Pantelleria e le due Lune

 

” Quando Neil Armstrong sbarcò sulla superficie lunare, undici anni orsono, l’annunciatore televisivo esclamò emozionato: “Per la prima volta nella storia, l’uomo ha messo il piede sulla Luna.” Un bambino che si trovava con noi, e che aveva seguito con ansia i dettagli dello sbarco, gridò sorpreso: “Ma è la prima volta? Che stupidaggine!” Il suo disincanto era comprensibile. Per un bambino del suo tempo, abituato a vagare ogni sera nello spazio siderale della televisione, la notizia del primo uomo sulla Luna era come un ritorno all’ età della pietra. Anch’io rimasi con una sensazione di sconforto, ma per motivi più semplici. Stavamo passando l’estate nell’isola di Pantelleria, all’estremo sud della Sicilia, e non credo che esista al mondo un luogo più consono per pensare alla Luna. Ricordo come in un sogno le pianure interminabili di roccia vulcanica, il mare immobile, la casa dipinta a calce fin negli scalini, dalle cui finestre si vedevano nelle notti senza vento i fasci luminosi dei fari dell’ Africa. Esplorando i fondali addormentati intorno all’isola, avevamo scoperto una fila di siluri gialli lì incagliati dall’ ultima guerra; avevamo recuperato un’anfora con ghirlande pietrificate che dentro aveva ancora i residui di un vino immemore corroso dagli anni, e avevamo fatto il bagno in una gora fumante le cui acque erano così dense che si poteva quasi camminarvi sopra. Io pensavo con una certa nostalgia premonitrice che così doveva essere la Luna. Ma lo sbarco di Armstrong aumentò il mio orgoglio patriottico: Pantelleria era meglio. Per noi che perdiamo tempo pensando a queste cose, ci sono a partire da allora due Lune. La Luna astronomica, con la maiuscola, il cui valore scientifico dev’essere grandissimo, ma che manca completamente di valore poetico. L’altra è la Luna di sempre che vediamo sospesa nel cielo; la Luna unica dei licantropi e dei boleros, e che – per fortuna – nessuno raggiungerà mai. “

Gabriel Garcìa Màrquez, da ” Taccuino di cinque anni” (Mondadori)

 

 

Lunar Trip

ISABEL MARANT

Argento spaziale per ricordare lo sbarco dell’ uomo sulla luna, glitter e tessuti metallici per celebrare il 50esimo anniversario della data in cui un sogno vagheggiato sin dalla notte dei tempi si fece realtà. Era il 20 Luglio 1969 quando, grazie alla missione Apollo 11, Neil Armstrong e Buzz Aldrin misero piede sul suolo lunare: un mondo avveniristico e completamente inesplorato si svelava ai loro occhi. Mito, leggenda e suprema icona, emblema associato al femminile per eccellenza, la luna ha sempre rappresentato, nei secoli, la presenza luminosa e magica che veglia sulla notte dell’ uomo. Alla fine degli anni ’60 numerosi designer, in tributo all’ allunaggio, la citarono in collezioni all’ insegna dello stile “Space Age”: pionieri furono André Courrèges, Pierre Cardin e Paco Rabanne,che creò anche i costumi di scena per il film “Barbarella” con Jane Fonda. Oggi, bagliori argentei e un mood tra il seduttivo e il galattico rievocano i memorabili istanti in cui la luna accolse la prima presenza umana.

 

 

JULIEN MACDONALD

 

TALBOT RUNHOF

 

CELINE

 

ALBERTO ZAMBELLI

 

TADASHI SHOJI

 

KAIMIN