Una allure Rock and Royalty per le nuove muse della Medusa: la campagna pubblicitaria AI 2019/20 di Versace

 

Lo spot a cui è collegata, condensa la campagna Autunno Inverno 2019/20 di Versace in modo perfetto. C’è un locale buio e fumoso, una rock band che prova i suoi brani. La batterista, una Donatella Versace scatenatissima, scandisce il ritmo dell’ intera scena: rotea le bacchette, pesta furiosamente sul pedale della cassa, è inguainata in un total black grintoso che risalta la sua chioma platinata. Insomma, da quelle parti si fa sul serio: le vibe sono rock a 360°, coinvolgono l’ attitude e non solo il look. Se poi pensiamo che potrebbe essere proprio Rock and Royalty (dal titolo di un famoso coffee table book di Gianni Versace) lo slogan associato all’ad, è tutto dire! La direzione creativa di Ferdinando Verderi e la fotografia di Steven Meisel si uniscono in un connubio esplosivo, dove gli scatti catturano la quintessenza dell’ iconografia Versace calandola in una scenografia insolita e volutamente a contrasto. Predomina un mood urban, accentuato da una location che sembra un loft newyorchese: i muri sono spogli, con i mattoni e le tubature a vista, i pavimenti alternano il cemento alle tavole di legno. Qua e là, però, spiccano pezzi di arredo d’epoca, poltrone e sofà rivestiti di prezioso velluto che si contrappongono alle atmosfere minimal degli interni.

 

 

E’ lì che posano i modelli e le modelle, seduti od appoggiati a quei sedili: ed è incredibile come risaltino, in un contesto tale, le audaci cromie dei look Versace, i vistosi gioielli e le faux fur maculate. Senza contare che i capelli colorati, le décolleté a punta indossate sui calzini e le borse in bella vista (come l’iconica Virtus) elevano l’allure Rock and Royalty alla massima potenza. Meisel fotografa “rockstar” dall’ aria disinvolta, vagamente languida, e le immortala singolarmente per rafforzare il concetto che identifica la modella con la suprema musa di Versace. Ma come ci si sente ad essere una musa di Versace in un’ era di “voyeur” come quella odierna? E’ questo l’ interrogativo che il grande fotografo si pone. La sua risposta si traduce in scatti dal forte impatto visivo e di un’ incredibile qualità artistica. I protagonisti della campagna sono una Kaia Gerber quasi irriconoscibile, che sfoggia lunghi capelli biondi con tanto di ricrescita, oltre a Anok Yai, Bente Oort, Hang Yu, Huang Shixin, Ilja Sizov, Maike Inga, Paul Hameline e Yassine Jaajoui. A firmare il beauty look, invece, troviamo Pat McGrath e Guido Palau, due guru del make up e dell’ hairstyling.

 

 

 

 

CREDITS

Chief Creative Officer: Donatella Versace
Photographer: Steven Meisel
Campaign Creative Director: Ferdinando Verderi
Stylist: Jacob K
Casting Director: Piergiorgio Del Moro e Samuel Ellis Scheinman24
Make Up: Pat McGrath
Hair Styling: Guido Palau
Set Design: Mary Howard
Models: Kaia Gerber, Bente Oort, Maike Inga, Anok Yai, Yassine Jaajoui, Ilja Sizov, Hang Yu, Huang Shixin, Paul Hameline

 

 

New Icons: Mariacarla Boscono

Mariacarla per Tom Ford, AI 2019/20

Da quando si è tinta i capelli di rosso, il color rame è uno dei più gettonati dal parrucchiere. E con questo nuovo look, non c’è che dire, Mariacarla Boscono ha raggiunto l’ apice del glam. Se poi aggiungiamo che per la top spira aria di novità anche dal punto di vista sentimentale, potremmo dedurre che stia vivendo un vero e proprio stato di grazia: la relazione con il trapper italo-tunisino Ghali è stata “ufficializzata” da una story di Instagram dove, in vacanza alle Maldive, i due si scambiano un bacio durante una partita a ping-pong, ma la neo-coppia è stata avvistata anche alla cena di gala che Vogue Italia ha organizzato in occasione del 25mo di attività di Mert & Marcus, il celebre duo della fashion photography, il 21 Febbraio scorso. Elegantissimi e in total look black (o quasi), i fidanzati più cool del momento sono riapparsi su Instagram in tutto il loro splendore. Non è un caso che qualcuno li abbia già ribattezzati i “Bosghali”, sulle orme dei “Ferragnez”, esaltando nel frattempo il coté social-patinato dei due innamorati. Nonostante il video del bacio sia già virale, va detto che Mariacarla Boscono e Ghali hanno sempre evitato accuratamente ogni clamore: niente selfie à go-go, niente sovraesposizione mediatica. L’ unica foto che li ritrae insieme risale all’ evento di Vogue e, più che svelare una love story, la lascia supporre. Il che è completamente in linea con il DNA di Mariacarla, nata a Roma 38 anni fa e una carriera ultraventennale di modella iniziata ai più alti livelli. Musa di Karl Lagerfeld e di Riccardo Tisci, nel 1997 è stata voluta in esclusiva da Comme des Garçons che l’ ha ingaggiata con un contratto triennale; da allora, la sua escalation è stata inarrestabile e l’ha portata a suddividersi tra passerelle, photoshoot per i più prestigiosi magazine, innumerevoli campagne pubblicitarie: nel suo curriculum figurano brand del calibro di Fendi, Versace, Gucci, Givenchy, Calvin Klein, Dolce & Gabbana, Valentino, Giorgio Armani, Alessandro Dell’ Acqua, Saint Laurent, Alexander McQueen, Ralph Lauren, Roberto Cavalli, Vivienne Westwood e molti, moltissimi altri ancora. Nel 2003 è stata immortalata da Bruce Weber per il Calendario Pirelli, dove è riapparsa anche nel 2004 e 2009. La sua bellezza particolarissima, intrigante, non stereotipata – 1,78 di altezza, ovale allungato, occhi distanti di un castano intenso – ha attratto guru della fotografia quali Peter Lindbergh, Tim Walker, Steven Meisel, e le è valsa il podio delle supermodel italiane più note al mondo. Dal 2006, dopo il debutto a New York ne “Le serve” di Jean Genet, Mariacarla si è dedicata sporadicamente anche alla recitazione teatrale, ma in passerella regna  a tutt’oggi incontrastata:  alla Milano Fashion Week l’ abbiamo vista sfilare (tra gli altri) per Valentino, Versace, Ferragamo e Tod’s, incantando il parterre con la sua inedita capigliatura fulva. E se il detto “nuovo hairstyle, nuova vita” corrisponde al vero, la nuova vita della top romana ha senza dubbio come sottofondo il flow poetico che anima le melodie di Ghali.

 

Mariacarla per Versace, AI 2019/20

Mariacarla per Burberry, AI 2019/20

Mariacarla nella campagna pubblicitaria di Valentino scattata da Juergen Teller

Mariacarla per Salvatore Ferragamo, AI 2019/20

Mariacarla per Valentino Haute Couture, PE 2019

Mariacarla per Tom Ford, AI 2019/20

Mariacarla per Tod’s, AI 2019/20

Mariacarla per Off-White, AI 2019/20

Mariacarla per Dsquared2, AI 2019/20

Mariacarla per Valentino, PE 2019

Mariacarla per Chanel, AI 2019/20

Mariacarla in alcuni fotogrammi del fashion film, diretto da Sharna Osborne e sotto la direzione creativa di Katie Grand, per la PE 2019 di MSGM

 

 

 

 

Gianni Versace, gli anni ’90 e le supermodel: 10 ad d’autore

 

I loro nomi sono entrati nella leggenda: Carla Bruni, Cindy Crawford, Christy Turlington, Yasmeen Ghaouri, Linda Evangelista, Naomi Campbell, Nadja Auermann, Helena Christensen, Stephanie Seymour…Gli anni ’90 segnano il loro boom e il boom assoluto di una nuova tipologia di diva, le supermodel. Tutti le cercano, tutti le vogliono, tutte le copiano. E già, perchè non esiste ragazza che non ammiri la loro bellezza radiosa e indomita, quell’ incedere regale in passerella. Non è un caso che proprio su una catwalk esplode la supermodel-mania: a dare il la al fenomeno è Gianni Versace, che chiude la sua sfilata Autunno/Inverno 1991 con il “quartetto d’oro” formato da Naomi Campbell, Linda Evangelista, Cindy Crawford e Christy Turlington. Il momento è irripetibile, un’ esplosione di glamour allo stato puro. Da quell’ istante, il connubio “Versace – supermodel” si tramuterà in una costante ad alto tasso iconico del fashion-biz. Il designer calabrese trapiantato a Milano ha sempre dotato di forti connotati identificativi la sua estetica, curando l’ immagine a 360°. La lunga collaborazione con Richard Avedon e poi con Bruce Weber, Irving Penn, Steven Meisel e molti altri top names della fotografia ha dato vita a campagne pubblicitarie storiche, tuttora radicate nell’ immaginario collettivo: a fare da protagoniste, le supermodel ormai assurte al ruolo di star assolute. Gianni Versace le adora, le lancia, ne fa le sue muse. Per Naomi Campbell è un pigmalione che la Venere Nera oggi ricorda con struggente emozione, colui che la promuove a Catwalk Queen. Il gruppo delle cosiddette “Big Six”, che oltre a Naomi include 5 top del calibro di Claudia Schiffer, Cindy Crawford, Linda Evangelista, Kate Moss e Christy Turlington, nei ’90 domina incontrastato.  Il waif è ancora di là da venire. Trionfano il lusso, il glamour a dosi massicce, il tipo fisico statuario delle “Big Six”, che diventano richiestissime e pronunciano frasi come quella – mitica – di Linda Evangelista “Non ci svegliamo mai per meno di 10.000 $ al giorno”. A 20 anni dalla scomparsa di Gianni Versace, VALIUM celebra il suo geniale intuito con una selezione di 10 memorabili scatti d’autore tratti dalle campagne pubblicitarie della Maison. Denominatore comune, l’ appartenenza al “favoloso” decennio dei ’90 e  le celeberrime testimonial: quelle supermodel che hanno incarnato lo stile e il mood Versace con incredibile potenza impattante.

(Photo: Christy Turlington, Nadja Auermann, Cindy Crawford, Stephanie Seymour e Claudia Schiffer by Richard Avedon, 1994)

Christy Turlington, Linda Evangelista e Helena Christensen by Herb Ritts, 1991

Naomi Campbell e Kristen MacMenamy by Steven Meisel, 1993

Nadja Auermann, Christy Turlington, Claudia Schiffer, Cindy Crawford e Stephanie Seymour by Richard Avedon, 1994

Claudia Schiffer by Richard Avedon, 1994

Niky Taylor by Bruce Weber, 1990

Nadja Auermann e Claudia Schiffer by Richard Avedon, 1995

Stephanie Seymour by Richard Avedon, 1994

Shalom Harlow, Aya Thorgren e Kate Moss by Richard Avedon, 1993

 

Claudia Schiffer, Naomi Campbell e Christy Turlington by Irving Penn, 1992

 

 

New icons: Vittoria Ceretti

Vittoria per Dior AI 2017/18

 

La nuova icona del fashion world è “made in Italy”: Vittoria Ceretti, nata a Brescia 18 anni fa, è richiestissima. La sua carriera di modella ha preso il via nel 2012 grazie al concorso Elite Model Look, e da allora è decollata in modo esponenziale. L’ incarnato di porcellana, lo sguardo verde vagamente felino,  l’ ovale perfetto incorniciato da una massa di capelli castani rappresentano gli atout che, abbinati alla sua personalità travolgente, hanno conquistato i top names della moda sin dal primo istante. Non è un caso che Dolce & Gabbana l’abbiano scelta come testimonial della campagna Beauty per ben tre anni consecutivi, a partire dal 2014. In quel periodo è scoppiato un vero e proprio Ceretti boom: oltre che per il celebre duo, Vittoria ha sfilato per un sempre maggior numero di brand e prestato il volto alle campagne pubblicitarie di Giorgio Armani, Prada, Ralph Lauren, Givenchy. Ma la consacrazione è arrivata nel 2016, con una cover di Vogue Italia. Nel numero di Luglio Steven Meisel la ritrae in uno scatto che rievoca l’ irresistibile glamour di Virna Lisi.  Inutile dire che, da quel momento, le quotazioni di Vittoria sono aumentate ulteriormente: in passerella ha trionfato a New York, Milano, Londra e Parigi suscitando l’ ammirazione generale ai défilé di Versace, Marc Jacobs, Louis Vuitton, Dior, Chanel, Anna Sui, Valentino, J.W. Anderson, Chloé, Proenza Schouler, Miu Miu e Lanvin, solo per citare alcuni nomi. Le copertine e i photoshoot in cui ha posato per i più prestigiosi fotografi (come quello scattato da Luigi Murenu e Iango Henzi per il numero di Aprile 2017 di Vogue Japan) si sono moltiplicati ed è andato consolidandosi, parallelamente, il suo ruolo di musa.

Vittoria nella ad campaign PE 2017 di Alexander McQueen (photo by Jamie Hawkesworth)

Karl Lagerfeld l’ ha immortalata insieme alle sorelle Hadid nella sognante campagna pubblicitaria Fendi PE 2017 “Other rooms-Other voices”, mentre Alexander McQueen l’ ha eletta a sua unica testimonial: negli scatti di Jamie Hawkesworth appare sullo sfondo di dune di sabbia in riva al mare, lo sguardo intenso, l’ abito mosso dal vento.  Vedono Vittoria protagonista anche le advertising campaign PE 2017 di Alberta Ferretti, Bottega Veneta, Givenchy, Zara. Inclusa tra le #TOP50 da models.com e residente a New York ormai da un anno,  la fascinosa Ceretti non si è montata la testa. Vanta, anzi, un rigore professionale DOC. Niente vizi nè capricci, piuttosto sfizi: come un alieno tatuato sul gomito ed un innocuo corn snake che va ad aggiungersi a due gatti in qualità di pet. Entrambi, espressioni di un’ unicità intrinseca. Non è da tutte, in fin dei conti, avere 18 anni ed essere già un’ icona!

Vittoria per Versace AI 2017/18

Vittoria per Alberta Ferretti AI 2017/18

Vittoria nella ad campaign PE 2017 Fendi (photo by Karl Lagerfeld)

Vittoria per DKNY PE 2017

Vittoria per Dolce & Gabbana PE 2017

Vittoria per Sonia Rykiel AI 2017/18

Vittoria per Prada AI 2017/18

Vittoria per Anna Sui AI 2017/18

Vittoria per Chanel AI 2017/18

Vittoria per Marc Jacobs PE 2017

La Femme e L’ Homme Prada: una liason olfattiva firmata Prada

Sentori olfattivi che tracciano la mappa dell’ interiorità individuale, dove le coordinate di spazio e tempo si intersecano indissolubilmente con la memoria: è da questo percorso introspettivo che prendono vita La Femme Prada e L’ Homme Prada, la “coppia” di fragranze appena lanciate da Prada. I nomi definiscono i destinatari dei due profumi con chiarezza pur senza racchiuderne in un clichè riduttivo l’ essenza. La donna e l’ uomo a cui si rivolge Prada incarnano un’ identità assoluta e fluida, ricca di sfaccettature innumerevoli in cui l’ io, la percezione di sè, lo scambio dei ruoli si mixano e si alternano incessantemente: a riflettere questo costante “gioco di specchi”, due profumi che trascendono la dicotomia del “femminile” e del “maschile” per ricondurla ad un’ identica visione.

 La Femme Prada sottolinea il concetto stravolgendo qualsiasi standard associato agli aromi floreali: a contraddistinguerlo è la scia olfattiva del frangipani, ipersensuale e esotica, che porta con sé reminescenze di una suggestiva aurora tropicale. Gli accordi speziati dell’ ylang-ylang ne intercettano i sentori, stemperandoli in un mix di vaniglia, tuberosa e cera d’api denso di avvolgente dolcezza. A “dar corpo” alla fragranza, note aggiuntive di vetiver distillato.

L’ iris e l’ ambra, elementi chiave della relazione che intercorre tra i due profumi, ne L’ Homme Prada accentuano sensualmente l’ aroma felciato di base. Ma sono affiancati da tutta una serie di note a contrasto, connubi e accordi che vanno a diversificare, arricchendola, la composizione del jus: a un esordio di neroli e pepe segue un cuore che include il geranio e la violetta. Il fondo, esaltato dal patchouli e dal cedro, evidenzia accenti persistenti e decisi. L’ affascinante “essenza” di L’ Homme Prada e La Femme Prada viene raccontata da una advertising campaign firmata Steven Meisel che vede gli attori Mia Goth, Dane DeAnn, Ansel Elgort e Mia Wasikowska protagonisti. Negli scatti, così come in un video con una rivistazione di Can’t help falling in love di Elvis in sottofondo, la filosofia che ispira le due fragranze risalta su un sofisticato sfondo all-black che sembra ideato ad hoc per potenziarne la valenza incisiva.

Photo: dall’ advertising campaign di Steven Meisel

Il close-up della settimana

 

All’ inaugurazione manca appena una settimana, ma il countdown all’ inizio di questa attesissima mostra è già iniziato da tempo: China: through the looking glass, l’ annuale esposizione che il Costume Institute del Metropolitan Museum di New York dedica alla moda, aprirà i battenti il 7 maggio e fino al 16 agosto celebrerà le più iconiche declinazioni del sublime patrimonio estetico del Paese della Grande Muraglia nello stile occidentale. Un percorso espositivo snodato tra le sale delle Chinese Gallery del Museo e il Costume Center che conta su un Direttore Artistico d’eccezione come Wong Kar Wai, regista di indimenticati cult movie quali In the mood for love (2000) e 2046 (2004). Per tutti coloro che ricordano i magnifici costumi esibiti dalle protagoniste di quei film,  pura meraviglia visiva, un nome che è garanzia di sofisticatezza, intuito e quintessenza di stile. Il metaforico “anfitrione” ideale che saprà convogliarci attraverso questo immaginifico viaggio non solo nella moda, bensì nella cultura, nelle tradizioni e nell’ arte cinese, un bagaglio immenso e ad ampio spettro che, da tempi remoti, funge da continua ispirazione non cessando di affascinare i più prestigiosi designer del Vecchio e del Nuovo Continente. Saranno oltre 140 gli abiti esposti, uno straordinario mix di Haute Couture e ricercatissimo Prèt-à-Porter che annovera Maison e Couturier quali Christian Dior, Cristobal Balenciaga, Alexander McQueen, Saint Laurent, Roberto Cavalli, Valentino, Tom Ford, Giambattista Valli e Chanel, solo per citare alcuni nomi di un elenco altisonante. Accanto alle loro splendide creazioni, una raffinata selezione di qipao e capi tradizionali dal 1700 ad oggi che amplierà il raggio d’azione a vere e proprie meraviglie dell’ arte e dell’ artigianato cinese: dipinti, le celebri porcellane, oggetti ornamentali in giada ma anche i film in cui Oriente e Occidente si sono intersecati a vicenda ognuno offrendo, o introiettando, una visione cinematografica che ha contribuito a forgiare l’ immaginario rivolto al colosso asiatico. Il periodo storico coinvolto esordisce con il Celeste Impero, passa per la Repubblica di Cina ed approda, infine, alla Repubblica Popolare Cinese di Mao Tse Tung tracciando un percorso socio-storico-culturale dai caratteri estremamente rilevanti. La mostra, frutto di una collaborazione tra il Costume Institute e il Department of Asian Art, è stata nel frattempo anticipata fotograficamente da Vogue USA: il numero di maggio, infatti, attraverso uno shooting scattato da Steven Meisel, svela alcuni tra i più preziosi modelli esposti avvalendosi dello styling di Grace Coddington e della modella Fei Fei Sun. Di particolare suggestività si preannunciano gli spazi espositivi dedicati a Dior Haute Couture, nei quali verrà mostrata la collezione che John Galliano creò nel 2003 con il teatro dell’ opera cinese come fonte di ispirazione. Ma la mostra si configura sin d’ora, nella sua interezza, un’autentica gioia per gli occhi.

Per chi volesse saperne di più: http://www.metmuseum.org/exhibitions/listings/2015/china-through-the-looking-glass

China: Through the Looking Glass. Dal 7 Maggio al 16 Agosto 2015 a New York presso il Costume Institute del Metropolitan Museum.

 

Nella foto: John Galliano per Dior Haute Couture, 1997 (Photo Vogue USA by Steven Meisel)

Il close up della settimana

 

La notizia è ormai ufficiale: sarà Madonna la testimonial della campagna pubblicitaria Spring/Summer 2015  Versace. Un sodalizio che non è nuovo alla Regina del Pop, già protagonista di ben quattro campagne della Maison della Medusa a partire dal 1995, anno in cui fu immortalata da Steven Meisel in uno storico shooting. L’ anno successivo fu Mario Testino a ritrarla, confermato anche per gli scatti realizzati nel 2005. Oggi, Donatella Versace torna a sceglierla e descrive Lady Ciccone nei termini entusiastici di sempre: ” Madonna è una delle vere icone Versace. Sono emozionata di avere come volto di Versace Primavera/Estate 2015 non solo una mia cara amica, ma anche l’artista e simbolo più forte di oggi. ” Lusinghiero anche il commento della popstar: ” E’ sempre emozionante vestire Versace e vivere la passione e la creatività che Donatella ha messo in questa collezione. ” La advertising campaign in questione, una serie di tre foto in bianco e nero scattate a New York da Mert Alas & Marcus Piggott, cattura l’ unicità dell’ essenza di Madonna, eclettica musa ed espressione di un potere sfrontato e senza tempo. Negli scatti, la star di origine italiana viene ritratta in versione platinata mentre indossa capi ed accessori della collezione che il brand dedica alla prossima stagione calda: magnetica, un carisma alle stelle, Madonna rappresenta ormai una figura iconica ancorata nell’ immaginario collettivo a titolo permanente. La rinnovata collaborazione con Versace ne è una testimonianza evidente, la smentita a tutto tondo di chi la voleva oscurata dall’ attuale, nutrita schiera di novelle popstar. Perchè, come una volta ebbe a dire…Di Regina, ce n’è una sola!

Il close- up della settimana

 

Una advertising campaign in un sofisticato bianco e nero, ritratti in studio quasi in stile rétro come a far da contrappeso ad una collezione che trabocca di colore e di sgargiante ironia: è su questo concept che viene incentrata la campagna pubblicitaria Autunno/Inverno 2014/15 di Moschino, la prima da quando Jeremy Scott ricopre il ruolo di Direttore Creativo del brand. Una campagna che vede come protagonista principale la sempre splendida Linda Evangelista, prestigiosa top degli anni ’80 e ’90 probabilmente scelta con l’ intenzione di porgere omaggio ai decenni in cui la Maison fondata da Franco Moschino raggiunse l’ apogeo della celebrità. Gli scatti sono firmati dall’ eccellente Steven Meisel, che Scott definisce il suo “artista preferito”, e includono – oltre a Linda – un nutrito gruppo di top del calibro di Stella Tennant, Carolyn Murphy, Saskia Debraw, Karen Elson e Rachel Zimmermann, ritratte in gruppo o singolarmente. Ma è nella prima immagine svelata di questa raffinata campagna che si concentra, forse,  in toto la sua quintessenza: una Linda Evangelista in versione ladylike, dalla chioma lunga e voluminosa, elegantemente truccata da Pat McGrath ed irradiante una allure chic che si avvale del sapiente styling di Carlyne Cerf de Dudzeele. La foto la ritrae seduta, in un’aristocratica posa, con indosso un coat dalle maniche tre quarti e slingback che riportano sulla punta la M di Moschino presente, inoltre, sulla borsa matelassé. I dettagli sono indizi di profonda ironia: il logo Moschino è ricalcato su quello di un famoso fast food americano e la catenella della tracolla richiama, insieme alla borsa stessa, la leggendaria matelassé 2.55 di Chanel in versione rivisitata e corretta. Una giocosità che Jeremy Scott non ha lesinato di riprodurre in passerella durante il fashion show della sua prima collezione Moschino e che acquista ora a sorpresa, nello scatto di Meisel, un’ aura di straordinaria classe e iconicità. Il risultato si traduce in una campagna pubblicitaria che proprio nell’ amalgama di elementi a contrasto e nell’ eclettismo interpretativo rivela un originalissimo appeal: la conferma ulteriore del fil rouge che unisce la strabordante genialità creativa di Scott alla cifra stilistica ricca – al tempo stesso – di stile e di quell’ irresistibile joie de vivre che contraddistingue, da sempre, la Maison Moschino.

 

 

I primi 60 anni dell’ iconico Rouge Dior

 

Nel 2013 ha compiuto 60 anni, ma non è mai stato così  vibrante e à la page: un iconico cult. Quando Monsieur Dior lo creò, a Parigi, al 30 di Avenue de Montaigne, dichiarò che ‘voleva vestire il sorriso delle donne. Nacque così Rouge Dior, una nuance di rosso carminio associata alla vita e alla femminiltà connotata dal numero 999. Dal lontano 1953, Rouge Dior si è arricchito di oltre 1500 sfumature. Oggi, la Maison celebra il suo anniversario rielaborandone la formula in un concentrato di colore puro e proponendolo in 32 nuance inedite che richiamano alla preziosità di pregiate stoffe. La campagna pubblicitaria legata ai 60 anni di Rouge Dior è completamente incentrata sul Rouge 999: negli scatti, realizzati a New York da Steven Meisel, una Natalie Portman in jeans,stiletto e Miss Dior al braccio coniuga la classe del rossetto ad un look sofisticatamente essenziale: la quintessenza dello chic. Le 32 nuove nuance dell’iconico lipstick sono distinte in quattro diverse categorie cromatiche, che Tyen – direttore creativo Dior – caratterizza con definizioni ad hoc: i “rossi eleganti”, i “beige voluttuosi”, i coralli  “all’ ombra del sole”, i rosa “impronta di felicità”. A partire da questo presupposto, vengono individuati quattro colori base che rappresentano i lead lipstick dell ‘ intera collezione: oltre al Rouge 999 abbiamo Grège 1947, un mix tra il grigio e il beige caratteristico della Maison, il corallo Trafalgar e Darling, un rosa vivace, La rinnovata formula del rossetto, composta di un estratto di criste marine che favorisce il rinnovamento cellulare, grazie alle sfere di acido ialuronico dona alla texture un finish levigante e vellutato. La collezione è corredata di matite per labbra in dodici nuance armonizzanti e di un pennello per labbra , per una stesura ottimale del lipstick. A completare la vastissima scelta di prodotti e sfumature, quattro nuovi smalti: i Dior Vernis. Ricchi di silicio, noto per le sue proprietà rinforzanti, si declinano nelle mesedime tonaltà-guida della gamma di rossetti includendo il cult 999, Grège 1947, Trafalgar e Darling. Una vera e propria festa per le labbra e per le unghie.