Givenchy Gardens, la capsule make up che inneggia ai fiori dei giardini Jonchet

 

Un luogo che è un autentico Paese delle Meraviglie, un maestoso angolo di incanto: osservando i giardini del maniero di Jonchet, la superba residenza  di Hubert de Givenchy a due passi da Versailles, non si può che rimanere senza fiato. All’ infinita distesa di verde delle aiuole, curatissime, si alterna un tripudio floreale dove le peonie regnano sovrane. Questo fiore, esteticamente così ricco e affascinante, ha sempre ammaliato il grande couturier di Beauvais. In occasione della Primavera/Estate 2020, Givenchy ha deciso di celebrare la passione di Monsieur Hubert per i giardini di Jonchet con una capsule make up che inneggia proprio alla peonia e ai suoi seducenti colori. Nicolas Degennes, Direttore Artistico Make Up and Colors della Maison, ha pensato a gradazioni vivide, iridescenti, ispirate al risveglio della natura e ai suoi bagliori, declinandole in una limited edition dal forte imprinting floreale: il suo nome? Givenchy Gardens, naturalmente.

 

 

Per cominciare, ha puntato sull’ incarnato con l’ intenzione di esaltarne la luminosità. A tale scopo, ha rivisitato l’iconico Prisme Blush creandone una tonalità esclusiva: N. 3 Spice Gardens Edition, un bicolor che abbina un blush arancio intenso, ricco di pigmenti, a un illuminante rosa iridescente. Le due nuance possono essere usate singolarmente, affiancate o mescolate per ottenere un effetto ancora più radioso. Il packaging, aderendo al mood della collezione, riproduce un bouquet di iris in chiave impressionista.

 

 

Anche le labbra, con la collezione Givenchy Gardens, prendono parte a questa irresistibile ode ai fiori. E’ un altro cult della Maison, Le Rouge, ad essere coinvolto – sempre in nuove vesti – nel leitmotiv ispiratore: pigmenti iridescenti lo accendono di bagliori a metà tra il satinato e il metal. Morbido e nutriente, Le Rouge assicura uno scintillio da “polvere di stelle” a lunga durata. Le shade in cui si declina sono tre, ognuna ispirata a un fiore. Sparkling Peony N. 01 omaggia la peonia, emblema di femminilità per eccellenza, tingendosi di un rosa vibrante adornato di pigmenti oro. Sparkling Poppy N.02 è dedicato al papavero, associato al rinnovamento e alle svolte: lo contraddistingue un rosso intenso che brilla di lucenti pigmenti rosa. Sparkling Lily N. 03 rimanda a un prezioso bouquet di gigli e iris, sfoggia uno chic puro e conquista con il suo travolgente arancio tempestato di pigmenti argentati. I tappi dei rossetti esibiscono stampe differenziate a seconda del fiore di riferimento: un’ elegante fantasia di peonie per Sparkling Peony, di papaveri per Sparkling Poppy, di iris per Sparkling Lily.

 

 

 

 

Conclude la mini capsule una matita per definire lo sguardo, retrattile e a lunga tenuta. Khol Couture Waterproof viene riproposta in tre splendidi colori; a fare da leitmotiv sono le sfumature decise, ad alta definizione, perfette per accentuare l’ intensità dell’ occhio attraverso un look “grafico”. Il fatto che sia waterproof, inoltre, azzera l’ effetto sbavato e valorizza ulteriormente la texture cremosa della matita. La Gardens Edition, fedele allo spunto floreale,  si avvale di nuance come N.11 Peony (rosa cipria), N.12 Iris (violetto) e N. 13 Poppy (rosso profondo).

 

 

 

 

Tramonto di riflessioni

 

Un’ altra domenica volge al termine, la penultima domenica della fase 1 del lockdown. Io la concludo qui, dondolando di fronte all’ immensa spettacolarità di un tramonto sull’ oceano. Naturalmente, con la fantasia. Stiamo vivendo giorni in cui la razionalità dovrebbe raggiungere il picco, per fronteggiare l’ emergenza Covid-19, ma al tempo stesso non possiamo trascurare l’ enorme potere dell’ immaginazione. Che è quella che davvero ci salva, nel nostro essere a tu per tu con questo dramma. E se al momento il Coronavirus ci proibisce di muoverci, di evadere, di viaggiare, possiamo farlo approdando in luoghi che, esplorati con la fantasia, risulteranno ancora più incantevoli e attraenti. Albert Einstein disse: “La logica vi porterà da A a B. L’immaginazione vi porterà dappertutto”, una frase di cui tenere conto: oggi la faccio mia, e mi trasferisco in un paradiso tropicale per rafforzare il significato che il periodo di clausura ha assunto per me e gli insegnamenti che mi ha donato: su tutti, a parte il valore della solidarietà e dei sentimenti veri, solidi, che durano nel tempo, la basilare importanza dell’ amore per nostra Madre Terra, il rispetto nei confronti dei suoi paesaggi e del suo patrimonio faunistico, vegetale e floreale. Stasera, quindi, voglio sottolinearne il concetto con una semplice – ma sbalorditiva – immagine. Le albe e i tramonti sono da sempre i momenti della giornata che preferisco, perchè sono momenti di riflessione: il tramonto invita al bilancio del giorno appena trascorso, l’ alba a rinascere grazie al giorno che stiamo per affrontare. Mi lascio avvolgere dalle meravigliose cromie di questo sole che cala nell’ oceano, circondata dalle palme esotiche, per augurarvi una buona serata e per ricordarvi, e ricordarmi, di non dar mai per scontata la bellezza di tutto ciò che ci circonda. Ma anche di rivalutare il potere della fantasia che, soprattutto se si intreccia alla realtà, dà vita a un cocktail quanto mai prezioso e inestimabile.

 

 

 

Tendenze PE 2020 – Shorts + giacca = il nuovo tailleur

DIOR

Il tailleur della Primavera/Estate 2020? A base di shorts o di bermuda. I pantaloncini, must intramontabili della bella stagione, si fanno chic e instaurano un connubio con le giacche che li tramuta in veri e propri ensemble: stesso pattern, stesso stile, stesso mood per dare vita a un suit ad alto tasso di praticità e di raffinatezza. Le collezioni ne propongono innumerevoli versioni, adatte a tutti i gusti; dai un’occhiata a queste foto per scegliere il look che più ti rappresenta.

 

MAX MARA

ERMANNO SCERVINO

CHLOE’

BRANDON MAXWELL

DOLCE & GABBANA

MICHAEL KORS

GIVENCHY

TANYA TAYLOR

SAINT LAURENT

SPORTMAX

 

 

 

L’ accessorio che ci piace

 

La fine del lockdown si avvicina e molti di noi hanno già iniziato il conto alla rovescia. Gli stati d’animo sono contrastanti, accomunati da un unico denominatore: la gioia di ritrovare la libertà. Il livello di allerta, certo, rimane alto, e la fase 2 dell’ emergenza implicherà misure precauzionali ben precise; ma dopo mesi di quarantena non vediamo l’ora di poter uscire dalle nostre quattro mura. Se penso a un accessorio che simbolizzi questo mood, mi concentro su un sandalo. Un sandalo che scopre il piede quasi interamente, in modo che la brezza lo accarezzi. Un sandalo rasoterra, per riscoprire appieno il gusto del contatto con il suolo: che siano fili d’erba soffice o granelli di sabbia bollente. Un sandalo con cui sentirsi libere, audaci, in movimento. Mi sono venuti in mente, quindi, gli infradito che Alberta Ferretti ha eletto a must have della sua collezione Primavera/Estate 2020, iconici e molto hippie…Rievocano lo scenario dell’ oceano, del deserto californiano, li si immagina percorrere un tragitto che attraversa strepitosi paesaggi naturali.

 

 

La full immersion nella natura è un ulteriore indizio di vasti orizzonti. Non è un caso, poi, che questi sandali, in pelle scamosciata e stile gladiatore, adornino il dorso del piede con una grande pietra color giada: le suggestioni hippie riaffiorano prepotentemente, esaltando la passione dell’ epoca per gemme come lo smeraldo o il turchese. Niente lacci alla schiava, però. Un cinturino cinge la caviglia mantenendo la scarpa ben salda, mentre la suola di 5 millimetri è compatibile con qualsiasi tipo di location.

 

 

I sandali infradito di Alberta Ferretti inneggiano a un mood e a un’ era in cui, parafrasando una nota poesia di Robert Frost*,  prendere la strada meno battuta poteva fare davvero “tutta la differenza”. Vale la pena di calzarli subito per iniziare il cammino verso la libertà: mancano solo dieci giorni!

 

 

Nota* : “La strada non presa”, 1916

 

 

Snap Shadows Mix & Match Eyeshadow Palette di Fenty Beauty, un focus a tutto colore sullo sguardo

 

Sono uscite all’ inizio del 2020, ma per questo periodo si rivelano perfette: le Snap Shadows Mix & Match Eyeshadow Palette di Fenty Beauty, palette occhi dalle inesauribili e favolose cromie, potrebbero rappresentare un’ ideale opzione beauty durante la Fase 2 del Coronavirus. Quando le mascherine diventeranno obbligatorie, infatti, il make up si concentrerà soprattutto sullo sguardo. E queste palette hanno tutte le carte in regola per valorizzarlo con delle formidabili combinazioni di colore. Le Snap Shadows sono otto, composte da sei ombretti ciascuna: le loro nuance spaziano dalle tonalità più intense a quelle pastello, dalle più neutre a quelle pop. Denominatore comune, il forte mood primaverile che sprigionano. Oltre che, naturalmente, il twist giocoso, fascinoso e spumeggiante di ogni prodotto firmato Fenty Beauty. Come potrebbe essere altrimenti, d’altronde, con una founder come Rihanna? Ma le palette vantano un ulteriore punto di forza, sono cioè personalizzabili. Il candido packaging in cui sono racchiuse è conformato in modo tale da ospitare sei ombretti aggiuntivi: un’ occasione eccellente per creare degli incantevoli abbinamenti cromatici.

 

 

A proposito del pack, va detto che è leggerissimo, iper pratico e può essere comodamente infilato anche in una pochette dalle dimensioni mini. Tutte le Snap Shadows, inoltre, sono contraddistinte da un numero che va dall’ uno all’ otto e si accompagnano al rispettivo nome, quasi a richiamare l’indice di un suggestivo racconto sul colore. Le shade degli ombretti sono altrettanto vibranti deila finitura che ostentano, una ricca alternanza di finish matte, glitterati e shimmer. Siete pronte? Andiamo subito a esplorare insieme questi scrigni delle meraviglie.

 

1. TRUE NEUTRALS

Ovvero, gli “Everyday Nudes”: una sinfonia di nude con cui sbizzarirsi per il look di tutti i giorni. I colori inclusi nella palette sono Nookie Rookie (crema, finish matte), Simma Down (icy pink, finish shimmer), Tequila Night (bronzo, finish shimmer), Velvet Cuffs (rosa oro, finish shimmer), Cumin Get It (color terracotta, finish matte), Affogato (color cioccolato, finish matte).

 

 

2. COOL NEUTRALS

Ovvero, i “Cool Toned Classics”: i neutri virano a toni freddi e si affiancano a un vivido viola. U There ( rosa chiaro, finish shimmer), Wife It Up (malva, finish matte), Risky Richez (taupe, finish metal), Uppaclass (rosa bubblegum, finish metal), Hey Aunty (viola brillante, finish satinato), Gettin’ Toasty (marrone dal tono freddo, finish matte), sono le shade che compongono la palette.

 

 

3. DEEP NEUTRALS

Ovvero, gli “Spicy Warm Tones”: gradazioni profonde, decise e d’effetto che si ispirano ai colori delle spezie. I loro nomi sono Nudy Booty (beige, finish ultra matte), Heaven Cent (pesca, finish glitterato), Smash or Pass (rame che vira al viola, finish shimmer), Fiya Freak (corallo, finish ultra matte), Shots Fired (burgundy, finish ultra matte), No Fudge Given (caffè, finish matte).

 

 

4. ROSE

Ovvero, i “Romantic Pinks”: nuance che fanno del rosa un leitmotiv e risultano, di volta in volta, intriganti o romantiche. Ecco allora tonalità come Sleepova (rosa blush, finish matte), Lil Miss (fucsia intenso, finish matte), Stunt Queen (magenta, finish metal), Sugashock (rosa intenso, finish metal), Spice Trip (color Terra di Siena, finish matte), Diva Feva (rosa antico con glitter argento, finish glitterato).

 

 

5. PEACH

Ovvero, i “Warm Peachy Nudes”: il pesca, il corallo, l’ arancio e le loro sfumature predominano in una palette radiosamente estiva. Gli ombretti si chiamano Bellini Baby (pesca con bagliori oro, finish iridescente), Churro (arancio intenso, finish shimmer), Hi Pumpkin (rame, finish shimmer), Peach Me (pesca, finish ultra matte), Buttarum (arancio chiaro, finish matte), Shoot Your Shot (a metà tra l’arancio e il rosa, finish matte).

 

 

6. SMOKY

Ovvero, gli “Smoky Eyes Essentials”: sei tonalità fumose, intense ed altamente seducenti per chi adora ammaliare con lo sguardo. Nella palette si alternano That Deep? (profondo nero, finish matte), Chestnutz (marrone con una punta di nero, finish matte), You Up? (rosa che vira all’ argento, finish metal), Second Date (grigio scintillante, finish glitterato), Patti Cakez (melanzana, finish shimmer), Tan Linez (grigio scuro che vira al prugna, finish matte).

 

 

7. CADET

Ovvero, i “Camo-Inspired Earth Tones”: una palette ideale per chi ama la natura, i colori della terra e quelli del bosco. Money Mission (bianco luminescente, finish shimmer), Take Cover (caffellatte, finish ultra matte), Glammo Camo (antracite, finish matte), Phatigue (verde olivastro, finish matte), She Salute (ocra, finish matte), Good Cookie (rame, finish shimmer) sono le nuance che sfoggia.

 

 

8. PASTEL FROST

Ovvero, gli “Shimmering Pastel Pops”: tonalità pastello e evanescenti, ma anche straordinariamente pop. Danno vita a un make up sognante che non passa inosservato; in più, possono essere utilizzate anche come illuminanti. Nella palette troviamo Muva’s Boy (azzurro fiordaliso, finish shimmer), Mula-la (lime, finish shimmer), Lei’d Up (oro che vira all’ arancio, finish metal), Ice Cream Kisses (rosa confetto, finish shimmer), Lady Pimp (lavanda, finish  shimmer), Durty Denim (verde acqua, finish metal).

 

 

 

 

 

Alba

 

” Chi non ha visto l’Alba non può dire | che Fisionomia abbia – | chi presume di vedere, presume a danno | dell’Esperienza.”

(Emily Dickinson, “Lettere”)

 

 

 

 

Springtime

GIVENCHY

Colori, suggestioni e reminiscenze di Primavera: è la triade che incarnano questi abiti di Haute Couture. I preziosismi e la sartorialità caratteristici dell’ Alta Moda si coniugano con gli elementi più tipici della bella stagione. Cromatismi floreali, ruche simili a petali di rosa, tulle impalpabile su cui si posano le nuance dell’ alba si alternano a balze che rievocano onde marine tinte di verde acqua e a long dress nella stessa tonalità del crepuscolo; una gonna vaporosa è cosparsa di piume gialle come ranuncoli, un outfit sfoggia decori che ricordano un erbario. Iniziamo il weekend celebrando la bellezza, riannodando il link tra natura e genialità creativa:  sarà un buon modo per immergerci in una dimensione dove il sogno non lascia mai spazio all’ incubo.

 

 

GEORGES HOBEIKA

GIAMBATTISTA VALLI

 

RALPH & RUSSO

 

VALENTINO

JEAN-PAUL GAULTIER

 

ARMANI PRIVE’

 

 

 

Addio a Luis Sepùlveda

 

” «Ora volerai, Fortunata. Respira. Senti la pioggia. È acqua. Nella tua vita avrai molti motivi per essere felice, uno di questi si chiama acqua, un altro si chiama vento, un altro ancora si chiama sole e arriva sempre come una ricompensa dopo la pioggia. Senti la pioggia. Apri le ali» miagolò Zorba. La gabbianella spiegò le ali. I riflettori la inondavano di luce e la pioggia le copriva di perle le piume. L’umano e il gatto la videro sollevare la testa con gli occhi chiusi. «La pioggia. L’acqua. Mi piace!» stridette. «Ora volerai» miagolò Zorba. «Ti voglio bene. Sei un gatto molto buono» stridette Fortunata avvicinandosi al bordo della balaustra- «Ora volerai. Il cielo sarà tutto tuo» miagolò Zorba. “

Luis Sepùlveda, da “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare”

Nell’ era del Coronavirus non è raro ascoltare notizie che spezzano il cuore. E proprio ieri è arrivata quella della morte, a causa del Covid-19, dello scrittore cileno Luis Sepùlveda. Voglio ricordarlo con una citazione tratta da “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare”, un romanzo famosissimo e ricco di riflessioni sul coraggio, sulla diversità, sulla natura umana. Credo che la produzione favolistica di Sepùlveda, che ebbe inizio nel 1996 proprio con questo libro, esprima a tutto tondo il suo pensiero e la sua sensibilità: gli animali che ne sono protagonisti si rifanno all’ antico genere in cui autori come Esopo, Fedro e La Fontaine eccelsero, e hanno molto da dire sull’ uomo e sul suo comportamento. Lo trovo un argomento più che mai attuale, su cui meditare a lungo. E anche se sono ancora ammutolita dalla tristezza, non posso fare a meno di ricordare l’impegno di Luis Sepùlveda, il suo grande amore per la poesia e per la natura, la fiducia che riponeva nell’ umanità. “Sogniamo che un altro mondo è possibile e realizzeremo quest’altro mondo possibile.”, scrive ne “Il potere dei sogni”: una convinzione che è insieme un monito e un auspicio per il futuro.

 

 

Eve delle meraviglie

 

Eve La Plume è un’ amica di VALIUM ormai da un lustro, quando debuttò come conduttrice al Summer Jamboree del 2015. Ho avuto modo di ospitarla nel mio blog in svariate occasioni e desideravo fortissimamente rincontrarla. Il destino ha voluto che la contattassi in uno dei periodi più drammatici della storia dell’ umanità, l’era del Coronavirus; questo tema, quindi, è diventato il nostro argomento di conversazione principale, inglobando anche racconti sulla quotidianità di Eve e sulla sua attività di Burlesque performer. La quarantena a cui siamo confinati va avanti da oltre un mese, è una condizione che spegnerebbe l’entusiasmo di chiunque. Fedele alla sua personalità propositiva, invece, Eve La Plume ha mantenuto la grazia, il sorriso e la raffinata ironia che la contraddistinguono. Con lei la conversazione raggiunge le più alte vette di profondità senza mai perdere la leggerezza: potrei dire che si snoda volteggiando con la soavità di una piuma, parafrasando il nome d’arte che ha scelto. In questa intervista, posso assicurarvelo, Eve ci è vicina con il cuore. Lo dimostra anche il fatto che ha voluto farci un magnifico regalo: il “making of” dell’iconico abito che indossa durante uno dei suoi act più applauditi, la performance sul cavallo a dondolo. L’ artista del Burlesque (cosa sono se non arte, gli eterei e sofisticati spettacoli in cui si esibisce?) ha pensato di crearne una nuova versione per sostituire l’originale, e in una serie di scatti ci illustra l’intero processo di creazione. Eh già, perchè Eve La Plume inventa e cuce personalmente tutti i suoi costumi di scena, ha una fantasia inesauribile. Non è un caso che i capi che sfoggia siano veri e propri gioielli rétro, preziose chicche che ci trasportano nelle atmosfere della Belle Epoque e in un mondo dove la meraviglia regna sovrana. Le foto numerate inserite qui di seguito delineano il percorso che potete compiere per addentrarvi in quell’ universo: ognuna cattura una tappa del “work in progress” di Eve fino ad arrivare all’ abito finito. A voi commentare il risultato!

Ci rincontriamo dopo tre anni e stavolta, purtroppo, in piena pandemia di Coronavirus. Come stai trascorrendo la quarantena?

Me la cavo molto bene: a casa ho un piccolo laboratorio dove realizzo i miei costumi, e sta andando a pieno regime! Quindi, in quel senso, io continuo a lavorare. Non posso fare spettacoli ma proseguo nella preparazione, metto a posto le mie cose e così via…Per me questo è un periodo anche lavorativo, nonostante tutto. Poi c’è da dire che ho una casa carina, esposta al sole.  Apro le finestre e viene inondata dalla luce! Mi considero fortunata, qui sono nel mio habitat, altrimenti la quarantena sarebbe stata decisamente più dura. E poi, sono impegnata in un’impresa titanica: da anni sto cercando di creare un nuovo costume per la mia performance con il cavallo a dondolo, ma ho sempre posticipato perché l’abito che ho cucito tempo fa era davvero speciale, e rifare qualcosa di altrettanto speciale è molto difficile. Allora rimandavo e rimandavo…Ma adesso quel costume sta soffrendo, mi guarda con occhi imploranti perché vuole andare in pensione! Alla fine ho deciso di accontentarlo, così dovrò sostituirlo. Non ne voglio cucire uno identico, però: manterrò solo il genere e i colori. Il mio obiettivo è quello di riuscire a battere il precedente, che era venuto una meraviglia. In questi giorni sono in piena opera di ricostruzione, speriamo che vada tutto bene.

 

L’ ABITO ORIGINALE dell’ act con il cavallo a dondolo

Prima che scoppiasse l’emergenza, amavi passare molto tempo in casa?

Guarda, dal momento che per lavoro sono spesso fuori, per me la vacanza è stata sempre stare in casa. Forse anche perchè mi sento un po’ sovraesposta. Già solo quando esco mi si nota per come vesto, per tutto un insieme di cose… sono sotto i riflettori di continuo. Dipende senza dubbio anche dal lavoro che faccio, che mi mette costantemente al centro dell’attenzione. Quindi, per me stare in casa è il relax totale. Adesso che siamo in quarantena, per esempio, mi mancano cose come le chiacchiere quotidiane con le vecchiette del quartiere: io esco e mi fermano, mi raccontano della loro giovinezza, di come erano, perché esteticamente rimando molto alla loro epoca. Ecco, questo tipo di contatto semplice, carino e delicato a me sta mancando parecchio. Comunque, in genere, rimanere in casa mi fa sentire a mio agio.

Tu sei un’artista del Burlesque: ti esibisci su un palco, davanti a un pubblico che ipnotizzi con performance di una raffinatezza rara. Cosa ti manca di più, di quelle serate?

Mi mancano proprio le serate. Oltre che stare sul palco, il clou di tutto il mio lavoro, a me manca molto il contatto con i miei assistenti. E poi caricare il furgone, il viaggio, la fatica anche. Il fatto di condividere dei momenti istruttivi e stancanti, perché la mia attività è fatta di traslochi: montare le scenografie, smontarle, fare le prove è impegnativo, ha tempi lunghi. Mi manca proprio l’avventura. Quel tipo di esperienza che, comunque, rivivrò in futuro. Però c’è da dire che io mi esibisco in prevalenza nel fine settimana, non vado al lavoro tutti i giorni. In questo caso, forse, le persone sentono maggiormente la mancanza della loro quotidianità. Per quanto mi riguarda, ripeto, l’avventura del viaggio e lo stare insieme ai miei assistenti sono le cose per cui provo più nostalgia in questo periodo.

 

 

Quando il lockdown terminerà, quanto ci avrà cambiato questa drammatica esperienza?

Sai che ci sto pensando molto? Perché trovo che ultimamente predominasse un po’ l’elogio della stupidità, il continuo estraniarsi per essere presenti solo sui social network…I miei, per ora, sono solo interrogativi, ma anche speranze. Potrebbe essere che scopriamo quali sono i nostri veri amici, che cominciamo a essere più professionali e seri, ad applaudire di meno all’ idiozia. Sarebbe un grande insegnamento, in questo senso: essere più seri, ma nel senso positivo del termine. Io, per esempio, a volte mi sono sentita la “rompiscatole di turno” per il semplice fatto di essere molto professionale, perché la tendenza era dire “Ma sì, ma dai, ma chi se ne importa…”. Spero che un simile modo di fare cambierà. Abbiamo visto delle persone parlare con cognizione di causa per la prima volta, abbiamo visto figure istituzionali dire cose serie, che avrebbero cambiato il corso delle nostre vite: secondo me è un ritorno alla consapevolezza, al fatto stesso di essere più comprensibili ed anche più precisi nell’ esprimersi. Probabilmente tutto questo apporterà un importante miglioramento alla società. O magari ci dimenticheremo tutto, diremo “Per fortuna è finita” e saremo ancora più stupidi…Non so. Le mie riflessioni non troveranno risposta finchè non vedremo che succederà. D’altronde, né la nostra generazione né quelle immediatamente precedenti hanno mai vissuto drammi del genere. E’ una situazione completamente nuova.

 

1. Il “MAKING OF” della creazione del nuovo abito. Seguite il percorso delle foto numerate per ammirare il risultato finale…

Sei un’ospite ricorrente nei programmi di Piero Chiambretti, peraltro appena guarito dal Coronavirus. Hai avuto modo di sentirlo, di recente?

Questa, per me, è la storia più triste del momento. Io sarei dovuta essere l’ospite della puntata in cui a “La Repubblica delle Donne” hanno fermato tutto, ma già dalla domenica prima vedevo che c’era aria di chiusura generale. Stavo preparando una performance ispirata a uno dei miei spettacoli, che per i tempi televisivi sono molto lunghi. Quindi lavoravo a una nuova coreografia, a un sottofondo musicale abbreviato, mi impegnavo nelle prove e così via… Quella domenica, intuendo che avrebbero potuto sospendere la trasmissione, ho fatto qualche telefonata e alla fine ho scoperto che Piero non stava bene, per cui hanno deciso di stoppare tutto e la puntata che dovevo fare è saltata. Ho pensato che fosse giusto, data la situazione. Di lì a poco, Piero è stato ricoverato in ospedale insieme alla madre perché accusavano dei sintomi sempre più gravi. Sono risultati entrambi positivi al Coronavirus, sua mamma tra l’altro era anziana…e qualche giorno dopo è morta. Piero, è risaputo, era legatissimo alla madre. Mi sono immedesimata in quella circostanza: immaginavo Chiambretti sotto respiratore, la madre morta a cui non poteva neanche dire addio…E’ stata una cosa che mi ha turbato moltissimo. Ecco, l’aspetto più terribile di questa malattia è il fatto che le persone che muoiono non possono neppure essere salutate in modo degno. E pensare a una persona a me cara come Piero, che stimo molto, in quell’ orrendo frangente, mi ha fatto soffrire davvero. Adesso è uscito dall’ ospedale, si sta riprendendo, ha il tampone negativo, per cui gli è andata bene. Però ha perso la madre…

 

2.

Quando ti rivedremo in TV? Se “andrà tutto bene” come ci auguriamo, qual è l’appuntamento futuro con Eve La Plume che non potremmo mai mancare?

Ti racconto qualcosa di buffo. Ho in programma degli show previsti a Novembre del 2020 e a Febbraio e Marzo del 2021. Siccome ho firmato i contratti a Gennaio, all’ epoca mi sembrava una cosa un po’ strana. Mi dicevo: ho un lavoro importantissimo per l’anno prossimo, ma quest’ anno che succederà? In realtà, poi è andata benissimo. Tutte le date previste finora sono saltate, però non avevo impegni rilevanti come quello che ho sottoscritto per il 2021. Si tratta di un tour della Germania in cui girerò i teatri insieme a un gruppo che fa musica swing e rockabilly. Con noi ci saranno altri artisti –  non di Burlesque – e faremo uno spettacolo itinerante che durerà due mesi. Sono molto felice, non vedo l’ora di iniziare! L’ impegno del prossimo Novembre non so se ci sarà, essendo al momento tutto bloccato. Ma se andasse in porto, posso anticiparti che si tratta di una mostra interattiva all’ interno di un contesto molto importante del mondo dell’arte. Di più non posso dire perché, se saltasse, perlomeno non ho dato troppe informazioni! In realtà credo che io ripartirò nella fase 35, perché facendo spettacoli che prevedono assembramenti probabilmente sarò l’ultima a ricominciare a lavorare. Magari, se tornassi in TV, i tempi potrebbero accorciarsi un po’. Quella puntata di “La Repubblica delle Donne” è ancora in ballo, non so se la rifaremo. Sarebbe un peccato, perché era tutto pronto. Però la situazione è ancora così incerta che fare previsioni è molto difficile.

Teatri e locali sono chiusi, a tutt’oggi è impossibile prevedere i tempi della loro riapertura. Hai qualche progetto alternativo per mantenerti in contatto con i tuoi fan, con il tuo pubblico?

Per la prima volta nella mia vita sto curando i social, nello specifico Instagram (clicca qui per seguire il profilo di Eve), dove aggiorno i miei fan quasi quotidianamente. Devo dire che è più nelle mie corde rispetto a Facebook: privilegiando le immagini esalta l’aspetto estetico e a me piace proprio per questo. Io sono molto indietro rispetto all’uso dei social, ma in questo momento trovo carino rimanere in contatto con il mio pubblico. Più che altro inserisco le immagini dei costumi che sto realizzando durante la quarantena, vestiti che indosso e poi fotografo nel cortile, però sto anche mettendo on line il mio archivio fotografico e parecchi contenuti inediti. Non è un modo per avere un guadagno, per lavorare davvero. Sebbene io abbia un numero ancora abbastanza ristretto di follower, trovo che Instagram sia uno strumento che dia la possibilità di seguirmi a chiunque lo desideri.

 

3.

Immagino che non ti vedremmo mai in vestaglia e pantofole neppure se dovessi apparire in una live tra le pareti di casa…Giusto?

Guarda, è una cosa che fa ridere i più. Perchè ogni mattina, anche se non devo far niente, io mi sveglio, mi faccio la doccia, mi trucco di tutto punto, mi faccio i capelli come una diva degli anni ’40, mi vesto come per una copertina di Vogue e poi rimango in casa! In questo momento, mentre parliamo al telefono, sono vestita, truccata e pettinata come se fossimo in videochiamata (ride, ndr). A proposito, un amico un giorno mi ha fatto una videochiamata a sorpresa. Nei primi giorni di lockdown si divertiva a chiamare tutti per sorprendere chi in pigiama, chi in maglietta, chi con le scarpe rotte e via dicendo, ma quando ha chiamato me sembrava che fossi uscita da un ricevimento di gala. Ero perfetta, non è riuscito a prendermi in fallo! E’ proprio una mia caratteristica, una routine da cui non derogo per niente al mondo. Io la mattina mi sveglio, mi trucco, mi prendo cura di me stessa e soltanto dopo comincio la giornata.

 

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Che futuro prevedi per il mondo degli eventi, nel post-Coronavirus? Le restrizioni per arginare il contagio potrebbero dar vita a dei format inediti di spettacolo?

Vedo che in molti si stanno organizzando on line, pubblicano video su YouTube eccetera, però io penso che il contatto umano dia un’emozione diversa. Ci sono delle cose, secondo me, che vale la pena di aspettare per poi viverle tradizionalmente. Diciamo che tutto quello che si sta facendo a livello virtuale è di grande aiuto. Esistono iniziative molto belle, molto interessanti, che possono essere efficaci in questo momento di chiusura. Però spero che dopo si ricominci a condurre una vita reale, con un contatto umano che dà un piacere ben diverso da quello di un video. Io mi auguro che tutto possa riprendere così come era prima. Probabilmente, come ti dicevo, nel mio settore si ripartirà tardissimo, ma spero che il contatto umano continui ad essere il perno e il punto di forza del mondo degli eventi.

Quale messaggio rivolgi ai lettori di VALIUM in questo momento così difficile?

Vorrei fare una riflessione. E’ vero, questa è una situazione tragica, stiamo piangendo tantissime vittime. Ma c’è una cosa che mi ha stupito, anche se sarò banale: il fatto che sia stato messo da parte l’aspetto economico per salvare la salute di un popolo. Per me è qualcosa di meraviglioso. Se tempo fa mi avessero chiesto “Cosa farà l’Italia, salverà prima l’economia o gli esseri umani?”, io il dubbio che avrebbe salvato l’economia lo avrei avuto. Quindi per me è stato un gran sollievo constatare che, sebbene il denaro sia al primo posto nella nostra società, per una volta viene messo un po’ da parte. Con tutte le problematiche che ciò comporta. Non sto dicendo che siano tutte rose e fiori, anzi: le conseguenze economiche del Coronavirus sono drammatiche. Però si è pensato alla salute, si è pensato alla vita delle persone. Sentiamo dire “Prima la vita” anche nei discorsi. Secondo me è molto importante. Per cui quello che voglio dirvi è di riacquistare la fiducia. Nelle persone, nel governo, nella nazione…E quando tutto finirà, andiamo avanti con un po’ di fiducia in più. Certo, in un contesto così terribile gli errori sono stati fatti, ma stavamo vivendo una situazione caotica che non si era mai presentata prima. Non è andato tutto liscio, in modo perfetto, però le scelte che sono state fatte sono state forti, giuste e a favore della vita, e questo è un dato positivo. Aver dato la precedenza alla vita è un’ottima cosa, secondo me. E’ un bell’ incoraggiamento. Prima regnava il culto del denaro, io vedo fare cose tremende in nome dei soldi…Quotidianamente e senza troppi rimorsi. Questa volta non è andata così, questa volta l’economia è crollata ma sono state salvate le nostre vite: lo trovo altamente positivo.

 

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GRAN FINALE.  Ecco il costume rivisitato in versione 2020: spettacolare a dir poco!

 

 

Le foto di Eve La Plume sono di Marielise Goulene: https://marielisegoulene.com/