Picnic

 

Primavera, tempo di picnic: di rilassarsi a stretto contatto con la natura, consumando cibi e bevande in un prato verdeggiante costellato di alberi in fiore. E’ un piacere unico, specialmente adesso che le temperature hanno raggiunto valori quasi estivi. Una pausa dal tran tran quotidiano e soprattutto dallo smog cittadino, momenti di svago che aiutano a riscoprire l’importanza di un rito conviviale organizzato in splendidi scenari naturali: su una distesa erbosa, lungo le sponde di un fiume, in riva al mare. Picnic è un vocabolo inglese che deriva da piquenique: con questo termine, composto dal verbo “piquer”(rubacchiare) e da “nique” (che anticamente indicava una sorta di cianfrusaglia), i francesi designavano un pasto frugale, a base di alimenti che ci si procurava in cucina alla bell’e meglio. L’utilizzo di tale espressione cominciò a diffondersi alla fine del 1600, mentre in Inghilterra apparve per la prima volta nel 1748. Nel corso del XVIII secolo, infatti, le tradizionali partite di caccia dell’aristocrazia britannica erano seguite da pranzi all’aria aperta dove veniva consumata la selvaggina. A partire dal 1900, il termine picnic iniziò ad assumere il significato attuale; alla connotazione conviviale del rito, tuttavia, se ne affiancò una più intima: niente di meglio che un pasto consumato in mezzo alla natura, per corteggiare la donna amata. Molti artisti hanno immortalato la suggestiva “parentesi” del picnic, in particolare gli Impressionisti. “Le déjeuner sur l’herbe”, un dipinto che Edouard Manet realizzò nel 1863, rimane l’opera maggiormente conosciuta in tal senso.

 

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La colazione di oggi: il porridge freddo, un’ estiva delizia

 

Uno spuntino veloce, fresco e nutriente per la colazione dell’ estate? Il porridge freddo. Se amate l’ English breakfast, conoscerete bene il porridge: a metà tra la zuppa e il budino di fiocchi d’avena, è molto popolare tra gli anglosassoni. Con il caldo tropicale di questi giorni, la sua versione estiva è l’ideale. Per prepararla si utilizzano i fiocchi d’avena, il latte o l’acqua a cui si aggiungono gli ingredienti del “topping”. Di solito includono frutta di stagione come le fragole, melone o anguria tagliati a tocchetti, fettine di banana, frutti di bosco, ma anche scacchi di cioccolato, polvere di cacao, biscotti, noci e semi. Potrete sbizzarrirvi a creare topping diversi di volta in volta, arricchendoli con sciroppi dolcificanti e creme. Vi viene in mente qualcosa di più goloso? Il porridge freddo è gustosissimo e altamente energetico, una bomba di proprietà salutari. Ma quali sono, esattamente, i vantaggi e i punti di forza di questo snack?

 

 

Innanzitutto, va detto che viene anche chiamato “Overnight Oat”. Un nome non scelto a caso: “overnight” perchè si prepara dalla sera alla mattina, e viene lasciato raffreddare in frigo tutta la notte. “Oat” perchè significa “avena”, e l’ avena è uno dei suoi principali componenti. E proprio l’ avena, con le sue numerose virtù, riveste un ruolo fondamentale tra i benefici del porridge freddo. E’ povera di calorie, ma ricca di proteine, minerali, fibre, vitamine, acidi grassi insaturi. L’ alto contenuto di ferro, acido folico e minerali, in particolare, la rende un vero e proprio toccasana per l’ organismo. Ma anche le fibre possiedono proprietà molto importanti: bilanciando la quantità di zuccheri nel sangue, donano una sensazione di sazietà che impedisce di cedere alla fame compulsiva. Un atout non da poco, per chi segue una dieta dimagrante! Le fibre, inoltre, facilitano notoriamente la digestione. La fibra contenuta nell’ avena, nello specifico, protegge la mucosa dello stomaco dall’ azione corrosiva dell’ acido cloridrico presente nel succo gastrico.

 

 

Per quanto riguarda i topping, sono anch’essi preziose fonti di benessere. Gli ingredienti più utilizzati, come la frutta di stagione, i frutti di bosco e la frutta secca, abbondano di minerali e vitamine e rappresentano degli ottimi dolcificanti naturali. Ulteriori opzioni in questo senso possono essere costituite dal miele, dallo sciroppo di acero o di agave. I nutrizionisti consigliano di aggiungere i semi, ad esempio quelli di chia e di lino: sono un’autentica miniera di proteine e favoriscono il processo digestivo. In quanto alla preparazione del porridge freddo, alcuni al latte preferiscono l’acqua o le bevande più disparate. Personalmente, rispetto alla scelta dell’ acqua, trovo che il sapore dell’ Overnight Oat non venga esaltato come merita. Un’ alternativa potrebbe essere utilizzare un latte che contiene pochissimi grassi, tipo il latte di mandorle, di riso, di soia o di avena. Il latte, in più, ha la capacità di rendere il porridge denso e incredibilmente appetitoso. 

 

 

L’ energia che forniscono i componenti dell’ Overnight Oat è notevole. Si tratta di un alimento perfetto per la prima colazione, adatto anche ai vegani (che possono prepararlo con l’acqua) e ai vegetariani. Dona un discreto senso di sazietà senza risultare pesante, nutre e vanta proprietà innumerevoli. Come preparare, dunque, il porridge freddo? La versione classica richiede circa 45 grammi di fiocchi d’avena e 80 ml di acqua, latte o latte vegetale. I due ingredienti si versano in una ciotola e, dopo averli ben mescolati tra loro, vanno lasciati in frigo per l’intera notte. La mattina dopo, il composto andrà rimescolato e verranno aggiunti il topping e i dolcificanti. Non c’è bisogno di dire che la sera è il momento ideale da dedicare al “making of” di questo snack. Una versione ancora più salutare prevede che il porridge freddo venga abbinato allo yogurt, ancora meglio se allo yogurt greco (rileggi qui la puntata di “La colazione di oggi” che lo vede protagonista): successivamente alla permanenza in frigo, prima di preparare il topping, si aggiunge una buona dose di yogurt al composto. La versione più golosa include, invece, la crema di cacao tra gli ingredienti. Osatela solo se le vostre condizioni di salute ve lo permettono, e soprattutto…se le calorie non vi fanno paura!

 

La colazione di oggi: frullati e milkshake, healthy drinks versus golosità pura

 

Stiamo entrando nel cuore dell’estate, e includere un frullato o un milkshake nella prima colazione sarebbe l’ideale. Sono salutari, nutrienti, rinfrescanti ma soprattutto golosi, in particolare i milkshakes. Eppure li dividono differenze sostanziali: i frullati si avvalgono di frutta e verdura in dosi massicce, mentre i milkshakes contengono gelato e latte più un tripudio di delizie aggiuntive che li sormontano. Un esempio? Ghiaccio tritato, frutta di stagione, svariati tipi di scrioppo, granella di pistacchio, biscotti, montagne di panna e scacchi di cioccolato, proprio volendo esagerare. E’ chiaro che in questo caso la bevanda si tramuta in un pasto ghiottissimo, ma ad alto tasso di calorie. A voi la scelta, dunque, a seconda delle vostre esigenze e con la consapevolezza che gli eccessi non dovrebbero mai diventare la norma.

 

 

Cominciamo dal frullato: come ben saprete, è facilissimo da preparare. Bastano un frullatore e della frutta fresca, che si può alternare o mixare ad ortaggi e verdure. Per fluidificare la base è possibile utilizzare un po’ d’acqua, dei succhi di frutta o del latte vegetale, ma alcuni preferiscono esaltare la sua consistenza densa con una manciata di frutta essiccata o con spezie dolci come la polvere di vaniglia e di cannella. Naturalmente, i frullati contengono tutti gli elementi salutari della frutta e della verdura: le fibre regolarizzano l’ intestino, espellono le tossine e riducono il colesterolo in eccesso, mentre le vitamine e i sali minerali sono un toccasana che rende il frullato un pasto a tutti gli effetti.

 

 

Il milkshake è composto da tre parti di gelato e una di latte, ma se preferite tenere a bada le calorie non dovete far altro che dosare le proporzioni degli ingredienti a vostro piacimento (ad esempio, diminuendo la quantità di gelato). Oppure, utilizzate del gelato fatto in casa e del latte scremato, privo di zuccheri. Come ho già accennato, inoltre, meglio non esagerare con i “topping” straripanti di ghiottonerie: vanno bene solo se volete concedervi uno sfizio una tantum. Per godere dei benefici della frutta, invece, è sufficiente aggiungere qualche frutto fresco nel frullatore. Se volete ottenere una bevanda il più possibile rinfrescante, via libera al ghiaccio tritato tipico del frappè. Un consiglio basilare: il milkshake è perfetto per la prima colazione, la merenda o un’ uscita serale, ma non consumatelo mai dopo i pasti. E’ molto sostanzioso e, come il frullato, può essere considerato un alimento completo.

 

 

Qualche curiosità sul frullato e sul milkshake? Sono entrambi “born in the USA”. Il primo risale agli anni ’30, il decennio in cui venne lanciato il frullatore elettrico, il secondo è un classico del lifestyle americano: il film “Grease” e la serie TV “Happy Days” lo hanno decretato bevanda cult dei bar frequentati dai protagonisti. Gli anni ’50, infatti, coincisero con il suo boom. Ultimamente, la voga delle sperimentazioni culinarie ha dato vita a dei gusti particolarissimi sia per quanto riguarda i frullati che i milkshake. Tra i più insoliti, si segnalano il frullato al bacon (sì, avete capito bene…il noto salume britannico) e il milkshake alla birra, nello specifico la celebre Guinness: pare che il suo connubio con il gelato sia da leccarsi i baffi. Parlando di  milkshakes, qualche anno fa il fast food newyorchese “Black Tap” ne ha proposto versioni da mozzare il fiato: alti quasi mezzo metro, erano degli autentici capolavori architettonici arricchiti da bon bon variopinti, gelato a cascata, praline al cioccolato, enormi fragole, fette di torta, biscotti come se piovesse, litri di sciroppo, Nutella e torri di panna montata. Cliccate qui per visualizzarli direttamente sul feed Instagram di “Black Tap”!