Oro di Natale

Paco Rabanne

Prosegue la parata fashion dei colori del Natale. Oggi è la volta dell’oro, una tonalità regale che si associa alla nascita del “Re dei Re” e alla luce che è venuto a portare nel mondo. Sontuoso, sublime, luminoso, l’oro rimanda da sempre alla ricchezza e alla preziosità. Ma è anche il colore della rinascita interiore e della conoscenza di sè; sin da tempi remotissimi viene collegato al Sole: i suoi bagliori sono un preludio del ritorno della luce celebrato con il Solstizio d’Inverno.

 

Carolina Herrera

Menchen Thomas

Akris

Philipp Plein

Luisa Spagnoli

Blumarine

Hellessy

Sportmax

Roberto Cavalli

Diesel

Simkhai

Shiatzy Chen

 

 

Un cielo di segni

 

“Puerto de Pollensa. Illa d’Or. Le case riposavano quiete nell’aria immobile, ciascuna avvolta in un delicato velo di fumo. Il viandante annega nella loro sfera come in anelli d’incenso, poiché il legno odoroso del pino montano alimenta la fiamma dei focolari. Il piacere che si prova in queste passeggiate solitarie è dovuto certamente anche al fatto che chi le compie omnia sua secum portat, come voleva il filosofo Biante. La nostra coscienza ci accompagna come uno specchio sferico, o meglio come un’aura il cui centro siamo noi. Le belle immagini penetrano in quest’aura e in essa subiscono un mutamento atmosferico. Così, noi passiamo oltre un cielo di segni come sotto aurore boreali e arcobaleni. Questo squisito sposalizio con il mondo, seguito da un nobile evento di riproduzione, fa parte dei supremi piaceri a noi destinati. La terra è la nostra eterna madre e donna, e come ogni donna fa, anch’essa dona qualcosa alla nostra ricchezza.”

Ernst Junger, da “Percorsi Balearici”

 

La colazione di oggi: la melagrana, un frutto magico e portafortuna

 

La melagrana (e non il melograno, che è il nome della pianta) è un tipico frutto autunnale; matura a Ottobre ed ha un aspetto molto particolare. Il suo nome, composto dai termini latini “melum” (ovvero “mela”) e “granatum” (“con semi”), è indicativo: a vedersi sembra una mela, alla quale lo accomunano la forma sferica e il rosso intenso della buccia, ma in realtà è una bacca – chiamata Balausta – dalla texture dura e massiccia. Sul lato opposto a quello del picciolo presenta una protuberanza circolare molto solida che altri non è che una rimanenza del suo calice floreale. All’ interno, la melagrana è suddivisa in sezioni che straripano di semi (gli arilli); la membrana che separa gli scomparti porta il nome di cica. Il melograno, l’albero dal quale la melagrana matura, in botanica è denominato Punica Granatum, appartiene alla famiglia delle Punicaceae e al genere Punica. La pianta è originaria della Persia e attualmente viene coltivata in Iran, nell’ India settentrionale, nel Caucaso e nel Mediterraneo. Per le sue proprietà e per i benefici che apportano, la melagrana è considerata un frutto miracoloso, addirittura magico: possiede potenti virtù antiossidanti e c’è chi la ritiene efficacissima persino contro il cancro.

 

 

Ma quali sono i componenti che la rendono così salutare? Innanzitutto le vitamine, in particolare la vitamina e pro-vitamina A e la vitamina C: quest’ ultima svolge un’azione rafforzante sul sistema immunitario e protegge le cellule dai nefasti effetti dello stress ossidativo; impedendo la sintesi delle sostanze cancerogene, poi, pare che contrasti l’ insorgere dei tumori, soprattutto di quello allo stomaco. Gli arilli abbondano di acqua, zuccheri, fibre, proteine, lipidi e grassi insaturi, che riducono i livelli di colesterolo LDL (il cosiddetto “colesterolo cattivo”) a favore del colesterolo HDL (il “colesterolo buono”). La melagrana è inoltre ricca di minerali come il potassio, il sodio, il fosforo, il ferro e il magnesio. Le calorie sono piuttosto contenute, tra le 52 e le 60 per ogni 100 grammi. Di conseguenza, se non soffrite di patologie come il diabete o l’obesità, gustare il frutto non ha controindicazioni di sorta. La presenza di fibre lo rende ottimo contro la stipsi, il potassio modula la pressione sanguigna, l’acqua combatte la disidratazione e reintegra i liquidi persi, ad esempio, con un’ intensa attività sportiva.  Altri benefici della melagrana possono essere riassunti in questo elenco: ha proprietà antidiarroiche, vermifughe, gastroprotettive, diuretiche, antitrombotiche e vasoprotettrici grazie a  una massiccia presenza di flavonoidi. La spremuta e il liquore di melagrana sono bevande ideali per usufruire al meglio delle sue doti salutari, ma esistono pietanze a miriadi che prevedono l’ utilizzo del frutto.

 

 

Con la Balausta, tra l’altro, si prepara una deliziosa marmellata: è decisamente perfetta per la prima colazione. La melagrana può essere mangiata al naturale oppure usata per guarnire i dolci, le torte, le crostate e la macedonia. Innumerevoli sono anche le ricette destinate ai pasti principali (il risotto, l’insalata e l’anatra alla melagrana, tanto per citarne qualcuna), ma in linea con il tema di questa rubrica daremo spazio agli alimenti del mattino. Appena alzati potete arricchire di arilli lo yogurt, le meringhe, la panna cotta, il budino, il semifreddo, il pancake, i cupcakes… Versate del succo di melagrana nel sorbetto per renderlo ancora più dolce, oppure assaporate le golose gelatine e confetture ottenute con l’ eclettico frutto. Spalmatele sul pane, utilizzatele per farcire le crostate: la bontà è assicurata.

 

 

Sapevate che la melagrana è un frutto portafortuna? Svariate culture la associano all’ abbondanza, al benessere, alla ricchezza, sin dalla notte dei tempi. Ciò è in gran parte dovuto ai suoi numerosissimi chicchi, gli arilli, incredibilmente succosi. E rossi come il sangue, che simbolizza il vigore e l’energia. Il melograno, inoltre, cresce e matura con ogni tipo di clima senza disdegnare i terreni brulli: non necessita di una quantità d’acqua particolare e resiste alle intemperie stoicamente. Queste caratteristiche lo hanno reso quasi magico presso gli antichi popoli asiatici. Nella Bibbia, il melograno viene citato spesso. Rappresenta un emblema di fertilità, è un dono di Dio molto importante; persino artisti del calibro del Botticelli e di Leonardo Da Vinci lo inserirono frequentemente nelle loro opere. L’ ebraismo sostiene che i semi della melagrana e i comandamenti della Torah siano entrambi 613. In Turchia è usanza che le spose lancino a terra una melagrana di fronte alla casa coniugale: se i semi fuoriusciti sono parecchi, sarà di buon auspicio per le finanze della famiglia e per la futura prole. Sempre in Oriente, il frutto – grazie alla gran quantità di semi racchiusi nella membrana interna – è un emblema di fratellanza e solidarietà tra i popoli. Tornando in Occidente, notiamo che la valenza beneaugurale della melagrana si è imposta anche in Italia. Qui si è soliti gustarla a Capodanno perchè, al pari delle lenticchie, i suoi arilli simboleggiano il denaro e attirano la ricchezza. Regalare questo frutto, di conseguenza, è un gesto dalla potente valenza propiziatoria.

 

 

 

Buona Pasqua

 

“Pasqua ci invita a mettere il nostro respiro in sintonia con quell’immenso soffio che unisce incessantemente l’istante e l’eterno, il visibile e l’invisibile, la nostra povertà e la ricchezza di Dio. (…) Il mondo è un immenso pianto (Dio naviga in un fiume di lacrime, scrive Turoldo) ma a Pasqua diventa un immenso parto. Di vita, di futuro, di speranza, di nuovi orizzonti, di lacrime asciugate.”

Ermes Ronchi

(tratto dall’ articolo “Pasqua è il parto di un orizzonte nuovo”, ne “L’Avvenire”, 21 Aprile 2011)

 

Samantha

 

Ero seduta accanto a una ragazza con un abito di gomma; sembrava che l’avessero pitturata di lattice. Il segnaposto diceva: Samantha Binghamton e ogni due secondi le scattavano una foto. Aveva una selvaggia chioma nera (forse una parrucca) e un collo lungo e magro, (…) molto elegante (…). Aveva conosciuto il marito – seduto accanto a lei – in seconda elementare. Lui veniva da una famiglia favolosamente ricca e ora aveva una delle gallerie più famose del mondo. Lei era stata una celebre agente cinematografica, amicissima di Dustin Hoffman e John Houston, e uno dei suoi clienti era in un film che aveva fatto piazza pulita degli Oscar l’anno precedente. Eppure, nonostante avesse solo 28 anni e fosse quasi all’apice della carriera, aveva deciso che non era felice. Dato che suo marito la poteva mantenere e lei non aveva bisogno di lavorare, aveva mollato il lavoro due settimane prima per diventare una rock star. Quello era il suo sogno. Al momento non aveva ancora trovato un manager, ma sembrava dovesse succedere da un momento all’altro. (…) Nella toilette ci applicammo vari strati di make up cavati dalla trousse di Samantha. “Il tipo seduto vicino a te”, disse incipriandosi il naso, “stai con lui, vero?Viviamo insieme”, risposi. E’ Stash”. Proprio questo volevo chiederti “, ricominciò lei. E’ Stash Stosz, vero? Quello a cui hanno appena fatto una recensione terribile?  “Già”. Tirò fuori uno spinello dalla borsetta. “E’ ricco?” chiese accendendo lo spinello e passandomelo. “No”. “E tu?” “Neanche”. “E allora, perché stai con lui?” “Beh, io….” Balbettai. Ero sbalordita.

 

Tama Janowitz, da “Schiavi di New York”