Ottobre

 

Ottobre è appena arrivato, l’ estate sembra solo un ricordo. Il paesaggio muta i propri connotati, l’ aria si fa frizzante. Come le foglie, che si accendono di straordinari colori prima di staccarsi dai rami, ci accingiamo ad affrontare la nostra “metamorfosi” stagionale: Ottobre, in questo senso, è un mese chiave. Il suo nome deriva dal latino “octo”, “otto”, poichè per il calendario romano, iniziando l’ anno a Marzo, rappresentava l’ ottavo mese dell’ anno. A quali emblemi lo assocereste? I suoi simboli identificativi sono molteplici. Pensate solo alle castagne, al coloratissimo fogliame dei boschi, alle caldarroste degustate con il vino fresco di vendemmia, oppure, ancora, al focolare acceso, a Halloween e alle zucche…Per quanto mi riguarda, ho avuto l’ imbarazzo della scelta anche al momento di selezionare il look del mese. Quando mi sono imbattuta in questo splendido capo di Stella Jean, però, non ho avuto più dubbi: è un’ ampia mantella con cappuccio tinta di una sobria nuance di beige, ma ravvivata da un variopinto decoro in feltro – interamente lavorato all’ ago con tecniche tradizionali – realizzato da un gruppo di artigiane kirghise. La collezione Autunno Inverno 2021 di Stella Jean, infatti, ha preso forma grazie a un’ importante iniziativa della FAO, la “Mountain Partnership Products”, finalizzata a incrementare l’ economia delle popolazioni di montagna dei paesi meno agiati attraverso il loro savoir faire artigianale, le loro competenze, le loro tradizioni. Il progetto ha permesso a Stella Jean di lavorare alla sua collezione insieme a un team di fini conoscitrici del “fatto al mano” nella regione di Issik-Kul, in Kirghizistan. Il risultato, potete ammirarlo nella foto qui sopra: un vero e proprio capolavoro della moda etnica.  Da abbinare a un accessorio prezioso e color oro come i boschi di stagione, le double strap in pelle laminata di A.Bocca.

Sono incluse nella collezione Autunno Inverno 2021 del brand di Porto Sant’ Elpidio, e conquistano per l’ allure che coniuga sapientemente accenti naif e ispirazione rétro.  Hanno la punta quadrata, un tacco basato alto 25 mm. e due cinturini con fibbia a forma di cuore che si allacciano sul dorso del piede. Ma il loro punto di forza, oltre al design e alla qualità, è la cromia che le contraddistingue: una nuance di oro anticato che ammalia a prima vista. Perchè è insolita e, al tempo stesso, estremamente raffinata. Un total gold seducente e divinamente autunnale.

 

 

 

Frida-Kiza di Fabiola Manirakiza: un nuovo Rinascimento che parte dalla Milano Digital Fashion Week

 

L’ ascesa di Frida-Kiza nel fashion world è inarrestabile. Il marchio fondato da Fabiola Manirakiza, nata in Burundi ma fabrianese d’adozione (e quindi mia concittadina), sta facendo molto parlare di sè anche per la recente partecipazione alla Milano Digital Fashion Week. Una presenza, la sua, legata ad un progetto d’eccezione: “The Fab Five Bridge Builders”, l’ iniziativa con cui il gruppo di lavoro composto da Stella Jean, Edward Buchanan, Michelle Francine Ngonmo e la Camera Nazionale della Moda Italiana ha supportato e promosso il lavoro di cinque talenti di origine africana residenti ormai da anni in Italia. Il team, oltre a Frida-Kiza, comprendeva le griffe Gisfab di Claudia Gisèle Ntsama, Joy Meribe di Joy Ijeoma Meribe, Mokodu di Pape Mocodou Fall e Karim Daoudi dello stilista omonimo. La Camera della Moda  ha allestito una piattaforma on line dove i cinque brand hanno avuto l’ opportunità di svelare le loro collezioni Autunno Inverno 2021/22 ottenendo una visibilità internazionale. Il progetto, nato allo scopo di sottolineare i valori della multiculturalità e dell’ inclusione, ha riscosso un successo enorme. Ispirazioni, suggestioni e stili esotici si sono fusi con la quintessenza del Made in Italy in un connubio affascinante, che ha catturato immediatamente l’ interesse del pubblico e degli addetti ai lavori. Fabiola (rileggi qui la sua precedente intervista  con VALIUM), che ha fondato il marchio Frida-Kiza nel 2016, ha presentato una capsule in cui la sua cifra stilistica si coniuga con motivi di decisa matrice africana. Tailleur, pajama suit, chemisier e minidress alternano fantasie e colori intensi tipici del Continente Nero – tra i capi più iconici spicca un coat-chemisier rosso carminio adornato di arabeschi bianchi – ad una stampa in black and white che rielabora la “Primavera” del Botticelli alla luce del fil rouge tematico delle creazioni: durante i tempi duri del lockdown, Fabiola auspica a un post-pandemia contraddistinto dall’ inizio di una nuova era, un nuovo Rinascimento che coinvolga non solo l’ Italia, bensì il mondo intero. Estimatrice dell’ arte italiana, la designer ha assurto questa passione a cardine di tutte le sue collezioni, dove la omaggia e la reinterpreta a seconda dei motivi ispiratori. Il gusto per il colore, sempre vibrante, riconduce al continente da cui Fabiola proviene: è un’ esplosione di vitalità (mai sopra le righe) esaltata da una donna indipendente e raffinata, che ama l’ eleganza ma non trascura il comfort per affrontare agevolmente la vita quotidiana. Ho incontrato Fabiola Manirakiza perchè volevo saperne di più sulla sua partecipazione alla Milano Fashion Week, sulla sua collezione Autunno Inverno 2021/22 (che potete ammirare nelle immagini di questo post) e su molti altri argomenti ancora. Qui di seguito, la nostra chiacchierata.

La tua partecipazione al progetto “The Fab Five Bridge Builders”, curato da Stella Jean, Edward Buchanan, Michelle Francine Ngonmo insieme alla CNMI, ti ha visto protagonista alla Milano Fashion Week insieme ad altri 4 designer di origine africana. Cosa puoi raccontarci di questa esperienza, che ha ottenuto, peraltro, un ottimo riscontro?

Si è trattato di un’ esperienza unica e importante. La sfilata per la Fashion Week e’ stata inserita nel calendario della Camera della Moda ottenendo una visibilità mondiale.

L’ Africa, nelle tue creazioni, riaffiora soprattutto attraverso i colori. Sono colori collegati a particolari ricordi, sensazioni, scenari del tuo Paese? Se sì, raccontaci quali.

Nelle mie creazioni cerco sempre di unire colori e cultura dei miei due mondi, l’ Africa e l’ Italia.

 

Fabiola Manirakiza in uno scatto molto primaverile

Nella collezione Autunno/Inverno 2021/22 di Frida-Kiza predomina un tripudio di stampe, di fantasie paesaggistiche e floreali. Le stampe, in particolare, si rifanno alla “Primavera” di Sandro Botticelli. Come è nata la tua ispirazione?

L’ arte italiana mi affascina da sempre! La “Primavera” del Botticelli, che è un’opera rinascimentale, mi ha dato l’ ispirazione. Ho immaginato una rinascita universale conseguente alla pandemia di Covid.

Che procedura hai seguito per la realizzazione di queste stampe? Esiste una tecnica, un processo di lavorazione ben preciso?

Sono state eseguite a mano,  passando poi a un procedimento digitale per la realizzazione della stampa finale.

 

 

 

Perché la scelta del bianco e nero?

In quel momento, erano i colori che mi ispiravano di più.

Durante il lockdown, mi hai raccontato, hai auspicato all’ avvento di un nuovo Rinascimento post-pandemia. Come si concretizzerebbe un’eventuale rinascita nello stile di Frida-Kiza?

Seguici e vedrai! (sorride, ndr.)

 

 

Che tipo di donna avevi in mente, mentre creavi la capsule che hai presentato a Milano?

La donna Frida,  naturalmente: contemporanea, sempre al passo con i tempi e attenta al mondo che la circonda.

 

 

 

L’ arte italiana è un motivo ricorrente nelle tue creazioni. Come è sorta questa tua passione e quali artisti (o movimenti artistici) ti affascinano maggiormente?

Non ho particolari preferenze, amo gli artisti e l’arte italiana in generale.

I fiori, i piante e la natura in genere sono un altro filo conduttore delle stampe che impreziosiscono i look di Frida-Kiza. Il motivo ispiratore è associato solo a riferimenti artistici o si tratta anche di una sorta di “dichiarazione d’amore” nei confronti del creato?

Sono riferimenti artistici, ma anche un modo per sensibilizzare le persone all’amore per la natura e per valorizzare, al tempo stesso, la bellezza nascosta della donna Frida.

Potresti anticiparci qualcosa dei tuoi progetti più imminenti?

Per il futuro abbiamo tanti progetti, ma mi riservo di svelarli a tempo debito…

 

 

 

 

Photos courtesy of Frida-Kiza

 

 

Lo sfizio

La mostra China: through the looking glass, appena inaugurata al Metropolitan Museum di New York, ha acceso una prepotente voglia di Oriente in tutte le sue sfaccettature. Lo stile ricopre ovviamente un ruolo fondamentale, se è vero che le contaminazioni in puro Oriental mood della Primavera/Estate raggiungono cifre pressochè da record. Tra le numerose proposte non poteva mancare quella di Stella Jean: la designer di origine haitiana sulla commistione culturale e identitaria ha fondato la cifra stilistica del proprio brand, tesa a ristabilire un equilibrio tra tradizioni agli antipodi in un poliedrico e ben ponderato mix. In questo incontro di culture, storie e iconografie la sua Haiti risalta con un twist del tutto speciale; ne è piena dimostrazione la collezione Primavera/Estate ricca di cromie vibranti, suggestioni paesaggistiche e daily life haitiana riprodotte sugli abiti, grafismi che rimandano all’ isola caraibica. Un trait-d’union che si avvale inoltre, per la manifattura degli accessori in materiali riciclati, dell’ apporto di un gruppo di artigiani locali. Stili e modelli internazionali si alternano – come un trademark del brand – nella quintessenza della loro tipicità e in pattern a contrasto accostati in un mix d’effetto: colpisce, tra i vari look, la giacca kimono in shantung giallo abbinata a top e shorts. Ha forma a trapezio, maniche trequarti ed è adornata da applicazioni che raffigurano elementi di flora e fauna haitiana come i somarelli e le alte palme da cocco. L’ amalgama tra citazione jap e decorativismi creoli è notevole: risulta decisamente d’ impatto la rivisitazione giocosa, in chiave garbatamente ironica, con cui Stella Jean personalizza il costume tradizionale del Paese del Sol Levante mantenendone intatti gli atout di classe e stile.  La struttura a giacca è agile, le maniche trequarti estremamente raffinate e la lucentezza dello shantung dona al capo un tocco di sofisticata eleganza, tramutandolo in  assoluto must have per le sere d’estate. Come di consueto, la multiculturalità stilistica proposta dalla designer è ricca di tratti originali, sorprendente, intrisa di sfiziosa estrosità: da adottare tout court.

Vacanze al mare

Mara Hoffman

Coloratissimo o monocolor, dal forte retrogusto etnico o denotato da un evidente twist rétro, lo swimwear dell’ estate 2014 diventa scenografico, acquista in vestibilità e generalmente rifugge dalla tentazione di mostrare centimetri di pelle nuda in più. Eccone una carrellata di proposte, firmate da brand del settore e non.

 

Michael Kors

Stella Jean

Vivienne Westwood

Moschino

Dsquared2

Emamò

Parah Noir

L’ accessorio che ci piace

 

Da principio, fu Rosie The Riveter: l’ operaia made in USA che, nel 1943, appare in un manifesto in cui incita a suon di slogan (“We can do it”) l’ impegno delle donne americane durante la Seconda Guerra Mondiale, ne esibisce una di colore rosso a pois bianchi annodata in testa. E’ subito boom: la bandana della Riveter viene imitata da migliaia di donne, che la annodano in molteplici fogge tra le quali spicca quella che prende il nome della sua promotrice. Accessorio iconico dei 50s, la bandana si accinge a divenire uno dei must del Summer Jamboree Festival appena iniziato, che celebra a Senigallia – con cadenza annuale – lo stile, la musica e la cultura degli anni ’40 e ’50. Colorata, festosa, ironica, questa variante “modaiola” del fazzoletto è stata recentemente riproposta anche in una versione da passerella da Stella Jean, la designer italo-haitiana contraddistintasi per le sue collezioni dal mood etno-tropical coloratissimo e travolgente. Dalle dimensioni di un foulard, la bandana di Stella Jean si fa sofisticata declinandosi in floral print, fantasie a quadri bicolor, stampe etniche e decorativismi astratti caratterizzati, sempre e comunque, da tonalità strong e di forte impatto. Un voluminoso fiore la correda, a un lato, allo scopo di ingentilire il look. In un’ estate che decreta il trionfo degli accessori per capelli, la bandana vince per “vestibilità” e per il twist sbarazzino e  vagamente rétro che esprime. Il fiore ne accentua la femminilità donandole un tocco aggiuntivo di raffinatezza e includendola, per eccellenza, tra gli imprescindibili must della bella stagione. L’ avete già inclusa nella valigia delle vacanze?

 

 

 

 

 

Milan Fashion Week: mi è piaciuto…Vol. 11

 

STELLA JEAN. Come  per la collezione Primavera/Estate 2014 i leit motiv sono quelli del colore, delle stampe etniche, delle sovrapposizioni, fuse in un amalgama che sfida felicemente ogni regola preconcetta. Le culture di Paesi di tutto il mondo si riflettono ed alternano in un’ operazione che coinvolge non solo il mix di pattern o di colori, bensì le forme, i volumi, i materiali, combinando la più squisita artigianalità italiana a silhouette e a dettami di stile tipicamente “esotici” (non è un caso, che alcune lavoranti del Burkina Faso siano le artefici della manifattura di svariati capi della collezione). Appaiono così lunghi kimono in alpaca ricamati a mano, simboli tratti dall’ iconografia giapponese, stampe wax africane, tutti declinati in una palette sgargiante che include sovente toni smorzati più caratteristici della stagione fredda come il grigio, il verde bosco, il burgundy, il blu e il marrone. Ma non è raro che agli etnicismi strong succedano outfit dal sapore classico realizzati in seta, come le romantiche e sobrie bluse con fiocco. Le décolleté e gli ankle boots, appositamente creati per il fashion show da Christian Louboutin, riprendono i pattern “rutilanti” e multicolor dei look potenziandone l’ impatto . L’ outfit che ho selezionato cita alcuni leit motiv della collezione: il lungo kimono in stile jap riporta, nel suo ampio manto, una serie di grafismi ed accenni paesaggistici ” a tutto campo”. La giacca blu rigata a scacchi, stretta in vita da una cintura, evidenzia un netto, voluto  contrasto con il pattern della blusa sottostante e dei pantaloni. La cinta, in cuoio intarsiato con fibbia dorata, accentua l’ ethnic mood ricordando gli accessori in pelle lavorati artigianalmente dai Pellirosse. Il fiocco della blusa dona all’ insieme un prezioso tocco di raffinatezza.

 

 

JOHN RICHMOND. Un autunno/inverno interamente dedicato a Nico, la celebre cantante dei Velvet Underground, quello ideato da John Richmond. A cominciare dai capelli: le modelle hanno infatti esibito l’ iconica lunga chioma dalla frangia geometrica caratteristica dell’ affascinante modella tedesca lanciata nel music business da Andy Warhol. Il suo volto appare costantemente anche nei completi in felpa e in neoprene dai colori vibranti, sdoppiandosi come in un gioco di specchi sui blouson con cappuccio e zip e sulle miniskirt. Il resto della collezione celebra il Nico style identificandolo con chiari riferimenti glam rock o con reminescenze dal sapore anni ’80 in cui trionfano bomber, giacche strutturate con cravatta, chiodo borchiato in pelle nera e tailleur pantalone, declinati in una palette cromatica che sancisce il trionfo del nero affiancato da tonalità vivide come l’ arancio, il turchese, il giallo e il fucsia. I cuissardes in vernice sono una costante che va ad accentuare il coté sexy rappresentato da abiti e abitini in trasparenze optical, dagli spacchi vertiginosi e dai long e minidress modellati sul corpo. La sera si veste di chiffon ed alterna il nero a grandi stampe di teschi sul tessuto impalpabile e svolazzante. Del look che ho scelto ho amato la sofisticata semplicità e le linee pulite unite ad un twist grintoso con sobrietà: il minitailleur si abbina al top velato  che ne potenzia la seduttività, lasciando agli ankle boot con cinturino borchiato il compito di aggiungere un tocco rock alla mise.

 

 

KRISTINA TI. Fantasiosa, colorata, femminile: la collezione di Kristina Ti sembra trasportarci in un Paese delle Meraviglie dalle suggestioni bohemiennes. Le nuance pastello – il rosa confetto, il giallo, un delicato verde acqua, l’ albicocca – affiancate a tonalità più decise come il marrone, il grigio e il verde bottiglia, si illuminano di bagliori metal e dorati che donano agli outfit un tocco di incanto accentuato dalla pelliccia declinata in stole, soffici cappucci  che scendono sulle spalle, ampi colli o attillati corpetti adornati da maniche in chiffon. “Sfiziosità” sembra essere la parola d’ordine: i pantaloni, mai oltrepassanti la caviglia, si impreziosiscono di bretelle in lurex o scintillano di paillettes, i minidress a trapezio si alternano a gonnelline “danzanti”, i numerosi stampati floreali si abbinano a fantasie a pois in un amalgama di materiali in cui trionfano tessuti impalpabili o fluidi come le forme degli outfit. Le parigine in lycra colorata scese al ginocchio costituiscono un leit motiv che accentua ulteriormente il mood vagamente girlysh dell’ intera collezione. Questo look ne è rappresentativo: il minicoat rosa confetto, dalle linee minimal ma adornato da ricami argento, è abbinato ad un soffice e voluminoso collo in pelliccia in un giallo pastello di forte impatto. Le parigine, in bicolore beige ton sur ton e lurex, sono indossate con scarpe marroni impreziosite da un dettaglio in pelliccia nella medesima tonalità di giallo dell’ ampio collo.