Il close-up della settimana

 

Nel pieno della Fase 2 dell’ emergenza Coronavirus, quando tutti i negozi, comprese le boutique, hanno riaperto o sono in riapertura, si fa impellente interrogarsi sul futuro della moda. Come cambieranno le sfilate, le collezioni, il processo creativo stesso? Quest’era di profonde mutazioni coinvolgerà anche il fashion system? E in che modo? La risposta è sì: decisive evoluzioni sono in vista. Partiamo innanzitutto dalle sfilate Uomo Primavera/Estate 2021 e dalle pre-collezioni Uomo e Donna Primavera/Estate 2021. La loro presentazione è prevista, ma in modalità virtuale: dal 14 al 17 Luglio, infatti, la Camera Nazionale della Moda inaugurerà la prima Digital Fashion Week. Il progetto nasce come un proseguimento dell’ iniziativa “China, We are with You” dello scorso Febbraio, lanciata per permettere ai new talent cinesi di presentare le proprie creazioni nonostante l’ esplosione del Coronavirus nel paese del Dragone, e sarà diffuso attraverso una piattaforma digitale apposita. Oltre alle collezioni, verranno proposti approfondimenti sui brand, video di backstage, interviste, excursus fotografici, focus incentrati su specifici temi, live e lectio magistralis a cui assistere in streaming. Non verranno trascurati i marchi emergenti, e uno spazio ad hoc sarà riservato agli showroom con lo scopo di promuovere e attivare gli acquisti dei buyer. La molteplicità delle iniziative in programma e dei loro potenziali fruitori rende la Digital Fashion Week particolarmente rilevante. Tramite questo progetto, la CNMI si prefigge di favorire la ripartenza di un sistema che rappresenta un fiore all’ occhiello della creatività italiana, e di farlo rivolgendosi a un pubblico vasto e variegato. La Settimana della Moda Digitale sarà visibile nel sito web della Camera della Moda e su tutti i suoi canali social, inclusi YouTube e il cinese Weibo. Ma come affrontano la Fase 2 i designer, e che prevedono per le loro future collezioni? Giorgio Armani ha sintetizzato visivamente il proprio punto di vista in “Angels”, un’ illustrazione creata dall’ artista Franco Rivolli: la dottoressa – con le ali di un angelo – che tiene l’Italia tra le braccia è già diventata un’ immagine iconica, e cattura lo sguardo anche grazie al murale che la riproduce. Armani ha riaperto le sue boutique il 18 Maggio aderendo alle nuove disposizioni relative alla sicurezza, ed ha annunciato che il 10% dei ricavi delle vendite dei capi delle collezioni PE 2020 verrà devoluto in beneficenza. Riguardo alle sfilate, presenterà la nuova collezione Armani Privè sulle passerelle milanesi (nello specifico a Palazzo Orsini), anzichè parigine, nel Gennaio 2021, e nel frattempo i suoi clienti potranno fissare un appuntamento tramite il sito Armani.com per recarsi nelle boutique della Maison. Il tutto, naturalmente, allo scopo di favorire uno shopping senza rischi e il più possibile conforme alle esigenze degli acquirenti. Le linee guida adottate dal mondo della moda evidenziano il valore della durata dei capi, di acquisti oculati  all’insegna della qualità e di una produzione ecosostenibile. L’abito “che dura” si contrappone all’avvicendarsi frenetico del fast fashion, lo chic diventa senza tempo e il concetto di stagionalità viene rivoluzionato in toto.

 

“Angels”, il murale con l’illustrazione che Franco Rivolli ha creato per Giorgio Armani

Anche Alessandro Michele, tra gli altri, aderisce a questa nuova visione. Nel suo diario-manifesto “Appunti dal Silenzio”, che posta periodicamente su Instagram, dichiara che d’ora in poi presenterà le sue collezioni solo due volte l’anno, ma in tutta libertà e facendo a meno di etichette ormai obsolete come “Cruise”, “Primavera/Estate”, “Autunno/Inverno” e così via. Affiderà alla musica classica, espressione di un linguaggio universale e altamente connettivo, la terminologia che contraddistinguerà le sue creazioni: si parlerà quindi di  “rapsodie”, “madrigali”, “notturni”, “minuetti” e “sinfonie” per riferirsi ai frutti dell’ iter creativo.

 

“Appunti dal Silenzio”, il diario-manifesto che Alessandro Michele pubblica sul suo profilo Instagram

La velocità sfrenata che ha regnato finora nel fashion system è destinata a sparire. Niente più collezioni, capsule e limited edition lanciate a un ritmo inarrestabile; al loro posto, Michele privilegierà creazioni scaturite da tempi che assecondano l’ispirazione e svincolati da ogni scadenza. La “narrazione” del fashion design ha bisogno di “indugiare sul sogno”, come scrive lo stilista, di acquistare potenza scongiurando una produzione forsennata. Alla base di questa fase innovativa, per Alessandro Michele, c’è un ritorno all’ essenziale che prende le distanze da tutto il superfluo. Il direttore creativo di Gucci spiega i suoi intenti con parole pregnanti e evocative: ” Avverto la necessità di riaccostarmi, in maniera autentica, al movente di una scelta. A quell’ insieme di motivi che hanno costruito il mio andare. Ho capito, nel tempo, che questi motivi hanno nomi e intensità diverse, ma si addensano tutti fatalmente intorno ad una stessa urgenza: la possibilità di raccontare.” Per la moda, non c’è dubbio, è appena iniziata una nuova era. (nella foto di copertina, uno scatto tratto dalla sfilata PE 2020 di Gucci)