Haute Couture a Parigi: 10 look

Giambattista Valli

Abiti che sono capolavori di sartorialità, preziosissime creazioni che al savoir faire artigianale e alla ricercatezza del dettaglio coniugano un’ inventiva spettacolare: è l’ Haute Couture, protagonista assoluta delle collezioni SS 2017 appena presentate a Parigi. Tra sogno, fiaba e visionarietà sopraffina, ecco una selezione di 10 look direttamente dalle sfilate.

Yuima Nakazato

Armani Privé

Dior

Schiaparelli

Valentino

Maison Margiela Artisanal

Chanel

Jean-Paul Gaultier

Viktor & Rolf

New icons: Irina Kravchenko

Irina per Philipp Plein Cruise 2017 (photo by Dylan Don)

L’ abbiamo vista, ultimamente, negli smaglianti scatti che Dylan Don ha realizzato per la Cruise Collection 2017 di Philipp Plein: palme esotiche a far da sfondo ed una fiammeggiante Cadillac ad esaltare look ispirati al car racing. Fiammeggiante come la sua chioma, of course. Perchè di Irina Kravchenko, iperquotata top ucraina, la lunga massa di capelli rossi è diventata il trademark. Classe 1987, nata a Zaporizhzhya, si è imposta per lo stile innato e la bellezza unconventional: zigomi alti, occhi verdi a mandorla, lineamenti perfetti ma decisi, Irina ha visto decollare la sua carriera a New York, in occasione delle sfilate Primavera/Estate 2013. Alexander Wang ne rimase conquistato e la invitò ad aprire il suo show, il primo di una serie di successi in passerella che valsero a Irina un contratto con la prestigiosa Ford Modelling Agency. E pensare che lei, a diventare modella, non ci pensava nemmeno. In Ucraina insegnava Arte dopo aver studiato Computer Design all’ Università. Almeno fin quando non è stata notata dalla L-Models, la più nota agenzia di modelle locale: tutto è iniziato per caso, quasi per gioco, ed è proseguito in una scalata all’ Olimpo delle top inarrestabile. Oggi, Irina Kravchenko annovera nel suo CV collaborazioni con brand del calibro di Marc Jacobs, Prada, Philosophy, Narciso Rodriguez, Antonio Marras, Tommy Hilfiger, Thakoon, Victoria Beckham, ed è apparsa sulle cover dei più autorevoli fashion magazine internazionali. E’ lei la prima top ucraina fotografata sulla copertina di Vogue del suo Paese, ma si è sempre mantenuta pragmatica e con i piedi per terra: dichiara di detestare il “trucco e parrucco” elaborato, di vestire in jeans e di avere un debole per i gatti. “La prima volta una modella viene chiamata per il suo aspetto, la seconda per la personalità”, ha detto, e Irina di personalità ne ha da vendere. E’ forte e determinata ma anche gioiosa, playful, scherza nel backstage e ha hobby “da comuni mortali” come la palestra e la cucina.  Dettagli che non fanno che esaltare il suo punto di forza: la luminosità combinata ad una allure iconica. Quella sì, e decisamente, del tutto unica!

Irina per Antonio Marras SS 2017

 

Irina per Bottega Veneta FW 2016

 

Irina per Maison Margiela Artisanal FW 2016

 

Irina per Alexander Wang FW 2016

 

Irina per Sakai FW 2016

Glitter People

” Ho sempre voluto fare musica come la gente scrive commedie, così sono stata ispirata dagli scrittori quanto dai musicisti. “

St. Vincent

Photo by Tristan Loper [CC BY-SA 4.0 (http://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0)], attraverso Wikimedia Commons

Il close-up della settimana

Vogue Italia e L’ Uomo Vogue hanno un nuovo direttore: Emanuele Farneti. Classe 1974, nato a Roma ma milanese d’azione, dopo una formazione in TV Farneti arriva in Condé Nast nel 1999, dove contribuisce a lanciare il mensile Gentlemen’s Quaterly (comunemente noto come GQ). Per lui si succedono, in seguito, ruoli direttivi e manageriali nelle redazioni di Men’s Health, della Gazzetta dello Sport e del suo supplemento Sportweek, di cui nel 2004 diviene direttore. Sempre nel 2004 lo vediamo al timone di  Men’s Health, che stavolta dirige per tre anni prima di passare a First e a Panorama.  Il 2011 e il 2012 coincidono, per Emanuele Farneti, con il lancio di Panorama Icon e di Flair in una nuova edizione. E’ il 2014 quando fa ritorno in Condé Nast per dirigere AD; un incarico che precede la nomina, pochi mesi dopo, a direttore di GQ. Jonathan Newhouse, Chairmain e Chief Executive di Condé Nast International, ha speso per Farneti parole lusinghiere: “Emanuele è considerato un vero e proprio ‘magazine maker'”, ha dichiarato, “in grado di portare ad ogni testata sorprendenti novità, freschezza visiva e qualità ai massimi livelli”. Riguardo al suo ruolo di successore di Franca Sozzani, ha sottolineato la genialità dell’ indimenticata direttrice che “ha reso Vogue Italia e L’Uomo Vogue un punto di riferimento in tutto il mondo per la moda e la fotografia”, aggiungendo: “Ci può essere una sola Franca. Eppure lei stessa aveva riconosciuto che Vogue possiede una vita propria che trascende la creatività di un singolo individuo. Conosceva e aveva un gran rispetto per Emanuele, e credo che avrebbe approvato.” Ci uniamo dunque a Jonathan Newhouse nell’ augurare ad Emanuele Farneti un grande “in bocca al lupo” per questa nuova, entusiasmante avventura.

Photo by Julie Robertson from Flickr, CC BY 2.0

Tendenze FW 2016/17: plissé forever

Antonio Marras

Plissé forever, sempre, fortissimamente. Abiti e gonne a pieghe – meglio se sottili e fitte – non conoscono tempo e restano saldamente al top nella classifica dei trend. Il plissettato movimenta il look, crea giochi di volume, dona una ricercatezza esaltata da quel tocco di freschezza che non guasta. Il risultato? Una conferma che va al di là di ogni stile e di ogni stagione.

 

Salvatore Ferragamo

 

Gucci

 

Fendi

 

Stella McCartney

 

Roksanda

 

Delpozo

 

Luisa Beccaria

 

N. 21

 

Valentino

 

Mila Schon

Roberto Cavalli presenta Paradiso Assoluto, il profumo inebriante dell’ Eden

Rosso come un prezioso rubino, Paradiso Assoluto cattura l’ occhio e l’ olfatto in parti uguali: la nuova fragranza di Roberto Cavalli rivisita il flacone di Paradiso tingendolo di un red sfumato su cui spiccano caratteri oro. E a Paradiso lo accomuna anche l’ ispirazione, quel “giardino dell’ Eden” affacciato sul Mediterraneo che, con la sua natura rigogliosa e le sue varietà floreali, fa da sfondo all’ intera linea di profumi. E’ lo stesso giardino in cui scopriamo, ora, una specie di fiori mediterranei che ci seduce con il suo mix inebriante di aromi, immergendoci in un universo olfattivo invitante ed opulento. Sentori floreali e speziati si uniscono in un connubio magnetico: come il frutto proibito dell’ Eden, il suo appeal è potente. E la donna Paradiso Assoluto, libera, sensuale, gioiosamente alla ricerca del bello, non ha alcuna intenzione di resistergli. Al pari dei due profumi che lo precedono – Paradiso e Paradiso AzzurroParadiso Assoluto nasce grazie al naso Louise Turner di Givaudan. Ad esordire sono le note a contrasto del pepe rosa e del glicine, frizzanti e seduttive al tempo stesso, che sfociano in un cuore di gelsomino selvatico e giglio rosso. L’ accordo è voluttuoso, intenso. In chiusura, una scia di sandalo, vaniglia e patchouli sottolinea il fondo caldo e deliziosamente persistente della fragranza.

Paradiso Assoluto è disponibile in versione Eau de Parfum nei formati da 30, 50 e 70 ml.

Greenery, Color of the Year 2017 secondo Pantone

E’ una nuance di verde energetica ma al tempo stesso riposante, “riscaldata” da una punta di giallo: si chiama Greenery e Pantone l’ ha eletta Color of the Year 2017. Greenery rievoca il risveglio della natura in Primavera e proprio con la natura ristabilisce un contatto, un rinnovato anelito di spazi verdeggianti in cui rigenerarsi e respirare aria pura. Antidoto ad una quotidianità sempre più complessa, il colore dell’ anno Pantone è un’ oasi rigogliosa, un inno all’ armonia dei paesaggi naturali, emblema di vitalità e di benessere interiore: la sua tonalità è rassicurante, ci invita a soffermarci in scenari lussureggianti da cui attingere linfa e sempre nuovi impulsi. Nel panorama fashion, il suo punto di forza è negli abbinamenti. Versatile e “gentile”, Greenery risalta ancor più se accostato ad una palette colori variegata. Ma si dimostra vincente anche in total look (o quasi): di seguito, alcuni esempi calzanti tratti dalle collezioni SS 2017.

Haider Ackermann

Gucci Resort

Vivetta

  Emilio Pucci

Louis Vuitton

Emanuel Ungaro

“Haunted” di Antonio Marras: quando la moda si fa performance art

Negli spazi della Triennale, dove si snoda il percorso espositivo di Nulla Dies Sine Linea, Antonio Marras ha presentato la sua collezione AI 2017/2018: per la prima volta le creazioni Uomo e Donna hanno sfilato insieme, e si è trattato di un debutto d’eccezione. Il Marras artista celebrato dalla mostra ha tramutato l’ allestimento in una location onirica, suggestiva, spettrale. O meglio Haunted, come ha intitolato la performance che ha tradotto il suo fashion show in una vera e propria pièce teatrale. Antonio Marras ci trasporta in Scozia, nel castello fatato dove visioni, reminescenze e fantomatiche creature si succedono in un pot-pourri che rievoca le atmosfere di Edgar Allan Poe: scenari in cui tutto è immateriale e la realtà sconfina con il sogno. A far da sottofondo, sonorità inquietanti che alternano il rigoglio dell’ acqua a porte che scricchiolano, a vetri che si infrangono, alle note di un pianoforte lontano. E poi, all’ improvviso, una risata sinistra, l’ eco del latrato di un cane: frammenti di ricordi, apparizioni che mescolano il vissuto all’ intangibile calando lo spettatore in un non-luogo dal potente impatto visivo. Al suo interno, si susseguono misteriose presenze e apparizioni: giovani uomini che lanciano aereoplanini di carta, enigmatiche donne in veletta, fanciulle sdraiate su superfici a specchio come eteree ninfe, i gendarmi di Pinocchio con lo sguardo celato da occhialini alla John Lennon.

 La sartorialità dei look è impeccabile, il rétro una costante: se gli scolari indisciplinati indossano suit con pantalone corto, cappotti e parka dal sapore Mod, le “jeunes filles d’antan” sfoggiano long dress a balze con stampe floral, kimono, damascati rifiniti in lamè, tessuti impalbabili riccamente lavorati ed incrostati di paillettes. L’ itinerario prosegue tra figure maschili in coat o chiodo impreziositi da ricami, individui “senza volto”, ragazze che giocano a mosca cieca in ricercati abiti con tanto di “farfalle” applicate. Ovunque spuntano cappelli, copricapo e turbanti con l’ immancabile veletta. Su due scale a pioli, irriverenti, due uomini mangiano il lecca-lecca facendo sberleffi mentre a pochi passi di distanza, tutta tulle e ricami color crema, ecco apparire una sposa.

Maschile e femminile non conoscono barriere nè differenze, si fanno portatori della stessa eleganza estrosa che al leopard print accosta pattern a contrasto e nei ricami floral persino sul completo da caccia incarna un suo leitmotiv. Ai dettagli in pelliccia, ricorrenti, si alterna la sofisticatezza di capi come il cappotto da uomo con mantella, il preziosismo dei decori è minuzioso. Un’ ultima, onirica visione prima di quella di un appassionato ménage à trois: simile a una gigantessa, una donna barbuta sferruzza un’ enorme massa di lana grezza. L’ apparizione è surreale, quasi felliniana. In sottofondo, una porta si chiude e scricchiola: la nostra magica avventura è giunta al termine.

Per vedere il video della performance e della collezione: https://www.antoniomarras.com/

Glitter People

” Ho dovuto lottare per cambiare la percezione che la gente ha di me. Sono stufa della percezione che io sia questa timida, riservata, inibita creatura aristocratica quando non sono affatto così. Penso di essere molto più estroversa ed esuberante della mia immagine. “

Helena Bonham Carter

Photo by juliooliveiraa from Flickr, CC BY-NC-SA 2.0

Lo sfizio

Bianco in tutte le sue gradazioni, come una Regina delle Nevi. E poi rosso, blu, nero: pochi colori base affiancati a materiali “invernali” come la lana e la pelliccia, ma impreziosite da cristalli, pizzo e motivi tirolesi. E’ un inno al Winter Wonderland la collezione Moncler Gamme Rouge FW 2016/17 creata da Giambattista Valli, un sofisticato mix in cui convergono suggestioni altoatesine e alpine. I codici sporty dell’ heritage Moncler si traducono, nella linea Gamme Rouge, in pura femminilità: linee girly, svasature, applicazioni fur, minishort alternati a gonnelline a pieghe. Le maniche a sbuffo sono un leitmotiv, reminescenze di una fiaba nordica. Le gambe si svelano tassativamente, ricoperte solo di collant spessi e opachi. Stelle alpine, fiocchi di neve ricamati in cristallo, rododendri decorano gli abiti evocando una magia ad alta quota. Questo look è un po’ una summa di tutti gli elementi di cui sopra: il maglione a collo alto viene declinato in pizzo e adotta puff sleeves regali; tra candore e trasparenze, il pattern edelweiss risalta in tutto il suo ricercato splendore. Decisamente d’effetto le bretelle, che rivisitano le Hosentrager della tradizione bavarese adornandosi di decori. Ma ai tipici Lederhosen si sostituiscono gli shorts in pelliccia, abbinati a lunghe calze che esaltano il total white della mise: un tocco d’estro magistrale, al pari di dettagli come le scarpe con plateau in legno e un beauty look che, incorniciato da una rivisitazione della treccia tirolese, nelle sopracciglia immacolate sembra citare la bianchezza della neve.