La colazione di oggi: il cocco, “re dei vegetali”

 

La palma da cocco (nome botanico Cocos Nucifera, appartenente alla famiglia delle Arecacee) la conosciamo tutti: è l’emblema dei Tropici per antonomasia. Ha un fusto slanciato che può sfiorare i 40 metri di altezza, foglie paripennate lunghe fino a 5 metri e proviene dalle zone torride del sud-est asiatico; originaria dell’Indonesia, si è poi diffusa in India, nelle Filippine e in tutto l’Oceano Indiano. Successivamente la sua coltivazione si è estesa anche all’ Africa e al Sudamerica, più che altro nelle aree equatoriali. Il frutto, una grande drupa chiamata noce di cocco, è di forma ovale e pesa circa 1,5 kg. La drupa è composta da un esocarpo esterno liscio, da un mesocarpo intermedio di consistenza fibrosa e da un endocarpo solido e legnoso. Internamente, la drupa vanta una polpa bianca edibile che racchiude acqua di cocco nella sua cavità: il suo sapore è dolce, rinfrescante, le sue virtù sono innumerevoli. In ambito alimentare, dalla polpa vengono ricavati il latte, l’olio e la farina di cocco; dall’acqua di cocco, il liquido opalescente incluso nella noce, si estrae una bevanda che dopo la fermentazione origina il “vino di palma”, diffusissimo sin dai tempi degli Antichi Egizi.  Essiccando e frullando la polpa di cocco prima di mescolarla con acqua, si ottiene il latte di cocco: pare che in diversi luoghi fosse utilizzato per nutrire i neonati in alternativa al latte materno. L’olio di cocco è particolarmente indicato per i prodotti di bellezza, poichè abbonda di antiossidanti. Nello specifico, nutre, reidrata e lucida i capelli. Il cocco fu scoperto dagli europei nel 1498: quando l’esploratore portoghese Vasco Da Gama inaugurò la rotta marittima per le Indie, il suo equipaggio notò un frutto locale molto simile alla testa del Coco, un mitologico mostro ispanico. Di conseguenza, il frutto fu battezzato “coco” (“testa” in portoghese) per tale somiglianza.

 

 

Il soprannome più comune del cocco è “re dei vegetali”: perchè non esiste una parte del frutto che non sia utilizzabile, ma anche perchè, essendo una vera e propria miniera di grassi e proteine, ha ricoperto un ruolo nutrizionale fondamentale per moltissimi popoli dei paesi tropicali. Il cocco, infatti, è un alimento super nutriente: un etto del frutto contiene nientemeno che 360 calorie. Se state seguendo una dieta dimagrante, temo di dovervelo sconsigliare. Ma vi assicuro che, controindicazioni a parte, il cocco è un bomba di energia. Essendo molto ricco di potassio, in estate reintegra i sali minerali che perdiamo con la sudorazione. Nella polpa si concentrano i grassi e le calorie, abbondanti, così come un discreto numero di proteine e carboidrati. L’acqua di cocco contiene minerali quali il fosforo, il magnesio e il potassio, ma la noce tropicale abbonda anche di manganese: un toccasana per mantenere sani denti e ossa, potenziare il sistema immunitario e metabolizzare le proteine, il colesterolo e i carboidrati. Altri componenti del frutto sono le proteine e le vitamine, soprattutto quelle del gruppo B; le quantità di carboidrati risultano esigue al contrario degli aminoacidi, delle fibre e dei grassi “buoni” contenuti nel frutto, che permettono di mantenere la glicemia sotto controllo. I benefici della noce di cocco, oltre a quelli già citati, includono un’efficace azione contro le patologie urinarie e la stipsi. In più, il cocco combatte l’astenia ed è un ottimo energizzante del sistema nervoso.

 

 

Ciò avviene perchè la maggior parte dei grassi di cui è ricco il frutto è rappresentata dai trigliceridi a media catena, che l’organismo converte rapidamente in produttori di energia. Il rame e il ferro contenuti nel cocco favoriscono la formazione dei globuli rossi, mentre il selenio, con la sua azione antiossidante, contrasta l’invecchiamento cellulare.

 

 

Come gustare il cocco a colazione? Innanzitutto, grazie alle sue virtù dissetanti, può essere bevuto sotto forma di acqua o latte. La polpa del frutto, di solito, viene mangiata cruda o tagliata a pezzetti; la si può grattugiare e cuocere al forno: regalerà un sapore delizioso a torte, biscotti e dolcetti (pensate ai caratteristici pasticcini sferici ricoperti di noce di cocco grattugiata). Il cocco grattugiato e cotto al forno dona un gusto inedito sia al pane che ai muffin e ai biscotti. La farina di cocco può sostituire quella di grano ed è perfetta per chi è allergico al glutine, poichè non contiene questa sostanza.

 

 

Concludo con qualche curiosità. Proveniente dall’ Indonesia, la palma da cocco fu diffusa in Africa e nel Centro e Sud America dagli esploratori spagnoli e portoghesi. In tempi remotissimi la forma del frutto, così simile a un cranio, diede origine a svariate leggende sulla sacralità del cocco: lo si utilizzava per un gran numero di rituali simbolici, lo si offriva in sacrificio agli dei. Il “re dei vegetali” veniva considerato di buon auspicio in molte culture. In India lo si gustava (e si gusta tuttora) nelle occasioni speciali, e si pensava che regalarlo a una coppia di sposi il giorno delle nozze avesse propiziato loro tanta fortuna e felicità.

 

 

 

La colazione di oggi: 10 dolcificanti rigorosamente naturali

 

Oggi affrontiamo un tema importante: come dolcificare in modo sano la nostra prima colazione. Cominciamo col dire che, al momento di iniziare la giornata, la dolcificazione è un gesto fondamentale. Al di là delle calorie che contiene, infatti, il dolcificante apporta energia. E ciò significa che dona una sferzata salutare a tutto l’organismo. Ma quali sono i migliori dolcificanti, quelli davvero benefici e privi di “effetti collaterali”? Prendiamo ad esempio lo zucchero bianco. E’ senza dubbio il più utilizzato, eppure i nutrizionisti consigliano di evitarlo. Un consumo regolare di zucchero bianco può favorire l’ insorgere del diabete, dell’ ipertensione arteriosa, di livelli eccessivamente elevati di trigliceridi, e quindi comportare gravi rischi per l’apparato cardiocircolatorio e il sistema nervoso. Lo zucchero bianco, oltre ad abbassare le difese immunitarie, spiana la strada alla carie e soprattutto all’osteoporosi: basti pensare che, affinchè venga assimilato al meglio, sottrae dosi massicce di calcio al nostro organismo. In più, fermenta nell’ intestino incrementando il gas e alterando la flora batterica. Ma c’è dell’altro. Alcune ricerche hanno dimostrato che l’energia fornita dallo zucchero da tavola è di breve durata, dato lo stress ormonale che consegue all’aumento della glicemia: lo sforzo attuato dal pancreas per ovviare a tale stress produce un calo energetico che predispone al consumo di quantità di zucchero sempre maggiori. Un vero e proprio circolo vizioso, a cui si aggiunge lo svantaggio più notevole. Le vitamine e i sali minerali contenuti nello zucchero bianco, infatti, vengono fortemente ridotti durante il processo di raffinazione. Lungi da me, naturalmente, il voler bandire una crociata contro questo tipo di zucchero! Se però siete in cerca di alternative, vi si presentano due opzioni: la sostituzione dello zucchero bianco con quello integrale e l’ utilizzo di dolcificanti rigorosamente naturali. Non sottoposti, cioè, al processo di raffinazione. Andiamo subito a scoprire, dunque, quali sono i principali dolcificanti naturali.

Lo zucchero integrale di canna

Deriva dalla canna da zucchero, una pianta appartenente alla famiglia delle Poaceae. La Saccharum Officinarum, questo il suo nome botanico, è tipica delle zone tropicali: cresce soprattutto nell’America Centrale, in Sudamerica, nell’ isola di Mauritius e alle Barbados. Lo zucchero integrale di canna ha un colore marrognolo e un gusto molto intenso che somiglia a quello della liquirizia. Non è soggetto a raffinazione chimica, quindi ha un bassissimo indice glicemico, ed è altamente salutare. La sua percentuale di saccarosio è minima, mentre abbonda di nutrienti: minerali quali il calcio, il potassio, il fosforo, il magnesio, lo zinco, e vitamine del gruppo A, C e B.

Il miele

In questa rubrica vi ho parlato spessissimo delle proprietà del miele. E’ un’ autentica miniera di sali minerali e vitamine del gruppo B, rafforza il sistema immunitario ed ha proprietà antibatteriche e cicatrizzanti. Per le patologie gastriche e da raffreddamento si rivela un toccasana. Scegliete il tipo di miele che più vi si confà cliccando qui.

La noce di cocco

Vellutato e leggerissimo, il latte di cocco in polvere abbonda di elettroliti naturali. Ma per dolcificare, la noce di cocco si può utilizzare anche grattugiata – contiene una grande quantità di fibre e grassi monoinsaturi, i cosiddetti “grassi buoni”- o in versione burro di cocco, che ha il vantaggio di essere completamente privo di colesterolo.

Lo sciroppo d’acero

Estratto dalla linfa dell’ acero da zucchero, è uno dei dolcificanti naturali più utilizzati. Gli americani lo usano per rendere più golosi i pancake, ma oltre al gusto delizioso vanta delle ottime proprietà. Contiene saccarosio e sali minerali come il calcio, il ferro e il potassio, una discreta quantità di acido malico (noto per le sue virtù antitumorali) e di fenoli, degli eccellenti antiossidanti. Lo sciroppo d’acero svolge un’azione particolarmente benefica per l’apparato gastrointestinale: riduce il gonfiore, stimola la diuresi, combatte l’acidità gastrica e regolarizza l’intestino.

I datteri

Forse non li pensavate nel ruolo di dolcificanti. Invece…Si utilizzano sotto forma di zucchero e abbondano di proprietà: un bassissimo indice glicemico, tanto per dirne una. Sono ricchi di fibre (quindi favoriscono la digestione) e di minerali come il magnesio, il calcio e il fosforo, fungono da antidoto contro l’ ipercolesterolemia e possiedono delle efficaci virtù antiossidanti.

Lo sciroppo di agave

Era il dolcificante degli Aztechi: il suo utilizzo ha radici antichissime. Si tratta della linfa dell’ agave, una pianta succulenta della famiglia delle Asparagaceae il cui aspetto è simile al cactus. Lo sciroppo di agave è noto, innanzitutto, per l’ indice glicemico estremamente basso che lo rende l’ideale per i diabetici e per tutti coloro che vogliono mantenersi in forma. Contiene inulina (un valido antitumorale), fruttosio, sali minerali quali il ferro e il calcio che combattono, rispettivamente, l’anemia e l’osteoporosi. I bifido batteri di cui è ricco, inoltre, incrementano l’equilibrio della flora intestinale.

I mirtilli

I mirtilli possono essere degli ottimi dolcificanti. Possiedono innumerevoli proprietà benefiche: ricchi di sostanze antiossidanti, contrastano l’azione dei radicali liberi e prevengono la degenerazione cellulare. Ma non solo. I mirtilli sono portentosi per la vista, l’apparato urinario e la circolazione del sangue, ripristinano l’equilibrio intestinale e mantengono in salute il fegato.

La stevia

E’ una pianta angiosperma appartenente alla famiglia delle Asteraceae che cresce tra il Paraguay e il Brasile. Da essa si ricava un potente dolcificante naturale, privo di indice glicemico e di calorie: perfetto, quindi, per i diabetici e per chi vuole mantenere sotto controllo il proprio peso. Dopo il via libera dell’ Unione Europea, la stevia è vendutissima anche nel Vecchio Continente. Esistono oltre 200 varietà di stevia, ma la stevia rebaudiana rappresenta la specie che vanta proprietà prettamente dolcificanti. Ne esistono diverse versioni: è disponibile in foglie essiccate intere o in polvere, oppure ancora sotto forma di estratto in polvere; a queste tipologie si affiancano le zollette di stevia e un liquido contenente un concentrato del prodotto. Sembra incredibile, eppure la stevia è un dolcificante che ha il potere di contrastare il diabete, l’ ipoglicemia,  la tendenza al sovrappeso e l’ ipotensione arteriosa. A tali scopi, tuttavia, è consigliabile assumerla su indicazione del medico.

Le albicocche

Sapevate che le albicocche, opportunamente tritate, sono un dolcificante perfetto? Non apportano calorie in eccesso, mentre abbondano di fibre e betacarotene. La vitamina A di cui sono ricche, inoltre, è un potente antiossidante. Risultano eccellenti per chi segue una dieta dimagrante e per tenere l’ iperglicemia a debita distanza.

Il malto

Non solo birra: il malto è uno dei dolcificanti naturali più apprezzati. Si ottiene da cereali come l’orzo, il grano, il riso, il frumento e il mais, i chicchi dei quali vengono sottoposti a germinazione parziale, ed è ricco di proprietà benefiche. Contiene un gran numero di sali minerali, su tutti il fosforo e il magnesio, svolge un’azione benefica sull’ apparato digerente, ma il suo valore aggiunto è costituito dal maltolo: una ricerca scientifica ha decantato le spiccate virtù antitumorali di questa sostanza. Ogni tipo di malto, inoltre, possiede caratteristiche strettamente associate al cereale a cui appartiene. Il più comune è il malto d’orzo, un depurante naturale; seguono il malto di riso, ottimo per la salute dei bronchi, e il malto di mais, un toccasana per l’apparato urinario.

Foto della stelvia: Gabriela F. Ruellan, CC0, via Wikimedia Commons