Molly Goddard presenta la sua collezione ready to wear dedicata alla sposa

Stratus Dress Ivory

Molly Goddard lancia la sua collezione sposa ready to wear: 11 modelli nello stile signature del brand e acquistabili comodamente on line. La designer – laureata alla prestigiosa Central Saint Martins – ha dichiarato di aver sviluppato questo progetto due anni fa, durante il lockdown dovuto al Covid. Nel periodo in cui l’e-shopping si è rivelato un must, Molly Goddard ha pensato di estendere anche al bridal il concetto di “compra con un click”. Ha creato così una serie di abiti in tessuti ricercati quali il tulle, il taffetà, il voile di cotone, con il colore avorio a fare da denominatore comune. Le lunghezze spaziano dagli orli mini a quelli rasoterra, le taglie abbracciano un range che va dalla 40 alla 52. Predominano silhouette svasate; ruches, volants e punto smock fanno da fil rouge. Le gonne sono ampie, i corpetti preziosi e fascianti. Dettagli in full color ravvivano il total white: una fodera in seta celeste, i nastrini di velluto nella stessa nuance, il velo che si tinge di corallo, avorio e azzurro polvere…E poi, i sandali declinati in tonalità come il verde, il rosso e il fucsia, persino in versione metallizzata. Il loobook è stato scattato in atelier per esaltare il savoir faire degli abiti, la loro allure contemporanea e raffinata a un tempo. Ogni creazione è plasmata su una vestibilità universale, si addice anche alle curvy; lo stile Goddard, vagamente bamboleggiante, diventa unconventional distanziandosi da qualsiasi leziosità. Il bridal “pronto da indossare” è ordinabile nel sito web della designer, ma ci si può avvalere di ulteriori opzioni: scegliere un abito della vasta collezione sposa previo appuntamento (digitale o nell’ atelier di Londra), oppure puntare su un look realizzato su misura.

Nimbus Dress Ivory

Cinnabar Dress Ivory

Agyness Dress Ivory with Blue

Violet Dress Ivory

Cumulus Dress Ivory

Solly Dress White

Saturnia Dress Ivory

Laurel Dress Ivory

Larry Dress Ivory

Matilda Dress Ivory Blue

Alta Moda PE 2020: flash dalle sfilate di Parigi (parte 5)

 

GUO PEI. 1

Guo Pei ci porta sull’ Himalaya, sacra residenza degli dei nella fede buddista. L’ imponente catena montuosa asiatica – il cui nome, in sanscrito, significa “dimora delle nevi” – ispira una collezione che ne rievoca l’aura maestosa e, soprattutto, densa di misticismo: stoffe antichissime richiamano le sue eterne vette, preziosi “Thangka” inneggiano alla sua spritualità con ricami dorati sul broccato delle stole e delle maestose mantelle imperiali. Guo Pei utilizza l’obi giapponese per dar vita a splendidi decori, una scelta non casuale dato che le linee kimono sono ricorrenti e si alternano a quelle più marcatamente tibetane. Le “dee della neve” della designer sfoggiano look che alternano un tripudio d’oro sacrale a un candore profuso sia nei dettagli che negli abiti, voluminosi e incorporei come nuvole. Ad adornare questi ultimi sono piume e perle finissime, a plasmarli multistrati di organza “dilatati” da ricami floreali in 3D. Minuscole rose in tulle impreziosiscono anche la fodera dei capispalla: l’effetto è fiabesco, rievoca una miriade di fiocchi di neve. Le gonne adottano le mini lunghezze di vaporosi tutù oppure orli rasoterra, sontuosamente teatrali, le maniche sono perlopiù tubolari e si allungano fino a sfiorare il suolo. Perle, piume, broccati, pietre preziose e oro in abbondanza costituiscono il fil rouge di creazioni a dir poco divine: non potrebbe esistere aggettivo migliore, parlando del sacro Himalaya a cui si ispira Guo Pei (e da cui prende il nome la sua collezione).

 

GUO PEI. 2

GUO PEI. 3

 

YUIMA NAKAZATO. 1

“Cosmos”, la settima collezione Couture che Yuima Nakazato fa sfilare a Parigi, vede protagonista l’ Araba Fenice. Ispirarsi a questa mitologica figura significa, innanzitutto, celebrare l’armonia e il valore della vita. Sulla leggendaria fenice che risorge sempre dalle sue ceneri sono incentrati racconti, miti e narrazioni risalenti a tempi remotissimi: Nakazato li interiorizza per elaborare la sua contemporanea concezione di bellezza, e manda in scena look all’ insegna dell’ avanguardia tecnologica più avanzata. Nello specifico si avvale della tecnologia Biosmocking, focalizzata su tessuti digitalmente rielaborati, che offre la possibilità di modellare a piacimento i materiali e di realizzare creazioni uniche, completamente su misura. Abiti e accessori si declinano in Brewed Protein, stoffa-cardine del Biosmocking, attraverso un processo eco-sostenibile che scongiura gli sprechi e minimizza l’impatto ambientale. Niente ago e filo, dunque: la resina ecologica permette di plasmare la forma e le dimensioni dei capi per adattarli perfettamente al corpo, mentre fermagli metallici assemblano le diverse porzioni di tessuto. Il Biosmocking, inoltre, possiede qualità tridimensionali, aggiungendo un ulteriore atout al metodo di creazione utilizzato da Yuima Nakazato. Ne derivano abiti, fluidi ma scultorei al tempo stesso, che sfoggiano tutte le tonalità del fuoco: dal rosso al giallo passando per il ruggine, eccetto qualche look in cui predomina l’ azzurro cielo. Risaltano ampie mantelle dall’ effetto plissettato che sembrano instaurare un connubio onirico tra tridimensionalità e trompe-l’oeil. Straordinario l’hairstyle firmato da Hirofumi Kera, letteralmente fiammeggiante.

 

YUIMA NAKAZATO. 2

YUIMA NAKAZATO. 3

 

 

 

Diego Diaz Marin e Gladys Tamez per Doubleview: un connubio esplosivo

 

Quando il top photographer Diego Diaz Marin incontra Gladys Tamez, la modista luxury adorata dallo showbiz, l’ impatto non può che essere esplosivo. L’ occasione è la recente Fashion Week parigina, la location una Ville Lumière che Diego Diaz Marin ritrae come non l’ avete mai vista: straripa di cieli azzurri e di colori tropicali, risveglia una gestualità che abbandona il bon ton per diventare giocosa e unconventional. E’ una Parigi i cui scorci-simbolo – Place Vendôme, un bistrot con i tavoli all’ aperto, un panorama di tetti, l’ obelisco di Luxor – fanno da sfondo al tragitto di una donna e alle sue evoluzioni acrobatiche. La protagonista dell’ editoriale che sancisce il connubio Diaz Marin – Gladys Tamez Millinery sfoggia un look impeccabile, suit a quadri e ampi cappotti, ma a fare da fil rouge è un fedora a falda larga – il Saint Marie –  in cromie incredibili: ai toni vibranti dell’ arancio e del blu Klein si alternano un marrone e un beige avvolgenti, dotando il cappello di un alto tasso di glam.

 

 

Diego Diaz Marin va ben oltre la fotografia in movimento di matrice avedoniana, e immortala la donna in pose a dir poco funamboliche. Irriverente e snodata come una circense, la vediamo esibirsi nella posizione del ponte in pieno centro, lanciarsi in una spaccata verticale, prodigarsi in acrobazie persino sulle strisce pedonali. In uno scatto la ritroviamo impettita, con un’ aria di sfida, in un altro  avanza a grandi passi; i momenti di relax, però, non mancano. Seduta di fronte al bistrot, il suo fedora arancio risalta con accenti vibranti sullo sfondo déco. E affacciata ad un balcone, un cesto di mini baguette in mano, sovrasta il panorama di tetti e ricorda una Marie-Antoniette contemporanea mentre pronuncia la frase che le è sempre stata attribuita, ” Se non hanno più pane, che mangino brioches!”: altera, sofisticata e fiera come un’ autentica regina d’ antan.

 

 

 

 

Chi segue VALIUM conosce bene il genio visionario e ironico di Diego Diaz Marin (leggi qui la sua ultima intervista per il blog) , che ogni volta riesce a estasiarci con photo-shoot che ci trascinano nel suo effervescente immaginario visivo. L’ editoriale che ha creato per Doubleview (il visual book che ha fondato a Firenze) immortalando le creazioni di Gladys Tamez è un’ ennesima prova d’autore della sua rutilante creatività.

 

 

Gladys Tamez è designer e direttore creativo di Gladys Tamez Millinery, il luxury brand di cappelli di design e rigorosamente hand made che ha fondato a Los Angeles. Avete presente il fedora rosa che Lady Gaga indossa nel video di “Million Reasons”? Bene: quel cappello è griffato Gladys Tamez. Ma le celeb innamorate delle sue creazioni non si contano. Oltre a Lady Gaga, Julia Roberts, Jane Fonda, Madonna, Beyoncé, Kendall Jenner, Gigi Hadid e molte, moltissime altre star ancora sono delle  habituè del GMT atelier. Il design inconfondibile del brand coniuga le tipiche forme sculturali a un concentrato di influenze artistiche e savoir-faire artigianale. Ogni cappello viene realizzato a mano utilizzando tecniche che inglobano la più squisita expertise di tradizione sia europea, che americana, e avvalendosi di materiali selezionati presso i migliori fornitori di tutto il globo. Know-how e qualità sopraffina sono due must per Gladys Tamez, il cui atelier è l’unica modisteria luxury e con produzione hand made a contare su una rete di distribuzione all’ ingrosso internazionale.  La creazione “su misura” rappresenta l’ eccellenza di GTM: il cliente viene direttamente coinvolto nel processo di realizzazione del cappello, che include l’ideazione di un modello, di un colore, di uno stile e di accessori ad hoc per soddisfare ogni sua esigenza.  Tutte le collezioni di Gladys Tamez vengono presentate a Parigi, in occasione delle Fashion Week del ready-to-wear e dell’ Alta Moda. Per saperne di più:  https://gladystamez.com/

 

 

 

 

 

 

 

CREDITS

Photographed by Diego Diaz Marin

The collab brands

Hats Gladys Tamez Milinery

Clothes Navro

 

 

 

Lo sfizio

 

San Valentino, cuori, singletudine…La “week of love” di VALIUM non poteva che concludersi con un emblema associato all’ amore eterno. O perlomeno alla cerimonia che, ufficializzandola con un “sì”, tramuta una relazione in unione indissolubile. Non è un caso che l’ abito da sposa mantenga intatta la sua allure da sogno nonostante divorzi e convivenze: nell’ immaginario comune è bianco, vaporoso e abbinato a un lungo velo, il look perfetto per una fiaba a lieto fine. Chi segue VALIUM, però, avrà dedotto che agli stilemi romantici preferisco l’appeal travolgente di una sposa “rock”. Questa mia ricerca mi ha portato a scoprire la collezione 2018 di Annagemma dell’ Atelier Lascari, 21 abiti contraddistinti da nomi di donna evocativi, un know-how sartoriale che reinventa i cardini del bridal grazie a lavorazioni inedite, tessuti tecnologici e laser cut. Il risultato sono straordinarie interpretazioni dell’ abito da sposa di volta in volta in chiave glam, street-chic o avantgarde, autentici look da red carpet che combinano dettagli rock con il tulle più fiabesco e sognante. Annagemma Lascari, mente creativa dell’ atelier, dal 1993 veste le spose con creazioni pensate su misura che sono un’ ode all’ alta moda: la qualità scenografica degli abiti si coniuga a una ricercatezza estrema, l’ originalità si fonde con raffinatissimi tessuti e ricami fatti a mano dando vita a una couture “made in Milano” in toto. Non sorprende che sia proprio Annagemma Milano – Unexpected Bride il nome completo di questa collezione.

 

 

Tra 21 meraviglie dello stile sposa ho scelto il look # 1, Grace, un tributo all’ iconica Grace Kelly di “Caccia al ladro”: l’ abito ne riflette il glam inquieto nel design minimal di un underdress che si fa principesco quando si adorna di un tripudio di tulle tempestato da micro borchie bianche applicate a point d’esprit. Queste “capocchie di spillo”, che movimentano la superficie del tulle e accompagnano ogni passo con il loro incantevole frusciare, sono vere e proprie calamite per lo sguardo. Indossabile separatamente o insieme al suo underdress, l’ abito viene personalizzato da sfiziosi accessori: una micro tocque da posare sul capo, una gorgiera in tulle per evidenziare un twist a metà tra il boyish e l’ onirico, una fascetta in sinamay che replica il tema delle micro borchie oppure, ancora, una cintura con borchie argentate che sottolinea l’ anima rock di una sposa dalla personalità sfaccettata, ma rigorosamente unconventional. Come il suo wedding dress .