Gasoldo presenta il video di “Io e te per sempre”(feat Erica Mengod), il suo singolo nuovo di zecca

 

Come vi avevo anticipato nella sua intervista (per rileggerla cliccate qui), sabato 13 Novembre è uscito il video di “Io e te per sempre”, il nuovo singolo di Gasoldo. Il pezzo – prodotto da Bitinjuice – è di per sè una bomba, ipnotico e trascinante, e ha il potere di suscitare un’ autentica miriade di emozioni. Si parla di amore, in particolare della fine di un amore, senza banalità nè melensaggini: in puro Gasoldo style, insomma. Il ritmo cangiante del brano e il flow di Leopoldo Ulivieri (nome all’ anagrafe del “poeta del rap”) si intrecciano in una melodia talmente magnetica da evocare stati d’animo molteplici e variegati: il dolore, la delusione (“Io e te per sempre è stata solo un’illusione…”), la ferita dell’ abbandono, ma al tempo stesso l’ ebbrezza, l’ estasi, il benessere che si accompagnano all’ amore inevitabilmente. Nel racconto della rottura di una relazione, nonostante possa sembrare un paradosso, la potenza dell’ amore irrompe in tutta la sua maestosità. Questa magia adrenalinica viene celebrata dal pezzo e la si percepisce a pelle, nota dopo nota, mentre forgia un’atmosfera altamente coinvolgente. A raccontarvi il video di “Io e te per sempre”, che si avvale dell’ art direction di Charmante Folie e del  contributo della sand artist russa Katerina Barsukova, sarà Gasoldo stesso. Lascio a lui la parola: ” In un’ estate pre-pre-pandemia ci trovavamo a San Pietroburgo e quasi per caso abbiamo deciso di visitare l’ Artmuza, situato sull’ isola Vasil’evskij. Per me suona più come “Artmusa”, ovvero “Artmuseo di Arte Contemporanea”, ma non è semplicemente un museo: i suoi spazi, infatti, ospitano i laboratori creativi di molti artisti. Quel giorno abbiamo visitato svariate mostre e verso l’ orario di chiusura, proprio mentre stavamo per andarcene, abbiamo incontrato Katerina Barsukova che con gentilezza, intelligenza e disponibilità ci ha aperto le porte del suo mondo incantato. E che mondo! Non avevo mai visto niente di simile…Da subito è scattata una scintilla. Stavamo già lavorando a “Io e te per sempre” ed ero continuamente in cerca di un’idea che rappresentasse l’ amore, così fragile ma al tempo stesso unico, fantastico e meraviglioso. Le opere di Katerina mi sono sembrate l’ideale: lei le plasma sulla sabbia e basta un soffio di vento per cancellarle, quindi devi fare tutto il possibile per “catturarle” prima che fuggano via per sempre. In amore il concetto è lo stesso. Dati i numerosi impegni di Katerina, le ho chiesto se potevamo utilizzare e mixare le sue creazioni: questo è il risultato. L’ ispirazione del video è nata proprio dalla magia di quell’ incontro, un incontro tra artisti in un luogo altrettanto magico! Nella vita non tutto capita per caso; anche se così fosse, bisognerebbe avere la consapevolezza del valore di certi incontri e saperne far tesoro. Il resto è nel montaggio e nella scelta minuziosa delle immagini. Volevo che riflettessero gli stati d’animo suscitati dalla musica e devo dire che lo fanno alla perfezione: i movimenti, i colori, le sfumature, l’ effetto patinato della sabbia e dei suoi granelli che si mischiano, vanno e vengono, spariscono, poi ritornano e danzano di continuo…sono eccezionali. La struttura del brano aiuta parecchio, e il cantato di Erica Mengod all’ inizio è epico! Tantevvero che c’è stato un momento in cui avremmo voluto intitolare il pezzo “Highlander”. Poi però abbiamo optato per “Io e te per sempre”, un titolo più significativo e d’ impatto!”

Non ho altro da aggiungere, cari lettori di VALIUM, se non un’ augurio: enjoy it!

 

“Io e te per sempre” su Spotify: https://open.spotify.com/album/4ZShOJ9IaLY807hAdB9E4d

 

Il Palazzo del Re della Neve e del Ghiaccio

 

” In una serena mattinata di inizio novembre, le guardie dichiararono il ghiaccio sulla Neva sicuro per il passaggio di slitte e carrozze. Contro il cielo pallido, si stagliava netto e quasi irreale il profilo della fortezza di Pietro e Paolo, e gli alberi lungo le rive del fiume erano ammantati di brina argentea. (…) “Forza!” incitai i miei cavalli con il frustino. Daria e Aleksandra esultarono e agitarono i fazzoletti colorati quando la nostra slitta si lanciò all’ inseguimento di quella di Pietro, seguita da tutte le altre sul ghiaccio ancora intatto. Rallentai, trattenendo il fiato mentre Pietro si avvicinava all’ altra riva. Cosa avrebbe detto nel vedere cosa avevo preparato per lui? Lo zar fermò la slitta con un brusco strattone e rimase a fissare in silenzio la meravigliosa costruzione che emerse davanti ai suoi occhi come un sogno: muraglioni, torri e parapetti bianchi rilucevano come un castello delle favole. Gli operai avevano impiegato un’ intera notte per intagliare il padiglione in giganteschi blocchi di ghiaccio: i tetti, le guglie e i pinnacoli scintillavano al sole come schegge di vetro azzurro. L’ ingresso del palazzo era presidiato dai mori di Pietro. Calzavano pantaloni e stivali di cuoio blu e rosso e la pelle nera e lucida d’olio dei torsi nudi contrastava meravigliosamente con la purezza del ghiaccio. Raggiunsi lo zar, e lui si voltò lentamente verso di me, gli occhi umidi pieni di stupore e di incredulità. (…) Gli sorrisi con tenerezza mentre mi sussurrava: “E’ opera tua?”. Gli sorrisi a mia volta, soffiando un bacio verso di lui. “Sì. E’ un palazzo fatto per il re della neve e del ghiaccio, mio zar. Un regalo da parte della tua serva più fedele e amorevole. ” “

 

Ellen Alpsten, da “Zarina. Lo straordinario romanzo della serva che divenne Imperatrice di Russia.”