“Viaggio musicale verso i luoghi di Dante” di Raffaello Bellavista e Serena Gentilini: riflessioni ed approfondimenti post-evento

Serena e Raffaello durante la loro esibizione musicale alla Tenuta Mara

VALIUM lo aveva annunciato, ricordato attraverso un reminder “dantesco” (rileggi qui l’articolo) e, puntualissimo, il 15 Aprile scorso è andato in scena sulla piattaforma di Live All: “Viaggio musicale verso i luoghi di Dante”, il docu-concerto ideato e realizzato da Raffaello Bellavista e Serena Gentilini con il patrocinio del Comune di Ravenna, della Regione Emilia Romagna, del Segretariato Regionale dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo per l’ Emilia Romagna, della SIAE Italia e dell’ Associazione SI Svezia Italia, si è rivelato un autentico capolavoro. Attraverso un sapiente intreccio di musica, canto e testimonianze storico-paesaggistiche relative alla permanenza di Dante in Romagna, Raffaello e Serena hanno dato vita ad un evento emozionante e di alta caratura artistica. Il viaggio compiuto dal Sommo Poeta nella “Divina Commedia” si snoda nelle sue tre tappe, Inferno, Purgatorio e Paradiso, avvalendosi di una narrazione inedita che concentra su Ravenna (dove Dante, in esilio, trascorse gli ultimi anni di vita) e sui dintorni della “città dei mosaici” l’ intera parte visiva del documentario. Risaltano la Sala Dantesca della Biblioteca Classense, la Sala Consiliare e Preconsiliare del Municipio di Ravenna, la Tomba di Dante, il giardino con il Quadrarco di Braccioforte e la Penisola di Boscoforte, paradisiaca e incontaminata, nel Parco del Delta del Po. Le immagini che vedete in questo articolo, da notare, sono tutti frame tratti dal docu-concerto. La parte musicale è stata girata invece nelle luminosissime sale della Tenuta Mara, un relais di vago stampo surrealista che vanta una splendida visuale sui colli riminesi. A fare da trait d’union alle riprese, magnifiche in quanto a cromie e scenari, la voce di Serena Gentilini, che racconta, presenta e recita versi tratti dalla  “somma opera” con tono suadente e trascinante a un tempo. Il risultato complessivo è di immensa suggestività, accentuata ulteriormente dalle performance di Raffaello e Serena. Come vi ho anticipato in un precedente articolo, ci siamo incontrati per una nuova intervista relativa al bilancio e al feedback di questo “viaggio musicale” oltremodo affascinante.

Dopo essere rimasta catturata dalle splendide scene iniziali, ho notato che il concerto non si è tenuto in live streaming, bensì in differita. D’altra parte, alle ore 20 del 15 Aprile il cielo era ancora buio e non sarebbe stato possibile godere del luminoso e sconfinato panorama che, attraverso le vetrate dell’avveniristica Tenuta Mara, faceva da sfondo…

Raffaello e Serena: Il concetto di base era di non fare il tipico concerto in live streaming, ma qualcosa di diverso che potesse catturare ogni fascia di pubblico creando un’esperienza immersiva ed avvincente. Ne è nata l’idea di creare una sorta di film musicale con riprese ad alta definizione ed immersive coinvolgendo i luoghi legati al Sommo Poeta posti all’interno della regione Emilia-Romagna. Tra l’altro, proprio l’alta qualità delle immagini sarebbe stata molto rischiosa da trasmettere in uno streaming vero e proprio, per via del peso veramente alto che avrebbe compromesso i server. Preregistrandolo e trasmettendolo in un secondo momento, abbiamo invece avuto la possibilità di lavorare molto sulla fluidità delle immagini e di comprimerle senza inficiarne la qualità. Così tutte le persone che hanno seguito l’iniziativa ne sono rimaste colpite sia per la qualità delle immagini che per la fluidità di quest’ultime, anche con una connessione relativamente lenta. Ovviamente questa esperienza ci ha fatto riflettere molto sulle possibilità di fruizione culturale attraverso il digitale. Mi permetto di osservare che l’Italia negli anni a venire dovrà subire un profondo percorso di digitalizzazione, nei principali settori produttivi e culturali, per affrontare le sfide future. Sicuramente anche in ambito musicale tutte le conoscenze acquisite durante quest’ anno di pandemia dovranno essere implementate anche quando l’emergenza sanitaria sarà finita o quanto meno domata, in modo da aver dato un significato al tempo speso nonostante le difficoltà dell’ultimo anno e per tutti gli aspetti positivi che la tecnologia può portare per la diffusione della propria arte. In questo caso, personalmente, io e Serena siamo molto interessati all’idea di poter realizzare in futuro dei concerti ibridi, sia con pubblico fisico, che è la vera anima di un concerto, ma anche con la trasmissione di quest’ultimo in digitale, aprendo così l’orizzonte ad eventi che possono avere una risonanza molto ampia.

 

 

“Viaggio musicale verso i luoghi di Dante” ha riscosso un successo incredibile.  A riprova di tutto ciò, spero di non essere indiscreta se vi chiedo: quante visualizzazioni ha ottenuto?

Raffaello e Serena: Come primo esperimento di un concerto documentario con biglietto a pagamento e con un iter sicuramente non semplice, soprattutto per un pubblico abituato alla fruizione dei concerti dal vivo, siamo stati molto soddisfatti del risultato raggiunto. C’è poi un aspetto che non deve essere sottovalutato: ovvero che dietro ad un singolo biglietto acquistato ci sono molte più persone ad assistere all’ evento. Quindi, senza fornire un dato specifico per motivi di riservatezza e contrattuali, posso dire che diverse centinaia di persone hanno seguito l’iniziativa. Una nota che sicuramente ci ha fatto molto piacere, al di là della partecipazione del pubblico svedese, sono stati anche gli accessi da parte di vari paesi europei come l’Ungheria, la Germania, la Francia… grazie anche alla presenza dei sottotitoli in inglese. Tutto ciò sicuramente ha dato la possibilità di internazionalizzare questo nostro programma e di instaurare un ponte culturale ideale non solo con la Svezia, ma con diverse realtà europee creando un messaggio di coesione e di speranza. L’idea è poi quella di replicare questo concerto documentario implementandolo con delle parti aggiuntive che realizzeremo durante l’estate e di trasmetterlo in tutti i paesi del mondo, quest’inverno, nelle vesti di grande evento digitale. L’idea, quindi, non è tanto quella di creare un concerto in streaming; ci proponiamo, piuttosto, di riuscire ad arrivare a tutte le fasce di pubblico con un prodotto culturale da vedere in prima serata invece delle solite trasmissioni che occupano costantemente la televisione. Sicuramente un’idea ambiziosa ma fattibile, che può essere molto interessante e coinvolgente poichè unisce l’alta cultura con un messaggio universale e fruibile da tutti.

 

Il duo circondato dal verde in cui è immersa la Tenuta Biodinamica Mara

 

Sono rimasta piacevolmente sorpresa notando che i registi di un simile chef d’oeuvre visivo siano Raffaello Bellavista e Serena Gentilini: scene mozzafiato, dissolvenze ad hoc, montaggio perfetto e un utilizzo sapiente dei droni inducono a pensare che sia stato girato da un cineasta esperto. Potete dirci qualcosa in più sulla lavorazione del docu-concerto?

Raffaello e Serena: Sicuramente, uno degli aspetti più originali di questo progetto è stato il fatto che oltre ad essere gli artisti siamo stati anche i registi e in gran parte gli esecutori materiali delle riprese. Serena è molto abile con la tecnologia e con il montaggio video, che è senz’ altro un terreno non semplice, ed è riuscita a montare ed elaborare una quantità di materiale immenso. Per le riprese via drone abbiamo potuto contare sull’esperienza di un nostro caro amico, Lauro, che ci ha dato una mano, mentre per la riprese all’interno della Biblioteca Classense abbiamo avuto il supporto di Maurizio, fotografo esperto di Brisighella. Il restante 90% delle riprese sono state eseguite da Serena e da me con una telecamera stabilizzata di ultima tecnologia che ci ha consentito di riprendere le parti musicali e non solo in modo immersivo. Infatti, la sensazione percepita da molti spettatori è stata proprio quella di essere lì con noi. A mio avviso questo tipo di riprese sono il futuro degli spettacoli musicali, perché allo spettatore danno veramente la sensazione di essere lì con l’artista. Non ti nascondiamo che è stata veramente una grande sfida realizzare interamente questo progetto.

 

Un particolare della Sala Dantesca della Biblioteca Classense, a Ravenna

L’ Inferno, il Purgatorio e il Paradiso della “Divina Commedia” sono stati contraddistinti tra tre differenti colori. Potreste spiegare quali fossero a chi non ha assistito all’ evento e perché sono stati scelti?

Serena: Il concerto-documentario, che si è suddiviso musicalmente e visivamente nei tre regni di Dante, è stato caratterizzato da tre colorazioni attraverso gli abiti delle performance da me realizzati. I colori scelti son quelli con cui Dante identifica maggiormente i tre regni: il Rosso per l’Inferno, il Blu per il Purgatorio e il Bianco per il Paradiso.

 

Serena si esibisce indossando l’ abito bianco che ha creato ispirandosi a Beatrice

Le meravigliose panoramiche, i suggestivi scorci storici e i colori incredibili di paesaggi come le Valli di Comacchio sono intramezzati dalla visione ricorrente di un mare al tramonto, una scena che trasuda quiete e stimola a riflettere…Che cosa intende esprimere, realmente?

Raffaello e Serena: Sì, le immagini scelte provengono da luoghi molto suggestivi dell’Emilia-Romagna come la Penisola di Boscoforte, vari luoghi danteschi della magnifica Ravenna, la Tenuta Biodinamica Mara, e per unire questi paesaggi e scenari così magici abbiamo scelto di riprendere in diversi momenti della giornata il mare sia della Romagna che in parte delle Marche. L’ acqua riveste un ruolo fondamentale nella nostra vita, e purtroppo negli anni a venire sarà un tema sempre più discusso, perché è un bene essenziale che rischia di essere compromesso per via dell’inquinamento e di tutte le ripercussioni ad esso correlate. Tuttavia, l’acqua e il mare in generale per noi hanno un significato molto forte associabile al concetto di Panta Rei, “tutto scorre”, e alla sensazione ipnotica che l’acqua suscita. Basti pensare a Venezia, dove la bellezza struggente della città viene ulteriormente amplificata dal risuonare leggero dell’acqua sulle sponde dei Palazzi, una sensazione unica che tutte le volte che mi ritorna in mente mi commuove. Tornando al concerto documentario, quindi, la presenza dell’acqua assume il significato simbolico del Panta Rei ma è anche un elemento simbolo di ipnosi, di rilassatezza e di catarsi. Spesso abbiamo deciso di sovrapporre l’ immagine dell’acqua a quelle dei paesaggi, creando particolari contrasti cromatici che poi si traducono in differenti sensazioni emotive.

 

Due incantevoli immagini della Penisola di Boscoforte, nelle Valli di Comacchio

Serena, hai accentuato la carica emozionale del docu-concerto recitando alcuni versi della “Divina Commedia” e “raccontando” le location delle riprese. Il tuo è un parlato impeccabile, dall’ intonazione perfetta. Una dote naturale o che ha a che fare con la tecnica del canto?

Serena: Mi è sempre piaciuto l’aspetto dialogante, parlato e recitato che talvolta si ritrova anche all’interno dei concerti, dove l’artista introduce un brano con una poesia piuttosto che con una propria considerazione personale. Sicuramente il canto riveste un ruolo fondamentale sia come fonetica che come dizione delle parole. E l’italiano penso che abbia al suo interno una cantabilità ed una poetica unica. C’è poi l’emozione ed il credere fermamente in quello che si sta dicendo. Infatti, a mio avviso, per un artista non può essere possibile trattare argomenti o esprimere emozioni senza sentirle nel profondo. Ed infine gioca un ruolo determinante il fatto di amare diverse altre lingue come l’inglese o lo spagnolo e l’aspetto fonetico di una lingua parlata.

 

 

Mi rivolgo ora a Raffaello. Durante le esibizioni musicali, hai presentato due brani inediti da te composti. A quando un disco che porta interamente la tua firma e cantato dal duo Bellavista-Gentilini?

Raffaello: Sicuramente i vari periodi di lockdown sono stati dei momenti nei quali abbiamo cercato di fare il possibile per valorizzare la nostra arte, che purtroppo era stata penalizzata da scelte politiche sulle quali non mi voglio esprimere che l’avevano “elevata“ (il virgolettato è d’obbligo!) a “bene non essenziale”, e sul fare qualcosa per vivere fino in fondo, anche in un momento così drammatico, la nostra musica. Ne è nata così l’idea di dare vita a un mio linguaggio personale che già da tempo volevo esprimere e che è sfociato nella realizzazione sia di composizioni pianistiche, che di altre per pianoforte e canto. Per quanto riguarda il repertorio pianistico, il concept alla base è quello di creare una nuova musica classica che fonde stilemi colti con altri provenienti dai generi più disparati, creando così quello che potremmo definire un genere neoclassico avente al suo interno diverse contaminazioni. Per quanto concerne le composizioni per pianoforte e voce, sono delle canzoni che fondono la classica con il pop andando in qualche modo a creare un punto di continuità che purtroppo si è interrotto con tutta l’esperienza della canzone genovese rappresentata dal grande Bindi piuttosto che con la tradizione della canzone napoletana resa celebre dal grande Pavarotti. Quindi, sicuramente, entro l’anno è in programma la creazione di diverse composizioni che andranno poi a costituire un disco a sé. Ne approfitto tra l’altro per anticiparti che anche Serena sta scrivendo delle canzoni bellissime, e prossimamente ti anticiperemo alcuni suoi brani.

 

Raffaello al pianoforte in una Tenuta Mara inondata dalla luce

Tu, Serena, hai anche curato i costumi del docu-concerto. Li trovo molto particolari: Raffaello indossa un completo con doppia abbottonatura, adornato da un farfallino rosso, che ricorda vagamente un’antica divisa militare; il tuo è un lungo abito, bianco e impalpabile, che ti identifica con Beatrice. Come è nata l’idea di questi look?

Serena: Nella realizzazione degli abiti ho scelto di legarmi a livello cromatico ai tre regni danteschi. Per il Purgatorio il Blu e per l’Inferno un tocco di Rosso, di cui sono tinti il papillon e le fusciacche indossate da Raffaello sopra l’abito che, come hai giustamente osservato, sposa il tipico suit elegante con alcuni richiami quasi da condottiero. Per il Paradiso ho indossato un abito ispirato alla figura angelica di Beatrice, caratterizzato dal colore Bianco che simboleggia la purezza, adornandolo con due accessori dorati simbolo dell’incorruttibilità. Il tutto utilizzando le pregiate stoffe fornite dall’imprenditore tessile Lucio Marangoni con il quale collaboro. Ne approfitto per sottolineare il fatto di come l’abito sia un aspetto rilevante sia nella comunicazione di un contenuto che nell’espressione artistica, perchè amplifica sicuramente la portata del proprio messaggio.

 

Serena, fashion designer oltre che cantante, si è occupata anche dei look che lei e Raffaello sfoggiano durante il docu-concerto

Personalmente a quale scena, momento o performance di “Viaggio musicale verso i luoghi di Dante” siete più legati?

Raffaello:  Per quanto siamo legati ad ogni aspetto del concerto in maniera direi quasi viscerale, un punto di contatto molto importante è sicuramente quello di “Eden op.2”. Questa composizione per pianoforte e voce da me scritta, oltre ad essere il brano che nel concerto documentario fa da ponte tra la mia parte e quella di Serena racchiude al suo interno un significato molto forte: nozze alchemiche tra l’uomo e la donna che producono un qualcosa di unico al di là di ogni confine materiale e spirituale. E’ un concetto, a mio avviso, sul quale soffermarsi in un momento storico così decadente ed impregnato di materialismo. “Amore che move il sole e le altre stelle“ scrive il Sommo Poeta, che aveva ben compreso questo concetto “alchemico” fondamentale.

 

 

Cosa prevede il periodo successivo all’ evento? Ci saranno sviluppi dal punto di vista dei concerti, trasferte all’ estero (anche in virtù del rapporto instauratosi con l’Associazione Svezia Italia), nuovi progetti relativi a Dante e al 700simo dalla sua morte?

Raffaello e Serena: Sicuramente, nel periodo estivo ma non solo ci saranno degli appuntamenti molto interessanti: dei concerti, dei simposi in vari luoghi, alcuni dei quali esplorati proprio nel concerto documentario. Ci saranno inoltre, se le condizioni sanitarie lo permetteranno, dei concerti in Svezia e in altre località. Oltre ad alcuni appuntamenti che ci vedranno protagonisti e che ci riempiono di orgoglio oltre a ripagarci delle fatiche fatte.

Un’ ultima domanda: chi si è perso l’evento, potrà avere quindi una nuova occasione per vederlo?

Raffaello e Serena: Come annunciato in precedenza, stiamo lavorando ad un evento internazionale per questo autunno/inverno nel quale verrà riproposto il concerto documentario. Oltre al fatto che siamo anche in trattative con importanti palinsesti televisivi digitali, e stiamo valutando se inserire “Viaggio musicale verso i luoghi di Dante” all’interno di questi ultimi per cercare di dare risonanza televisiva al nostro concerto documentario, concepito con l’ intento di andare oltre al concetto di concerto e di evento di nicchia: per noi, la cultura deve riuscire a sdoganarsi in tutte le fasce di pubblico.

 

Quattro ulteriori frame da “Viaggio musicale verso i luoghi di Dante”. Dall’ alto verso il basso: Serena Gentilini, uno scorcio della Tenuta Biodinamica Mara, il soffitto affrescato della Sala Dantesca della Biblioteca Classense di Ravenna, un particolare della penisola di Boscoforte nel Parco del Delta del Po

 

 

 

Il luogo

 

Il cielo stellato di Dante. Le celebri stelle che menziona alla fine di ogni cantica della Divina Commedia. Ci avete fatto caso? L’ Inferno, il Purgatorio e il Paradiso non si concludono con una terzina, bensì con una frase in cui il Sommo Poeta nomina le stelle. In molti si sono chiesti il significato di questa citazione. A me, intuitivamente, sembra l’ indizio di un legame tra il soprannaturale e la realtà tangibile che va assumendo, di volta in volta, accezioni differenti. Analizzando le frasi in modo più approfondito, possiamo riflettere sulla valenza di quelle stelle. Così, ad esempio, si conclude l’ Inferno: “E quindi uscimmo a riveder le stelle” (Canto 34, 139). Uscendo dalla voragine infernale, regno della miseria morale e della disperazione, Dante rivolge lo sguardo alle stelle. Lui e Virgilio si lasciano finalmente alle spalle quel decadente luogo sprofondato nelle viscere della Terra. La vista del cielo infinito e delle sue stelle, splendenti di luminosità, sottolinea il ritorno alla natura umana e l’ anelito alla luce dei due protagonisti. Una luce che faccia svanire nell’ immensità dell’ Universo persino il ricordo delle tenebre da cui provengono. Dopo aver viaggiato nel Purgatorio, Dante termina il suo percorso dicendosi “Puro e disposto a salir le stelle” (Canto 33, 144). Nel Purgatorio si è purificato, si è redento, l’ amore ha disperso definitivamente il male che albergava in lui. Il Sommo Poeta è pronto per raggiungere una dimensione superiore, quella del Paradiso. Quest’ ultima cantica si chiude con la frase “l’ Amor che move il sole e l’ altre stelle” (Canto 33, 145). Virgilio, impersonificazione della Ragione, scompare sulla soglia del Paradiso Terrestre e al suo posto appare Beatrice: la donna amata da Dante incarna la Grazia della fede, una figura dotata di forti connotazioni simboliche. Per avvicinarsi a Dio, l’ Uomo non necessita della sola ragione; sono il potere dell’ intuito e la ragione divina a farlo giungere a lui. Quando il Sommo Poeta arriva a Dio, perviene alla piena consapevolezza. Contemplandolo ritrova se stesso, riapproda al “qui e ora”. Capisce che è l’ Amore il motore, il centro dell’ Universo materiale e spirituale. Dopo aver esplorato le stelle dantesche, vi ricordo l’ imperdibile appuntamento di questa sera: “Viaggio musicale verso i luoghi di Dante”, il concerto-documentario in cui, tramite un connubio di suggestive location, musiche incredibili e riprese spettacolari, Raffaello Bellavista e Serena Gentilini vi invitano alla scoperta della Divina Commedia in occasione del 700simo dalla morte di Dante Alighieri.  Acquistate i biglietti su Ticketmaster e collegatevi alla piattaforma di LIVE ALL alle ore 20 per assistere a questo straordinario evento! (qui il link all’ intervista-anteprima di VALIUM con Raffaello Bellavista)

 

 

Alighieri: i gioielli ispirati alla “Divina Commedia” di Rosh Mahtani

 

Il panorama dei brand di jewellery si fa ogni anno più interessante. Tra i marchi nati di recente, originali e sempre al passo con i tempi, il nome di Alighieri risalta decisamente. Fondato a Londra nel 2014 dalla designer Rosh Mahtani, si ispira – come suggerisce il nome – a Dante Alighieri e alla “Divina Commedia”, la sua somma opera letteraria. Ogni gioiello è un riferimento a ciascuno dei 100 canti che compongono il poema: non è stato difficile attingere a questo vasto materiale ispirativo. Le tre Cantiche di Dante, l’Inferno, il Purgatorio e il Paradiso, debordano infatti di mostri, demoni, dei pagani, beati, personaggi mitologici, storici e biblici. Rosh Mahtani, londinese di nascita ma cresciuta in Zambia, ha dichiarato che, mentre leggeva l’opera, ha improvvisamente immaginato queste creature forgiate in oro. Ha fantasticato che le circondassero il collo, che si dirigessero verso le sue dita tramutandosi dapprima in collane e ciondoli, poi in anelli mozzafiato.

 

Dante and the Lion necklace

La stilista di gioielli, residente a Londra, ha plasmato il proprio immaginario sugli studi di francese ed italiano che ha seguito all’ Università di Oxford. Nel 2012, dopo essersi laureata, per lei è stato naturale rifarsi alle opere letterarie che l’avevano conquistata; la “Divina Commedia” era una di queste. Alla sua collezione dantesca ha lavorato ininterrottamente per due anni, ideando le creazioni soprattutto di notte. Priva di un background formativo nel settore della gioielleria, Rosh ha tramutato quello che potrebbe essere considerato un ostacolo in opportunità: l’ apparente imperfezione è la cifra stilistica del suo brand e riflette mirabilmente le manchevolezze dei personaggi della “Divina Commedia”, irrisolti e tutto fuorchè “vincenti”. Ma è proprio questo dettaglio che ha stimolato la fantasia della designer. Il viaggio di Dante l’ ha appassionata. Le sue avventure turbolente, i paesaggi accidentati popolati da creature malconce l’hanno conquistata letteralmente. Nella “Divina Commedia” viene concesso molto spazio al concetto di “errore”, ma è proprio l’errore che permette di crescere. E così anche i gioielli di Alighieri, distanziandosi da una perfezione artificiosa e poco autentica,  si fanno interpreti di un’ evoluzione stilistica contraddistinta da un’ estetica oltremodo accattivante.

 

 

Vincitrice del Queen Elizabeth II Award 2020 for British Design, un premio istituito dalla Regina Elisabetta II in persona, Rosh Mahtani abbraccia da sempre la causa eco. Non è un caso che abbia poggiato le fondamenta di Alighieri su una serie di valori etici e all’ insegna della sostenibilità. L’ attenzione per l’ ambiente, la lotta contro lo spreco e l’ incremento del commercio locale costituiscono le priorità del brand. Una parola d’ordine, poi,  risalta su tutte: gentilezza. Sia nei confronti del prossimo che di ciò che ci circonda.

 

 

Tra le collezioni di Alighieri spicca una linea, “The Lion Club”, ispirata allo spaventoso Leone che Dante incontra nella Selva Oscura. Il Sommo Poeta si imbatte nella belva (allegoria della superbia o della violenza tout court) nel Canto I dell’ Inferno: la bestia feroce è talmente minacciosa, talmente affamata che, se non ci fosse Virgilio a rincuorarlo, Dante interromperebbe subito il suo viaggio. Prendendo il Leone come spunto, Rosh Mahtani ha creato splendidi medaglioni ed orecchini in bronzo placcato oro 24 carati e in argento sterling, tutti realizzati a mano. I gioielli della linea sono un incitamento al coraggio necessario nella vita. Il Leone appeso al collo, o ai lobi delle orecchie, ci ricorda che le paure vanno tassativamente affrontate a testa alta.

 

The Lion earrings 2.0

The Lion and the onyx necklace

The Snow Lion and the Baroque necklace

Il medaglione del Leone, creato cinque anni orsono,  è uno dei primi pezzi lanciati da Alighieri. Rappresenta quindi una pietra miliare nella storia del brand ed è compreso in una “core collection” che include gioielli divenuti delle vere e proprie icone: qui di seguito, ve li mostro sotto forma di slide. Va ricordato che, oggi, Alighieri è ampiamente distribuito a livello mondiale. Vanta oltre 80 boutique internazionali e i suoi bijoux, oltre che nel sito ufficiale del marchio, possono essere acquistati su Matchesfashion.com, Net-à-porter.com e Libertylondon.com.

 

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La Core Collection (puntate il cursore sulle singole foto per leggere il nome dei gioielli)