La Femme e L’ Homme Prada: una liason olfattiva firmata Prada

Sentori olfattivi che tracciano la mappa dell’ interiorità individuale, dove le coordinate di spazio e tempo si intersecano indissolubilmente con la memoria: è da questo percorso introspettivo che prendono vita La Femme Prada e L’ Homme Prada, la “coppia” di fragranze appena lanciate da Prada. I nomi definiscono i destinatari dei due profumi con chiarezza pur senza racchiuderne in un clichè riduttivo l’ essenza. La donna e l’ uomo a cui si rivolge Prada incarnano un’ identità assoluta e fluida, ricca di sfaccettature innumerevoli in cui l’ io, la percezione di sè, lo scambio dei ruoli si mixano e si alternano incessantemente: a riflettere questo costante “gioco di specchi”, due profumi che trascendono la dicotomia del “femminile” e del “maschile” per ricondurla ad un’ identica visione.

 La Femme Prada sottolinea il concetto stravolgendo qualsiasi standard associato agli aromi floreali: a contraddistinguerlo è la scia olfattiva del frangipani, ipersensuale e esotica, che porta con sé reminescenze di una suggestiva aurora tropicale. Gli accordi speziati dell’ ylang-ylang ne intercettano i sentori, stemperandoli in un mix di vaniglia, tuberosa e cera d’api denso di avvolgente dolcezza. A “dar corpo” alla fragranza, note aggiuntive di vetiver distillato.

L’ iris e l’ ambra, elementi chiave della relazione che intercorre tra i due profumi, ne L’ Homme Prada accentuano sensualmente l’ aroma felciato di base. Ma sono affiancati da tutta una serie di note a contrasto, connubi e accordi che vanno a diversificare, arricchendola, la composizione del jus: a un esordio di neroli e pepe segue un cuore che include il geranio e la violetta. Il fondo, esaltato dal patchouli e dal cedro, evidenzia accenti persistenti e decisi. L’ affascinante “essenza” di L’ Homme Prada e La Femme Prada viene raccontata da una advertising campaign firmata Steven Meisel che vede gli attori Mia Goth, Dane DeAnn, Ansel Elgort e Mia Wasikowska protagonisti. Negli scatti, così come in un video con una rivistazione di Can’t help falling in love di Elvis in sottofondo, la filosofia che ispira le due fragranze risalta su un sofisticato sfondo all-black che sembra ideato ad hoc per potenziarne la valenza incisiva.

Photo: dall’ advertising campaign di Steven Meisel

Milan Fashion Week: riflettori puntati su 10 look (part 2)

Il blu Klein minimal-chic di Salvatore Ferragamo

Prosegue la rassegna di VALIUM sulla Milan Fashion Week: 10 scatti per 10 look selezionati dalle collezioni SS 2017 presentate in passerella. Siete pronte per la seconda tranche? Per voi, un invito nel front row di questa modaiola avventura.

Le contaminazioni afro-europee (con tanto di beehive aggiuntivo) di Antonio Marras

 

I sofisticati bagliori di Giorgio Armani

 

La allure hippy di Blugirl

 

La femminilità “en rose” di Piccione.Piccione

 

L’ ode al “Tropico Italiano” di Dolce & Gabbana

 

Le ruches scolpite mixate alle suggestioni sporty di MSGM

 

Il mix and match dal mood esotico di Stella Jean

 

L’ 80 style rivisitato in un tripudio di denim scintillante e maniche balloon di Dsquared2

 

La plain elegance di Bottega Veneta

Vinyl Cream Lip Stain di Yves Saint Laurent: tra mood 70s e lucentezza al vinile

La foto di Zoe Kravitz con le labbra rosso lacca rivestite di questo lipstick ha fatto il giro del web, ed è già iconica. D’altronde, il rock e la music scene sono un po’ un tutt’ uno con una linea make up che inneggia, nel nome e nel mood, al vinile: Vinyl Cream Lip Stain è la star della collezione che Yves Saint Laurent dedica all’ era in cui sui dischi scivolava la puntina del record player, rievocandone le atmosfere e il sound. Un packaging in total black effetto vinile racchiude un rossetto dalla consistenza liquida e brillante, che all’ iperlucentezza abbina una copertura DOC. Lo speciale applicatore a spugnetta a punta di diamante garantisce un contorno impeccabile e labbra vinilitiche, piene di colore, in un’ unica passata. Ma il finish glossy è tutt’altro che effimero: l’ alta tenuta è assicurata da una formula cremosa che fissa il rossetto per oltre dieci ore, mantenendone intatta l’ omogeneità. L’ ideale, insomma, per chi adora coniugare un look d’ impatto di forte ispirazione Seventies al comfort ed alla qualità sopraffina. Le nuance in cui Vinyl Cream Lip Stain viene proposto sono 12, tutte rigorosamente ultralucide e al vinile: una palette che spazia dal nude al corallo, dal rosa neon al burgundy, dal rosso intenso al carminio, permette ad ogni fan del lipstick più rock di Yves Saint Laurent di rintracciare il “suo” colore.

Alla linea di rouge à lèvres va ad aggiungersi un trio di smalti altrettanto lucenti e sofisticati, dalle cromie evolute da una comune base noir: Fuchsia over noir, Rouge over noir e Noir over noir sono tre lacche per unghie in tonalità intense, affascinanti e laccate che rafforzano l’ allure magicamente Seventies di questa collezione.

Photo via YSL website

Milan Fashion Week: riflettori puntati su 10 look (part 1)

La gipsy queen in versione rock di Roberto Cavalli

Flash, look e suggestioni tratte dalle sfilate Primavera/Estate 2017 della Milano Fashion Week: dieci scatti per dieci mise d’ impatto viste in passerella, pronte a tramutarsi nei trend più interessanti della prossima stagione calda.

Il rétro futuribile di Gucci

Le texture impalpabili e i ricami ispirati al jardin Français di Fendi

Le geometrie declinate in allure sexy/sporty di Versace

Il look borghese rivisitato in chiave sovversiva di Prada

Le eteree trasparenze con dettagli minimal a contrasto di Wunderkind

Le contaminazioni urban e tribal ad alto tasso di femminilità di N.21

I bright colors grafici e fluttuanti di Pucci

La “paper doll” che inneggia al trompe-l’oeil di Moschino

Il denim in hip hop style di Philipp Plein

To be continued…

Il close-up della settimana

Al via Milano Moda Donna. La fashion week meneghina è stata inaugurata ieri, per la seconda volta, dal premier Matteo Renzi: prima di presenziare al consueto pranzo con il gotha del Made in Italy, Renzi ha preso parte all’ opening di Crafting the future.Storie di artigianalità e innovazione, la mostra del Mudec curata da Franca Sozzani e realizzata dalla Camera della Moda Italiana con il sostegno del Ministero dello Sviluppo Economico e dell’ ICE. All’ apertura in grande stile è seguito un rutilante inizio kermesse, preludio ad una settimana che – fino al 26 Settembre – celebrerà la creatività italiana nelle sue più alte vette. La Moda Donna della Primavera/Estate 2017 verrà presentata in un totale complessivo di 176 collezioni, che includono 71 défilé ufficiali e 90 presentazioni. In un’ atmosfera frizzante che vede moltiplicarsi party, eventi e vernissage, la Fashion Week non ci risparmierà colpi di scena nè sorprese: in passerella, quest’ anno, mancheranno all’ appello del calendario ufficiale brand come I’m Isola Marras, Costume National (acquisito dal gruppo made in Japan Sequedge), Angelo Marani, Ujoh e Damir Doma, mentre le new entry annovereranno i nomi di Wunderkind, Giamba (seconda linea di Giambattista Valli) e Daizy Shely. Da segnalare i ritorni di Krizia, Lucio Costa e Maurizio Pecoraro, ma anche il debutto di Capucci nel ready-to-wear e il fashion show di Ricostru, brand emergente cinese invitato da Re Giorgio a sfilare all Armani/Teatro. Ma non sarà Giorgio Armani a brillare, come di consuetudine, tra le Maison che chiuderanno la kermesse: con Emporio Armani in via di debutto a Parigi e un défilé in programma per venerdì 23, il designer abbandona il tradizionale lunedì a favore dei new talents. La giornata di chiusura della Fashion Week sarà infatti consacrata ai giovani brand e prevede un totale di cinque show. In passerella saliranno San Andrés Milano, Lucio Vanotti e Piccione.Piccione, che andranno ad aggiungersi a Ricostru e a Mila Schon: una scelta precisa e fortemente voluta da Carlo Capasa, Presidente della Camera della Moda, che ha evidenziato la volontà di valorizzare e di donare spazio a marchi che rappresentano il futuro dello stile italiano.

Photo by Conte di Cavour (Opera propria) [CC BY-SA 4.0 (http://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0)], attraverso Wikimedia Commons

“Stephen Jones: Souvenirs”: appuntamento a 10 Corso Como con Stephen Jones

Stephen Jones per Moschino FW 2016/17

 

Il primo cappello lo creò ornando con un iris di plastica color argento un portapillole rivestito di crepe de Chine: era la metà degli anni ’70 e Stephen Jones si accingeva ad affrontare uno stage in modisteria organizzato dalla Saint Martin’s School of Art. Quarant’ anni dopo, l’ aspirante hatter si è tramutato nel cappellaio per antonomasia, artista rinomato e richiestissimo da rockstar, celebrities e teste coronate. L’ ingegno creativo di Stephen Jones è andato affinandosi attraverso un iter che, dall’ era New Romantic e dalle prime creazioni per gli habitué del Blitz di Steve Strange, l’ ha visto inaugurare una modisteria propria ed intrecciare collaborazioni con i designer più innovativi del fashion biz – tra cui Jean-Paul Gaultier, John Galliano, Vivienne Westwood e Rei Kawakubo, solo per citarne alcuni – annoverando fin da subito clienti del calibro di Lady Diana Spencer. Visionario, estroso, geniale, Jones ha saputo imporsi con uno stile che ha conquistato le passerelle così come  il panorama underground: le sue creazioni iconiche sorprendono ogni volta per l’ alto tasso di eccentricità e di ricercatezza artigianale. Un cappello di Stephen Jones è arte pura, magia, espressione di uno spirito intuitivo e brillante. Non stupisce che, nel 2010, il talentuoso cappellaio sia stato premiato con l’ onorificenza di Ufficiale dell’ Ordine dell’ Impero Britannico. Oggi, è Jones stesso a ripercorrere le tappe della sua straordinaria carriera e lo fa in Stephen Jones: Souvenirs, un libro scritto a quattro mani con Susannah Frankel che si avvale della prefazione di Grace Coddington: nel volume, edito da Rizzoli, un gran numero di schizzi, immagini di “making of”, illustrazioni, appunti e foto personali arricchisce di preziose testimonianze il racconto biografico. Il favoloso universo di Stephen Jones viene svelato pagina dopo pagina, coinvolgendo il lettore nel suo mood esplosivo. Ed addentrandolo nei meandri di quell’ estro onirico che, da mero accessorio, tramuta un cappello in creazione tout court.

Stephen Jones sarà stasera a Milano, alle ore 20, per il book signing del libro: un appuntamento imperdibile organizzato in occasione del 25esimo anniversario di 10 Corso Como.

Lo sfizio

Lo stile è sofisticatamente dark: una palette di toni scuri spazia dal grigio antracite al nero evidenziando sprazzi di bagliori argentei, viola e burgundy. In primo piano il cappotto, revers che sfiorano le spalle ed una linea ad A che dispiega in pieno il vistoso pattern floral. La gonna, impalpabile nel suo mix see-through di pizzo e rete, ne riprende i motivi adornandosi di ricami floreali minuziosi. Il mood è romantico, con incursioni nel tempo che alle suggestioni d’antan alternano una contemporaneità avantgarde ampiamente sottolineata dai dettagli: il calzino a rete in total black si abbina a scarpe flat grintose, in bicolor nero e argento, dalle reminescenze punk. Ma è la dimensione atemporale dell’ amore ad ispirare Antonio Marras: l’ amore tormentato, ossessivo e caustico di Adele H. – alla quale François Truffaut dedicò un film con Isabelle Adjani come protagonista – per un giovane ufficiale inglese. Una passione tale da condurla alla follia, tradotta dal designer di Alghero in una collezione Autunno/Inverno 2016/17 che ne riflette il burrascoso evolversi. Alla severa sobrietà iniziale, pervasa da un pathos rigorosamente oscuro, succedono forme fluide, colori luminosi, materiali e stili accostati in un contrasto anarchico che “raccontano” l’ inarrestabile precipitare di Adele nell’ alienazione. Ma allo sfondo delle Barbados –  dove la musa di Marras approda per inseguire il suo ufficiale – si sostituiscono le atmosfere mitiche della Sardegna, il carteggio amoroso che traccia un link tra Adele H. e Grazia Deledda, l’ humus a cui da sempre attinge il designer: i look che si avvicendano rielaborano un’ impronta stilistica ormai inconfondibile, una visionarietà che costantemente mixa ispirazione, sogno e poesia. Ad esaltarla, una veletta che di questa collezione si fa leitmotiv oltre che sommo emblema di una femminilità fascinosa e densa di mistero.

Glitter People

” Mentre la moda è eccitante perchè cambia continuamente, è anche fugace. Un film, però, è per sempre. In un certo senso, quindi, il film è il supremo progetto di design. “

Tom Ford

Photo by Nicolas Genin [CC BY-SA 2.0 (http://creativecommons.org/licenses/by-sa/2.0)], attraverso Wikimedia Commons

Dream couture

 

Gucci

Trasparenze in tulle, arabeschi scintillanti, balze, ruches, decori all’ insegna della fantasia più squisita: il tutto, declinato in nuance incantevoli o nei riflessi arcobaleno di un caleidoscopio cangiante. I long dress dell’ Autunno/Inverno si tingono di magia trasportandoci nello scenario etereo di un sogno.

Mary Katrantzou

Roberto Cavalli

Chloé

Valentino

Blumarine

Alexander McQueen

Il close-up della settimana

Doppio anniversario in vista per Bottega Veneta, che si accinge a celebrare i suoi primi 50 anni e il 15esimo di Tomas Maier alla direzione creativa. Si preannunciano festeggiamenti in grande stile, in linea con la tradizione di una Maison che, fondata a Vicenza nel 1967, ha saputo imporsi tra i più prestigiosi nomi del Made in Italy: sarà la suggestiva location dei corridoi dell’ Accademia delle Belle Arti di Brera ad ospitare, il 24 Settembre alle 9,30, la sfilata Uomo e Donna Primavera Estate 2017 del brand. Per l’ occasione, il secentesco palazzo che Maria Teresa d’Austria tramutò nel 1776 in centro culturale diverrà inoltre lo scenario di un progetto che inaugurerà una sinergia tra l’ Accademia e Bottega Veneta. L’azienda del gruppo Kering, infatti, offrirà il suo sostegno al programma formativo per l’ anno accademico 2016/2017 tramite borse di studio istituite con il fine di incentivare la creatività degli studenti: un obiettivo che collima alla perfezione con il DNA di un brand che nel savoir faire artigianale affonda origini elette a propria bandiera. Nata come “bottega” in cui venivano realizzati capi in pelletteria, la Maison valorizza da sempre il retaggio dell’ artigianalità e nel 2006 ha inaugurato la Scuola dei Maestri Pellettieri con il preciso scopo di trasmettere alle nuove generazioni il know-how della lavorazione della pelle. Un compito a cui ora va ad aggiungersi il supporto di Bottega Veneta all’ Accademia di Belle Arti di Brera, iniziativa commentata con parole entusiaste dallo stesso Tomas Maier: “Bottega Veneta è fondata sul lavoro creativo manuale” – ha dichiarato il designer tedesco alla stampa – “Sono felice di celebrare il mio 15esimo anniversario e il 50esimo del brand all’ Accademia di Belle Arti di Brera, alla presenza dei nostri artigiani e delle persone che ci hanno sostenuto in questi anni.” La curiosità e l’ interesse sono già alle stelle per un anniversario che si configura, senza dubbio, come uno degli eventi di punta dell’ imminente Milano Fashion Week.

Photo: Tomas Maier by Morpheusmedia (Own work) [CC BY-SA 3.0 (http://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0)], via Wikimedia Commons