività e l’ allure pittoresca della volta celeste pensata da Sydney Albertini: nuance che si librano nel cielo con vaporosità impalpabile, un tripudio multicolor che è un omaggio alla storia del profumo cult di Sisley Paris. Il noto brand fondato nel 1976 da Hubert d’ Ornano e da sua moglie Isabelle, tuttora a conduzione familiare, lanciò Eau du Soir nel 1990 e ne fece la sua fragranza di punta, rivisitandola attraverso limited edition sempre nuove e ricercatissime dai collezionisti.

 

 

Per lasciarci conquistare fino in fondo da Eau du Soir Edition Limitée SKIES non possiamo tralasciare la sua composizione olfattiva: la fragranza, inclusa nel gruppo chypre floreale, esordisce con accattivanti note di testa di mandarino, pompelmo e pepe per poi esaltare un cuore fiorito di syringa, rosa, gelsomino, mughetto, iris, ylang-ylang, ginepro e accenti speziati di chiodi di garofano. Il fondo ammalia grazie all’ intensità dell’ ambra, che si combina deliziosamente con un accordo di muschio di quercia, muschi, cisto (la cosiddetta “rosa delle rocce”) e con note ipnotiche di patchouli. L’ aroma di Eau du Soir porta la firma di Hubert d’Ornano, Isabelle d’Ornano e del naso Jeannine Mongin; è sempre rimasto inviariato nel tempo, costituendo il fil rouge di rivisitazioni mirate a rinnovare graficamente – ma non nel design – il caratteristico flacone del profumo ed il suo pack.

Eau du Soir Edition Limitée SKIES è disponibile unicamente nel formato da 100 ml

 

 

 

 

 

The Wave: la collezione PE 2020 di Marco De Vincenzo è un’ ondata di colore travolgente

 

A proposito dell’ arcobaleno, di cui VALIUM ha tanto parlato di recente: la collezione Primavera/Estate 2020 di Marco De Vincenzo è un’ esplosione di nuance multicolor. De Vincenzo l’ha battezzata The Wave, e come un’onda ci travolge con il dirompente fascino dei look monocromo. Ognuno corrisponde a una cultura, ad un’identità. La loro somma è una “comunità empatica”, come viene definita nel sito web del designer messinese; in altre parole, un inno in technicolor all’inclusività, ad un intreccio armonico di differenze. Segni particolari della collezione: colore puro declinato in infinite sfumature, trame “modulari” in 3D, tulle scultoreo ed ornamentale. Seguiamo l’onda!

 

 

Per ammirare la collezione completa, clicca qui

 

 

Alta Moda PE 2020: flash dalle sfilate di Parigi (parte 1)

DIOR. 1

Il 20 Gennaio, a Parigi, l’Alta Moda è tornata in passerella. Sono 35 le griffe in calendario per le sfilate delle collezioni di Haute Couture della Primavera Estate 2020, inframmezzate ad eventi, presentazioni (come quella della nuova limited edition di piumini firmata da Pierpaolo Piccioli per Moncler Genius) e party: a dare il via alla kermesse è stata una Maison storica, Schiaparelli, seguita da prestigiosi brand internazionali quali Dior, Giambattista Valli, Elie Saab, Givenchy, Giorgio Armani Privè, Maison Margiela, Viktor & Rolf, Zuahir Murad, Valentino e molti altri ancora. La chiusura è prevista per stasera, dopo una giornata dedicata ai new talents della Couture (sarà lo stilista camerunese Imane Ayissi a concludere i défilé). Tra le notizie più discusse, la celebrazione del 50esimo di Jean-Paul Gaultier ed il suo addio al catwalk: il 22 Gennaio, l’ “enfant terrible” ha messo in scena l’ ultima sfilata di una lunga ed acclamata carriera. Ha annunciato, però, di avere già un nuovo progetto che riguarda la Maison de Couture Gaultier Paris. Per saperne di più, non ci resta che attendere. Intanto, godiamoci una sintesi a puntate delle esclusive creazioni che i top name dell’ Alta Moda dedicano alla Primavera Estate 2020.

 

DIOR. 2

“The Female Divine”, l’ installazione dell’ artista femminista Judy Chicago, fa da location al défilé e lancia un interrogativo chiave: “What if the women rule the world?”, arricchito da una serie di domande a corollario del tema. Sono questi spunti ad ispirare  Maria Grazia Chiuri, che manda in scena una collezione completamente incentrata sul concetto di femminilità divina. Sfilano innumerevoli declinazioni del peplo, sempre impalpabile, denso di drappeggi e di plissettature. Tra le nuance colpiscono l’oro (da sempre emblema di regalità) e i toni avvolgenti del beige, del bronzo, del tortora e del rosso affiancati alle più tenui gradazioni di celeste e di cipria. La donna a cui Chiuri fa riferimento è una Atena che coniuga potenza ed armonia sotto l’aspetto temperamentale, estetico ed intellettuale: attraverso la rievocazione della mitologica figura della dea, emerge una forza femminile ancestrale che simbolizza la sua capacità generatrice mediante copiose spighe ornamentali.

 

DIOR. 3

 

RALPH & RUSSO. 1

Il 2020 sancisce il primo decennio di attività di Ralph & Russo e il duo lo celebra con una collezione ad hoc: l’ ispirazione attinge agli archivi del brand, da cui Tamara Ralph estrapola i dieci look più iconici per rivisitarli e attualizzarli al gusto contemporaneo. “Femminilità” sembra essere la parola d’ordine, un input esaltato da tessuti paillettati, trasparenze, drappeggi, ruche, cristalli e piume in abbondanza. La palette cromatica punta sul pastello e sul dégradé, non tralasciando il giallo carico e colori neutri come il nero alternato ad un bianco argenteo. Per completare i look, un grande fiocco adorna l’acconciatura delle modelle.

 

RALPH & RUSSO. 2

RALPH & RUSSO. 3

 

SCHIAPARELLI. 1

Una collezione fondata su un dualismo: la donna “Surrealista” e la donna “Seduttrice”. Daniel Roseberry caratterizza l’una e l’altra con stili diversi, ma sempre in linea con l’heritage della storica Maison Schiaparelli. Non è raro, però, che quelle due figure si contamino a vicenda. I giochi di volume risaltano vistosi drappeggi asimmetrici, i gioielli vengono incorporati negli outfit oppure si disseminano sul corpo così come sugli abiti e i pantaloni, sempre larghissimi, sono a vita alta ed abbinati a giacche indossate sulla pelle nuda. Accanto al bianco, al nero e al nude risalta un tripudio di nuance “surrealiste” come il blu elettrico, il rosa fluo, l’arancio, il rosso e il turchese, che insieme trionfano nel look che chiude la sfilata: un long dress semitrasparente, in nylon perlato, con enormi maniche balloon a strisce.

 

SCHIAPARELLI. 2

SCHIAPARELLI. 3

 

CHANEL. 1

Ispirazione Coco Chanel per la seconda collezione di Haute Couture disegnata da Virginie Viard, che focalizza la sua attenzione sul periodo che Mademoiselle, appena adolescente, trascorse nell’ orfanatrofio dell’ Abbazia di Aubazine a Corrèze. Le uniforme sobrie, i colori austeri, il rigore imperante di quegli anni hanno verosimilmente influenzato lo stile di Chanel più di quanto si possa immaginare. Viard si appropria di queste suggestioni e le traduce in look da educanda dove predominano la lana e il tweed, lunghezze “caste” e colletti alla Peter Pan, il tutto nei colori del grigio e del nero. La collezione sfocia poi in un bianco idilliaco ed abbraccia materiali più soavi: pizzo, chiffon e taffetà si abbinano a ricami, linee svasate e maniche a sbuffo che ingentiliscono gli abiti anche quando il nero e il grigio riprendono il sopravvento.

 

CHANEL. 2

CHANEL. 3

 

 

 

Lo scintillio dei cristalli per un hairstyle gioiello: il backstage beauty & hair AI 2019/20 di Area NYC

 

Brillare per respirare tutto l’ anno aria di festa, non solo a Natale: ormai è un leitmotiv di VALIUM. Sfavillare, abbagliare, sfolgorare sono degli imperativi, i must che ci donano luce H24, quando il grigiore predomina e viene rischiarato unicamente dal biancore della neve. Se a tale scopo cercate un’ alternativa all’ outfit o al make up “sparkling”, date un’ occhiata all’ hair look di Area NYC: il défilé della collezione Autunno Inverno 2019/2020 è stato tutto un rilucere di cristalli, di bagliori profusi e rigorosamente in pendant con i decori degli abiti. Ma attenzione, questo splendore non somiglia a nulla di quanto abbiate mai visto prima. E’ associato a qualcosa di raro, a un lusso principesco e d’altri tempi: l’ hairstylist Jawara ha concentrato sul capo i suoi punti luce, adornando la scriminatura e il resto della chioma, raccolta, con fili in maglie di cristalli simili a diademi esotici. I capelli, legati in una coda bassa che potremmo definire “minimal”,  evidenziano una allure ethno sulla scriminatura, sottolineata da una treccina che la percorre in tutta la sua lunghezza. Jawara ha esaltato accenti quasi tribali, intrecciando perle e cristalli intorno ai “bantu knots” che esibiscono alcune modelle ed ottenendo, inoltre, effetti di grande spettacolarità grazie alle maschere scintillanti che coprono il loro volto. La luminosità opulenta, non associata al make up in quanto appena accennato, scaturisce piuttosto dagli hair jewels e dai monili che, molteplici e vistosi, adornano collo, braccia e orecchie delle top in passerella. Le nuance, tutte abbinate tra loro, spaziano dall’ oro all’ argento passando per il platino e il multicolor. Il risultato finale? Un look affascinante, evocativo di terre e di epoche lontane. Un capolavoro luxury che coniuga preziosismi e hairstyle, avvalendosi della valenza simbolica – oltre che decorativa – che il gioiello ha sempre rivestito nella storia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’accessorio che ci piace

 

Colore, bagliori ed inventiva sono il tris vincente delle creazioni che VALIUM vi propone nei suoi post mentre il Natale si avvicina. Rientrano perfettamente in quei parametri anche i Betta boots di The Attico, stivali multicolor dal design scolpito. Gilda Ambrosio e Giorgia Tordini, le due creative al timone del brand, hanno fatto della policromia un trademark che esaltano in vari pezzi della collezione Autunno/Inverno 2019/20: uno di questi è un incredibile paio di stivali che rievocano un’era a metà tra i luccicanti Seventies dello Studio 54 (ebbene sì, ancora lui, se avete letto il post che riporto qui) e l’audace ostentazione degli Eighties, quando maxispalline e look appariscenti erano i simboli di un nuovo edonismo. I Betta boots hanno forme essenziali e un tacco conico, la punta di diamante del loro design. Realizzati in camoscio nero, sono rivestiti da fasce di nappa lamé ad effetto arcobaleno; il lilla, il rosso, il giallo, il turchese e il verde si susseguono in un continuum affascinante e ipnotico, mentre il tacco lilla sancisce l’allure glam dello stivale. Versatili, i Betta boots si abbinano divinamente – come suggerisce The Attico – sia con la fake fur che con i lunghi abiti di stagione, ma senza disdegnare una miriade di ulteriori potenziali combinazioni: la scelta spetta a voi e al vostro estro. Li inseriamo nella wishlist natalizia perchè sono un’ autentica chicca, rapiscono lo sguardo grazie al design esplosivo ed ai colori pop. Non è un caso che The Attico riproduca un pattern identico anche sulle seduttive décolleté con tacco a stiletto. Perchè si sa, stile che vince non si cambia!

 

 

 

Il focus

 

“Ocean Breeze”, brezza dell’ oceano: il nome di un vero e proprio mood. Ispirandosi alla sua collezione Primavera Estate 2019, Alberta Ferretti lo associa ad abiti impalbabili, fluttuanti, che sono la quintessenza della femminilità. Chiffon, macramè, pizzo e ricami Sangallo predominano, così come un tripudio di trasparenze declinate in lunghezze senza mezze misure: o rasoterra o mini, delineando in entrambi i casi la silhouette di una Nereide che si materializza, all’ improvviso, in riva al mare. Proprio questa immagine mi ha indotto a scegliere l’abito forse più etereo, più deliziosamente onirico incluso in questo mood tematico. E’ un long dress in multicolor pastello che sembra riflettere le nuance di un’alba sull’ oceano: il rosa, il giallo, il verde e il celeste, tutti in gradazioni iper tenui, paiono quasi catturare i bagliori acquatici del sole che sorge. Una tale poesia cromatica non poteva che essere esaltata dallo chiffon, ulteriormente impreziosito da rifiniture in macramé; la silhouette, affusolata sul corpetto con vertiginosa scollatura a V, si svasa in un’ ampia gonna a cannolé che ondeggia accarezzata dalla brezza. Senza maniche, sostenuto unicamente da due bretelle ricamate che si intrecciano sulla schiena nuda, l’ abito di Alberta Ferretti si differenza, per soavità e colore, da un gran numero di look all’ insegna dell’ “Ocean Breeze” tinti di nero come le spiagge vulcaniche: il suo è un fascino sognante, incorporeo, policromo. Un fascino che rievoca quello di una diafana ninfa dei mari.

 

 

 

 

 

Faux fur, full color

MARC JACOBS

Il freddo? Lo si combatte con pellicce in full color e rigorosamente eco. Tonalità vibranti come il rosso, il blu elettrico, l’ arancio, il cobalto e il rosa confetto risaltano come un tripudio di coriandoli che si posa, volteggiando, sulla neve fresca. Sarà che il Carnevale si avvicina, attirandoci nelle sue atmosfere multicolor. Oppure, che le giornate sempre più lunghe di Febbraio già ci regalano tramonti dalle cromie inebrianti per  lo sguardo e per il cuore. Non è un caso, quindi, se optiamo per faux fur che squarciano il grigiore con le loro nuance sgargianti, tonificanti, vivaci: combinano il colore con un’ estrema morbidezza e vantano un design ad alto tasso di stile. Provare per credere.

 

MILLY

DELPOZO

CHRISTIAN SIRIANO

TIBI