Milano Fashion Week: flash dalle collezioni PE 2022

 

Cari fan di VALIUM, oggi ci trasferiamo a Milano dove dal 21 al 27 Settembre si è tenuta la Fashion Week delle collezioni Primavera Estate 2022. La moda è tornata a emozionare “live” attraverso un buon numero di sfilate in presenza, esattamente 42, ma le presentazioni via web registrano ancora, comunque, parecchi consensi: 23 brand hanno scelto questa formula per svelare le proprie collezioni. In totale il calendario ha annoverato 173 appuntamenti, di cui ben 125 dal vivo. Vaccino anti-Covid e Green Pass si sono rivelati essenziali in tal senso, permettendo il ripristino di una “quasi normalità”. Tra i ritorni in passerella si segnalano quelli di brand del calibro di Roberto Cavalli, con Fausto Puglisi alla direzione creativa, Moncler e BOSS. Hanno debuttato sui catwalk meneghini, invece, Luisa Spagnoli, MM6 Maison Margiela, Joy Meribe, Hui, Vitelli e Maison Alvine Demanou. Il progetto “We are made in Italy (Black lives matter in Italian Fashion – collective) “ è tornato ad animare, in digitale, la settimana della moda, e sempre in digitale il 22 Settembre si è tenuto il convegno “Creating Collective Change: A Circular Fashion Ecosystem”, incentrato sulla sostenibilità. Uno sguardo ultra rapido alle tendenze: da New York a Milano è ormai assodato il trionfo della bralette, che si indossa prevalentemente sotto la giacca al posto del top o della t-shirt. Cominciamo subito, dunque, con i commenti sulle collezioni dei quattro marchi selezionati a Milano da VALIUM: stavolta assisteremo alle sfilate di Dolce & Gabbana, Versace, Fendi e Tod’s.

 

DOLCE & GABBANA

 

 

Un’ esplosione di luce, sensualità, fasto in puro Dolce & Gabbana style: il duo creativo si ispira alla sua collezione cult del 2000 e la aggiorna al terzo millennio ammantandola di brillantezza. L’era del Covid ha stimolato un po’ in chiunque una certa nostalgia del passato, ma in questo caso si tratta di ripristinare, con entusiasmo, i connotati iconici di uno stile che ha ammaliato il mondo. Il mood con cui Dolce & Gabbana reinterpretano quella collezione è la chiave di lettura dei numerosi – sono 103 – look proposti. La voglia di vivere, di divertimento, di luminosità sfolgorante dopo il buio della pandemia predominano, in #DGLight  (questo il nome che è stato dato alla linea). Sprigionano tanto ottimismo e tanta speranza gli ensemble in denim tempestati di pietre scintillanti, i top con grandi maniche a farfalla, le minigonne rivestite di lustrini, le giacche “da torero” in broccato sfavillante, il tripudio di frange danzanti e fantasie animalier. Gli stivali che arrivano al ginocchio sottolineano una allure grintosa e seduttiva, così come la lingerie a vista e la pressochè  onnipresente bralette. Un choker di cristalli che copre quasi interamente il collo accentua il sapore ultra glam dei look. La palette cromatica abbaglia con l’oro e l’argento, ma esalta anche il nero, il bianco, il rosa, alternandoli ai pattern zebra, floreali e maculati.

 

 

VERSACE

 

 

Anche Versace rivisita i suoi capi cult. In un periodo cruciale come quello del post-pandemia, per alcuni brand il termine “rinascita” equivale ad un rafforzamento della propria identità, dei propri codici iconici. Naturalmente, reinterpretando entrambi in chiave squisitamente contemporanea: nel caso di Versace, emblematico è un accessorio come il foulard, che per la Primavera Estate 2022 diventa parte integrante dell’ outfit (plasmando gonne, pantaloni, top, miniskirt) oltre a rimanere un complemento d’abbigliamento tout court. Oppure le spille a balia, che vengono utilizzate in dosi massicce e in un’inedita versione variopinta sui look in total black. Le silhouette sono grafiche, disinvolte e molto cool. I colori fluo trionfano letteralmente: tra essi prevalgono il fucsia, il giallo, l’ arancio e un verde mela “segnaletico”, affiancati anche in color block. Il nero non viene accantonato e dà vita a una serie di mise dalle linee pulite, ma movimentate da spacchi, squarci improvvisi, pantaloni a zampa, giacche strutturate e cosparse, per contrasto, delle spille a balia in technicolor già menzionate sopra. Il vinile esalta una allure anni ’80 declinandosi in pencil dress con il corpetto a cuore, i tailleur pantalone si tingono di total fluo, le stampe Medusa e La Greca si impregnano di suggestioni sporty. Un accessorio (già avvistato nelle precedenti sfilate di Versace) regna sovrano: il foulard annodato sulla nuca o sotto il mento. Le nuance della collezione spaziano dal nero al vinaccia, dal viola brillante al verde mela, dalle vibranti tonalità fluo alle policromie delle stampe.

 

 

FENDI

 

 

La Maison Fendi, quasi centenaria (fu fondata nel 1925), manda in passerella la seconda collezione dello stilista inglese Kim Jones. Un’ eleganza fluida, essenziale, sensuale, pervade tutti i look. Leitmotiv ispiratore è la produzione artistica risalente agli anni ’60 e ’70 dell’ illustratore Antonio Lòpez: dettagli dei suoi disegni sono stati ingigantiti e riprodotti sugli abiti, oppure riportati a mò di pattern ricorrente, come il profilo della musa di Lòpez Jane Forth. Un glamour dal sapore anni ’70 (non a caso il periodo in cui la fama di “Antonio” raggiunse l’ apogeo) impregna l’ intera collezione, composta da diverse serie di look monocromatici: si inizia con il bianco per passare successivamente al tortora, al grigio delicato, alle quadricromie di nero, beige, bianco e marrone. Si prosegue con il cipria, il celeste chiarissimo, il marrone, concludendo con il nero. I look in bianco colpiscono per il connubio di seduttività e raffinatezza; gilet con revers importanti e vertiginose scollature vengono abbinati a pantaloni larghi e svasati, il reggiseno fa capolino dalle giacche da smoking. Le bluse sono fluide, con lunghe e vaporose maniche a sbuffo, impalpabili pellicce di marabù si indossano con pantaloni palazzo in seta. Un logo Fendi disegnato da Antonio Lòpez si insinua tra le righe diagonali di alcuni abiti e caftani, mentre svariate rielaborazioni del profilo di Jane Forth adornano outfit dagli orli mini e i cuissardes a cui si accompagnano. Il tailleur pantalone ampio, con reggiseno abbinato, è un look vincente e non stupisce che chiuda la sfilata: in questo caso, il “bra” è in pizzo come la maggior parte degli abiti della serie “in nero”.

 

 

TOD’S

 

 

Con Walter Chiapponi, al timone creativo di Tod’s dal 2019, lo sporty si fa chic. Denominatore comune della collezione sono gli orli mini, sia che si tratti di abiti che di capispalla o pantaloni. Un vago mood anni ’60 pervade tutti i look: gli abitini hanno linee essenziali, spesso a trapezio; a volte sottolineano il punto vita, altre sfoggiano una vita alta e si svasano a palloncino. I pantaloni, affusolati in stile Mod, sono sempre accompagnati dalla giacca e arrivano alla caviglia a malapena. Le lavorazioni colpiscono per la loro preziosità: risaltano minidress all’uncinetto, con lunghe frange in lana, scolpiti in molteplici plissè o forgiati da decori geometrici suddivisi in fasce lavorate a maglia. I colletti a punta accentuano l’ allure rétro, la bralette spunta dalla giacca ampia e squadrata. Ma è il colore, l’autentico punto di forza della collezione; il turchese, il verde smeraldo, l’ arancio, il giallo oro, il violetto e il rosa carico energizzano e danno nuova linfa ai parka, ai piumini, ai trench, ai giubbotti sportivi resi aerosi dal nylon gazar. La palette viene completata da una serie di toni écru rafforzati dal bianco e dal nero. Anche le calzature contribuiscono a donare un tocco di raffinatezza estrema ai look: trionfano i mocassini con alto plateau e tacco massiccio, un inno alla femminilità dinamica che caratterizza il nuovo corso sporty-chic di Tod’s.

 

 

 

 

London Fashion Week: flash dalle collezioni AI 2021/22

 

Oggi VALIUM fa sbarco a Londra, dove dal 19 al 23 Febbraio si è svolta la London Fashion Week. La settimana della moda si è suddivisa tra sfilate a porte chiuse e presentazioni digitali, tutte divulgate nel sito della London Fashion Week oltre che, naturalmente, tramite i siti e i social dei vari brand. I video, i mini film e i lookbook sono stati gli strumenti che la maggior parte dei designer ha scelto per svelare la propria collezione Autunno Inverno 2021/22. Tra i top name che hanno partecipato alla kermesse troviamo Burberry, ma con una novità: Riccardo Tisci ha preferito mandare in scena la moda Uomo, rinunciando alla formula della co-ed e posticipando il Womenswear a data da destinarsi. Victoria Beckham non è mancata all’ appello londinese così come Simone Rocha, in procinto di lanciare la sua attesissima capsule per H&M. Presente anche Tod’s, con un progetto a cui hanno preso parte 35 talentuosi studenti della Central Saint Martins, e poi Matty Bovan, Temperley London, Emilia Wickstead, Bora Aksu, Molly Goddard, Marques’Almeida, MM6 Maison Margiela, Paul Costelloe, Roksanda, Richard Quinn, Vivienne Westwood e molti altri ancora. A questa edizione della London Fashion Week, inoltre,  si è associata a una succosa news: la presentazione della prima collezione di Roberto Cavalli firmata da un direttore creativo d’eccezione, Fausto Puglisi. Puglisi ha deciso di esaltare il lato “wild” del brand ideando creazioni che sono un grintoso tripudio di stampe animalier. Potete ammirarle via video cliccando qui. E adesso, diamo il via alla consueta selezione di VALIUM!

 

Simone Rocha 1

“Winter Roses”, la collezione di Simone Rocha, è un connubio di forza e fragilità. I fiori fanno da leitmotiv: si tramutano in ricami, applicazioni a cascata o in 3D che adornano, o invadono pressochè totalmente, gli abiti. Il tulle e il taffetas predominano, declinati in ruches e vaporose balze, ma spunta un’ inedita grinta che si esprime nei biker jacket con maniche a sbuffo di alcuni look in total black. Colletti rigidi da educanda donano un tocco di rigore e si alternano all’ eterea impalpabilità di abiti nella stessa nuance di rosa dello zucchero filato. Tonalità come il nero, il cipria, il bianco e il rosso delle “rose d’Inverno” completano la palette cromatica.

 

Simone Rocha 2

Simone Rocha 3

Vivienne Westwood 1

“Sostenibilità” rimane una delle parole d’ordine di Vivienne Westwood e la designer lo sottolinea anche in questa collezione, realizzata in toto con materiali riciclati ed eco-friendly. Avvalendosi di una stampa “bucolica” (datata 1743) di François Boucher che fa da fil rouge, le creazioni si sviluppano intorno a un mix and match di pattern, stili e tessuti: tartan, quadretti, righe, gessati e degradé cromatici convivono allegramente tra di loro. Le giacche trequarti si abbinano a gonnelline plissé indossate sopra ai pantaloni, le minigonne si alternano ai pants da ciclista e i tailleur vengono stravolti nelle proporzioni in puro Westwood style. I colori sono molteplici, spiccano i più vivaci: il rosso affiancato al turchese, il rosa affiancato al rosso, il rosso e il rosa declinati in svariate nuance.

 

Vivienne Westwood 2

Vivienne Westwood 3

Bora Aksu 1

Come molti altri designer (una su tutti, Simone Rocha), Bora Aksu ha sfilato a porte chiuse diffondendo poi il filmato dello show. La sua collezione si ispira a Marie-Sophie Germain, pioniera della matematica vissuta all’ epoca della Rivoluzione Francese che fu obbligata a utilizzare un nome maschile per ottenere credibilità negli ambienti Accademici. Tra le creazioni predominano abiti – quasi sempre svasati nel fondo – impreziositi da pizzi, volants, fiocchi e applicazioni floreali. Le maniche sono ampie, a sbuffo. In alcuni look il pizzo diventa parte integrante al punto tale da ricordare certe ornatissime vesti talari. La palette include cromie accattivanti quali il fucsia carico, il rosso, il panna, il giallo, il lilla e l’ottanio.

 

Bora Aksu 2

Bora Aksu 3

Sonia Carrasco 1

Spagnola, nata a Valencia, Sonia Carrasco è alla sua prima collezione. Che ha un nome indicativo, “- 75.5000000,-106.750.000”: un rimando alle coordinate di Thwaites, il ghiacciaio antartico a rischio disgelo per motivi associati al riscaldamento globale. La sostenibilità, come è facile intuire da una premessa simile, fa da filo conduttore a creazioni che hanno già fatto il pieno di apprezzamenti. I materiali sono rigorosamente riciclati, i tagli netti e sartoriali. Le giacche doppiopetto svelano geometrie sorprendenti, i cappotti si “interrompono a metà” per declinarsi in un knitwear a coste tubolari, una cascata di frange in lana ricade lateralmente da un tailleur. I colori sono quelli della sabbia, della terra, del mare: ecru, verde, svariate nuance di marrone, panna, blu notte e giallo limone.

 

Sonia Carrasco 2

Sonia Carrasco 3

Preen by Thornton Bregazzi

Una definizione adatta a sintetizzare la Fashion Week londinese potrebbe essere “il boom dell’ eco-friendly”. Il riciclo e l’utilizzo di materiali a ridotto impatto ambientale sono dei must anche per Preen by Thornton Bregazzi, che ambienta il suo lookbook in uno scenario rurale (un rimando al cottage nel Suffolk dove vivono attualmente Justin Thornton e Thea Bregazzi) e propone una collezione romantica ma all’ insegna del comfort. Risaltano abiti e gonne invasi da stampe floreali (le stesse dei foulard), ampi cappotti a spina di pesce, abiti longuette vivacizzati da balze di diverse dimensioni. Colpisce un cappotto comodo, con maniche a sbuffo e volant in vita, tinto di un incantevole blu oltremare. Ricorrono colori decisi come il rosso, il ruggine, il verde mela, il nero.

 

Preen by Thornton Bregazzi 2

Preen by Thornton Bregazzi 3

Temperley London 1

E’ una collezione dal forte sapore Boho, quella che Alice Temperley dedica all’ Autunno Inverno 2021/2022. Ricca di lunghi abiti “gipsy” in fantasie floreali, tailleur pantalone a zampa anni ’70, bluse con pettorina in pizzo e gonne abbottonate sul davanti. Gli anni ’70, in effetti, regnano sovrani. I materiali sono vari e tutti tassativamente in versione eco-sostenibile: velluto, pelle, tulle, denim, felpa, cotone…coniugano la praticità con la tipica vena romantica del brand, ma esaltano anche un appeal audace come quello emanato da un chiodo tempestato di borchie e da un tailleur di pelle in total black. A proposito di tailleur: spiccano i completi pantalone realizzati in velluto, con gilet e sciarpina impalpabile annodata al collo. Si ispirano a uno stile che, dopo oltre mezzo secolo, continua a esercitare un fascino potente.

 

Temperley London 2

Temperley London 3

 

 

 

Il close-up della settimana

E’ con orgoglio, un orgoglio tutto italiano che il Gruppo Tod’s ha annunciato la fine della prima fase di restauro del Colosseo, il monumento che – come ha dichiarato Diego Della Valle stesso – più di ogni altro “rappresenta l’ Italia“. Il progetto, realizzato grazie al finanziamento di 25 milioni di euro stanziati dall’ azienda marchigiana, è stato voluto dal Commissario Delegato per le Aree Archeologiche di Roma e Ostia Antica insieme alla Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma e ha riguardato circa 13. 300 metri quadri di superficie: il prospetto settentrionale e meridionale dell’ edificio hanno ritrovato il loro antico splendore in un intervento di restauro che ha comportato, tra l’altro, la realizzazione di nuove cancellate adibite alla chiusura dei fornici. Un’ operazione certosina in cui non sono mancate le sorprese, come il ritrovamento di preziosi reperti storici che includono rosette e dentelli decorativi, bassorilievi, targhe, persino chiodi. Questi ultimi sono stati fatti risalire a rilevamenti architettonici eseguiti nel 1800,  mentre sono riconducibili – rispettivamente – all’ Età Flavia e al 1300 due bassorilievi raffiguranti un gladiatore e il Cristo fiancheggiato da due candelabri della Confraternita del Santissimo Salvatore ad Santa Sanctorum. Sempre datate 1300 -per l’esattezza, 1368 – tre targhe su cui sono dipinti il Cristo e lo stemma del Senato Romano. Alla cerimonia per il primo step del restauro, il 1 Luglio scorso, hanno presenziato il premier Renzi e il ministro per i Beni Culturali Dario Franceschini. Piene di entusiasmo le parole di Diego Della Valle, patron di Tod’s, che ha esortato gli imprenditori a contribuire con opere di sostegno e valorizzazione alla conservazione del patrimonio storico-artistico italiano. “Adotta un monumento” potrebbe essere, in sintesi, lo slogan significativamente associato al restyling dell’ anfiteatro più grande del mondo. Le fasi successive dell’ intervento riguarderanno gli ambulacri, i sotterranei, la messa a punto e la regolarizzazione degli impianti; prevista anche la creazione di un centro servizi esterno che andrà a sostituire quello (attualmente interno) inerente alle attività di supporto alla visita del Colosseo.

 

 

Ma un’altra Maison si accinge ad omaggiare Roma e i suoi monumenti: è in programma per il 7 luglio prossimo, infatti, la sfilata-evento con cui Fendi celebrerà il suo 90mo compleanno. Legends and Fairy Tales, questo il titolo, avrà come splendida location la Fontana di Trevi. Tra i più iconici emblemi della Città Eterna, la monumentale fontana rappresenta egregiamente la brand identity Fendi. La sua magia ne ingloba la tradizione, la creatività travolgente, il savoir faire artigianale: non è un caso che, un paio d’anni orsono, proprio la storica casa di moda romana ne abbia finanziato il restauro.

 

 

 

 

 

 

L’ accessorio che ci piace

 

Classe, sfiziosità, eleganza senza tempo: sono da sempre le coordinate della cifra stilistica di un brand come Tod’s, che con la collezione Autunno/Inverno 2014/15 propone una serie di accessori decisamente accattivanti. Tra le borse pensate per la prossima stagione fredda, il bauletto D Cube in  formato mini risalta in modo particolare: le sue dimensioni  (20 x 14,5 x 12,5 cm) lo includono nel trend fashion più gettonato dei mesi a venire, dotandolo di una maneggevolezza estrema senza privarlo di funzionalità. Lo adoriamo in total black, in pellame brillante effetto vernice e finitura irregolare, con profili completamente tinti a mano. D Cube ha doppi manici arrotondati, si chiude con cerniera ed è interamente foderato in raso di seta. Una tasca interna con chiusura a zip ne ottimizza la capienza.

 

Impreziosito da dettagli in metallo, il bauletto ha l’atout aggiuntivo di poter essere portato a mano o a tracolla. Ci piace perchè il nero effetto vernice gli dona un look grintoso, eclettico e abbinabile ad un’ ampia gamma di stili. Il suo formato, che si adatta sia alle occasioni speciali che alla daily life, lo rende tutto meno che ingombrante e ideale per qualsiasi viaggio o spostamento. La ricercatezza dei dettagli, i materiali pregiati e la garanzia di qualità del marchio Tod’s posizionano D Cube al top di un Made in Italy del quale il brand di Diego Della Valle rappresenta, mondialmente, l’ eccellenza.

L’ accessorio che ci piace

 

Le nuovissime ballerine Tod’s ci piacciono, e anche molto! Con la suola ‘gommino’ divenuta ormai un trademark del brand, in morbida pelle e declinate in tre nuance chiave, sono contraddistinte da una serie di  fibbie e cinturini che, intrecciandosi dapprima sul dorso del piede, si arrotolano infine attorno alla caviglia.  L’ effetto è decisamente sofisticato e up to date, dando vita a un look d’ insieme a metà tra il glamour, un vago twist sporty e lo chic. La palette cromatica include inoltre tonalità del tutto attuali, spaziando dal vibrante rosso per giungere al timeless crema e passando per il rosa cipria, best seller di stagione. Trendy e sfiziose, queste ballerine rientrano di diritto tra gli imprescindibili must have di stagione : con il valore aggiunto di un inconfondibile tocco di classe tutta made in Italy ( e made in Tod’s) da non sottovalutare.

 

 

 

 

Milan Fashion Week: mi è piaciuto…Vol. 6

 

TOD’S.  Il giacchino ha linea a trapezio, maniche svasate a metà avambraccio e tasche “a vista”. I dettagli in pelliccia si fanno notare traducendosi in un alto collo bicolore ed in soffici polsini “antifreddo”. La gonna è contraddistinta da un orlo asimmetrico, che si accorcia nella parte anteriore arrivando a metà coscia. Come accessori, una capiente doctor bag in una nuance di marrone che riprende parzialmente il collo in pelliccia, e mocassini rivisitati con applicazioni shimmer. I colori, sono ridotti all’ osso: il total look in un delicatissimo beige si alterna esclusivamente al marrone dei dettagli. L’ outfit è realizzato interamente in pelle, lucida e sofisticata: è questo il leit motiv principale della seconda collezione TOD’S firmata da Alessandra Facchinetti, che attinge ampiamente al pellame declinandolo pressochè in tutti i capi chiave dell’ inverno. Mantelle, capispalla, gilet, cappelli a tesa larga e reclinata verso il basso, alte cinture, camicie, abiti che si restringono in vita ne rappresentano un tripudio, lasciando spazio esiguo ai materiali più classici (la lana su tutti) . Tra le nuance ricorrenti, il bluette vibrante affiancato al burgundy costituiscono le opzioni cromatiche di maggior impatto. Il resto della palette punta  sul bianco, sul grigio antracite, sul nero e sul carta da zucchero: tonalità che vanno a tingere una collezione  prevalentemente composta da outfit che coniugano l’ eleganza con la portabilità e con un confort ricercato.

 

 

EMPORIO ARMANI. L’ inconfondibile stile Armani mixa dettagli ladylike a suggestioni di stampo più prettamente maschile dando vita ad una collezione fortemente caratterizzata, in cui tailleur pantalone e cappotti lineari convivono con minidress in velluto adornati di pietre e con pellicce morbide, dal lungo pelo in lana effetto ‘mongolia’. Le strutture nette regnano incontrastate, tramutandosi in sfiziose quando vengono applicate a capi declinati in un gusto squisitamente femminile: le giacchine avvitate, le gonne a ruota o plissè, i pantaloni “oversize” che non oltrepassano mai la caviglia, lasciando intravedere fiocchi e cinturini di scarpe rasoterra ma estremamente girly. E’ il caso dell’ outfit da me selezionato, che abbina una candida blusa aderente al busto ad una giacca perfettamente sagomata ed a pants “largotti” e fluttuanti, ma corti a metà polpaccio. Estremamente sofisticato l’ accostamento cromatico di grigio antracite e grigio perla, due nuance che ricorrono nell’ intera collezione alternandosi al nero e al bianco. Gli accessori definiscono raffinatamente il look: un cappello bombato calato sugli occhi e scarpe molto femminili, con cinturino adornato di fiocchetto a cingere la caviglia.

 

ETRO. Una collezione all’ insegna del tribal e del folk chic. Nel più puro stile Etro non mancano le stampe paisley ed esotiche ,arricchite di bordature o di dettagli “etnici”: in questo caso, gli outfit sembrano provenire da una qualche landa innevata  e remota dell’ Asia del nord adornandosi di broccati, lunghissime sciarpe sfrangiate, stivaloni in suede, capispalla foderati di pelo, montoni e cappe in simil tartan e voluminose pelliccie alla Rasputin. Il tutto, abbinato a finissimi ricami e motivi decorativi che evidenziano una ricercatezza ed una qualità artigianale estreme. Non mancano gli inserti in lamè, reminescenze di una preziosità  che rimanda ad antiche dinastie orientali, e le abbondanti applicazioni in passamaneria, evidenziate su outfit che sono una mescolanza di stampe etno sofisticatamente combinate. Anche i materiali si alternano mirabilmente nello stesso look, avvicendando la lana a tessuti più impalpabili come la seta e lo chiffon per un perfetto effetto glam folk che mixa stili e culture. L’ outfit che ho scelto è un po’ una sintesi del mood della collezione: un  lineare abito dal pattern a quadri bordati di lamè dorato, a cui si sovrappone una lunga mantella in fantasie etno e completamente foderata di pelliccia. A rifinire l’ insieme, una sciarpa extrasize dagli orli sfrangiati e gli immancabili, neo-hippy stivali in suede.


 

COSTUME NATIONAL. Ennio Capasa ha presentato una collezione dalle forme strutturate, ben delineate, “pulite”. Dai completi giacca e pantalone ai minidress, dai femminili pants sigaretta ai modelli stretti alla caviglia, la silhouette si rivela sempre ben nitidamente costruita e senza orpelli, ma evitando ogni traccia di rigidità: i capi monospalla e le sporadiche arricciature che accennano ad una linea a ‘palloncino’ sulle maniche ne sono un esempio. Le linee sono inoltre movimentate da pattern a spesse righe oblique, asimmetrie, giochi a contrasto di tessuti che sovrappongono inserti di raso sul panno di lana, mentre anche la palette cromatica si adopera nell’ impresa: predominano il bianco e il nero, ma i cappotti si adornano di profilature a contrasto e le stampe a righe alternano il bicolore. Un viola brillante, inoltre, rappresenta un atout in grado di donare – insieme a sporadici tocchi di rosso – un twist vibrante alla collezione. Ad un frequente  coté sporty si affianca la femminilità dei gilet e dei giacconi in morbida pelliccia, di forte impatto soprattutto quando, color avorio, si sovrappongono ad outfit in total white. Tra gli accessori, scarpe stringate dall’ alto plateau e polacchine in suede, entrambi rigorosamente tinti di nero. Il look da me citato incarna precisamente quello stile da “regina minimal delle nevi” presentato nelle prime uscite della sfilata: ad un insieme bianco di pants più top dalla struttura lineare e semi-aderente al corpo si  sovrappone la preziosità di una calda pelliccia, che gioca con il ton sur ton virando impercettibilmente al rosa cipria.

To be continued…

 

 

 

 

 

 

 

Milano Fashion Week: mi è piaciuto…Vol.6

 

Dopo la pausa halloweeniana, riprende la rubrica del giovedì dedicata alle sfilate Primavera/Estate 2014 della Milano Fashion Week. Anche questa settimana la mia scelta è caduta su quattro outfit selezionati, rispettivamente, da quattro collezioni: scopriamo insieme quali.

 

 

JIL SANDER. Da una collezione giocata prevalentemente sui toni del bianco e del nero ho scelto un outfit che riproduce delicate, ma decise, tonalità pastello come il rosa cipria. La linearità minimal ormai trademark stilistico di Jil Sander è come sempre spiccata, ma si addolcisce nella giacca leggermente avvitata e nei pantaloni a metà polpaccio. Un leit motiv, quest’ ultimo, che caratterizza l’ intera collezione Primavera Estate 2014: stagione che vede per l’ ultima volta, tra l’altro,  la designer tedesca alla Direzione Creativa del brand.


 

TOD’S. Dalla prima collezione Tod’s, disegnata da Alessandra Facchinetti, la mia selezione è caduta su un outfit composto da una gonna a corolla caratterizzata da motivi di trafori su tutta la superficie corredata di un’alta cintura in pelle nera e con frange che la stringe in vita. La blusa, bianca, è movimentata da ruches ‘discrete’. Un look fresco e elegante, che coniuga in modo vincente lo stile vagamente rétro ad una femminilità al tempo stesso urban e bon ton aderendo perfettamente al Dna del marchio.

 

PRADA. Una collezione in cui l’ ispirazione ai murales si incrocia con elementi dello sportswear e della cultura hip hop quella di Prada, che sembra rivolgersi ad un target più che mai giovane e molto trendy. Il cappottino, in un arcobaleno di tinte che mixa le più vibranti alle più delicate, è arricchito di applicazioni e motivi decorativi anche ironici – come il ‘reggiseno’ frou frou a vista – e colpisce per il forte impatto visivo  unito ad un’estrosa ricercatezza. Immancabili le ‘ghette scaldamuscolo’ in stile sportivo che ricorrono in ogni outfit della collezione. I dettagli, come il bracciale in pelle con piume e la borsa in coccodrillo, donano al look un tocco originale e un po‘ vintage.

 

JUST CAVALLI. Forme attilatissime al corpo e un vivace connubio di fantasie per questo look firmato Just Cavalli: rombi e scacchi mixati allegramente per il pulloverino superaderente dal taglio innovativo e per gli skinny pants casual ma seducenti. Sembra quasi l‘outfit di una perfetta pin up avanguardista del nuovo millennio, che osa amalgamare input con audacia rimanendo comunque fedele alle linee che esaltano la femminilità e ai sapienti giochi cromatici. Occhiali a farfalla e sandali con il tacco completano l’ insieme, accentuando l’allure sexy ma profondamente sbarazzina.

 

Il Pop Touch di David Lachapelle per Sella bag, nuovo must firmato Tod’s

 

Tod’s lancia la sua nuova it bag per l’Autunno/Inverno 2013/14: si chiama Sella bag e si ispira ad una sella dressage, vantando dettagli –  quali la striscia di cuoio sottile da cui è ricavata, curvato come una sella, e i particolari in ottone che ricordano le briglie – specificamente legati al mondo dell’equitazione. Per presentarla, il brand marchigiano si è avvalso della collaborazione di un fotografo d’eccezione come David Lachapelle, noto per le sue opere ad alta sperimentazione artistica. Un connubio dal quale è sorto un progetto caratterizzato da una straordinaria sinergia creativa, Pop Touch, che intraprende il percorso di un viaggio onirico nel mondo della selleria all’ insegna di atmosfere assolutamente inedite. La Sella bag si tramuta, così, in vagheggiato oggetto del desiderio nella cornice di un paesaggio fiabesco e surreale intramezzato da bozzetti, scenari e immagini di backstage. Una traiettoria in chiave pop, che riesce mirabilmente a esprimere il legame tra la tradizionale ricercatezza della lavorazione artigianale e l’ innovazione data dall’ estetica squisitamente contemporanea dell’accessorio luxury,  caratterizzato da nuance vibranti ed eleganti al tempo stesso. Lachapelle racconta la Sella bag attraverso un linguaggio artistico insolito e travolgente, che mixa dinamismo e fantasia con originalità coinvolgendo gli storici codici del brand: lusso, qualità e artigianalità,  Il fotografo statunitense ha espresso il suo marcato entusiasmo per  il  progetto Pop Touch, commentando che l’ intero processo creativo e collaborativo implicato nella sua realizzazione viene evidenziato nella bellezza delle immagini prodotte. La nuova creazione Tod’s è già in vendita presso tutte le boutique del marchio, destinata a tramutarsi nell’ ultimissimo, iconico must have d’autunno.

 

 

Flash su una collezione: i futuribili anni ’60 di Fay

 

Alla loro terza collezione Fay, Tommaso Aquilano e Roberto Rimondi hanno raggiunto la piena maturazione di un percorso sperimentale e creativo che definisce nettamente i connotati identificativi delle proprie creazioni. L’ ispirazione è decisamente anni ’60, minimalista ma iperaccurata nei dettagli, nella scelta e negli accostamenti dei materiali. Su tutti, il must del ‘mini’ dalle forme dritte e affusolate regna sovrano: sono rigorosamente mini le lunghezze di gonne, tailleur, abitini, ma anche i giacchini che li accompagnano, che non arrivano mai a sfiorare i fianchi. Il colore gioca un ruolo fondamentale nella definizione di tagli e volumi, evidenziando in cromatici contrasti bordi, polsini, tasche, colletti e le numerose impunture a vista. Il mix di materiali contribuisce, allo stesso modo, a contrapporre particolari e superfici conferendo una allure vagamente futuribile: a tessuti più classicamente primaverili come il panno, il tweed e il cotone, infatti, si affiancano la vernice, la pelle, la pelle metallizzata che evocano un fascinoso connubio tra lo stile Twiggy e reminescenze di space age fashion tipicamente fine anni ’60. Ciascun outfit è stilisticamente accuratissimo, corredato di immancabili taschini cuciti in rilievo e con la vita rigorosamente segnata da una cintura sottile; i colletti, versatili, spaziano dal modello alla coreana al più classico, a due punte. La palette cromatica acquisisce un’ importanza fondamentale per il gioco dei contrasti: la collezione è un tripudio di giallo, bianco, rosa confetto, pesca, verde e verde acqua, nero e silver a denotare, quest’ ultimo, superfici e dettagli ‘metallizzati’, mentre gli accessori caratterizzano e definiscono ulteriormente il mood dell’ intera collezione: in passerella le modelle sfilano con occhiali a specchio, borsette bicolor in vernice così come gli ankle boots, nelle stesse tonalità degli outfit, cinture sempre in vernice o in pelle, sandali infradito e ultrapiatti. Il flash che scatta su questa collezione evidenzia un minitailleur che mette a contrasto il panno color rosa confetto con la pelle metallizzata e argentata, creando una sorta di bicolore che esalta dettagli, profilature e zone dell’ outfit e sottolinea più che mai un’ispirazione 60s. Accompagnato da ankle boot rosa, potrebbe essere benissimo il tailleurino bon ton indossato da Barbarella al ritorno dalle avventure nello spazio: al tempo stesso femminile, sexy e grintoso, riassume un mood che alla rivoluzionaria  inventiva di ieri combina l’ eclettica sperimentazione odierna.

Felice weekend.

Vintage & contemporary trends: la zeppa

Salvatore Ferragamo, 1938

 

Fu Salvatore Ferragamo a rilanciare ,nell’ era contemporanea,  la voga della calzatura con la zeppa, detta comunemente ‘zeppa’: suola altissima e plateau che diventano un tutt’uno, senza interruzioni tra calcagno ed avampiede, sono le sue caratteristiche principali. La platform ha, in realtà, una storia antichissima che risale addirittura al periodo Ante Christum, ed affonda le sue radici  in un mélange di necessità e civetteria. Le zeppe venivano infatti usate dai macellai dell’ antico Egitto per evitare il contatto tra il piede e il sangue sparso sul pavimento, dagli attori del teatro Greco per ottenere una maggiore visibilità scenica,  persino dai frequentatori degli Hammam turchi. Solo durante la Roma Imperiale cominciano ad incarnare il vezzo femminile che equipara il fascino ad una svettante altezza delle suole, un vezzo che proseguirà, dopo il lungo black out medievale, per tutto il Rinascimento: tra il XIV e il XVII secolo si impongono le cosiddette ‘pianelle’, che raggiungono un’ altezza di circa 50 cm. Ancora una volta, la necessità di distanziare il più possibile il piede dal suolo per motivi igienici si unisce alla vanità di manifestare la propria seduttività costringendo il piede in simil-trampoli che, dopo un breve esordio unisex, agli uomini verranno banditi. Ecco allora comparire le chopines, che durante la Repubblica Veneziana diverranno il must have assoluto tra le giovani aristocratiche, ma anche tra le prostitute: tutta ‘colpa’ dell’ altezza, che se da un lato simboleggia una nobile imponenza e mette in risalto la beltà di broccati e stoffe preziose, dall’ altro viene identificata con l’ apoteosi della sensualità e del richiamo erotico.  Ben presto il secondo concetto prevale, e l’altezza della zeppa diviene una sorta di indicatore morale che, in base ai centimetri, distingue la donna onesta dalla donna ‘di malaffare’. Ma nè i divieti, nè la forte disapprovazione della Chiesa riusciranno ad interrompere la femminile ossessione per le chopines, relegate nel dimenticatoio solo nel 1600 con l’avvento del tacco alto ‘alla francese’. Dobbiamo arrivare al 1938 per rivederle, grazie a un’ indovinatissima intuizione di Salvatore Ferragamo che ne rilancia la moda tra le due Guerre Mondiali: i materiali utilizzati principalmente -legno, sughero e rafia – permettono inoltre di risparmiare pelle e gomma per scopi più urgentemente pregnanti, destinandole al conflitto bellico. Con Ferragamo la zeppa si diversifica, acquista stile, diviene il clou dell’eleganza grazie a modelli sempre più fantasiosamente, e stilisticamente, elaborati: è quasi un accessorio artistico. Oscurata nuovamente dalle pumps e dalle décolletèe negli anni ’50, riappare due decenni dopo in piena era Glam Rock, quando si affianca al make up e ai lustrini di star quali David Bowie, Marc Bolan dei T-Rex e i Kiss.  Un exploit come sempre clamoroso, tanto da spingere Biba e Fiorucci a riproporla su vasta scala. La zeppa è comoda grazie al plateau, versatile, ha un gusto rétro che non guasta e, oggi come oggi, ritornata prepotentemente in auge, si declina in numerosissime varianti. Stravaganze ed eccessi di Lady Gaga a parte, che le usa spesso e volentieri prive del sostegno del calcagno, le zeppe del 2013 sono vere e proprie opere d’arte: pensiamo alla Primavera/Estate 2013 di Dolce & Gabbana, che creano platform ‘scultura’ avvalendosi di materiali insoliti (come il vimini) modellandoli secondo i motivi della più spiccata iconografia siciliana, o all’ ispirazione Sol Levante delle zeppe Prada, che rivisita le tradizionali okobo calzate dalle apprendiste Geishe in  una miriade di estrosi modelli: con doppia suola, in tonalità metalliche o in full color, ornate di motivi floreali o con fiocchetti, vanno rigorosamente indossate con calzino tabi in pelle con cerniera. Ma moltissimi altri designer si sono sbizzarriti proponendo zeppe sofisticatamente stravaganti e originali per l’attuale stagione: da Ermanno Scervino a Moschino, da Marc Jacobs a Jean-Paul Gaultier passando per Charlotte Olympia, senza tralasciare grandi nomi dello shoe-design come Christian Louboutin, Gaetano Perrone, Giuseppe Zanotti o brand, ancora, come Tod’s, Liu Jo e Miu Miu, solo per citarne un’ esiguissima parte. E per tutte le estimatrici delle platform si preannuncia un Autunno/Inverno altrettanto interessante: tra i trend di spicco più rilevanti, infatti, si segnala una massiccia invasione delle zeppe, che torneranno ad accompagnarci anche con pioggia, vento e neve.

Buon giovedì.

 

Dolce & Gabbana


Prada