Divine Rose Quad: Eternal Eden di Pat McGrath: la rosa e le sue nuance più sublimi

Ormai è un assioma: quando la Primavera si avvicina, tendiamo a riscoprire il rosa. Forse perchè è il colore della positività, della spensieratezza, e dopo i rigori invernali abbiamo bisogno di soavità e di pensieri leggeri. Il rosa è dolce, etereo, si associa all’ intuito e favorisce la connessione con il prossimo attraverso i sensi. Non va trascurato, inoltre, che è una delle nuance in cui si declina la “Regina dei fiori”, senza dubbio la più incantevole. Perchè se una rosa rossa è passione allo stato puro, una rosa in total pink è la quintessenza del fascino. Non a caso Pat McGrath, la somma guru del make up, ha eletto il rosa a cromia di punta della Mothership VIII: Divine Rose II Eye Palette. Divine Rose Quad: Eternal Eden, il nuovissimo quartetto di ombretti lanciato dalla “Mother of Make Up”, si ispira proprio ai rosa incantevoli e galattici di quell’ iconica palette. Altamente seducenti, ricchi di pigmenti e declinati in un doppio finish – matte e shimmer – dall’ effetto dimensionale, gli eye shadow di Divine Rose Quad fanno sbocciare lo sguardo come un tripudio di fiori a Primavera.

 

 

Vantano una ricca texture in crema che li rende estremamente modulabili, si sfumano con facilità ed ingrandiscono l’occhio circondandolo di una luminosità incredibile. Le quattro shade incluse nella palette sono, a dir poco, ipnotiche. In alto a sinistra, e poi in senso orario, nella foto di copertina, potete ammirare Pink Mystique (un rosa tenue con riflessi scintillanti d’oro), Temptation (un magenta matte), Earthy Delight (un rosa antico che vira vagamente al marrone) e Forbidden Fruit (un connubio di rosa carico e bronzo metal). Alcuni aggettivi per descrivere Divine Rose Luxe Quad: Eternal Eden? Il suo nome la definisce alla perfezione. E’ provocante, lussuosa, divina…paradisiaca. Un bouquet di rose che adorna l’ occhio di squisita preziosità: elemento non trascurabile, in tempi di mascherina full time. La mitica Pat McGrath è riuscita a sorprenderci anche stavolta con un prodotto che coniuga  lo splendore della rosa con le sue sfumature più sublimi.

 

 

Gli swatches degli ombretti su diversi tipi di carnagione

 

 

 

La moda

 

” Che cos’è per voi la moda? Strumento di seduzione, espressione di vanità, voglia di giocare o di trasformarvi, talvolta anche di nascondervi dietro una maschera…Di certo l’ abito rappresenta la massima espressione di uno status, di linguaggio del corpo, di narcisismo, esibizionismo o insicurezza, parla di noi e dei nostri desideri. E’ il biglietto da visita che offriamo al mondo e, lo si voglia o no,  è parte integrante della nostra vita, persino di quella di chi considera la moda con indifferenza, sopponenza o disprezzo. (…) La vera moda è eccessiva, geniale, carismatica, ironica, sempre capace di reinventarsi, in bilico tra sogno e realtà, sontuosa o minimale, nera o caleidoscopica, specchio dei tempi e vintage, un mix originale capace di accendere desideri impensabili. Un prisma misterioso e onirico che scompone la luce in una miriade di colori. “

 

Mariella Milani, da “Fashion Confidential”

 

 

 

 

London Fashion Week: flash dalle collezioni AI 2021/22

 

Oggi VALIUM fa sbarco a Londra, dove dal 19 al 23 Febbraio si è svolta la London Fashion Week. La settimana della moda si è suddivisa tra sfilate a porte chiuse e presentazioni digitali, tutte divulgate nel sito della London Fashion Week oltre che, naturalmente, tramite i siti e i social dei vari brand. I video, i mini film e i lookbook sono stati gli strumenti che la maggior parte dei designer ha scelto per svelare la propria collezione Autunno Inverno 2021/22. Tra i top name che hanno partecipato alla kermesse troviamo Burberry, ma con una novità: Riccardo Tisci ha preferito mandare in scena la moda Uomo, rinunciando alla formula della co-ed e posticipando il Womenswear a data da destinarsi. Victoria Beckham non è mancata all’ appello londinese così come Simone Rocha, in procinto di lanciare la sua attesissima capsule per H&M. Presente anche Tod’s, con un progetto a cui hanno preso parte 35 talentuosi studenti della Central Saint Martins, e poi Matty Bovan, Temperley London, Emilia Wickstead, Bora Aksu, Molly Goddard, Marques’Almeida, MM6 Maison Margiela, Paul Costelloe, Roksanda, Richard Quinn, Vivienne Westwood e molti altri ancora. A questa edizione della London Fashion Week, inoltre,  si è associata a una succosa news: la presentazione della prima collezione di Roberto Cavalli firmata da un direttore creativo d’eccezione, Fausto Puglisi. Puglisi ha deciso di esaltare il lato “wild” del brand ideando creazioni che sono un grintoso tripudio di stampe animalier. Potete ammirarle via video cliccando qui. E adesso, diamo il via alla consueta selezione di VALIUM!

 

Simone Rocha 1

“Winter Roses”, la collezione di Simone Rocha, è un connubio di forza e fragilità. I fiori fanno da leitmotiv: si tramutano in ricami, applicazioni a cascata o in 3D che adornano, o invadono pressochè totalmente, gli abiti. Il tulle e il taffetas predominano, declinati in ruches e vaporose balze, ma spunta un’ inedita grinta che si esprime nei biker jacket con maniche a sbuffo di alcuni look in total black. Colletti rigidi da educanda donano un tocco di rigore e si alternano all’ eterea impalpabilità di abiti nella stessa nuance di rosa dello zucchero filato. Tonalità come il nero, il cipria, il bianco e il rosso delle “rose d’Inverno” completano la palette cromatica.

 

Simone Rocha 2

Simone Rocha 3

Vivienne Westwood 1

“Sostenibilità” rimane una delle parole d’ordine di Vivienne Westwood e la designer lo sottolinea anche in questa collezione, realizzata in toto con materiali riciclati ed eco-friendly. Avvalendosi di una stampa “bucolica” (datata 1743) di François Boucher che fa da fil rouge, le creazioni si sviluppano intorno a un mix and match di pattern, stili e tessuti: tartan, quadretti, righe, gessati e degradé cromatici convivono allegramente tra di loro. Le giacche trequarti si abbinano a gonnelline plissé indossate sopra ai pantaloni, le minigonne si alternano ai pants da ciclista e i tailleur vengono stravolti nelle proporzioni in puro Westwood style. I colori sono molteplici, spiccano i più vivaci: il rosso affiancato al turchese, il rosa affiancato al rosso, il rosso e il rosa declinati in svariate nuance.

 

Vivienne Westwood 2

Vivienne Westwood 3

Bora Aksu 1

Come molti altri designer (una su tutti, Simone Rocha), Bora Aksu ha sfilato a porte chiuse diffondendo poi il filmato dello show. La sua collezione si ispira a Marie-Sophie Germain, pioniera della matematica vissuta all’ epoca della Rivoluzione Francese che fu obbligata a utilizzare un nome maschile per ottenere credibilità negli ambienti Accademici. Tra le creazioni predominano abiti – quasi sempre svasati nel fondo – impreziositi da pizzi, volants, fiocchi e applicazioni floreali. Le maniche sono ampie, a sbuffo. In alcuni look il pizzo diventa parte integrante al punto tale da ricordare certe ornatissime vesti talari. La palette include cromie accattivanti quali il fucsia carico, il rosso, il panna, il giallo, il lilla e l’ottanio.

 

Bora Aksu 2

Bora Aksu 3

Sonia Carrasco 1

Spagnola, nata a Valencia, Sonia Carrasco è alla sua prima collezione. Che ha un nome indicativo, “- 75.5000000,-106.750.000”: un rimando alle coordinate di Thwaites, il ghiacciaio antartico a rischio disgelo per motivi associati al riscaldamento globale. La sostenibilità, come è facile intuire da una premessa simile, fa da filo conduttore a creazioni che hanno già fatto il pieno di apprezzamenti. I materiali sono rigorosamente riciclati, i tagli netti e sartoriali. Le giacche doppiopetto svelano geometrie sorprendenti, i cappotti si “interrompono a metà” per declinarsi in un knitwear a coste tubolari, una cascata di frange in lana ricade lateralmente da un tailleur. I colori sono quelli della sabbia, della terra, del mare: ecru, verde, svariate nuance di marrone, panna, blu notte e giallo limone.

 

Sonia Carrasco 2

Sonia Carrasco 3

Preen by Thornton Bregazzi

Una definizione adatta a sintetizzare la Fashion Week londinese potrebbe essere “il boom dell’ eco-friendly”. Il riciclo e l’utilizzo di materiali a ridotto impatto ambientale sono dei must anche per Preen by Thornton Bregazzi, che ambienta il suo lookbook in uno scenario rurale (un rimando al cottage nel Suffolk dove vivono attualmente Justin Thornton e Thea Bregazzi) e propone una collezione romantica ma all’ insegna del comfort. Risaltano abiti e gonne invasi da stampe floreali (le stesse dei foulard), ampi cappotti a spina di pesce, abiti longuette vivacizzati da balze di diverse dimensioni. Colpisce un cappotto comodo, con maniche a sbuffo e volant in vita, tinto di un incantevole blu oltremare. Ricorrono colori decisi come il rosso, il ruggine, il verde mela, il nero.

 

Preen by Thornton Bregazzi 2

Preen by Thornton Bregazzi 3

Temperley London 1

E’ una collezione dal forte sapore Boho, quella che Alice Temperley dedica all’ Autunno Inverno 2021/2022. Ricca di lunghi abiti “gipsy” in fantasie floreali, tailleur pantalone a zampa anni ’70, bluse con pettorina in pizzo e gonne abbottonate sul davanti. Gli anni ’70, in effetti, regnano sovrani. I materiali sono vari e tutti tassativamente in versione eco-sostenibile: velluto, pelle, tulle, denim, felpa, cotone…coniugano la praticità con la tipica vena romantica del brand, ma esaltano anche un appeal audace come quello emanato da un chiodo tempestato di borchie e da un tailleur di pelle in total black. A proposito di tailleur: spiccano i completi pantalone realizzati in velluto, con gilet e sciarpina impalpabile annodata al collo. Si ispirano a uno stile che, dopo oltre mezzo secolo, continua a esercitare un fascino potente.

 

Temperley London 2

Temperley London 3

 

 

 

“Le Lion de Chanel”, il Leone da emblema a essenza olfattiva di Mademoiselle Coco

 

Nata il 19 Agosto 1883, Gabrielle Chanel apparteneva al segno zodiacale del Leone. E del Leone era l’ incarnazione perfetta: “Come un leone”, era solita dire, “sfodero gli artigli per evitare che gli altri mi feriscano. Eppure, per me è più doloroso graffiare che essere graffiata.” Istintiva, risoluta, audace, Gabrielle seppe riscattarsi da un’ infanzia segnata dalla povertà e dalla ferita dell’ abbandono. Il Leone, emblema della forza, non poteva che diventare il suo stesso emblema. Lo tramutò in un feticcio, in un portafortuna. In un oggetto da collezione che adornava – in svariate forme e materiali – l’ appartamento in rue Cambon 31 dove viveva, ma ne fece anche il leitmotiv della gioielleria e della moda Chanel. Ricorreva sui bottoni dei tailleur, sulle cinture, sulle borse, sui bijoux…Oltre che al rimando astrologico, il motivo ispiratore del Leone è associato a un episodio ben preciso nella vita di Mademoiselle: quando Boy Capel, il suo grande amore, morì in un incidente stradale nel 1919, Gabrielle si rifugiò a Venezia per trovare sollievo dal dolore. Fu qui che, casualmente, il suo segno zodiacale e il simbolo della città lagunare si incrociarono e si fusero per sempre. Il Leone di San Marco, che nella Serenissima compare ovunque, diede nuova linfa all’ ispirazione di Coco Chanel; ammantò di un senso di rinascita e di suprema bellezza il significato che il Leone rivestiva per lei. Oggi, il Leone riappare sotto forma di fragranza: la più recente della collezione Les Exclusifs de Chanel.

 

 

Le Lion de Chanel, creato dal naso Olivier Polge, è un’ Eau de Parfum dall’ imprinting intenso e sensuale. Esordisce con note di Limone e Bergamotto prima di immergersi in un inebriante cuore di Ambra e cuoio del Labdano. Il fondo amalgama sapientemente il Sandalo, il Patchouli, il Muschio e la Vaniglia del Madagascar, che donano un tocco avvolgente al jus esaltandone la maestosità raffinata. Un secolo dopo dal viaggio a Venezia di Mademoiselle, il Leone torna a ruggire. E ad esprimere, stavolta olfattivamente, la personalità forte e passionale di una donna la cui vita è già leggenda: Gabrielle Bonheur, detta “Coco”, Chanel.

Le Lion de Chanel è disponibile nei formati da 75 e da 200 ml

 

 

Il Leone alato simbolo di San Marco, a Venezia

 

Foto di Coco Chanel (“Coco Chanel, 1936”) via Laura Loveday from Flickr, CC BY-NC-SA 2.0

 

 

La colazione di oggi è un concentrato di energia

 

La colazione di oggi è una tipica colazione di fine Inverno. Manca ancora un mese, in realtà, all’ arrivo della Primavera, ma le giornate si sono allungate notevolmente e il sole splende ogni mattina: ci troviamo in quel periodo di transizione che si colloca a metà tra la stagione fredda e il risveglio della natura. Per affrontare in piena forma questa fase dell’ anno, puntiamo su una colazione nutriente e completa al tempo stesso. Un croissant non ce lo toglie nessuno, è un interludio goloso di cui è proibito fare a meno. Ma lo affianchiamo ad una ciotola di Muesli, che sarebbe sufficiente anche come piatto unico: il mix di cereali (avena su tutti), frutta essiccata (l’uvetta sultanina predomina) e semi oleosi (mandorle, nocciole, noci) che lo compongono è l’ideale per un inizio di giornata DOC. Ha un sapore dolce, proprietà altamente energizzanti. In più, potete sia prepararlo personalmente che acquistarlo al supermercato. La lista dei benifici del Muesli è lunga: basti pensare che contiene proteine, grassi “salutari”, carboidrati, fibre, minerali e vitamine in gran quantità. Il nostro organismo assimila i carboidrati gradualmente per tramutarli in energia che rilascia a poco a poco; le fibre favoriscono la regolarità intestinale, le proteine accelerano il metabolismo, la frutta abbonda di antiossidanti naturali. Potete pensare ad una colazione più sana? Sarebbe sempre meglio scegliere il Muesli integrale, privo di grassi vegetali e zuccheri aggiunti. Lo si versa in una ciotola aggiungendo dello yogurt o del latte, e il gioco è fatto. Alcuni lo arricchiscono con frutti di bosco, fragole o fette di banana: per esaltare il suo gusto e rendere il risveglio ancora più dolce.

 

 

 

New York Fashion Week: flash dalle collezioni AI 2021/22

 

Il 14 Febbraio sono ufficialmente ripartite le Fashion Week nelle quattro capitali internazionali della moda. E come ogni anno, il “fashion month” è stato inaugurato a New York:  a sfilare (soprattutto virtualmente, data l’ emergenza sanitaria) sono le collezioni Autunno Inverno 2021/22, che vanno in scena anche a Londra, Milano e Parigi. L’ era del Covid, però, ha provocato degli stravolgimenti notevoli nelle modalità di presentazione e nella cronologia degli show. Sfilate a porte chiuse e lookbook diffusi via web sono stati pressochè la regola, nella Grande Mela, ma si è verificato un fenomeno ulteriore: la defezione di svariati brand dal calendario ufficiale. Non sono pochi, infatti, i marchi che hanno deciso di svelare autonomamente le proprie collezioni. In gran parte con l’ ausilio del social, dal momento che ormai rivestono un ruolo fondamentale. Differenziare le date e la prassi delle sfilate rappresenta un modo per svincolarsi dalla “maratona” modaiola e, al tempo stesso, per dirottare l’ interesse mediatico su una singola griffe, su un singolo evento. La Fashion Week newyorchese ha annoverato dei grandi assenti: top names del calibro di Michael Kors, Marc Jacobs, Tommy Hilfiger, Ralph Lauren, Proenza Schouler, Jonathan Cohen, Alexander Wang e Tory Burch presenteranno (o hanno già presentato, come Proenza Schouler) le loro creazioni in altre date, alcune di gran lunga posteriori a quelle – comprese tra il 14 e il 17 Febbraio – della Settimana della Moda. Se questo nuovo approccio, da un lato, permette una maggior libertà nel gestire il lancio delle collezioni, dall’ altro (almeno a mio parere) rischia di risultare un po’ caotico e di non ricevere il meritato risalto, vista la molteplicità delle informazioni in epoca pandemica.  Tom Ford, Presidente del CFDA (Council of Fashion Designers of America), ha prontamente ribattezzato il calendario “The American Collections Calendar”, sottolineando l’ intento dell’ associazione di “aiutare a promuovere e supportare la moda americana” a prescindere dalla tempistica degli show. Lo stesso Tom Ford, peraltro, ha scelto di posticipare al 26 Febbraio la presentazione della sua collezione. Tra i brand presenti nelle date “standard” della NYFW spiccano quelli di Gabriela Hearst, Jason Wu, Collina Strada, Coach, Carolina Herrera, Oscar De La Renta, Victoria Beckham, Zimmermann, Prabal Gurung e Anna Sui, per citarne solo alcuni. VALIUM, come ogni anno, fa scalo nelle quattro capitali del fashion per mostrarvi una serie di flash tratti dalle collezioni. Ecco la selezione relativa alle sfil…Pardon, ai lookbook di New York.

 

Adam Lippes 1

Colore, comfort e knitwear in abbondanza sono i cardini della collezione di Adam Lippes, che sceglie di coniugare portabilità e leggerezza (anche nei tessuti) per riportare un alito di gioia nella cupa era del Covid. Si fanno notare gli eleganti cappotti con orli rasoterra, i maxi fiocchi al collo e gli affusolati, ma fluidi, outfit in lana. Tra le cromie risaltano il lilla, il giallo e il rosa pastello, il marrone, il nero, il panna, il rosso. In particolare, conquista il blu Klein magnetico di un paio di pantaloni con piega abbinati a una giacca strutturata ma priva di maniche.

 

Adam Lippes 2

Adam Lippes 3

Victoria Beckham 1

Abiti pratici e portabili senza trascurare l’eleganza, denim e maglieria affiancati al tulle impalpabile e a creazioni che rielaborano lo stile militare: per Victoria Beckham l’ Autunno Inverno 2021/22 è all’ insegna della libertà. La sua collezione combina una sartorialità impeccabile con accessori sfavillanti di brio (come gli stivali, pressochè onnipresenti, cosparsi di glitter argentati). Cappotti e giacche giocano un ruolo chiave. La palette decreta il trionfo del nero e del blu notte alternandoli al rosso, al rosa pastello e a un beige luminoso che a volte sconfina nel nude.

 

Victoria Beckham 2

Victoria Beckham 4

3.1  Phillip Lim 1

Il comfort, un vero e proprio leitmotiv della New York Fashion Week, viene celebrato anche da 3.1 Phillip Lim. Il designer crea la sua collezione pensando alla quotidianità del post-lockdown, al ripristino di una vita in movimento e al ritorno in ufficio dopo lo smart working dilagante. Di conseguenza, propone outfit ad hoc: aleggia un mood anni ’70 e predomina la struttura ricercata, quasi scultorea dei capi; risaltano iconici colli alti in maglia che diventano accessori e dolcevita tempestati di ampi fori. Cromaticamente, ricorrono nuance neutre ravvivate da pennellate di giallo oro, celeste e blu oltremare.

 

3.1 Phillip Lim 2

3.1 Phillip Lim 3

Prabal Gurung 1

Gurung ha ideato la sua collezione la scorsa estate, e si nota: il temporaneo calo nei contagi aveva riportato in auge il glamour e la voglia di abiti “flamboyant”. Il designer ha elevato questo mood alla massima potenza, costellando le creazioni di pois, fiocchi, stampe floreali ed adornandole di strascichi, ruches, ampissimi orli a zampa e ricchi tessuti piumati. I colori? Una palette decisa composta dal rosso, dal bianco e nero e da un rosa ultra carico.

 

Prabal Gurung 2

Prabal Gurung 3

Zimmermann 1

Anche Nicky Zimmermann pensa all’ estate, ma alla prossima. La immagina come un periodo che porterà con sè un forte desiderio di rinascita, di divertirsi,  di spensieratezza, tutti elementi che non ci abbandoneranno al ritorno della stagione fredda. Lo stile della collezione si rifà agli anni ’70 e ’80: alterna ampi pantaloni a vita alta, lunghi cappotti e abiti in stile New Romantic. Maniche a doppio sbuffo, frange adornate di coriandoli e colli alti ricamati impreziosiscono lo “Zimmermann signature dress”; la palette cromatica spazia dal burgundy al rosa pesca, dal senape al nero passando per svariate tonalità di blu e di marrone.

 

Zimmermann 2

Zimmermann 3

Y/Project 1

La collaborazione con il brand Canada Goose dona un vago tocco sporty ai look sperimentali di Glenn Martens. Asimmetrie, sovrapposizioni, arricciature che definiscono scolli o forgiano la silhouette dell’ abito…e poi, ancora, squarci strategici, colli alti e polsini da attaccare e staccare a proprio piacimento: fanno tutti da fil rouge ad outfit sorprendenti. I capi nascono con l’ intento di assumere nuove forme a seconda dei movimenti di chi li indossa; colpiscono un abito-mongolfiera color lilla (una delle top nuance di stagione), un ensemble burgundy composto da una lunga tunica con due “oblò” aperti sulle tasche dei pantaloni sottostanti, una mantella rasoterra in total black che sembra fondersi con l’abito nella stessa tonalità.

 

Y/Project 2

Y/Project 3

 

 

 

E quindi uscimmo a riveder le stelle

 

” Lo duca e io per quel cammino ascoso
intrammo a ritornar nel chiaro mondo;
e sanza cura aver d’alcun riposo,

salimmo sù, el primo e io secondo,
tanto ch’i’ vidi de le cose belle
che porta ’l ciel, per un pertugio tondo.

E quindi uscimmo a riveder le stelle. “

 

Dante Alighieri, da “Divina Commedia, Inferno, Canto XXXIV”

 

 

 

 

Occhi puntati su Marte: stasera, due eventi imperdibili riguardano il Pianeta Rosso

 

Marte è, senza dubbio, il pianeta più mitico del sistema solare. Affascina l’ uomo sin dalla notte dei tempi, forse perchè – dopo Venere e Giove – è uno dei corpi celesti maggiormente visibili anche a occhio nudo. Chiamato “pianeta rosso” per il colore della sua superficie desertica, pare che 4 miliardi di anni orsono ospitasse mari, fiumi e laghi. Se oggi, infatti, la sua atmosfera è gelida e sottile, un tempo era molto più spessa, e si è sovente pensato che avesse permesso lo sviluppo di qualche forma di vita. I Greci e i Romani, attratti dalla sua tonalità rutilante, associarono subito il pianeta ad Ares e a Marte, il dio della Guerra, mentre ad Aristotele bastò notare un suo transito alle spalle della luna per confutare i cardini del geocentrismo. Galileo Galilei, nel 1609, fu il primo ad osservarlo attraverso un telescopio, e Giovanni Schiaparelli (lo zio astronomo della stilista Elsa) creò una sua accurata mappa alla fine dell’ 800. Dagli anni ’60 del XX secolo, svariate sonde hanno raggiunto Marte con l’ intento di esplorarne il terrirorio. Mariner 4 della NASA, nel 1965, fornì le prime immagini ravvicinate del “pianeta rosso”: mostravano crateri frequentemente ricoperti di ghiaccio a causa delle temperature sottozero. L’ ipotesi che ci fosse vita su Marte, quindi,  cominciò a sfumare con delusione unanime.

 

 

Attualmente, sono ben tre le sonde in volo verso Marte: Tianwen-1 proviene dalla Cina, Hope dagli Emirati Arabi e Mars2020 dagli Stati Uniti. Con Mars2020 atterrerà Perseverance, il quinto rover lanciato dalla NASA, partito dalla base di Cape Canaveral lo scorso giugno. Il suo arrivo sul suolo marziano è previsto per le 21.55 (ora italiana) di stasera, un evento che verrà preceduto dall’ impatto di Perseverance con la rarefatta atmosfera del pianeta (pare che innalzerà la temperatura del suo scudo termico fino a 1300°C). Lo sbarco del rover, comunque, non sarà l’unico fenomeno a cui potremo assistere in serata. Marte, che per tutto il mese di Febbraio è osservabile a occhio nudo al calar del buio (basta seguire la sua rotta da Sud Ovest verso Ovest prima che tramonti a notte fonda), darà vita a una favolosa congiunzione con la Luna intorno alle 19. La Luna crescente, a un giorno del primo quarto, stazionerà insieme a Marte nella costellazione dell’ Ariete: l’ astro d’argento e il pianeta rosso si accingono a regalarci uno spettacolo assolutamente imperdibile. L’ atteraggio di Perseverance, altra news di spicco di questo 18 Febbraio, potrà essere seguito alle 20.45  in diretta streaming sul canale YouTube e sulla pagina Facebook della UAI (Unione Astrofili Italiani) grazie all’ iniziativa Mars Nights. Cliccate qui per avere maggiori informazioni sull’ evento on line. Rimarrete piacevolmente sorpresi leggendo che persino Dante Alighieri e David Bowie parteciperanno all’ appuntamento!

 

 

 

Speciale “Sulle tracce del Principe Maurice”: Martedì Grasso con il Principe a Palazzo Pisani Moretta

La parte 1 (in alto) e la parte 2 del video “Carnevale a Palazzo Pisani Moretta”

 

“Un sogno di Carnevale“: così il Principe Maurice definisce il video che lo vede protagonista, insieme all’ artista e performer Florence Aseult (rileggi qui la sua intervista con VALIUM), nello splendido Palazzo Pisani Moretta di Venezia. Location d’eccezione dei più fastosi balli in maschera, anche il Palazzo risente delle restrizioni dovute all’ emergenza sanitaria. L’ impossibilità di organizzare eventi (uno su tutti? Il prestigioso Ballo del Doge) lo ha privato dell’ atmosfera esclusiva, sfarzosa e incantevole si respira nei suoi spazi durante il Carnevale. Ma la preziosità e la meraviglia di cui questa dimora quattrocentesca è ricca, sono tutte da scoprire: ecco il perchè del video, diretto da Andrea Rizzo, in cui Aseult e il Principe si esibiscono in costumi del XVIII secolo. Lei, un’ affascinante dama, esplora le stanze del Palazzo con crescente stupore. Accenna a dei passi di danza, si mette in posa…Avanza aggraziata mentre ammiriamo, sullo sfondo,  opere di artisti del calibro di Jacopo Guarana, Pietro Longhi e il soffitto magistralmente affrescato dal Tiepolo. Il Salone delle Feste ci lascia senza fiato: lì, di notte, balugina la luce del tripudio di candele che decorano undici sontuosi lampadari in vetro di Murano. E’ in questa suggestiva ambientazione che il Principe Maurice fa la sua comparsa. Indossa un completo nero con redingote e una grande parrucca grigia, il bastone da passeggio che sfoggia ha un’ impugnatura a forma di teschio. Inquietante, misterioso, ambiguo, sono gli aggettivi che ispira il gentiluomo che interpreta. A dire il vero, lo conosciamo già: non è altri che il Covid antropomorfo, uno dei travestimenti clou del Principe per il Carnevale di Venezia 2021. Ma a Palazzo Pisani Moretta si presenta in un’ inedita vesta casanoviana, incontra la dama e si profonde in galanterie ed inchini. Tra i due si instaura un certo feeling; non tanto, però, da impedire alla donna di continuare a volteggiare nel Palazzo…Se “Casanova” sia riuscito a sedurla, non ci è dato saperlo. Quel che è certo, è che l’ antica dimora veneziana innamora a prima vista. Tantevvero che Maurice si è fatto immortalare in quella magica location anche per un servizio fotografico scattato da Andrea Rizzo. Nelle immagini, dove è un Casanova “e basta”, colpisce l’ armonia che si instaura tra lo sfarzo (persino cromatico) del suo personaggio e la magnificenza del Salone delle Feste.

 

 

Affacciato sul Canal Grande, Palazzo Pisani Moretti fu eretto dai Bembo nella seconda metà del 1400 e venne ristrutturato radicalmente tra il 1742 e il 1746. La sua facciata, in stile gotico veneziano fiorito, si contraddistingue per le esafore centrali ispirate a quelle della loggia di Palazzo Ducale. Gli interni dell’ edificio risalgono al XVIII secolo e spaziano dal barocco al neoclassico. I capolavori dei più acclamati artisti dell’ epoca arricchiscono ulteriormente quegli spazi, osannati anche da famosi ospiti come Giuseppina Bonaparte, lo Zar Paolo di Russia e Giuseppe II d’Austria.

 

 

Oggi, Martedì Grasso, si conclude un’ edizione decisamente sui generis del Carnevale di Venezia. “Un Carnevale diverso”, ha commentato il Principe Maurice, “ma molto intrigante per noi conduttori. Certo, è mancata la socialità fisica e “vera”, però siamo entrati nelle case degli appassionati di tutto il mondo. Abbiamo avuto riscontri dall’ Australia, dall’ Argentina, dagli Stati Uniti e da tutta Europa.” Dopo la maratona carnevalesca, mercoledì 17, il Principe sarà presente al terzo appuntamento con “The Flat”, la trasmissione che conduce insieme a Antonio Velasquez su Smash TV del circuito Twitch. Save the date e, nel frattempo…Buon Carnevale a tutti!

 

 

Photo & video (by Andrea Rizzo) courtesy of Maurizio Agosti

 

 

 

“Haute Fantaisie”, la Rave Couture di Viktor & Rolf

 

La pandemia di Covid, e tutto quel che ne consegue, è uno dei motivi ispiratori predominanti nelle collezioni Primavera Estate 2021 di Haute Couture. Viktor & Rolf, per esempio, hanno preso spunto dall’ “assembramento” che ci manca di più: buttarci nella mischia e ballare, sfrenatamente, travolti dal ritmo di un sound martellante. “Haute Fantaisie”, la collezione del duo olandese, rievoca il mondo delle feste e in particolare dei Rave party, senza eguali in quanto a euforia collettiva. Il mood underground dei look, però, anzichè coincidere con la trasgressione, incarna una fuga nella fantasia all’ insegna della libertà più totale. La “Rave Couture” di Viktor & Rolf fonde l’audacia, l’ ebbrezza, l’ impetuosità di un Rave con la bellezza e con i fasti della Haute Couture. L’ irriverenza incontra l’ eleganza, la crudezza si combina con la meraviglia pura: viene esaltata l’ importanza della festa, del librarsi collettivamente sulle ali della musica, per dimenticare la cupezza dell’ era del Covid e l’attitudine al “doom scrolling” (l’ addiction alle brutte notizie riportate dallo smartphone). Il fil rouge delle creazioni di “Haute Fantaisie”, non a caso, è un incredibile mix and match di epoche e materiali. Frammenti di capi, tessuti e dettagli attingono all’ archivio di Viktor & Rolf con un duplice intento: omaggiare la filosofia sostenibile abbracciata dal duo e rievocare i “vecchi tempi”, quando scatenarsi sulla pista era un’attività liberatoria, sognando i party del futuro al tempo stesso.

 

 

La mescolanza di stili e materiali rimanda proprio alla voglia di far festa. Sembra che le modelle abbiano amalgamato più capi alla rinfusa prima di dirigersi, in tutta fretta, a un rave immaginario. Il patchwork della collezione Couture Primavera Estate 2020 del brand riappare sotto un’ altra forma, con un significato differente. “Haute Fantaisie” decreta il predominio del tulle, maestoso e in grandi balze: lo ritroviamo sui bolerini con gorgiera che amplificano le maniche e lasciano la pancia scoperta, sulle vaporose gonne da ballo, sulle maniche a sbuffo adornate di fitte ruches. Per contrasto, viene abbinato a calze che mixano pizzo e rete, top patchwork monospalla o reggiseni composti da un groviglio di fili dorati, perline in vetro e fiori tagliati al laser. Vige una regola su tutte: se un look è voluminoso dalla vita in su, diventa lineare dalla vita in giù e viceversa. Questo diktat riguarda esclusivamente la silhouette, non intacca la preziosità dell’ outfit. Perchè gli abiti sfoggiano una ricercatezza indescrivibile. Fiocchi argentati sulle spalline e sulle cinture, ricami in pizzo a profusione, tessuti floreali matelassè, applicazioni finto-casuali di fiori e ruches costituiscono solo alcuni dei tasselli che Viktor & Rolf includono nel loro puzzle “festaiolo”. Le gonne sono longuette o rasoterra, oppure sfiorano il ginocchio in un tripudio di balze. Non esistono lunghezze mini: vengono sostituite da slip riccamente ornati indossati con calze a rete punkeggianti. Gli stessi slip insieme a un top, una sorta di lingerie versione rave, risaltano in un look che li affianca ad una lunga mantella cosparsa di fiocchi. A rivestire un ruolo chiave sono anche gli accessori, come l’ opera glove spaiato e le fasce in crochet dorato che cingono la fronte, tempestate di fiori metallici o miriadi di perle. Le scarpe meritano una menzione a parte: in plastica riciclata, declinate in golosi colori bonbon, rappresentano un inno all’ eco-friendly e al buonumore al tempo stesso. Perchè le vibrazioni positive sono un indizio di rinascita; rinvigoriscono il nostro presente mentre fantastichiamo sulle feste del futuro.

 

 

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