Il Duo Bellavista-Soglia e il fascino della Romagna: una miriade di nuovi, suggestivi progetti

Raffaello Bellavista e Michele Soglia (foto di Leandro Martino)

Chi segue VALIUM ricorderà di certo la prima intervista (potete rileggerla qui) del Duo Bellavista-Soglia apparsa su questo blog: eravamo a due giorni da Ferragosto, ed addentrarci nel suo mondo è stato come lasciarci incantare dalla magia di un cielo stellato in piena Estate. Raffaello Bellavista al pianoforte, Michele Soglia alla marimba, hanno dato vita ad un ensemble cameristico – il Duo Bellavista-Soglia, appunto –  che, dal 2017, prosegue ininterrotto in un cammino di sempre nuove iniziative ed eclatanti successi. I suoi punti di forza? Una solida preparazione accademica, un talento musicale innato ma anche ampie dosi di eclettismo: il Duo (come avete già avuto modo di apprendere) adora mettersi in gioco, sperimentare, coniugare le più disparate forme di espressione artistica. Il risultato è sorprendente, immancabilmente avvolto nella suggestività che pervade ogni sua performance. Non è un caso che sia anche esibito nel rarefatto scenario dell’ alba o in location mozzafiato come possono esserlo – per fare solo un paio di esempi – l’ Arena delle balle di paglia di Cotignola e la Cava Marana di Brisighella. Otto mesi dopo il nostro primo incontro, Raffaello e Michele sono lanciatissimi. Entusiasti come non mai, hanno in serbo una raffica di progetti: di alto profilo, originali, sbalorditivi. E me ne parlano di persona travolgendomi con una ventata di euforia elettrizzante.

Nella nostra precedente conversazione abbiamo citato Mozart e, casualmente, vi incontro al vostro ritorno dall’ Austria…Che impressioni vi ha lasciato, la patria del grande Amadeus?

Siamo andati in Austria per un concerto in forma privata e per incontrare dal vivo uno dei più grandi marimbisti viventi: Bogdan Bacanu. L’esperienza è stata molto gratificante ed abbiamo avuto modo di toccare con mano la grande sensibilità ed attenzione che questo stato ripone nell’arte. In particolare, il nostro repertorio sta trovando grande attenzione verso il pubblico teutonico, in quanto le sonorità della musica colta occidentale si uniscono con atmosfere latino-americane creando un connubio che risulta molto coinvolgente sia per i neofiti che per gli addetti ai lavori.  Concludiamo affermando che il tema del viaggio è sempre stato un elemento di fondamentale importanza per la crescita di un artista, non a caso un grande compositore come Mozart fu indissolubilmente legato all’Italia.

 

Il Duo in Austria insieme al marimbista Bodgan Bacanu

Musicalmente parlando, trovereste stimolante “emigrare” all’estero o siete più propensi a rimanere in Italia, nota d’altronde come culla del belcanto e di celebri compositori?

 L’Italia è una meta obbligata per chi si voglia approcciare alla musica ed alla cultura in generale. Qui è nato il pianoforte con Bartolomeo Cristofori, è nato il Belcanto e moltissimi sono gli artisti di spicco che, dal passato fino ad oggi, hanno attraversato il nostro territorio. Mi viene in mente Mozart, che studiò con Padre Martini a Bologna, oppure il compositore ungherese Liszt che addirittura compose una raccolta di composizioni dedicate all’Italia. Nonostante quindi vi sia una situazione non sempre semplice, è innegabile che nel Belpaese vi siano delle realtà di eccellenza che continueranno a brillare contando anche su un pubblico che sta diventando sempre più sensibile verso l’arte. Tornando alla tua domanda siamo convinti di restare, consolidando la nostra presenza anche attraverso l’imminente costituzione di un’Accademia di alta cultura. Questo progetto non esclude la possibilità di effettuare tournée in vari periodi dell’anno, al fine di portare la nostra musica a un pubblico diverso e al contempo arricchirci di nuove sensibilità e atmosfere.

Come procede la carriera di baritono di Raffaello? E Michele ha novità da raccontarci riguardo i Mourn in Silence, la band di symphonic metal di cui è il batterista?

Raffaello: E’ stato un anno molto importante dal punto di vista della mia crescita artistica, in quanto ho completato il mio percorso accademico di pianoforte con un prestigioso diploma specialistico post-laurea conseguito con il maestro Roberto Cappello. Per quanto concerne il canto, ho in programma di completare la mia formazione accademica e sto preparando diversi concerti in qualità di baritono che mi vedranno ospite in diversi teatri e festival.

Michele: Per quanto riguarda i Mourn in Silence stiamo lavorando per l’imminente uscita del prossimo cd che sarà presentato a breve.

 

Raffaello nel giorno del diploma

Il Duo “live”

Torniamo ai vostri progetti in “Duo”. Il 1 Maggio coinciderà con una data molto importante, per il Duo Bellavista-Soglia: parteciperete infatti alle celebrazioni per l’Ayrton Day all’ autodromo di Imola, commemorazione del leggendario pilota del quale quest’ anno ricorre il 25mo dalla scomparsa. Cosa potete anticipare della vostra esibizione?

Il 1 maggio sarà per il Duo Bellavista-Soglia un appuntamento cruciale, in quanto siamo stati scelti per un evento di estrema importanza che avrà una ricaduta internazionale. Inoltre, per noi è un onore immenso poter fare un concerto per uno dei più grandi campioni che il mondo abbia mai conosciuto: Ayrton Senna. L’ evento, che si svolgerà nel circuito di Imola, dove il pilota perse la vita in un tragico incidente il 1 maggio di 25 anni fa, vedrà la partecipazione di diverse migliaia di persone e si estenderà per l’intero arco della giornata. La parte musicale sarà interamente affidata a noi e vi saranno due interventi: il primo, attorno alle 10:00, aprirà la conferenza stampa degli ex-piloti portando in sala un’atmosfera carica di suggestioni, mentre il secondo sarà il concerto di chiusura della giornata, intorno alle 18:30, e verrà amplificato per tutto l’autodromo. I brani scelti vedranno una perfetta unione tra aspetti della musica occidentale colta e stilemi della musica latino americana. Inoltre, all’interno del concerto abbiamo scelto di inserire alcuni brani cari al pilota ed ai suoi fan, uno tra tutti il tema “Da Victòria” di Novo ed “Heroes” di David Bowie, che rielaboreremo per il Duo.La scaletta della nostra esibizione sarà ricca di sorprese e di brani legati in maniera sia diretta che simbolica al grande Ayrton Senna.

 

Il Museo Multimediale Checco Costa dell’ Autodromo di Imola

Nel mondo della Formula 1, la componente adrenalinica è fondamentale. Voi come la vivete? Quali emozioni vi animano, mentre siete sul palco?

Le emozioni che proviamo sul palco sono tantissime, la musica scorre veloce nelle vene come un’auto lanciata in pista alla massima velocità. Possiamo dire che è una sensazione quasi indescrivibile, perché racchiude in sé stati sublimi uniti a momenti estatici, sui quali però bisogna mantenere un ferreo controllo emotivo.

 

Raffaello nelle vesti di baritono

Sempre a Maggio – a partire dal 19 – prenderete parte a un altro evento-tributo prestigioso dedicato, stavolta, allo scrittore Alfredo Oriani. Il Festival del Cardello, di cui siete organizzatori e direttori artistici, vi vedrà protagonisti a più riprese. Che ci raccontate, al riguardo?

Dopo il grande successo del festival che si è svolto lo scorso agosto all’interno della Cava Marana, abbiamo scelto di valorizzare un’altra realtà artistica di grande importanza quale la Villa Il Cardello di Alfredo Oriani, creando un festival intitolato: “Oriani, il Cardello, il fascino della Romagna”. La manifestazione sarà composta da quattro simposi ispirati a vari aspetti della Romagna: uno, in particolare, focalizzato sul tema della bicicletta, con un riferimento diretto allo scrittore considerato uno dei primi estimatori del mezzo a due ruote. Riassumendo brevemente, il primo appuntamento si terrà nell’anfiteatro del Giardino delle Erbe gestito in maniera encomiabile dal direttore Sauro Biffi e vedrà una sorta di disputa culinaria moderata dal giornalista Pietro Caruso tra la scienza in cucina di Pellegrino Artusi rappresentato dal Presidente di Casa Artusi Giordano Conti e la cucina futurista di Marinetti decantata dal Principe Maurizio Agosti, grande Maestro delle cerimonie del Carnevale di Venezia. Il secondo appuntamento, che si svolgerà nel suggestivo parco della Villa il Cardello, un luogo di  straordinaria bellezza aperto raramente al pubblico,  vedrà un dialogo sulla Romagna tra il celebre attore Ivano Marescotti ed il poeta Franco Costantini. Al terzo appuntamento, che si svolgerà nella sala Pifferi del Cardello, parteciperà il celebre giornalista sportivo Marino Bartoletti intervistato da Pietro Caruso (uno dei fondatori de Il Corriere di Romagna). Anche qui saranno molto interessanti i temi trattati che verteranno sulla passione per la bicicletta dei Romagnoli, da Alfredo Oriani a Marco Pantani passando per il salace Lorenzo Stecchetti.Il festival si concluderà con una serata incentrata sull’intervista ad Antonio Patuelli, a cura di Pietro Caruso, sul Risorgimento in Romagna. Ovviamente, per ogni appuntamento il Duo Bellavista-Soglia preparerà programmi diversi in relazione ai temi trattati, dando vita a serate estremamente raffinate e coinvolgenti.

 

La Villa Il Cardello

Il Giardino delle Erbe

Il Festival esordirà con una disputa culinaria-avanguardista condotta, tra gli altri, dal Principe Maurice: una nuova tappa nel vostro percorso di collaborazione. Cosa pensate del suo intervento e del contributo che apporterà alla kermesse?

La serata di apertura si terrà nel suggestivo anfiteatro del Giardino delle Erbe di Casola Valsenio. Il titolo sarà proprio “Dalla scienza in cucina di Pellegrino Artusi alle avanguardie della cucina Futurista”.Avremo il Presidente di casa Artusi Giordano Conti e la partecipazione straordinaria del Principe Maurizio Agosti.Sarà una serata estremamente interessante, dal climax crescente, che culminerà nella visione della cucina Futurista di Marinetti lasciata al provocatorio Maurizio Agosti. Anche la musica svolgerà un ruolo di primaria importanza, dall’opera lirica legata al periodo storico di Pellegrino Artusi alla musica del Novecento di ispirazione futurista. Sicuramente assisteremo a uno spettacolo che stravolgerà il nostro concetto di show cooking.

 

Il Duo insieme al Principe Maurice

La vostra “partnership” con il Principe ci riserverà ulteriori sorprese?

Con il Principe Maurizio Agosti c’è un rapporto di reciproca stima e di comune visione dell’arte considerata nella sua ecletticità. Proprio partendo da questi presupposti, la serata dedicata alla cucina futurista, sottolineo futurista nel senso della grande avanguardia fondata da Filippo Tommaso Marinetti, sarà solo l’inizio di una serie di eventi di alta cultura che ci vedranno in stretta collaborazione. Giusto per dare qualche anticipazione, per il festival della Cava Marana in programma la prossima estate stiamo allestendo un suggestivo simposio che vedrà Maurice nei panni di Goldoni, il celebre commediografo veneziano che fu molto legato al territorio faentino ed alla famiglia Spada, in particolare al Marchese Spada.

 

 

Michele alla marimba

Il Festival, come mi accennavate, avrà per titolo “Oriani, il Cardello, il fascino della Romagna”, che è poi anche la terra di origine del Duo Bellavista-Soglia. Che rapporto avete con i luoghi nativi, con il territorio in cui a tutt’oggi vivete? L’ impressione che ho è quella di un legame profondo. Come descrivereste la “vostra” Romagna?

Si tratta di un rapporto estremamente profondo, quando sei in Romagna puoi respirare aria di casa! Per tante ragioni: il cibo, la cultura, la natura, la vita notturna e…Ovviamente, anche le belle donne! Il legame, quindi, è fondamentale, anche perché nel tempo abbiamo avuto modo di conoscere e di comprendere le eccellenze del nostro territorio. Io e Michele siamo nati in due comuni racchiusi nel Parco Regionale della Vena del Gesso Romagnola e siamo testimoni della lungimiranza di chi gestisce il parco o di chi amministra “ridenti paesini” come Casola Valsenio, che vede Maurizio Nati come assessore alla cultura e Nicola Iseppi come Sindaco.Tra i grandi innamorati della Romagna figura sicuramente IF Tourism Company, impegnata in prima linea per la promozione del territorio imolese-faentino. Senza poi dimenticare l’attivissima Pro Loco di Casola presieduta da Boni Bruno. La Romagna è un luogo meraviglioso dove ci piace “rifugiarci” dopo le nostre mille avventure in giro per il mondo.

 

Un’ altra foto live del Duo

Dopo il Cardello sarà tempo di vacanze. Mare o montagna? E con quale progetto il Duo tornerà a Settembre?

Dopo il Cardello “dovrebbe” essere tempo di vacanze……..No! Stiamo organizzando concerti che vedranno il Duo Bellavista-Soglia impegnato in un fitto calendario fino al 2020.Tra tutte queste date spiccano alcune situazioni molto particolari, tra cui, il 7 luglio, un concerto che si terrà in un incantevole borgo abbandonato sulle colline Imolesi denominato Brento Sanico. Il 20 luglio Raffaello Bellavista sarà ospite di un prestigioso galà lirico intitolato “Le Voci della Sera” che si terrà in piazza Machiavelli nella suggestiva Castrocaro Terme; da non perdere, il 16 agosto, nella piccola bomboniera medioevale di Palazzuolo Sul Senio, una serata a lume di candela sul letto del fiume Senio, con degustazione di vini accompagnata dalla magia del pianoforte e della marimba. Senza poi dimenticare il festival che si svolgerà, nel mese di agosto, nella suggestiva Cava Marana.

 

Photo courtesy of Duo Bellavista-Soglia

Photo credits: Leandro Martino

 

 

 

Il Principe Maurice a Fabriano: a tu per tu con l’icona del teatro notturno

 

Travolgente come solo lui sa essere, visionario, una leggenda vivente: il Principe Maurice (all’ anagrafe Maurizio Agosti Montenaro Durazzo, discendente dai Principi Agosti di Bergamo) si riconferma re incontrastato del teatro notturno di cui è, peraltro, fondatore. E il 20 Gennaio scorso anche Fabriano, la “città della carta”,  si è lasciata contagiare dal suo carisma. L’ occasione è stata una serata epica dove la techno dei Datura ha rievocato, live, atmosfere anni ’90 dando vita alla soundtrack di uno show a dir poco straordinario. Protagonista e mattatore dell’ evento, il Principe Maurice ha coinvolto il pubblico dell’ Aera Club and Place – un ex cinema oggi adibito a spazio polifunzionale grazie ai tre giovani imprenditori Nicola Paccapelo, Cristian Bussaglia e Enrico Rossi – in un’ esplosiva  performance iniziata alle 10 di sera e terminata alle 6 del mattino. Ad anticipare le danze è stato il docufilm “Principe Maurice #Tribute” diretto da Daniele Sartori, 50 minuti di pellicola in cui Maurice si racconta e rende partecipi del suo progetto artistico gli spettatori: un viaggio nella vita del Principe e nel suo immaginario, dove ai luoghi-simbolo come la Piramide del Cocoricò si alternano ricordi, omaggi ai Maestri Lindsay Kemp e Klaus Nomi, scenari suggestivi del Carnevale di Venezia di cui è Gran Cerimoniere.  La verve narrativa di Maurizio Agosti e un montaggio mozzafiato catturano letteralmente il pubblico, lo trascinano in un crescendo emotivo fino all’ apoteosi finale, uno dei momenti più intensi dell’ intero docufilm: con l’ incalzante sottofondo della “Passacaglia della vita” di Stefano Landi, ballata seicentesca rielaborata in chiave techno dai Datura, il Principe Maurice volteggia sulle note di un “memento mori”. “O come ti inganni se pensi che gli anni non han da finire, bisogna morire”, canta, e per l’occasione ripristina le iconiche lenti a contatto bianche e un paio di corna da Mefistofele. Ma la sua non è che un’ ode alla vita, perchè solo la consapevolezza della morte può donare valore aggiunto all’esistenza. Sull’ importanza dei valori Maurice tornerà spesso, soprattutto rivolgendosi ai giovani, nel corso dell’ intervista che mi ha rilasciato poche ore prima di una serata destinata a rimanere memorabile, unica e irripetibile per la nightlife fabrianese.

Cosa ti porta nella “città della carta”?

Fabriano era nell’ aria perché già c’erano stati degli incontri forieri di questa proiezione, guarda caso con la signora Silvia Ragni. Ma ero incuriosito da questa città da un po’, intanto perché ha una storia estremamente interessante, e poi perché una famiglia di Fabriano, i Serafini, è imparentata alla lontana con la mia. Così quando i ragazzi dell’ Aera Club and Place hanno desiderato avermi io ho proposto immediatamente, memore di questo incontro con te, di introdurre la serata – un tributo agli anni ’90 in collaborazione con i Datura che riprende il format di ReMemo trasmesso su Radio m2O –  con la proiezione del docufilm “Principe Maurice #Tribute”. Dal punto di vista musicale sarà uno show inedito, perché i Datura sono tra i rappresentanti principali di quel movimento musicale che mi ha visto protagonista di immagine al Cocoricò e in giro per il mondo negli anni ‘90.

 

 

Che cosa ha rappresentato, per te, il Cocoricò?

Il Cocoricò è stato il contenitore creativo più importante della mia carriera. Se il Principe Maurice è nato e ha potuto farsi conoscere velocemente sia in Italia che in tutto il mondo – perché il Cocoricò attirava turismo musicale e techno anche dal resto d’Europa – è stato proprio perché ero lì. E lì ci sono arrivato quasi per caso. E’ stata veramente una coincidenza straordinaria: ero la persona giusta al momento giusto, con il direttore artistico giusto, nel locale giusto. All’ epoca l’ art director era il grandissimo Loris Riccardi, collaboratore di “Blob” di RaiTre. Grazie a lui abbiamo avuto la possibilità di esprimere la forma di teatro notturno della quale sono portatore e ideatore, ma anche di ospitare compagnie importanti a livello intenazionale: La Fura dels Baus, La Societas Raffaello Sanzio, Marion D’Amburgo e i Magazzini Criminali…Nel Morphine, il super privé fiore all’ occhiello della sperimentazione del Cocoricò, è venuto a suonare anche Roger Eno, fratello di Brian e musicista ancora più avantgarde. Il Cocoricò era una discoteca fuori da qualsiasi canone, iconica, un unicum mondiale come nemmeno a New York o a Ibiza ce n’erano. Per me è stato un luogo magico e speciale.

Sei un performer leggendario. Che sensazioni provi, dopo anni, prima di salire sul palco?

Ti spiego qual è la cosa meravigliosa del mio essere uno, nessuno, centomila: il mio maestro Lindsay Kemp (leggi qui la sua intervista con VALIUM) adotta un vero e proprio cerimoniale nel prepararsi, la sua è una metamorfosi. Entrare nel camerino di Lindsay è addentrarsi in un mondo in cui anche gli odori dei trucchi ti inebriano, qualcosa di straordinario! Ho cercato di ispirarmi a lui, infatti pretendo di avere un camerino per conto mio perché per me è un vero e proprio rito quello di entrare nel personaggio. C’è questa magia particolare per cui tu, Maurizio Agosti, piano piano diventi il Principe Maurice come vuol essere in quel momento lì e quella sera lì, che non è mai uguale a un’altra. Voglio essere il più possibile vicino al mio feeling del momento, diretto e spontaneo: per me è molto importante. Mi rifaccio alla tradizione della Commedia dell’Arte, ho un canovaccio ma poi devo improvvisare. Lindsay Kemp è stato il mio Maestro con la maiuscola: ha le sue coreografie, le sue storie da raccontare, ma improvvisa tantissimo. Ero molto giovane quando ho fatto uno stage da lui, a Milano. Una sera un ballerino non si è sentito bene e l’ho sostituito in “Sogno di una notte di mezza estate”. Ho recitato una sola volta, ma sono riuscito a essere con Kemp sia sul palco che nel backstage, a imparare. Poi ho portato il tutto in discoteca: è questo che rende il mio personaggio particolare, perché nessuno si è mai impegnato davvero nel non guardare al lavoro in discoteca come a una “marchetta”, solo perché il teatro notturno aveva trovato un mercato da sfruttare anche lì. Questa mentalità ha fatto cadere un po’ il progetto di cui io sono rimasto l’unico testimone, ma non demordo.

 

 

Quale messaggio lanceresti ai giovani che affollano le discoteche?

Pretendete. Pretendete da voi stessi di vivere in maniera consapevole e partecipe tutto, anche la trasgressione, ma di esserci, non di arrivare a un punto in cui non ricordate nemmeno cosa avete fatto perché vi stordite con l’alcool o con altro. Dovete essere protagonisti e sempre presenti, altrimenti nulla ha valore, è una perdita di tempo. In più, se avete delle idee, proponetele, esprimetele, perché la vostra età ha bisogno di conoscenza, di sperimentazione, di divertimento. E di fantasia…Oggi seppellita dal conformismo della rete e dal melting pot della globalizzazione. Cerchiamo di essere il più autentici possibile e di capire da dove veniamo, perché è importante, e dove vogliamo andare… Anche se questa società ci porta a non aver troppa fiducia nel futuro sappiate, giovani d’oggi, che è importante credere in tre cose: la libertà, che è un valore fondamentale, la dignità, senza la quale la libertà è uno spreco e può diventare dannosa, e l’amore. Altrimenti non c’è nulla. I soldi sono importanti, ma vanno e vengono. La salute stessa è appesa a un filo di ragnatela. Mentre l’amore, la libertà e la dignità sono tre ingredienti fondamentali per poter immaginare un futuro, e posso dirvelo perché l’ho vissuto sulla mia pelle. Per questo lo racconto con fervore e convinzione.

Tu e il Carnevale di Venezia: cosa ti lega maggiormente alla grande kermesse veneziana?

Trasformarmi, travestirmi, ricercarmi in altre forme, ricercare il mio fratello gemello morto a 11 mesi…Un giorno –  ho 16 anni e sono già un “decadente” – decido di partire da Milano per andare al Carnevale di Venezia. Ci vado la domenica dedicata alla passeggiata delle maschere, dopo Sabato Grasso. Mia madre, che è mia complice, mi permette di viaggiare in costume per partire al mattino e ritornare la sera. Arrivo a Venezia, capito alle Generali dove fanno una festa e vengo intervistato. E’ un boom incredibile, meraviglioso, per cui mi dico: “Io il Carnevale lo frequenterò tutti gli anni”. Dopo qualche anno trovo nel personaggio di Giacomo Casanova qualcosa che mi piace, che sento mio: coltivare il piacere dei sensi ad esempio, anche in questo sono molto decadente…Il Carnevale comincia a entrarmi nella mente e nel sangue, diventa un obiettivo, una mania. E’ una passione che nel tempo ho condiviso con altre persone. Abbiamo creato delle associazioni: gli Amici del Carnevale di Venezia, un’ Associazione Internazionale per il Carnevale di Venezia, arriviamo da tutto il mondo per ritrovarci al Carnevale a divertirci e a competere per la bellezza dei costumi e delle interpretazioni. Quando Bruno Tosi, il Presidente della Fondazione Maria Callas, ha ricreato la tradizione storica delle Marie, mi ha chiesto di presentare la manifestazione. Da allora sono diventato il maestro di cerimonie che apre e chiude il Carnevale, conduco happening sul palco di Piazza San Marco e sono il Magister Elegantiarium del Concorso della Maschera più Bella. Il Carnevale diventa per me il momento dell’anno più atteso: in 10 giorni arrivo a gestire 30 produzioni tra feste private, di associazione e ufficiali.

 

 

Che ci racconti del tema “Creatum Civitas Ludens” associato al Carnevale di Venezia 2018?

“Creatum”, per valorizzare un po’ tutta quella che è l’artigianalità e l’arte che sta dietro al Carnevale. Ma non sarà un’esposizione o una specie di fiera delle botteghe, bensì un circo dove anche questi artigiani si possono esprimere. L’ elemento del circo è quello che mi piace di più: ci sono le scenografie dei Togni utilizzate per “La strada” di Fellini, oltre ad altre scenografie aggiunte dal teatro La Fenice che, in collaborazione con Massimo Checchetto, ha reso il circo un po’ più elegante, un po’ più veneziano, un po’ più adatto a Piazza San Marco. Il circo è uno dei miei ambienti preferiti, amo soprattutto  il ruolo del clown bianco e adoro Fellini. Quest’ anno quindi il Carnevale sarà davvero “playful”, con quel tocco di follia che va verso il freak: a fine ‘800 inizio ‘900, ricordate?, al circo si esponevano i fenomeni. Si giocherà sulle trasformazioni…I cambi di ruolo sessuale, che sono tipicissimi del Carnevale, faranno parte (e in modo anche molto malizioso) del gala serale che avrà per titolo “La serata di Dottor Jack Hill e Mrs. Hyde”.

 

 

Quali sono gli angoli segreti di Venezia che consiglieresti di visitare, i meno turistici e scontati?

Te ne racconto due. Uno è il minuscolo negozio di maschere di un’artista che si chiama Barbara Babi. Dietro Piazza San Marco, dietro Palazzo Ducale, c’è un ponte, credo che si chiami Ponte della Canonica. Lo trovate dopo questo ponte, un po’ sulla destra. E’ nuovo: quest’ artista ha finalmente avuto modo di aprire un suo negozio/laboratorio, e utilizza in modo molto particolare sia la cartapesta che le piume. Le sue maschere indossano parrucche fatte di piume. Sono stupende, e anche abbastanza dark! Ma non si tratta di piume di struzzo in stile Rio: sono piume di pennuti, lunghe, che lei acconcia. In più usa, applicandola sulle maschere, la pelle del serpente quando fa la muta. Il negozio si chiama La Babi e spero che abbia successo, perché lo merita. Poi c’è un bacaro speciale in quanto a ambiente, qualità e cucina. E’ uno degli ultimi rimasti, situato in una piccola calle che va verso il Casinò dal Teatro Italia, e veneziano DOC: ci vanno solo veneziani e solo loro sanno che c’è, niente turisti. Tutto viene cucinato da veneziani, in stile veneziano e con ingredienti veneziani. Lo suggerisco a chi cerca un posto veramente riservato, quasi “massonico”, per l’ ”apericena”…Il nome non te lo dico, solo chi lo scopre merita di frequentarlo. Ah, ecco un altro posto particolare! Un’ ala del Teatro Italia è stata venduta ed è diventata il più bel supermercato del mondo. Cinema Teatro Italia, in Strada Nova: entrateci. E’ da visitare perché è una contaminazione pop fuori di testa!

Torniamo a Fabriano. Un tuo parere a bruciapelo sulla città?

La cosa che mi suggestiona molto della città è questo rapporto con la carta, così importante sia per l’arte che per la scrittura. E poi c’è la tipica magia di tutte le città italiane un po’ “appartate”, che nascondono tesori. Mi piace la simpatia, la sobrietà che c’è nelle persone, e mi piace che ci siano personaggi che sono sostanzialmente dei “fantasmi”: grazie alla tecnologia sono proiettati culturalmente in tutto il mondo, ma vivono qui quasi un po’ nascosti. Un nome? Silvia Ragni, ma anche Rexanthony, uno degli autori della musica specificatamente dedicata al Cocoricò oltre che di compilation degli anni d’oro che hanno avuto un successo straordinario. Quindi non è che una città di provincia, pur famosa per la sua industria, per la sua tradizione eccetera, sia meno intrigante di una capitale.

 

 

Per concludere, una domanda sui tuoi prossimi progetti. Puoi anticiparci qualcosa o sono ancora top secret?

Con questa intervista capiti proprio durante l’ultimo cambiamento fondamentale della mia vita. I miei cambiamenti si sono avvicendati in cicli di circa 20 anni l’uno. Questo è il terzo, credo sia il finale. Sto puntando ad avere una residenza anche esterna all’ Italia, quindi mi sono spostato a Palma de Mallorca: una città antica dove c’è un centro storico, una vita culturale e la presenza della famiglia reale si “respira” sia attraverso il castello che il Palazzo di Marivent…C’è tutto quello che può affascinarmi in una città europea importante, perché Palma è una piccola Barcellona. Non è lontana dall’ Italia e il fatto che sia un’isola mi piace, perché anche Venezia è un piccolo arcipelago di isolette. Questo cambiamento mi porterà ad essere meno presente nel mondo della notte e più presente nel mondo degli eventi a carattere culturale o privato. Il mio futuro, quindi, sarà suddiviso tra l’Italia e Palma.

 

 

Photo courtesy of Aera Club and Place e collezione privata Principe Maurice Agosti