Il Palazzo del Re della Neve e del Ghiaccio

 

” In una serena mattinata di inizio novembre, le guardie dichiararono il ghiaccio sulla Neva sicuro per il passaggio di slitte e carrozze. Contro il cielo pallido, si stagliava netto e quasi irreale il profilo della fortezza di Pietro e Paolo, e gli alberi lungo le rive del fiume erano ammantati di brina argentea. (…) “Forza!” incitai i miei cavalli con il frustino. Daria e Aleksandra esultarono e agitarono i fazzoletti colorati quando la nostra slitta si lanciò all’ inseguimento di quella di Pietro, seguita da tutte le altre sul ghiaccio ancora intatto. Rallentai, trattenendo il fiato mentre Pietro si avvicinava all’ altra riva. Cosa avrebbe detto nel vedere cosa avevo preparato per lui? Lo zar fermò la slitta con un brusco strattone e rimase a fissare in silenzio la meravigliosa costruzione che emerse davanti ai suoi occhi come un sogno: muraglioni, torri e parapetti bianchi rilucevano come un castello delle favole. Gli operai avevano impiegato un’ intera notte per intagliare il padiglione in giganteschi blocchi di ghiaccio: i tetti, le guglie e i pinnacoli scintillavano al sole come schegge di vetro azzurro. L’ ingresso del palazzo era presidiato dai mori di Pietro. Calzavano pantaloni e stivali di cuoio blu e rosso e la pelle nera e lucida d’olio dei torsi nudi contrastava meravigliosamente con la purezza del ghiaccio. Raggiunsi lo zar, e lui si voltò lentamente verso di me, gli occhi umidi pieni di stupore e di incredulità. (…) Gli sorrisi con tenerezza mentre mi sussurrava: “E’ opera tua?”. Gli sorrisi a mia volta, soffiando un bacio verso di lui. “Sì. E’ un palazzo fatto per il re della neve e del ghiaccio, mio zar. Un regalo da parte della tua serva più fedele e amorevole. ” “

 

Ellen Alpsten, da “Zarina. Lo straordinario romanzo della serva che divenne Imperatrice di Russia.”