Il close-up della settimana

Alessandro Michele eletto “Designer Internazionale” ai British Fashion Awards del 2015

La notizia è arrivata improvvisa, come un fulmine a ciel sereno, nella notte tra il 23 e il 24 Novembre: il sodalizio tra Gucci e Alessandro Michele si interrompe, sul rapporto che lega il designer alla Maison fiorentina cala il sipario definitivamente. I rumors si susseguivano da qualche giorno; poi, la conferma. In un lungo post su Instagram, Michele (che proprio oggi festeggia il suo 50simo compleanno) ha raccontato con parole poetiche e con grande sensibilità d’animo il suo divorzio dal marchio del gruppo Kering: “Oggi per me finisce uno straordinario viaggio, durato più di venti anni, dentro un’azienda a cui ho dedicato instancabilmente tutto il mio amore e la mia passione creativa. In questo lungo periodo Gucci è stata la mia casa, la mia famiglia di adozione. A questa famiglia allargata, a tutte le singole persone che l’hanno accudita e sostenuta, va il mio ringraziamento più sentito, il mio abbraccio più grande e commosso.”, scrive. E conclude con un augurio rivolto alla sua “famiglia di adozione”: “Che possiate continuare a nutrirvi dei vostri sogni, materia sottile e impalpabile che rende una vita degna di essere vissuta. Che possiate continuare a nutrirvi di immaginari poetici ed inclusivi, rimanendo fedeli ai vostri valori. Che possiate sempre vivere delle vostre passioni, sospinti dal vento della libertà.” Il post è stato subito sommerso dai commenti. Parole di stima, affetto e solidarietà nei confronti di Alessandro Michele sono arrivate dai VIP e dalla gente comune. Dal 2015, l’anno in cui il designer fu nominato direttore creativo del brand, Gucci è diventato un autentico marchio di culto e ha riscosso un boom di consensi a livello planetario. Michele ha rivoluzionato i codici dello storico marchio mantenendo ben saldo il legame con l’heritage, che ha rivisitato e inglobato nella sua visione: un’ode al gender fluid costellata di contaminazioni vintage ed esaltata dalla glorificazione in chiave eccentrica dello stile nerd. Il pubblico è rimasto conquistato da questo mix sin dalla prima sfilata.

 

Un look dal fashion show “Cosmogonie”, allestito lo scorso Maggio a Castel del Monte

Con il passar del tempo, dire “Gucci” e dire “Alessando Michele” è diventato un tutt’uno. Lo stilista romano, diplomato all’ Accademia di Costume e Moda e approdato in Gucci nel 2002, ha saputo conferire un’impronta inconfondibile all’estetica del marchio, che vanta una brand identity potentissima e “portabandiera” del calibro di Jared Leto, i Maneskin, Harry Styles e Achille Lauro. Grazie all’ intuito di Michele,  oggi Gucci è una griffe fortemente riconoscibile, desiderata, eclettica e molto imitata, ma soprattutto dall’ iconicità senza eguali. Negli ultimi sette anni, il successo che ha ottenuto è andato di pari passo con i suoi fatturati. Di recente, tuttavia, i report finanziari hanno evidenziato un rallentamento nella crescita del marchio rispetto all’andamento generale di Kering (che comprende brand come, tra gli altri, Saint Laurent, Balenciaga e Bottega Veneta). Il 23 Novembre scorso, il gruppo capeggiato da François-Henri Pinault ha rilasciato un comunicato in cui annuncia la dipartita da Gucci di Alessandro Michele. Il Presidente e CEO di Gucci Marco Bizzarri ha commentato la notizia ricordando il suo incontro con lo stilista nel 2014: “Da allora abbiamo avuto il piacere di lavorare fianco a fianco, mentre Gucci tracciava il suo percorso di successo”, e aggiungendo che lo ringrazia “per il suo impegno ventennale in Gucci e per la sua visione, dedizione e amore incondizionato per questa Maison unica, negli anni da direttore creativo.” François-Henri Pinault, Chairman e CEO del gruppo Kering, ha definito “unica” ed “eccezionale” la collaborazione tra Gucci e Alessandro Michele. “Sono grato ad Alessandro“, afferma inoltre, “per aver portato così tanto di sè in questa avventura. La sua passione, la sua immaginazione, il suo ingegno e la sua cultura hanno messo Gucci al centro della scena, al posto che merita. Gli auguro tutto il meglio per il prossimo capitolo del suo viaggio creativo. ” Ma perchè questo divorzio? Sono stati ipotizzati motivi come le divergenze stilistiche e il rallentamento di crescita nei fatturati; quel che è certo è che è difficile, molto difficile, pensare a Gucci come a un’ entità separata da Alessandro Michele: l’identità del marchio è talmente inscindibile dall’ immaginario del designer che l’ha forgiata da rendere a dir poco arduo, quasi inconcepibile, un cambio di guardia nella direzione creativa.

 

Foto di copertina: Walterlan Papetti, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, attraverso Wikimedia Commons

 

Tendenze AI 2021/22 – Plissé, il trend più al top

Philosophy di Lorenzo Serafini

Primo post sulle tendenze delle collezioni Autunno Inverno in attesa di partire con i commenti sulle Fashion Week di New York, Londra, Milano e Parigi. Non potevo che iniziare con il plissé, sommo trend di stagione. Gonne e abiti pieghettati hanno fatto la loro comparsa già da tempo, ma si accingono a spopolare nei mesi freddi: donano movimento, volume, si aprono a ruota e delineano una fluida struttura geometrica. Rappresentano un connubio ideale di femminilità e disinvoltura, attingendo a piene mani a uno stile vintage DOC. Il risultato è uno chic un po’ alla Grace Kelly, non privo di suggestioni preppy che abbondano, infatti, nella collezione di Philosophy di Lorenzo Serafini. Ma le declinazioni del plissé sono molteplici, variano a seconda del mood e dei materiali: scopritele in questa gallery.

 

Dior

Ermanno Scervino

Greta Boldini

Erdem

A.W.A.K.E. Mode

Alberta Ferretti

Twinset

Phillip Lim

Chloé

 

 

 

La moda

 

” Che cos’è per voi la moda? Strumento di seduzione, espressione di vanità, voglia di giocare o di trasformarvi, talvolta anche di nascondervi dietro una maschera…Di certo l’ abito rappresenta la massima espressione di uno status, di linguaggio del corpo, di narcisismo, esibizionismo o insicurezza, parla di noi e dei nostri desideri. E’ il biglietto da visita che offriamo al mondo e, lo si voglia o no,  è parte integrante della nostra vita, persino di quella di chi considera la moda con indifferenza, sopponenza o disprezzo. (…) La vera moda è eccessiva, geniale, carismatica, ironica, sempre capace di reinventarsi, in bilico tra sogno e realtà, sontuosa o minimale, nera o caleidoscopica, specchio dei tempi e vintage, un mix originale capace di accendere desideri impensabili. Un prisma misterioso e onirico che scompone la luce in una miriade di colori. “

 

Mariella Milani, da “Fashion Confidential”

 

 

 

 

Philosophy di Lorenzo Serafini, 8 look “in pantaloni” che sprigionano femminilità e poesia

 

Avete mai pensato che i pantaloni possono essere femminili quanto una gonna o un abito da sera, se non di più? Philosophy di Lorenzo Serafini ce lo dimostra con la sua collezione Autunno Inverno 2020/21, in particolare attraverso una serie di look ad alto tasso di charme. Pantaloni a vita bassa e dalla linea dritta, rigorosamente corti alla caviglia, sono un capo leitmotiv che appare in svariate versioni: di forte impatto quella metal, declinata in ipnotiche tonalità pastello e in un argento ultraglamour, e quella in pelle lucida tinta di colori strong, ma anche la variante classica, con piega centrale, ha un fascino irresistibile. Tutti i modelli accarezzano le gambe e i fianchi, scendono morbidi sulla vita e accompagnano fluidamente ogni passo. Si abbinano a preziosi colletti in stile vittoriano, lunghi nastri annodati al collo e ornati da un tripudio di rose, sensuali bluse plissé esaltate dalla lucidità del raso, voluminosi e soffici giacchini in fake fur dando vita a mise contemporanee e deliziosamente rétro al tempo stesso. Seduttività e romanticismo si fondono di continuo, aggiungendo accenti bohémien quando a completare l’outfit sono giacche shabby chic in dégradé cromatico, frange che scendono a cascata da uno scollo o giacconi over con revers in simil-shearling. Ma il connubio tra passato e presente non cessa mai di fare da denominatore comune: il riferimento al glam anni ’70 viene citato di frequente, sebbene i sandali con alto plateau e l’hairstyle a lunghe onde laterali visti in passerella a me ricordino una femminilità che guarda ai 40s, allo stile di Lana Turner e di Veronica Lake aggiornato al Terzo Millennio. Le lavorazioni molteplici, accuratissime,  che Lorenzo Serafini ha dedicato a ogni indumento stanno alla base di questo effetto vintage. Un esempio su tutti? La tecnica della tintura ad immersione fa sì che nessun capo risulti identico all’ altro. Un’ artigianalità squisita, il desiderio di sperimentare tramite gli abiti e un mood ispirativo che spazia ad ampio spettro tra le epoche rappresentano i cardini della collezione Autunno Inverno di Philosophy: ecco quindi come anche un look in pantaloni può sprigionare una allure di pura poesia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Merry Vintage Christmas

 

Natale non è Natale, senza un tocco vintage. La stessa iconografia di questa festa rimanda ad un passato divenuto mitico: il focolare acceso, Babbo Natale e la sua slitta di renne, le fiabe lette davanti al camino…quell’ atmosfera magica che tra luci, addobbi e pacchi regalo trasporta in una dimensione dove realtà e fantasia si intrecciano e le tradizioni si fondono con leggende che, in questo periodo, potrebbero persino risultare veritiere. Oggi, tra social e tecnologia padroneggiata a menadito, i bambini subiscono sempre di meno la fascinazione del Natale. Lo spirito a cui si associava un tempo, intriso di meraviglia e di stupore, però non è andato perso: lo testimoniano le cartoline di auguri d’antan ormai tramutatesi in preziosi oggetti da collezione. La prima ad uso commerciale apparve nel 1843, quando il businessman inglese Henry Cole commissionò ad un disegnatore 1000 Christmas Card da far stampare e da inviare ai propri cari.

 

 

Fu proprio durante l’età vittoriana che le cartoline natalizie conobbero un vero e proprio boom, propagatosi ulteriormente con lo sviluppo dell’ industrializzazione. All’ epoca soggetti come Babbo Natale, gli angeli, l’albero di Natale, i paesaggi innevati e soprattutto un’ infanzia felice, unita nell’ incantata attesa della vigilia, predominano, ma le illustrazioni variano anche a seconda delle tradizioni locali. Nel mondo anglossasone, dove i cardini delle festività natalizie si intersecano più marcatamente con la leggenda, prevalgono immagini e personaggi fantasiosi, come usciti da una fiaba. Ma in generale la gioia, la sorpresa e un pizzico di enigmaticità, probabilmente scaturita dal mistero che aleggia sul Natale, la fanno da padrone. Nella seconda metà dell’ Ottocento, la voga delle Christmas Card approda oltreoceano e spedire i propri auguri diventa un must al punto tale che i postini faticano a recapitare la copiosa corrispondenza. La Germania detiene allora la supremazia nella produzione di cartoline natalizie, che esporta negli States in quantità industriali. Solo nel 1915, con l’avvento sul mercato della Hallmark, le Christmas Card diventano una realtà in tutto e per tutto Made in USA.

 

 

Oltre un secolo dopo, il panorama degli auguri natalizi è completamente cambiato. L’ era di Internet e delle comunicazioni via e-mail o messaggistica, tuttavia, non ha relegato nel dimenticatoio le cartoline: saranno antichi reperti, testimonianze di un’ epoca ormai lontana, però non cesseranno mai di affascinare. Perchè possiedono lo straordinario atout di rappresentare la quintessenza del Natale, ovvero quel mood, quello stato d’animo che poco ha a che fare con la tecnologia ma molto, moltissimo, con la fiaba.

 

 

 

Cartoline, dall’ alto verso il basso: eccetto le nn. 3, 7, 8, 9, 11, 14, 16, 18, 22, tutte via Dave from Flickr, CC BY-ND 2.0

Cartolina n. 17 via Rawpixel from Flickr, CC BY 2.0

 

La nuova era di Gucci Beauty

Uno scatto tratto dalla adv campaign della collezione (foto di Martin Parr)

Proprio ieri sera Gucci ha presentato la collezione Cruise con una iper suggestiva sfilata nei Musei Capitolini, a Roma (VALIUM ne parlerà nei prossimi giorni), ma il focus che dedico oggi allo storico brand fiorentino sarà incentrato sulla nuova era di Gucci Beauty. Fedele alla vena rétro che percorre l’immaginario di Alessandro Michele, quale prodotto più iconico del rossetto avrebbe potuto predominare nella sua prima make up collection? Gucci Beauty ha appena lanciato, infatti, una linea interamente consacrata alle labbra che inneggia al glamour della Old Hollywood: tonalità squillanti e audaci ne catturano il sinuoso fascino, preziosi astucci esaltano l’allure vintage. La ricca varietà delle nuance – 58 in tutto – si coniuga con tre formule diversissime tra loro (Rouge à Lèvres Satin, Rouge à Lèvres Voile e Baume à Lèvres), ma accomunate dalla versatilità. I Rouge à Lèvres Satin sono rossetti contraddistinti da un alto tasso di pigmenti, un finish satinato e un’ idratazione ad hoc (che si avvale di un mix di cere e resina) per una tenuta extra long. Racchiusi in un pack dorato adornato da un’incisione Déco, rievocano un vero e proprio “fetiche d’antan”, dove la soave fragranza di violetta dello stick si fonde con un mix floreal-fruttato e diviene il leitmotiv della collezione. I Rouge à Lèvres Voile puntano su un finish luminoso, idratante, impalpabile: il colore si posa sulle labbra impercettibilmente, ravvivandole con un’ incredibile lucentezza. Anche in questo caso, le proprietà idratanti sono un must che si abbina a una scorrevolezza estrema. Il risultato? Un rossetto dalla texture confortevole e leggera come un velo, prendendo in prestito il suo stesso nome. Per accentuarne il twist squisitamente femminile, il tubetto color oro è rivestito da un tappo con un pattern di rose che rimanda a certe stampe vintage datate Fifties. I Baume à Lèvres, sono, infine, dei balsami ultra idratanti. La collezione ne include uno trasparente e tre in tonalità delicate, tutti all’ insegna delle massime virtù nutrienti. Leggerissimi, i Baume à Lèvres scivolano sulle labbra scongiurando qualsiasi vischiosità; il consueto astuccio dorato, stavolta, vanta un tappo laccato di turchese quasi a ricordare una pregiata porcellana. Spetta invece al vasto range di colorazioni simboleggiare il mood profondamente eclettico, lo spirito unconventional e l’estro senza vincoli che caratterizzano l’ universo Gucci. Di seguito, una gallery di alcune shade: cliccate sulle foto per visionare la formula e la tonalità esatta.

 

 

La campagna pubblicitaria della collezione – scattata da Martin Parr e con le modelle Achok Majak, Ellia Sophia Coggins, Mae Lapres e la cantante della punk band dei Surfbort Dani Miller come testimonial – ha già fatto molto parlare di sè. In realtà, è in piena sintonia con i valori del brand: la rimessa in discussione dei clichè di bellezza, di ogni standard di perfezione. Nelle foto appaiono dei close-up di sorrisi sui generis, “corredati” di dentature irregolari e smorfie. Un’estetica “del brutto”? Piuttosto, dell’ imperfetto. Ovvero, del reale. Un inno alla “libertà” e alle “differenze” che soppiantano l'”ideale”, come da sempre proclama la filosofia di Alessandro Michele. Gucci Beauty non fa eccezione, riecheggiando i principi che hanno già coinvolto le collezioni di abiti e accessori firmate dal designer romano: il “nerd” che si contrappone al “cool”, il “no gender” in antitesi al “maschile” e al “femminile” tout court, il glam rock “à la Elton John“, eccentricamente ricco di glitter e piume, versus il glam patinato. La moda come “sogno” inteso nell’accezione di escursione onirica, più che di astrazione dal quotidiano. “Non è bello ciò che è bello”, insomma, potremmo dire parafrasando un vecchio proverbio: la bellezza ha connotati duttili, multiformi, sfaccettati. Che di certo si distanziano da una fissità stereotipata.

 

 

 

 

 

 

 

 

Hippy Birthday, ’68!

Anna Sui, SS 2018 Isetan adv campaign

Il ’68 compie mezzo secolo, ma non lo dimostra: almeno, dal punto di vista della moda. Perchè quell’ anno rivoluzionario, apogeo delle controculture, ci ha lasciato in eredità tanti stili quante furono le sue sfaccettature. Minigonna, linee ad A, stampe optical e look “Space Age” di lì a venire sono oggi dei  basic, ma solo lo stile Hippie riuscì a coniugare il modo di vestire con la filosofia di tutto un movimento. Votati a un dissenso che si esprimeva a più livelli, gli Hippies  esibivano outfit indicativi di un lifestyle e di un pensiero che, a partire dalla “Summer of Love” di San Francisco, si sono imposti in buona parte del mondo. Distanti da ogni logica industriale, gli hippie utilizzavano tecniche come il diy (do it yourself), il patchwork, il tye-dye, riciclavano capi e materiali. Con loro, i concetti di eco-sostenibilità, hand made, vintage e second hand divennero parte integrante della quotidianità. “Fantasia al potere”, recitava uno slogan dell’ epoca, e questa fantasia si diffondeva ampiamente anche nel look. Gonnellone, frange che empatizzavano con la causa Pellerossa, pantaloni a zampa ispirati alle uniformi d’antan dei marinai, abiti etnici che celebravano il culto del viaggio, di una spiritualità esotica che guardava a Oriente…E poi, ancora, colori psichedelici associati a lisergiche visioni, fiori ovunque a ribadire la teoria del pacifismo, di un “Flower Power” che, da allora, viene rivisitato dalla moda a titolo costante: i leitmotiv dello stile hippie sono ormai degli evergreen. Non è un caso che Anna Sui, la designer che forse più di chiunque altro ha forgiato sull’ “hippie” la propria estetica, abbia proposto una advertising campaign Primavera Estate 2018 (dedicata al mercato giapponese) che sembra direttamente tratta da quell’ incredibile periodo. Il classico “Bulli” customizzato con cromie rainbow, un tripudio di fiori, abiti dal sapore orientale vengono immortalati in uno scatto dai contorni eterei, come ad esprimere una logica del sogno che accompagnò gli ideali di un’ intera generazione. Ma accanto alle creazioni di Anna Sui, la Primavera Estate 2018 della moda attinge a man bassa dall’ ispirazione hippie, e la rilegge in chiave luxury non di rado: abiti, accessori, calzature e gioielli riportano per l’ ennesima volta in vita un’era che – utopica o meno – rimarrà una pietra miliare nella storia della cultura alternativa.

 

Anna Sui

Dolce & Gabbana

Alice & Olivia

Demetra’s Workshop

 

Rodarte

Etro

Gucci – Anello Le Marché des Merveilles

Anna Sui – Beauty look del défilé PE 2018

Karen Walker

Dior – J’Adior bag

Prada

Gucci Cruise

Dolce & Gabbana

Alice & Olivia

Charlotte Olympia – Clutch Hot Lips

 

Chloé

Alexis Mabille – Beauty look del défilé PE 2018

 

Loewe

Alexander McQueen

Etro

Dior – Orecchini Tribales

Anna Sui – Beauty look del défilé PE 2018

 

Sveta Milano

Prada

Gucci

Etro

Miu Miu

Gucci

Anna Sui – Beauty look del défilé PE 2018

Balenciaga

Valentino Resort

Rodarte

Demetra’s Workshop

Anna Sui make up collection

 

Elisabetta Franchi

 

 

“Persinette”: un editoriale da fiaba su Paperonfire Magazine

Shirt and tights: stylist’s own
Underwear: Oysho

Quando VALIUM ha parlato di Coup de Théatre (leggi qui l’ intervista alle fondatrici Sara Vaccari e Mariaelena Masetti Zannini) , non ha tralasciato il ruolo di spicco che la perla romana del vintage riveste all’ interno di svariati fashion shoot. E non potevo non citare “Persinette”, l’ editoriale che, avvalendosi di un prezioso styling e di un etereo abito della boutique, traduce in una serie di scatti la fiaba che nel 1698 Charlotte-Rose de Caumont de La Force inserì nella raccolta “Le contes des contes”. Oltre al potente impatto visivo, sono molti ed avvincenti i temi evidenziati dallo shooting apparso su Paperonfire Magazine: ho voluto approfondirli con Sara Schiavo, stylist e Art Director del concept insieme alla fotografa Daria Paladino. “Io e Daria avevamo in mente di fare un progetto che coinvolgesse mondi apparentemente diversi: l’ hairstyling e il make up con l’arte del ricamo”, esordisce Sara Schiavo.

 

Skirt: vintage from Coup de théâtre
Socks: Zara

Fondamentali, nella fiaba, sono i lunghissimi capelli che Persinette cala dalla torre affinchè il Principe vi si arrampichi. Va da sè che diventino un elemento base della photo story: “Abbiamo contattato Gold Fever, un brand stimato a livello internazionale di extensions per capelli.”, spiega Sara. “Abbiamo voluto stravolgere il concetto di extensions canonico utilizzando le loro varie nuances e i lunghi capelli biondi della modella Serena Ihnatiuc come fine per un progetto artistico non legato esclusivamente all’estetica femminile. La collaborazione con l’artista russa Olga Teksheva è nata proprio con questo scopo. I suoi ricami, creazioni d’intrecci e di catenelle di fili di ogni genere e colore, sono diventati un tutt’uno con la modella grazie al prezioso supporto dell’hairstylist Salvino Palmieri e della make-up artist Micaela Baruffa, che hanno contribuito a rendere il trucco e le lunghe chiome  un gioco di tinte e texture.” Il mood e la filosofia racchiusi nel nucleo ispirativo sono intrisi di incanto: “Nella storia i capelli sono sempre stati simbolo di femminilità. Protagonisti nel nostro progetto come nella fiaba di “Persinette”: On the eve of her 13th birthday, Persinette’s psionic powers began to take shape and she discovered the ability to control her hair. She could change it’s shape, it’s density and even it’s length. She could use it as she would extra limbs and hands. I capelli rappresentano il passaggio a una consapevolezza più matura delle proprie capacità.”, racconta ancora Sara.

Skirt: Coup de théâtre
Swim suite: American Apparel
Bra: Oysho
Glove: stylist’s own

Tratteggiare stilisticamente il personaggio di Persinette offriva molteplici spunti. Nel photo shoot viene privilegiato un elemento clou, “Il passaggio dalla pubertà all’età adulta nella vita di una giovane donna che scopre le sue doti, il suo corpo e la sua sensualità.”, chiosa la stylist. “Gli atteggiamenti e le pose della modella si alternano a gesti fanciulleschi in una sorta di gioco, di ballo e di ginnastica a pose più sensuali in cui è chiara una maggiore consapevolezza della propria intimità.” Va in questa direzione anche l’ utilizzo di trasparenze e di tonalità pastello, di lingerie e di collant che ” marcano il concetto di femminilità in una chiave delicata, pura e poetica. ” E’ proprio il contrasto tra una sensualità adulta e gli aspetti più propriamente associati alla fanciullezza a farla da padrone: l’ obiettivo, come Sara afferma,  è porre “l’accento sull’idea di rappresentare il passaggio da una spensieratezza tipica della pubertà a una più consapevole femminilità e intimità.”

 

Skirt: vintage from Coup de théâtre

Il make up e l’ hairstyle sottolineano il mood fiabesco attraverso un’ esplosione di colore. Le extension in svariate nuance di biondo, castano, nero e rosso impreziosiscono i lunghi capelli della modella alternandosi ai fili, alle catenelle in cotone e lana, ai ricami realizzati ad hoc da Olga Teksheva. Per quanto riguarda il make up, è la stessa Sara Schiavo a delinearne il concept: ” Volevo che fosse un tutt’uno con i capelli e i ricami, sono stati usati dei fili e degli elementi molto colorati. Doveva anch’esso accentuare l’atmosfera fantastica. “

 

Skirt: vintage from Coup de théâtre

Le foto di Daria Paladino contribuiscono non poco a rimarcare l’ identità di questa Persinette contemporanea. Ma come potrebbe essere definita, nel 2017, l’ eroina di una fiaba che risale a circa 4 secoli or sono? Sara Schiavo replica senza esitazione: ” Persinette è una fanciulla, una piccola donna. Gioca e balla con quella spensieratezza sensuale di chi non ha nulla da temere e un mondo ancora da conoscere. Nel suo sguardo la consapevolezza di una scoperta femminilità. La luce soffusa e le inquadrature “rubate” danno allo spettatore la sensazione di sbirciare all’interno della piccola finestrella di un’ipotetica torre che racchiude i suoi segreti e rappresenta la sua intimità celata. Il prezioso e delicato passaggio dalla fanciullezza al divenire di una donna.” Perchè, nonostante il passar dei secoli, l’ affascinante mistero di una femminilità in boccio rimane rigorosamente invariato.

 

Top: Zara
Panties: Oysho
Tights: stylist’s own

 

CREDITS

Photography: Daria Paladino @dariapaladino
Art Director & Stylist: Sara Schiavo @saraschiavo
Model: Serena Luana Ihnatiuc @a_lil_fairy_
Make Up Artist: Micaela Baruffa @micaela_mua
Hair Stylist: Salvino Palmieri @salvinopalmieri
Styling Assistant: Noemi Clarizio @la_clair
Special thanks to:
Gold Fever Hair Exstentions @goldfeveritalia
Olga Teksheva artist @teksheva
Coup de théâtre Vintage Boutique @coupdetheatre17

Coup de Théatre: suggestioni rétro a Roma

Sara Vaccari e Mariaelena Masetti Zannini (Photo by Mia Murgese Mastroianni)

“Coup de Théatre”: in italiano, “colpo di scena”. Non poteva esistere nome più appropriato per una boutique che è come un antro magico nel cuore di Roma, uno scrigno che si rivela ai vostri occhi inaspettato. Al civico 17 di via del Pellegrino,  una viuzza a pochi passi da Campo de’ FioriCoup de Théatre colpisce immediatamente per il suo potente appeal d’antan: varcate la soglia e la suggestività dell’ atmosfera, la preziosità degli abiti, il fascino rétro dei decori vi immergono in una dimensione d’incanto, onirica e surreale. Questa perla del vintage è ormai un must della città eterna, frequentatissimo dallo star-system e da una miriade di appassionati. Anche perchè Coup de Théatre, lungi dall’ essere una mera boutique, può essere considerata una fucina di eventi vera e propria:   party caleidoscopici, magiche performance, un appuntamento fisso come il Cabaret Domestique (ispirato alle “periodiche” dell’ era del cafè chantant),  mostre e set fotografici allestiti nei suoi spazi la rendono un meeting point speciale. A dar vita a questa travolgente avventura sono due giovani donne, Mariaelena Masetti Zannini e Sara Vaccari – fondatrici di Coup de Théatre con il fotografo Matteo Armellin – e la Burlesque performer Giuditta Sin, musa per eccellenza della boutique. Insieme hanno ideato un “format” che al vintage DOC degli abiti affianca un mondo che attinge in toto alle suggestioni rétro: le ho incontrate per saperne di più.

Sara Vaccari, Mariaelena Masetti Zannini e…Coup de Théatre

Le fascinose anfitrione Mariaelena Masetti Zannini e Sara Vaccari hanno in comune uno sfrenato amore per il passato: un passato evocato dagli antichi palazzi nobiliari, dagli archivi delle sartorie teatrali, dai guardaroba di ammalianti dive d’antan. Sono i luoghi in cui effettuano la loro ricerca, ma anche i sommi emblemi di una bellezza che si identifica con la preziosità.

Sara Vaccari ha lavorato come buyer per tantissimi anni, girando il mondo e collaborando con diverse realta’ del circuito romano ed estero.

Mariaelena Masetti Zannini, nobildonna e artista di teatro, alla sua attivita’ nello show business ha affiancato esperienze come merchindiser per una stilista americana e nel mondo del vintage.

Come ti presenteresti ai lettori di VALIUM?

Mariaelena: Come un’esteta stanca di pensare solo a se stessa. in fondo nell’arte,cosi’ come nell’imprenditoria,la magia – o se lo si vuol chiamare “il successo”- si puo’ scatenare  solo attraverso  la contaminazione. Si lavora per se stessi ma soprattutto per gli altri e necessariamente con gli altri. Senza Sara sarei una mela mangiata e nemmeno troppo matura.

 

Come nasce Coup de Théatre?

Sara: Nasce da un desiderio oserei dire primordiale di donare agli altri il frutto di esperienze e studi importanti nel mondo della moda e dello spettacolo e da una passione smodata, ovviamente, per tutto cio’ che rimanda ad epoche antiche e da vite mai vissute. Poi esistono i segni, certi segni che ti fanno capire come v’è tanto esoterismo in noi e che certe voci vanno ascoltate e che forse abbiamo fatto bene a seguire certi richiami. Il nostro negozio ha una storia particolare, la’ dentro vivono molte persone che hanno voluto far sentire la loro presenza.Noi ci conviviamo e  con loro, a volte, ci divertiamo pure. Porte che si chiudono a chiave da sole e tante sorprese…In regalo ci hanno fatto trovare ad esempio strani amuleti, da uno scorpione dentro una teca a un meraviglioso pipistrello imbalsamato.

Dove e come effettuate la ricerca degli abiti?

Sara: Non potremmo vivere senza la ricerca continua e quotidiana di pezzi unici nascosti da dentro palazzi nobili in decadenza, archivi storici teatrali e d’alta moda, aste online oltreoceano, armadi di muse e artiste famose proprio come Giuditta Sin fino ai viaggi mirati all’estero, in Oriente e nelle grandi capitali europee.

Dall’editoriale ‘Persinette’ per Paperonfire: abiti Coup de Théatre (photo by Daria Paladino)

Esiste un outfit a cui siete legate particolarmente, e perché?

Mariaelena: Da sempre tentiamo di allontanarci da un attaccamento esasperato dalla materia e dall’immagine fine se stessa.Per questo abbiamo aperto questo spazio,amiamo la bellezza ma desideriamo andare anche oltre. Non puo’ esistere per noi un outfit perfetto o preferito. Amiamo il cambiamento,perchè viviamo perennemente in un fluire eracliteo dove tutto scorre insieme ai nostri sentimenti e ai nostri umori. Per noi la vita è un vero coup de theatre e ci deve sorprendere. Cosi’ noi ci divertiamo ogni giorno a cambiare maschera.

Con Coup de Théatre siete anche stylist, curando i look di svariati servizi fotografici e del Cabaret Domestique, il vostro ‘save the date’ speciale. Che mi raccontate al riguardo?

Sara: Lo styling altro non è che un evoluzione naturale per chi, come noi, immagina quadri, sovrappone immagini e fa scelte che partono direttamente  dal cuore.In progetti come il Cabaret Domestique poi, nato da una totale affinita’ con gli artisti fondatori Giuditta Sin,la nostra musa per eccellenza, e il meraviglioso performer Gonzalo de la Verga,stiamo sfiorando l’equilibrio perfetto. E’ stupendo vestirli ed è ancor piu’ bello creare insieme alla loro arte.Il 6 Luglio, insieme, daremo vita ad una grande festa ispirata al mondo zingaro e all’eccesso che partira’ dalla boutique e seguirà in uno degli angoli piu’ romantici di Roma, l’Arco degli Acetari, proprio l’affaccio del nostro spazio. Si chiamera’ “Romanish Cabaret”, sara’ un evento davvero straordinario, folle e controtendenza,sara’ esattamente nel gusto e nello spirito di chi ci ama.

Il Cabaret Domestique (photo by Mattia Bologna)

Giuditta Sin, incarnato candido e capelli color rame, sembra uscita da un quadro preraffaellita. Al ruolo di musa e di Burlesque performer alterna quello di docente nei “Laboratori di Femminilità” che tiene all’ interno di Coup de Théatre, ma non disdegna il cinema: ha debuttato come attrice nel film “Tommaso”,  l’ opera seconda di Kim Rossi Stuart. E’ l’ideatrice del Cabaret Domestique.

Come sei entrata a far parte del mondo di ‘Coup de Théatre’?

Ho sentito parlare di quello che sarebbe diventato Coup de Théatre quando era ancora un’idea .

In qualità di musa, cosa ti avvicina maggiormente allo spirito della boutique?

Conosco e collaboro con Mariaelena Masetti Zannini già da diversi anni e dunque ho avuto la fortuna di vedere il sogno di Mariaelena e Sara realizzarsi giorno dopo giorno.Lo spirito della boutique è molto vicino al mio modo di percepire ed intendere il bello.I capi che si possono scovare da Coup de Théatre sono pezzi unici, mai banali, e trovo che ciò sia molto vicino all’idea che ho della donna e della femminilità . Sono onorata di poter essere loro musa.

Giuditta Sin  (photo by Mario Caponi)

Il tuo è uno stile rétro prezioso. A quale epoca ti ispiri e perché?

L’epoca di cui amo maggiormente lo stile è  quella dell’Art Nouveau degli inizi del ‘900. Quella ricercatezza dei tessuti e delle decorazioni e quello stile così femminile si adattano perfettamente al mio modo di essere .

(Photo by Mattia Bologna)

Ti definisci ‘tableau vivant’, e le foto del Cabaret Domestique mi fanno proprio pensare a un evento a metà tra il “tableau vivant” e un raffinato, giocoso “baccanale”. Com’è sorta questa idea?

Il Cabaret Domestique nasce da un’idea mia e di Gonzalo Mirabella (boylesque performer). Volevamo ricreare quello che agli inizi del secolo scorso venivano definite “periodiche”, ossia dei veri e propri varietà all’interno di abitazioni private. Fin da subito è nata la collaborazione con Coup de Théatre che ha curato costumi e styling insieme a me per tutto ciò che concerne la parte estetica di questo progetto.  Volevamo  ricreare quelle atmosfere, ma con uno sguardo al presente. Da qui l’idea di Cabaret Domestique, un nuovo modo di concepire l’arte, intrattenere, una vera e propria esplorazione sensuale e sensoriale.Un viaggio onirico fatto di installazioni , visual art,  musica , poesia , quadri viventi e danza .

Quali saranno i vostri prossimi appuntamenti?

Siamo appena stati presenti con il nostro Cabaret Domestique per il Torture Garden Italy 2017, un grande evento che si tiene a Roma una volta all’anno e celebra la cultura  fetish in ogni sua sfumatura.Il prossimo appuntamento ci vedrà impegnati insieme a Coup de Théatre il prossimo 6 luglio .

 

(Photo by Mattia Bologna)

 

“Persinette” Credits:

A tale for Paperonfire

Styled by Sara Schiavo

Photo Daria Paladino

Abiti vintage Coup de Théâtre

Model Serena Ihnatiuc

Styling assistant Noemi Clarizio

Make up Micaela Baruffa

Hair Salvino Palmieri

Photo retouching Laura Gianetti

Special thanks to Goldfeverhair and Olga Teksheva

 

Photo courtesy of Mariaelena Masetti Zannini e Giuditta Sin

“The Hottest Rockin’ Holiday on Earth”: a Senigallia torna il Summer Jamboree

 

Al via da ieri, 30 Luglio, la 17ma edizione del Summer Jamboree: “The Hottest Rockin’ Holiday On Eearth” è ormai un appuntamento fisso che registra affluenze da record. Anche quest’ anno Senigallia, nelle Marche, per una settimana si tramuta nel variopinto set che tra concerti, vintage market e dj session on the beach ospita il Festival Internazionale di Musica e Cultura dell’ America anni ’40 e ’50. Sul palco del Foro Annonario, a dare il la alla kermesse un trio d’eccezione: alla Burlesque performer Eve La Plume – al suo bis come presentatrice – si affiancano infatti il frontman Jackson Sloan e il poliedrico Luca Grizzo, cantante jive/attore/percussionista/autore dall’ energia inesauribile, ma sono previste anche incursioni di Dario Salvatori (un vero e proprio aficionado della kermesse). Sarà invece Dj Ringo l’ “anfitrione” dell’ attesissima Festa Hawaiiana di domenica prossima, organizzata in riva al mare e rigorosamente all night long.  Tra i protagonisti di questa edizione del Festival risaltano 4 Big made in USA quali Gaynel Hodge, Ws “Fluke” Holland, Kid Ramos e The Bellfuries, icone del Rock’n Roll e ispiratori di musicisti di ogni generazione. I concerti in programma saranno in tutto 39, distribuiti tra il Main Stage del Foro Annonario, i giardini della Rocca Roveresca e il Red Bull Tour Bus Stage di via Carducci: 39 live – di cui 38 a ingresso gratuito – che alterneranno il Rockabilly al Rock’ n Roll, lo Swing al Rhythm’n’ Blues, il Country al Doo Woop in un susseguirsi esplosivo ed altamente coinvolgente. Moltissimi i top names che daranno lustro alla “soundtrack” del Festival, accomunati dalle sonorità d’antan e dalla provenienza internazionale, mentre l’ Hawaiian Party vedrà cimentarsi un rocker nostrano come Edoardo Bennato in una session esclusiva. I fan del rétro potranno come sempre rifornirsi al vintage market Rockin’ Village, seguire Dance Camp che li addestrano a scatenarsi al ritmo del boogie-woogie e del lindy hop, assistere alla storica parata di auto in puro American Graffiti style. Imperdibile anche il rendez-vous con il Burlesque, fissato per il 5 Agosto al Teatro La Fenice. E per i collezionisti va segnalato una straordinario must: il poster ufficiale dela 17ma edizione del Festival ambientato in una piazza Garibaldi fresca di restauro, dove una “bellezza in bicicletta” esibisce la card che pubblicizza il concerto di Gaynel Hodge. La consueta grafica vintage evidenzia, sullo sfondo, il Palazzo della Filanda, la Cattedrale, l’ Episcopio e la Pinacoteca Diocesana accanto all’ Auditorium di San Rocco, un altro caratteristico edificio del centro storico senigalliese. Da non trascurare la fiammeggiante Mercury d’epoca che spunta a sinistra, chiaro riferimento al car park di piazza Simoncelli e alla American car parade. Il manifesto, creato dallo studio Graffiti di Angelo Di Liberto (il direttore artistico del Festival), è rintracciabile presso il Gadget Store del Summer Jamboree.

Per info e per il programma completo: www.summerjamboree.com

Il Summer Jamboree – che chiuderà i battenti il 7 Agosto 2016 – è organizzato dall’ Associazione Summer Jamboree con il patrocinio del Comune di Senigallia e la partecipazione della Regione Marche e della Camera di Commercio di Ancona.

Nell’ immagine, il poster ufficiale della 17ma edizione del Festival.